Meditazione sulla gentilezza amorevole e sugli altri stati sublimi 2

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Meditazione sulla gentilezza amorevole e sugli altri stati sublimi 2

(di Sujiva)

(parte seconda)

RIPORTARE ALLA MEMORIA O CONTEMPLAZIONI

C’è una differenza tra riportare alla memoria e ricordare. Nel ricordare la mente corre verso un
oggetto del passato. Per esempio, vediamo una vecchia foto di noi bambini e questo fa risalire alla
mente qualcosa del passato, come per esempio qualche giocattolo che usavamo allora. Riportare alla
memoria è anche una forma di ricordo ma fatto consciamente con consapevolezza, e spesso
sistematicamente. Per esempio, cerchiamo di seguire in sequenza ciò che è capitato ieri oppure le
virtù del Buddha ordinatamente così come enumerate nei Testi. Riportare alla mente incrementa la
concentrazione. Nella meditazione di tranquillità ci sono dieci oggetti da riportare alla memoria e
contemplare.

Si comincia la meditazione di Metta ricordando i pericoli della rabbia in contrapposizione alla pace
della pazienza e della Gentilezza Amorevole. Si usa questa contemplazione sia per applicarla
concretamente alla pratica sia per suscitare la giusta motivazione.

I TRE BENEFICI DELLA PAZIENZA

Una volta chiesi a un cinese cosa fosse la pazienza. Mi rispose che è come “un cuore in cui è
conficcato un pugnale macchiato di sangue”. In effetti stava descrivendo l’ideogramma cinese della
parola pazienza. Non è facile rispondere a questa domanda, perché se uno dice di saperlo, vuol dire
che ha pazienza, ma questa è una qualità che non è facile da avere o possedere. Scusandomi per non
averne molta (anche se un po’ però ce l’ho), cercherò di definire ciò che io intendo per pazienza.

La pazienza è uno stato mentale, libera da ansia e agitazione. Una persona impaziente è priva di
pace e non riesce a sopportare anche il minimo disagio. Perciò ho concluso che la pazienza è la
capacità di mantenere il cuore in pace, fermo, consapevole, pieno di amore e compassione. I benefici
della pazienza sono:

1. Supera o evita ogni avversità

Dà l’opportunità di sviluppare la bontà e l’amore

Rende capaci di grandi realizzazioni sia mondane che spirituali.

E’ utile anche riportare alla memoria l’esempio di qualche saggio che ha praticato la pazienza.

LE BENEDIZIONI DELLA GENTILEZZA AMOREVOLE

Ricordo un incidente in cui la pratica di Metta mi fu di grande aiuto. Dopo un mese di pratica
intensiva in Birmania mi accadde qualcosa che mai avrei pensato avrebbe potuto accadermi: ingrassai.
Anche prima di farmi monaco ero molto magro. Difficilmente superavo i 46 chili e le clavicole
formavano delle cavità invece di essere ricoperte di carne. Le costole e la spina dorsale
sporgevano, ma non mi sentivo affatto debole. Ora stavano miracolosamente apparendo punti coperti di
carne, anche se mangiavo addirittura meno di prima. Ripensandoci attribuisco la mia magrezza alla
mancanza di gioia che avevo allora. Sono sempre stato un tipo troppo attivo e ambizioso, e per
questo negligevo altri aspetti della vita. Ora, devo dire che la gioia è rimasta e anzi si è andata
raffinando e maturando nel tempo, facendo affluire nuova energia nei periodi di insegnamento e di
pratica.

L’altra benedizione che mi ha dato è stata la capacità di avere buoni rapporti con gli altri. Ogni
relazione è basata, credo, su due cose: fiducia e capacità di comunicare. La Gentilezza Amorevole
rende felici i rapporti. Essi vengono distrutti dalla rabbia e quando non vi è sufficiente Metta
essi si incrinano. Il mio maestro diceva che Metta era una “super-colla”. Tuttavia perché i rapporti
siano durevoli e profondi, credo che ci debba essere anche un’altra qualità: la saggezza o maturità
necessaria per affrontare le situazioni. Non c’è niente come un’amicizia a prova di anni, sicura e
affidabile. E – oserei dire – che una sincera e amorevole relazione che sia veramente forte e
profonda, ma senza attaccamento, è già di per sé una grande realizzazione nella vita.

La terza benedizione è la pace. E’ una felicità che fa in modo che la vita e il lavoro scorrano
dolcemente senza troppi ostacoli. Produce anche una facile concentrazione, che serve come base per
lo sviluppo dell’intuizione profonda e della purificazione. Inoltre è anche una forza che cura e dà
salute. Tradizionalmente viene fatta una lista di undici tipi di benedizioni, per il praticante di
Metta:

1. Dorme bene Si sveglia felice

2. Non fa brutti sogni:

I primi tre benefici riguardano il dormire bene. Il sonno è un processo che ristora e non va
sottovalutato. Un sonno insufficiente rende deboli e nervosi, come ben si può vedere in coloro che
soffrono di insonnia. Dopo un buon sonno, uno si alza per cominciare un giorno migliore con uno
stato mentale felice che a sua volta rende felici gli altri. Metta genera molta gioia e pace,
rendendo perciò il sonno facile e profondo.

Anche la vita è come una corrente che scorre ininterrottamente dalla nascita alla morte. Le nostre
esperienze e i pensieri sono come delle onde che talvolta portano bei momenti, altre volte tragedie.

Anche i sogni sono così, solo che avvengono a un livello molto più sottile. Risentono di ciò che
abbiamo fatto e pensato durante le ore di veglia, oltre ad altre influenze. Riflettono i
condizionamenti e i movimenti della mente a un livello molto profondo. I brutti sogni rispecchiano
uno stato mentale non salutare e significano anche gli effetti prossimi di un kamma negativo, per
cui bisogna stare attenti. La Gentilezza Amorevole, con la pace e la gioia che porta, può rovesciare
la situazione per il meglio.

3. Viene amato dagli esseri umani

Viene amato dagli esseri non umani

Le divinità lo proteggono

Metta porta felicità non solo a se stessi ma anche agli altri. E’ contagiosa e curativa. Non ce n’è
mai abbastanza! Il cuore è un’infinita sorgente d’amore! Non c’è quindi da meravigliarsi se una
persona con Metta è amata sia dagli esseri umani che da quelli non umani, come per esempio dagli
animali. I deva sono forme di esseri invisibili, sono intelligenze che hanno una certa capacità di
influenzare gli esseri umani, di proteggerli o di avvertirli.

4. Non verrà colpito dal fuoco, dal veleno o dalle armi

Metta è una forma di benevolenza tale che può bloccare il potere delle forze dannose. Quindi
sconfigge anche il fuoco, il veleno e le armi che sono spesso portatrici di pericolo. E’ in questo
senso che Metta viene vista come una protezione, uno scudo; il suo potere dipende però dal potere di
concentrazione.

5. La mente si calma facilmente

Una delle ragioni per cui la gente non riesce a calmarsi è che viene disturbata da troppe cose. E lo
è soprattutto la mente di quelli che hanno sofferto grandi traumi, e che portano in sé profonde
paure o rabbia. I pensieri aggressivi di vendetta e la depressione non permettono la pace mentale.
Per loro il detto “L’odio non vince l’odio; solo l’amore può placare l’odio”, è veramente
appropriato. Queste sono persone che hanno bisogno di un lungo periodo di tempo (talvolta anche
anni) di pratica prima di riuscire ad avere una profonda concentrazione. Tutti noi sappiamo come
anche una piccola irritazione (come la puntura di un insetto o un rumore) possano disturbare una
buona seduta di meditazione.

C’è molta gioia in Metta e siccome la felicità è la causa prossima della concentrazione, la mente si
può calmare facilmente.

6. La carnagione diventa chiara

Il viso è spesso lo specchio della mente. O in altre parole, la mente e il corpo sono
interdipendenti, sebbene molti sappiano come nascondere i loro sentimenti e i loro pensieri! Ma se
c’è Metta il viso risplende, illuminato da un sorriso che brilla in ogni situazione. E, come si usa
dire, “Sorridi e il mondo si illuminerà”…

Una bella carnagione è anche segno di buona salute. Stati mentali puri procurano salute mentre gli
stati negativi emettono sostanze nocive, come lo stress, ad esempio, che produce la gastrite. Molte
malattie dipendono dallo stress, compreso il cancro e gli attacchi cardiaci: le due principali cause
di morte. Metta quindi è una medicina che cura e che ci libera da molte cause di malattia.

7. Si muore senza confusione

E’ molto importante che si muoia con consapevolezza, in pace e senza confusione. In quel momento
bisogna fare di tutto perché non ci sia dolore o disagio. E’ bene lasciare il morente in pace e
distaccato con la consapevolezza che la propria vita è al termine. Una morte tranquilla, come ben
sanno i buddhisti, è un fattore importante e cruciale per determinare una rinascita felice. Per uno
che ha meditato e praticato molta Metta, la morte avviene tranquillamente, come io stesso ho visto
alcune volte. Come dicono i Testi, il proprio kamma di gioia e di bontà matura per accogliere il
morente come farebbero dei parenti o degli amici. E’ come realizzare un bellissimo sogno.

8. Se non realizza lo stato di arahant, almeno rinasce nel mondo di Brahma Le quattro Vie e la loro
Fruizione possono essere realizzate solo con la meditazione Vipassana; Metta può però formarne la
base. Se la meditazione ha raggiunto lo stadio dell’assorbimento, si rinasce nel regno di Brahma.
Altrimenti può rinascere come un uomo o un deva. Gli stati di concentrazione sono forze kammiche
molto potenti che hanno un potenziale di maturazione più forte degli altri stati.

E’ bene riflettere brevemente su uno qualsiasi di questi punti e ciò aumenterà la probabilità che
quel particolare beneficio si adempia e porterà anche a sviluppare buone motivazioni.

Un altro modo è quello di riportare alla memoria un evento che è stato particolarmente felice grazie
a Metta. Quello stato di gioia a sua volta aumenta la felicità e genera ulteriore Metta e maggiore
concentrazione.

I PERICOLI DELLA RABBIA

Allo stesso modo si può riflettere sui pericoli della rabbia per rafforzarsi nella pratica di Metta.
Questo è particolarmente adatto per coloro che hanno un temperamento iroso. Ricordatevi di un
momento o di un incidente in cui eravate particolarmente arrabbiati e riflettete sul dolore e sulla
sofferenza di quel momento e sugli effetti dannosi che ha avuto in seguito. Questo metodo di
riportare alla memoria, che in altri momenti avremmo ignorato o evitato, sarà sufficiente a
sprigionare energia. Solo allora uno può imparare a controllare la rabbia sul nascere, prima che sia
troppo tardi.

In senso opposto agli undici benefici di Metta, si può ripassare mentalmente gli effetti pericolosi
che la rabbia ha su una persona:

1. Dorme male e con difficoltà

Si sveglia di cattivo umore Fa brutti sogni Gli esseri umani la detestano Gli esseri non umani la
detestano I deva non la proteggono e i demoni le danno la caccia! E’ probabile che si imbatta in
pericoli e violenze Ha una brutta carnagione e una cattiva salute Muore confuso Ha la mente agitata
e non riesce a calmarsi Quando muore, precipita nei mondi di dolore.

LA MEDITAZIONE DEL PERDONO

Questa contemplazione è in effetti una forma di meditazione di compassione ma la uso qui come un
esercizio preparatorio e in tal caso è diretto soprattutto a se stessi. Lo scopo principale è quello
di perdonare se stessi, perché solo allora si possono perdonare gli altri. Da un punto di vista
logico è facilmente comprensibile, ma a livello pratico può essere difficile perché la forza delle
emozioni può essere accecante e fuori dal controllo della volontà cosciente.

La gente si meraviglia quando dico che niente è imperdonabile. “Non perdonare” significa
semplicemente aggrapparsi all’odio, qualunque ne sia la ragione che l’ha determinato. E’ un
atteggiamento assolutamente irrazionale e sciocco perché danneggia se stessi quanto gli altri. Il
perdono toglie semplicemente le spine conficcate nel cuore. Se questo non è ancora un motivo
sufficiente, pensate agli esseri umani come a creature imperfette rese folli dalle impurità, ma
tutti hanno delle buone qualità che possono essere coltivate. La compassione è il fattore chiave.
Quando la si rivolge a se stessi elimina il rimorso rimpiazzandolo con la risoluzione di mettere da
parte l’orgoglio e fare ammenda.

Una buona pratica è riportare alla mente la propria vita cominciando dal momento presente, indietro
fino a dove si riesce a ricordare. Quando ci ricordiamo di sbagli da noi commessi, li accettiamo
come parte della nostra debolezza umana. Ogni volta che sorgono emozioni o sensazioni forti ci
consoliamo pensando: “Non sono perfetto ma sono deciso a praticare, a cambiare e a migliorare. Se
questo richiede umiltà da parte mia, diventerò umile”.

A questo punto bisogna stare attenti – soprattutto è il caso dei perfezionisti – e vedere fino a che
punto si deve arrivare. Se necessario, è utile farsi consigliare da un buon amico. Inoltre non
soffermarsi a dare giudizi troppo duri su se stessi. Il pensiero è infido e si può trasformarsi in
un incubo. Il punto è solo quello di svuotare il cuore dal rimorso e dal rancore. Possiamo anche
riportare alla mente incidenti in cui gli altri hanno sbagliato nei nostri riguardi. In questo caso
bisogna perdonarli. Di nuovo la chiave è la compassione, ma tratteremo di questa pratica
concentrativa in un altro capitolo. Se sorge troppo rimorso, è bene ritornare a dare Metta a se
stessi.

Perseverando nella pratica, sarete sorpresi di quanto vi sentirete leggeri, di quanto vi sarà facile
concentrarvi e avere Metta.

MEDITAZIONE DI GIOIA

In questo caso vuol dire rallegrarsi delle proprie qualità e della propria bontà, rintracciando
particolarmente quei momenti in cui Metta era pervasa di gioia. Allora si ha la capacità di aprire
il proprio cuore all’amore. E’ anche una meditazione di gioia condivisa (la terza delle Dimore
Divine), ma diretta soprattutto a se stessi.

Andate nuovamente a ritroso negli avvenimenti della vostra vita, cominciando dal momento presente e
riportate alla mente le buone azioni che avete fatto, come quando avete aiutato qualcuno, avete dato
con generosità o purificato la mente nella meditazione e così via. Quando la gioia sorge,
rallegratevi pensando: “Come sono felice di essere nato come un essere umano, dotato di un grande
potenziale spirituale e della capacità di amare tutti gli esseri”.

Richiamate alla memoria soprattutto quei momenti quando eravate molto felici e pieni di Metta. Se lo
trovate efficace, soffermatevi a lungo su questi ricordi che portano gioia. Cercate di ricordare il
passato il più indietro possibile, anche fino all’infanzia e a come eravate felici con i vostri
genitori in famiglia. Questa pratica esalta e rende più facile suscitare Metta verso gli altri.
Altre considerazioni su questa meditazione le troverete più avanti quando tratterò la Gioia
condivisa (Mudita).

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