LO SVILUPPO DEL POTENZIALE UMANO – 2

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LO SVILUPPO DEL POTENZIALE UMANO – 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Discussione ed esperienze a confronto
Di Mario Betti

La relazione di Raimondi propone una nuova chiave di lettura sia del disturbo psichico, sia delle
prospettive di trasformazione interiore. Vi invito a leggerla con attenzione

Sarebbe interessante prendere in esame e sviscerare, punto per punto, i vari disturbi o le varie
alterazioni dell’essere. I quadri descritti da Evagrio, Uperèphania, Kenodoxia, Acedia, e così via,
sono altrettante forme di sofferenza psichica, ma sono anche condizioni esistenziali in cui l’essere
umano si trova smarrito. Curare la persona significa aiutarla a riprendere un cammino di conoscenza
e realizzazione interiore.

Vorrei sottolineare un aspetto centrale che emerge dalla proposta di Raimondi: l’importanza di
imparare a meditare. Nel testo si parla di diversi modi di meditare e questi vengono suggeriti con
una sequenza che ha un significato evolutivo straordinario: “Meditare come una montagna”, ricercando
la stabilità, il contatto con la terra; “meditare come un papavero”, come un fiore che sboccia,
aprendo la nostra sensibilità alla vita; “meditare come l’oceano”, penetrando nelle profondità del
mondo interiore. Poi si sale: “meditare come un uccello”, cioè respirare e cantare nel cielo, e
infine “meditare come Abramo” ossia entrare in una dimensione spirituale nuova e più elevata.

In questo intervento si getta un ponte fra quelli che sono i disturbi psichici e le possibilità
evolutive dell’uomo attraverso la meditazione, il misticismo e le vie dell’estasi. Questa è la
sintesi di un discorso culturale e terapeutico veramente innovativo.

Antonio Bondì

Come presidente dell’Associazione Psiconautica, desidero fare una cronistoria di quello che ha
preceduto e preparato l’incontro di oggi. La nostra Associazione sta portando avanti iniziative
sull’handicap psichico e psichiatrico dal ’94, con appuntamenti a livello nazionale e
internazionale.

Nel corso del ’96, ci è balenata l’idea di cercare un allacciamento col mondo sciamanico. Ci
spingeva l’esigenza di comprendere che cosa c’è in comune nei diversi trattamenti che mirano alla
guarigione.

L’immagine della scala di Giacobbe, proposta da Raimondi, rimanda ad un passo della Bibbia in cui
Giacobbe, addormentato, sogna una scala protesa fra cielo e terra. E’, in un certo senso, la
versione occidentale di quella che è considerata l’opera dello sciamano, punto d’incontro tra il
cielo e la terra.

Tutto cominciò allorchè ricevetti il fax di un amico di Rimini che mi chiedeva se potevo organizzare
l’ospitalità al prof. Alfredo Ancora, il quale proponeva un incontro con il presidente degli
sciamani della Buriatia, Nadia Stepanova. È stata una coincidenza di intenti e vedute, le mie molto
più “neonate”, quelle del prof. Ancora più antiche. Il giorno seguente ebbi la possibilità di
parlarne con Raimondi che si trovava a Rimini per un seminario da noi organizzato sull’aggressività.
Nel prendere visione di questa proposta, Raimondi dimostrò un certo interesse ma pochissima
convinzione. Dopo quindici giorni, tuttavia, mi telefonò per comunicarmi che la cosa interessava e
si poteva fare. Tutto fu realizzato in pochissimo tempo; nel giro di tre mesi praticamente la
manifestazione era già preparata in tutti i dettagli. E’ stato necessario soltanto attendere qualche
mese per diffondere l’iniziativa. Nell’ottobre del ’96 ha avuto inizio il convegno che aveva per
titolo “Sciamanesimo. Religione e Sacralità. Psicoterapie.” Esso ha visto la partecipazione di
relatori di grosso calibro che hanno offerto contributi ricchi e diversificati.

In questo incontro di Bagni di Lucca abbiamo deciso di sviluppare ed approfondire la parte più
specificamente spirituale, quella relativa alle estasi, che era stata in parte trascurata nel
precedente incontro di Riccione. Il sottotitolo rimane “Sciamanesimo, religione sacralità,
psicoterapie”, per sottolineare la continuità del discorso, e questo sarà il sottotitolo di tutte le
prossime edizioni.

Come Associazione Psiconautica abbiamo anche scelto di creare un apposito comitato per curare
l’organizzazione di questo incontro. Si tratta infatti di un appuntamento importante, visto
l’interesse che suscita, ma anche gravoso, perché ha una chiave di lettura del tutto diversa, perché
mette insieme esperienze di ogni tipo, perché accoglie esperti dei settori più vari.

Spero che ognuno possa contribuire, dal proprio punto di vista e con la propria esperienza, alla
comprensione di un evento: la guarigione. Qualunque terapeuta, di qualsiasi cultura, estrazione e
continente, è sempre uno spettatore dell’evento “guarigione”, o meglio ancora del cambiamento del
paziente su cui sta operando. Questa è l’unica parte che a me interessa. Ogni contributo è
importante per aiutarci a capire. Questo incontro va considerato come una ricerca. Non si parte da
concetti, ma da ipotesi a cui noi per primi non siamo capaci di dare risposte.

Non so se l’anno prossimo la manifestazione si svolgerà ancora a Bagni di Lucca, oppure in altri
lidi; se tornerà a casa sua a Riccione, o andrà all’estero, a San Marino, o a Roma. Comunque di
sicuro si farà. Nel 2000 torneremo qui, e torneremo volentieri; io ho visto Bagni di Lucca d’inverno
e mi è piaciuta immediatamente; penso che questo feeling sia destinato a proseguire.

La cosa più importante è fare tesoro di tutto, senza rifiuti pregiudiziali. Sono convinto che il
segreto e il fascino della terapia, qualunque essa sia, e di ogni trattamento, è quel miracolo che
avviene in un momento non preventivabile, a nostra insaputa. Questo accade sempre in qualsiasi
contesto, il terapeuta per primo diventa spettatore di quello che avviene.

Apporti della biofisica per la comprensione delle medicine tradizionali
Di Sergio Serrano

Ringrazio gli organizzatori e vi porto, oltre ai miei saluti personali, anche quelli del Direttore
del Centro di Ricerche di Medicine Naturali dell’Università di Milano, dove lavoro.

Sono un fisico e può sembrare strano che uno studioso di fisica si metta a parlare di medicina, per
di più affrontando un argomento inconsueto come quello delle medicine tradizionali. D’altronde è
necessario che la scienza medica si apra sempre di più al contributo di altre discipline.

La medicina fino ad oggi è stata influenzata in modo preponderante dalle teorie chimiche. In effetti
la prima scienza che si è configurata storicamente è stata la chimica, per cui la medicina
accademica, che viene insegnata nelle università, tende a dare del nostro organismo, del suo
funzionamento dal punto di vista fisico e psichico, una spiegazione di tipo chimico o biochimico.
Per lungo tempo la medicina accademica è rimasta chiusa sui propri assunti, senza comprendere i
nuovi fermenti culturali ed operativi che stavano diffondendosi. Ciò ha prodotto la nascita della
cosiddetta “altra medicina”, la quale ha assunto però connotazioni spesso negative, perché in questo
ambito, piano piano si sono coagulati anche personaggi poco attendibili. Questo degrado è stato
favorito dalla chiusura che l’università ha sempre avuto nei confronti delle esperienze innovative.

Il nostro Centro già si occupava di medicine naturali, ma ha potuto occuparsene in modo più accurato
da quando cinque anni fa è divenuto un centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la
Medicina Tradizionale. Nella dizione originale esso è definito “Collaborating Center for Traditional
Medicine”. Noi ci occupiamo per conto dell’OMS di queste forme di medicina.

Come vengono classificate dall’OMS le medicine tradizionali?

Sono definite in questo modo tutte le medicine che non fanno uso di farmaci allopatici. Se andate a
vedere il capitolo delle medicine tradizionali, presso l’OMS, trovate l’omeopatia, la medicina
termale, la fitoterapia, la medicina ayurvedica, eccetera. Questo settore dell’OMS studia questo
tipo di medicine e ne promuove la diffusione.

Si consideri che oltre l’80% della popolazione mondiale usa questo tipo di trattamenti, mentre è
soltanto una bassa percentuale che fa uso di quella che in Europa chiamiamo “medicina tradizionale”,
ossia dei farmaci chimici propugnati dalla moderna medicina accademica. Dopo questa considerazione
di tipo generale, il nostro Centro sta cercando di introdurre i trattamenti naturali nell’ambito
della medicina ufficiale.

La cultura accademica riteneva (e per molti aspetti continua a ritenere) scientifico solo ciò che è
dimostrabile secondo i criteri dell’Occidente moderno. Un fenomeno per essere acquisito
scientificamente deve essere misurabile e riproducibile in determinate condizioni. Ciò ha reso, e
rende tuttora, incomprensibili molti fenomeni che riguardano l’uomo ed i suoi processi di
guarigione.

In particolare, la scienza medica non riusciva a spiegare numerosi fenomeni che non potevano essere
avvalorati da precise conoscenze chimiche. Tuttavia, con l’espandersi degli studi multidisciplinari,
essa ha dovuto ampliare le proprie collaborazioni e competenze, avvicinandosi alla fisica ed alla
biofisica. Allora tanti fenomeni che prima sembravano strani e incomprensibili, o venivano ritenuti
“balordaggini”, sono stati considerati con maggiore interesse.

Attirando su di noi molte antipatie, pian piano abbiamo preso in esame alcuni frammenti dei metodi
tradizionali di cura, che prima erano considerati solo fatti strani, e siamo riusciti a spiegarli
nei termini di una disciplina accademica come la fisica. Così siamo riusciti a portare alcune di
queste conoscenze all’interno della medicina ufficiale.

Nei prossimi giorni si svolgerà, presso l’Università di Milano, un convegno di diagnostica
funzionale energetica. In questo incontro, cui interverranno studiosi e ricercatori di varie
università, verranno presentati studi sulle misurazioni dei punti di agopuntura. Questo tema che,
fino a poco tempo fa era visto con sospetto, è ormai oggetto di interesse e di valutazione
scientifica e presenta importanti possibilità di applicazione pratica. L’esistenza dei punti di
agopuntura è dimostrabile oggettivamente; si tratta di grandezze misurabili; sono a tutti gli
effetti zone elettrodermiche periferiche, tanto che su di esse si può usare la stessa tecnica del
biofeedback, cioè del potenziale evocato.

Fino a poco tempo fa, non si riuscivano a compiere misurazioni esatte sui punti di agopuntura. Si
ottenevano valori arbitrari di impedenza che non potevano essere considerati scientifici. Oggi
abbiamo nuove tecniche di diagnostica funzionale energetica, come l’elettroagopuntura di Vol e il
Ryodoraku ed altre tecniche, che consentono di ottenere valori attendibili. Sta per nascere un nuovo
capitolo nel campo nella diagnostica. Presto si potranno introdurre nel campo della medicina
accademica queste misurazioni dei punti di agopuntura periferici.

Questo discorso apre importanti prospettive per la valutazione e l’utilizzo dei trattamenti
naturali. Nella medicina chimica che si fa negli ospedali, a fronte di una terapia, ci sono esami
diagnostici ben precisi, che possono comprovare l’efficienza del trattamento. Invece nella medicina
naturale questo non c’è mai stato: il medico o il terapeuta che utilizza sostanze naturali,
difficilmente può usufruire di sistemi diagnostici che riescano a comprovare l’efficacia di quello
che ha fatto. Allora siamo riusciti a fare una standardizzazione, perché queste misure che abbiamo
fatto cosa vanno a misurare?

Quando somministra al paziente un trattamento di tipo elettromagnetico, cioè gli fornisce energia
attraverso metodiche come la laserterapia, la magnetoterapia, l’agopuntura o l’omeopatia, il medico
sa che la terapia di fatto funziona perché il paziente sta meglio. Ma fino ad oggi non erano mai
riusciti a capire perché, come e quanto stesse meglio. Con un sistema di diagnostica propria, non
dico da domani, ma sicuramente nei prossimi anni, sarà possibile compilare una cartella clinica dove
i dati del paziente vengono raccolti in modo più completo, corredati anche da rilevazioni di tipo
energetico, come ad esempio le misure in questi punti periferici di agopuntura.

Nel suo intervento il dott. Caddeo vi parlerà della valutazione energetica di alcuni pazienti
psichiatrici. Con le misurazioni energetiche nei punti periferici dei polsi e delle caviglie, si
giunge addirittura ad identificare e a codificare alcune patologie psichiatriche. Questo permetterà
di effettuare con semplicità degli screening, cioè di valutare se certe alterazioni di tipo
energetico possano o meno rispecchiare delle patologie in atto.

Il fatto che sia possibile una valutazione dei parametri elettrici o elettromagnetici rilevabili nel
nostro organismo non deve destare assolutamente meraviglia, perché di fatto la nostra specie si è
evoluta su un pianeta che è una grossa calamita. La Terra è completamente avvolta da un campo
elettromagnetico. Noi non ci accorgiamo della presenza di questa energia perché il nostro corpo è
privo di antenne, non possediamo i sensori adatti. Mentre registriamo il caldo e il freddo e tanti
altri parametri del clima, non possiamo percepire questi parametri elettromagnetici anche se ne
subiamo l’influsso. Gli studi di geopatologia dimostrano che alcuni disturbi, anche psichiatrici,
vengono scatenati da alterazioni dei parametri elettrici del clima. Ci sono studi molto belli sulle
alterazioni della nostra psiche per effetto dei campi elettromagnetici prodotti dalle macchie solari
o, ad esempio, sui disturbi prodotti quando spira il vento Phön nella pianura lombarda o lo Scirocco
in Sicilia che sono venti molto ricchi di cariche positive. Esistono una serie di parametri
elettromagnetici ai quali noi siamo sensibili.

Il campo elettromagnetico terrestre si distribuisce intorno al pianeta secondo determinate linee di
forza. Quando gli etologi studiavano il comportamento degli uccelli, non capivano perché seguissero
delle rotte ben precise. In realtà essi migrano di solito perpendicolarmente a queste linee. Ebbene,
si è scoperto che nel loro cervello esiste una specie di bussola magnetica che si orienta secondo le
linee del campo. Si parla spesso del buco dell’ozono ma non si parla del fatto che gli uccelli
abbiano cambiato i moti migratori; ciò vuol dire che, fra le altre cose, è cambiata la disposizione
del campo magnetico terrestre, e questa non è una bella cosa.

Cerchiamo di approfondire il discorso delle energie elettromagnetiche in cui siamo immersi. Sulla
superficie del nostro pianeta c’è un reticolo che è detto “reticolo di Hartmann”, formato da linee
di energia che si incrociano in certi punti formando dei “nodi”. In alcune zone, per esempio in
prossimità di corsi d’acqua, l’energia di questi nodi viene catalizzata. Secondo gli studi di
geopatologia, coloro che abitano in queste zone nodali possono subire danni.

I fisici hanno messo a punto degli strumenti che ci permettono di dimostrare ciò che prima veniva
conosciuto in maniera empirica. Per esempio, un’antica scienza cinese, il Fen Shui, forniva
indicazioni su come orientare un edificio; vediamo che taluni dei templi più antichi in Cina sono
stati costruiti, come dovrebbe suggerire la più moderna architettura, in una direzione parallela
alle linee di Hartmann. Alcuni dei luoghi più importanti per certe religioni antiche o per certi
fenomeni energetici sono collocati presso zone di anomalie magnetiche. Per esempio il monte Machu
Picchu in Perù, che è un luogo sacro della tradizione religiosa degli Incas, è sede di una grossa
anomalia magnetica.

È possibile valutare come i campi elettrici e magnetici possano influire sulla nostra fisiologia,
senza avere grandi strumenti a disposizione: basta osservare come si posizionano gli animali
domestici. Il gatto si mette sempre in concomitanza dei punti di alterazione elettromagnetica,
invece il cane, come del resto l’uomo, viene disturbato dalla presenza di questi campi. Non a caso,
dalla storia del nostro Medioevo, il gatto era ritenuto il succubo, cioè colui che attirava si di sé
le energie negative; esso si pone nei punti energetici negativi per l’uomo. Studiando queste cose
con strumenti di tipo fisico, si possono capire questioni che sembravano solo stranezze dettate da
superstizione.

L’”antenna di Hartmann” è un filo metallico abbastanza spesso, a forma di gamma. Quando il
rabdomante, o comunque la persona che usa quest’antenna, tenendola in posizione verticale, passa su
una zona con delle alterazioni di tipo geopatogeno, tipo i nodi di Hartmann, si vede che questa
antenna devia, si sposta. Prima si pensava che fosse il rabdomante che faceva spostare la bacchetta
attraverso micromovimenti più o meno inconsci. Adesso invece sappiamo che si tratta di un fenomeno
fisico. Questa antenna è uno strumento scientifico rudimentale, un microamperometro. Se in un luogo
c’è un’alterazione di tipo geopatico, si produce nel cappio (che la fisica chiama spira) una
corrente; la corrente percorre il nostro organismo che fa da antenna e si produce una forza
elettromotrice che fa spostare il cappio. Molte cose che prima sembravano appannaggio di stregoni
cominciano ad avere una spiegazione scientifica. Il fenomeno avveniva anche prima, l’antenna è
sempre oscillata, ma in passato avevamo una falsa interpretazione del fatto, non la consideravamo
dal punto di vista della fisica.

Non pensate che, siccome sono un fisico, vi dica che con la fisica si spiega tutto. Questo non è
vero. Ci sono forme di energia che non sono ancora state studiate. Ad esempio conosciamo poco o
nulla dell’energia gravitazionale. Noi tutti siamo immersi in un campo di gravità; qualsiasi cosa
prendiamo in mano, cade, ma questo fatto non è ancora stato studiato adeguatamente. Ad esempio si è
studiato come ruotano i pianeti, ma perché lo facciano non è ancora ben chiaro.

Presso certe culture vengono usati oggetti particolari che si ritengono dotati di speciali poteri.
Per quanto riguarda i contenitori di forma piramidale, si è constatato che, nel punto situato ai due
terzi dell’altezza partendo dal basso, ci sono delle variazioni di energia. Oggetti o tessuti
biologici collocati in quella posizione, in particolari condizioni sperimentali, si disidratano
senza ammuffire. Questo porta un grande stimolo alla ricerca, ad esempio, riguardo a quegli strani
strumenti che usano gli sciamani, che hanno forme particolari e si dice siano in grado di
concentrare o disperdere energie, probabilmente di tipo gravitazionale.

Consideriamo il DNA; esso è formato da due molecole avvolte a spirale. Dal punto di vista fisico, le
due eliche possono essere considerate come le due piastre di un condensatore elettrico, cioè un
qualcosa che è in grado di caricarsi di energia e di ri-emetterla. Quindi lo stesso DNA di cui siamo
costituiti, la centrale informativa del nostro organismo, è in grado di ricevere energia e
ri-emetterla. Ci sono studiosi, fra cui cito il professor Popp di Stoccarda, che hanno affrontato
questo problema, dimostrando come il DNA sia in grado di governare il funzionamento del nostro
organismo inviando segnali elettromagnetici.

Si comprende come alcune energie esterne, quali il campo magnetico terrestre, riescano ad
influenzare il nostro organismo nel suo intimo, addirittura nel DNA. Naturalmente il nostro corpo è
in grado di proteggersi, ossia di assorbire solo le lunghezze d’onda che a lui vanno bene, che non
gli sono troppo dannose.

Hadley ha proposto l’ipotesi della cosiddetta finestra ottica, secondo la quale ogni organismo è in
grado di assorbire soltanto una banda di frequenze energetiche standard, che di solito è
sovrapponibile alla banda ottica. Secondo lo studioso, a seconda delle circostanze, questa banda di
assorbimento di energia può essere resa più stretta o più ampia. Nella pranoterapia, in cui un
individuo riversa sull’altro la propria energia elettromagnetico, sembrerebbe che l’azione svolta
dal terapeuta sia quella di allargare o restringere la banda di assorbimento del paziente.

Abbiamo visto che il nostro organismo interagisce con le energie che lo circondano. Come possiamo
fare in modo che questi discorsi siano apprezzati e capiti in campo medico? A questo scopo ci viene
in aiuto la disciplina dell’agopuntura che ha dato del nostro organismo una raffinata descrizione di
tipo energetico. Il nostro organismo viene suddiviso in 12 sottosistemi, che sono i meridiani, e in
vari altri sottosistemi minori; all’interno di essi vengono individuate piccole zone di particolare
risonanza che sono i punti. Abbiamo oggi apparecchiature in grado di misurare la quantità di energia
dei meridiani e dei punti e di individuarne le particolari caratteristiche elettriche.

Alcuni studiosi sono riusciti addirittura a fotografarli.

Questi punti possono essere considerati come i pori elettromagnetici del nostro organismo; se un
meridiano di agopuntura è particolarmente carico, questi punti si aprono come se fossero valvole e
scaricano l’energia all’esterno. Quando fungono da valvole di scarico e buttano fuori energia, i
punti appaiono in fotografia come minuscoli crateri in eruzione di 1,5 millimetri di diametro.
Attraverso le misurazioni è possibile evidenziare quali sono i meridiani che vanno fuori da un range
di normalità.

Sono stati effettuati degli studi sull’influenza dei campi elettrici sulle cellule. Se mettiamo dei
campioni di cellule tra due piastre, una con carica positiva, una negativa, Si vede che tutte le
cellule si polarizzano, quelle con carica meno vanno verso la piastra positiva e viceversa. Quando
le cellule sono polarizzate bene, si appiccicano bene le une alle altre e riescono a parlarsi, cioè
a scambiarsi delle informazioni. Le cellule malate, invece, vengono escluse perché non riescono più
ad attaccarsi alle altre. Quindi se viviamo in un ambiente sano anche dal punto di vista elettrico,
abbiamo anche dei sistemi di protezione.

L’ultimo argomento che affronto riguarda l’acqua, visto che siamo in una stazione termale. L’acqua è
sempre H2O, ma le molecole possono attaccarsi l’una all’altra fino a formare i cosiddetti cluster,
cioè delle cavità risonanti; praticamente si chiudono e formano un specie di scatola che è in grado
di intrappolare energia elettromagnetica. Pur avendo la stessa formula chimica, i diversi tipi di
acqua producono immagini elettromagnetiche diverse. Ciò significa che le varie acque sono sempre
alimentari, ma sono in grado di comunicare qualità e quantità di energia diversa, e questo fornisce
una nuova chiave di interpretazione per l’idrologia medica. Per comprendere l’effetto di un’acqua
non bisogna limitarsi all’analisi chimica dei sali disciolti, ma bisogna andare oltre e ricercare le
caratteristiche di ordine elettromagnetico. L’acqua di Lourdes appare molto energetica perché emette
range di energia che corrispondono alla nostra finestra ottica. Ci interessano le energie che siamo
in grado di assorbire.

Questa mia relazione è stata forse un po’ confusa e questo mi fa venire in mente la bontà del
disordine. Vorrei concludere dicendo che bisogna sempre essere curiosi ed io l’ho imparato nei miei
studi accademici. Prima ho fatto ingegneria, poi fisica ed ho sperimentato una differenza tra le due
impostazioni: quando l’ingegnere affronta un problema, studia e fa il possibile per risolverlo;
invece il fisico, prima di rompersi la testa, osserva il problema sotto angolazioni diverse e si
chiede quale sia l’angolazione secondo la quale è più facile risolvere il problema risolvere; questo
per me è un approccio intelligente. Credo che sia fondamentale diffondere la curiosità scientifica.
Spesso la presunzione delle università, con l’idea di sapere, misurare e dare per scontata la
limitatezza di quello che esiste intorno, è proprio ciò che ferma il progresso scientifico e la
ricerca. Spero di aver creato almeno del disordine in voi.

Discussione ed esperienze a confronto
Di Mario Betti

L’intervento di Serrano è stato molto stimolante. Uno degli scopi del nostro convegno è proprio
quello di riportare in ambito scientifico tutta una serie di conoscenze che provengono
dall’antichità. Con autori come Fritjof Capra e altri scienziati ci stiamo aprendo verso prospettive
nuove, più ampie, che ci permettono di recuperare e di vedere sotto altri aspetti tutta una serie di
fenomeni che finora erano considerati estranei alla scienza. Occorre ricondurre nell’ambito della
cultura scientifica tutta una serie di pratiche, di metodiche, di tecniche che meritano di essere
studiate e valutate in maniera più rigorosa.

Nello stesso tempo è importante recuperare tutta una serie di spazi culturali e di dialoghi con
varie culture, religioni e tradizioni, in modo da aprire alla scienza nuovi orizzonti di
comprensione. Studi di questo genere sono molto importanti; abbiamo visto quelli di Serrano, vedremo
quelli di Caddeo; ci sono le ricerche sull’Olotester di Nitamo Montecucco e altri studiosi avranno
poi modo di presentare i loro lavori.

Al termine di questa sessione pomeridiana si svolgerà a Villa Ada uno workshop che verrà condotto da
me insieme con due discepoli di Lama Gangchen, Dario Tesoroni e Nicoletta Sauro. Con loro abbiamo
portato avanti, nel corso di questi mesi, un lavoro interessante, direi pionieristico, di formazione
professionale rivolta ad operatori della USL. L’obiettivo è quello di valutare la possibilità di
applicare le tecniche di autoguarigione tibetane di Lama Gangchen e di studiarne gli effetti
terapeutici sulle malattie mentali. Anche qui abbiamo un incontro fra un’antica tradizione
spirituale ed un approccio scientifico. Prima di arrivare all’applicazione terapeutica è necessario
un lavoro di formazione rivolto agli operatori. Di questo parleremo nel workshop. Verrà presentata
una tecnica, il Tai Qi – Ngalso, che scaturisce dalla sintesi di due antichi lignaggi, uno tibetano
e uno cinese, operata da Lama Gangchen.

L’ultimo appuntamento, previsto per stasera, sarà con Satyamo Hernandez, un regista americano,
ideatore della voice-therapy, che utilizza le tecniche teatrali per realizzare un percorso di
conoscenza e di evoluzione interiore. Io ho sempre odiato il teatro perché lo vedevo come una
finzione, come una recitazione che allontana dall’autenticità; se siamo costretti tutti i giorni a
recitare dei ruoli, perchè dovremmo anche recitare in teatro? Eppure, grazie soprattutto alle
esperienze compiute con Satyamo, sono riuscito ad avvicinarmi all’esperienza teatrale con occhi
diversi e a trovare nella teatro-terapia importanti valenze di ordine psicoterapico e formativo.
Praticamente ho scoperto che il vero lavoro dell’attore è imparare a non recitare, e quindi a
liberarsi dai condizionamenti delle varie sub-personalità. E’ una proposta molto interessante.

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