L’amore e la benevolenza

pubblicato in: AltroBlog 0
L’amore e la benevolenza

da it.dhammadana.org

– Verso chi dirigere l’amore?

E’ fondamentale svilupppare metta (l’amore) se desideriamo progredire
lungo la via. Un amore che sia senza limiti, che si applichi ad ogni
essere, senza eccezioni. Come possiamo leggerlo nel metta sutta
(discorso sulla benevolenza), si tratta di far nascere l’amore verso
ognuno, esseri umani ed animali; nei riguardi di chi conosciamo e di
chi non conosciamo; di chi vediamo, oppure no, di chi amabile e di
chi ostile, di chi vicino e di chi lontano, di chi piccolo e
di chi grande.

Sicuramente non ci vuole un grande sforzo per praticare metta, la
benevolenza e la tolleranza, verso coloro che ci sono cari. Per,
quando si tratta di farlo verso chi ci causa di problemi, chi si
comporta male verso di noi, chi commette azioni odiose e malsane,
questo diviene pi difficile. Ed proprio tale difficolt che ci
offre l’opportunit di progredire lungo il cammino della saggezza. E’
proprio come la meditazione. Quando tutto va bene, tutto
confortevole, e non vi dolore, n pruriti, e non fa troppo caldo, n
troppo freddo, ed il silenzio sovrano, ci sentiremo bene; ma, non
avremo l’occasione di progredire correttamente.

– Come praticare metta e la benevolenza? –

Come per tutte le cose nel dhamma, potremo cominciare gradatamente a
sviluppare metta, la benevolenza e la tolleranza. Per riuscirci, basta
prendere l’abitudine, di tanto in tanto, di sviluppare uno stato di
bont verso uno, o pi esseri, di sforzarci di mandare mentalmente
metta a chi si comporti irriverentemente verso di noi, di tollerare
pi che sia possibile un’azione che non ci piace; commessa
volontariamente, oppure no.

Oppure, elimineremo quei pregiudizi che potremmo avere facilmente
osservando una persona con un comportamento bizzarro, per tentare di
prestarvi attenzione per qualche istante, al fine di constatare
eventualmente che ella angosciata, ha dei malesseri e conduce una
vita sofferente. A quel punto, ci riuscir del tutto naturale
sviluppare dei pensieri di compassione e di benevolenza, che potremo
dirigere verso quella persona. Se si tratta di un individuo sensibile
ed incrocia il nostro sguardo, egli si accorger subito che gli stiamo
testimoniando un sincero affetto, potr sentirsi meno allontanato e
beneficiare di un umore positivo. Se ne avremo, poi, l’occasione
potremo anche stabilire un dialogo con lui, parlando di cose semplici,
che saranno in rapporto con la sua vita; cosa che gli potr risultare
preziosa.

Per una pratica generalizzata di metta e di benevolenza, inizieremo,
per esempio, con tutti i propri parenti, i membri di famiglia e gli
amici; poi, ci allargheremo, poco a poco, includendo, prima, i propri
vicini, i colleghi di lavoro, i compagni di studio, di sport, o di un
gruppo qualunque. Aggiungeremo, in seguito, tutte le persone che ci
incrocieranno. Per esempio, stando in un bus, potremo occuparci, di
tanto in tanto, di sviluppare pensieri di benevolenza verso tutte le
persone che si trovano nel veicolo. Continueremo, includendo gli
abitanti del villaggio, del quartiere, o della citt, senza
dimenticare la zanzara che ci punge! Di seguito, gli abitanti della
nazione; ed infine, quelli del pianeta e dell’universo intero.

– Le preghiere –

Per sviluppare delle parami, molti tra di noi che non si sentono in
grado di seguire una disciplina di concentrazione, come applicare la
propria attenzione sulle percezioni fisiche e mentali (satipa??hana),
possono dedicarsi, pi o meno regolarmente, ad una pratica di metta e
di benevolenza, con l’aiuto della preghiera.

Per farlo, reciteremo dei sutta (discorsi), che trattino di metta, di
benevolenza e di compassione. Mentre li pronunciamo, chiuderemo gli
occhi, preferibilmente, e ci concentreremo sulle parole che
pronunciamo. Tali sutta, poi, recitati in gruppo, possono divenire un
supporto, che aiuti a sviluppare non soltanto, con pi facilit e a
lungo, metta, la benevolenza, o la compassione, ma anche una certa
concentrazione, che si dimostrer molto benefica per lo sviluppo delle
parami. Naturalmente, per fare questo, conviene recitare queste
preghiere, comprendendo quanto viene detto; o, almeno, sapere un p
ci che scritto nei testi in questione (o, l’interesse provato per
essi sar minimo), concentrandovisi sopra, ed evitando di fare vagare
la mente altrove. Importante, metterci tutto il cuore.

Se desideriamo che ci porti i suoi frutti, bisogner sforzarci di
conservare lo stesso stato mentale di una preghera, o di un rosario di
preghiere. Allo stesso modo, si cercher di rimanere calmi durante i
pochi istanti che le precedono, per disporre lo spirito in una giusta
fase. L’ideale sarebbe mantenere tale stato interiore in ogni istante,
di modo che il momento di preghiere divenga un esercizio che permetta
di conservare quasi permanentemente la benevolenza.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *