Insegnate ai vostri figli

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Insegnate ai vostri figli

Dovremmo essere istruiti nella coscienza di Dio fin dall’inizio della vita

di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

sri-prahlada uvaca
kaumara acaret prajno
dharman bhagavatan iha
durlabham manusam janma
tad apy adhruvam arthadam

Prahlada Maharaja disse: “Una persona dotata di sufficiente intelligenza dovrebbe usare il suo corpo
di uomo fin dall’inizio della vita —in altre parole fin dalla più tenera infanzia— per praticare le
attività del servizio devozionale, lasciando ogni altra occupazione. Ottenere un corpo umano è cosa
molto rara e, sebbene esso sia temporaneo come gli altri corpi, assume un’importanza particolare
perché permette di compiere il servizio devozionale. Anche una minima dose di sincero servizio
devozionale può conferirci la completa perfezione.”
—Srimad-Bhagavatam 7.6.1

Il significato di questo verso è che fin dalla più tenera infanzia dovremmo essere istruiti nella
coscienza di Dio. L’errore della civiltà moderna è che facciamo crescere i figli senza una vera
educazione. In questo modo, se una volta cresciuti diventano hippy o comunisti, la responsabilità
non è loro, ma di chi non ha saputo educarli. Quando i giovani contestano le convenzioni sociali, la
responsabilità non è loro ma del sistema educativo, dei genitori e degli insegnanti che non sanno
educare. Prahlada Maharaja afferma che si dovrebbe ricevere una specifica educazione fin dalla più
tenera infanzia. In India ho visto che i Musulmani sono molto attenti a questo proposito. Ai bambini
sotto i dieci anni è insegnato il Corano nelle moschee fin dalla più tenera infanzia.

La mia sede a Delhi era proprio dietro Jama Musjid. Avrete sentito il nome Jama Musjid. Si tratta
della più grande moschea del mondo e molti stranieri si recano a visitarla. Fu costruita
dall’imperatore Shah Jahan trecento anni fa o anche prima. I Maomettani sono molto attenti ad
insegnare il Corano fin dalla più tenera infanzia. Questo è un buon sistema. Non ha importanza che
s’insegni il Corano, la Bibbia o la Bhagavad-gita. L’importante è che venga data l’idea della
coscienza di Dio, che ognuno in seguito può sviluppare. Quest’opportunità dovrebbe essere offerta ai
bambini. Coloro che non danno quest’opportunità non sono veri educatori, veri genitori o veri
insegnanti.

Prahlada Maharaja afferma che ai bambini deve essere insegnato il dharman bhagavatan, “la religione
della coscienza di Dio”. Egli non parla di religione induista o maomettana o cristiana. Bhagavata
significa che riguarda Dio. Pertanto qualunque possa essere la vostra idea di Dio dovete insegnare
ai vostri figli che c’è Dio. In realtà Dio c’è. Negare Dio o affermare che Dio è morto è
semplicemente da mascalzoni. Perciò a qualunque religione o setta si appartenga, Prahlada Maharaja
dice che tutti devono essere coscienti di Dio.

Noi non diciamo e neanche Prahlada Maharaja lo dice: “Solo la coscienza di Krishna.” Naturalmente
Krishna significa Dio, ma se qualcuno ha qualcosa da obiettare su Krishna perché questo nome è
indiano o un nome sanscrito o perché Krishna è apparso in India, questo non ha importanza. Noi
facciamo riferimento alla filosofia e ai relativi insegnamenti. Anche Buddha era indiano. Era un
indù, uno ksatriya. Perché allora il buddismo è accettato da così tanti popoli nel mondo? In
Giappone, in Cina, in Birmania. Perché? Per la filosofia. E il Signore Gesù Cristo è apparso in
Palestina. Egli non era europeo, americano, indiano o cinese, ma ci sono molti Cinesi, Indiani,
Europei e Americani che sono cristiani.

Se una forma di religione si sviluppa in un particolare paese non dovremmo pensare che essa sia
riservata a quel particolare paese. No. Questo è un errore. Dio è uno, proprio come il sole. Il sole
è uno. Se il sole appare in America non per questo è un sole americano. No. Il sole è il sole. Esso
non è né americano né indiano, ma ruotando a volte appare in America, a volte in India e a volte in
Cina. C’è un verso molto bello di Canakya Pandita con cui viene dato un esempio di apertura mentale.
Na hi harate jyotsna chandras candala-vesmani. Secondo la concezione vedica i candala, una categoria
di mangiatori di cani, è specificatamente adatta a compiere doveri molti infimi. Essi sono fuori del
sistema delle caste. I candala costituiscono la quinta dimensione. Brahmana, ksatriya, vaisya,
sudra— queste sono le quattro classi accettate.

Coloro che ne sono fuori vengono chiamati candala. Canakya Pandita dice: “Anche se una persona è un
candala, questo non significa che la luna non risplenderà sulla sua casa.” La luna è così generosa
che non si cura se una casa appartiene a un brahmana o a un candala. Lo stesso vale per la pioggia.
Il mare non ha bisogno della pioggia, perché contiene già un’immensa quantità d’acqua, ma la pioggia
cade anche lì. Perché? Perché è generosa, è per tutti. La pioggia non è fatta solo per la terra, è
fatta anche per il mare. Allo stesso modo, ogni movimento che propone la coscienza di Dio non è
fatto per un solo paese o per una particolare parte della società. No. Non pensate che la
Bhagavad-gita e lo Srimad­Bhagavatam siano solo per gli Indù o per gli Indiani. Sono per tutti.

LA DEFINIZIONE DI DHARMA

Prahlada Maharaja afferma: “Si dovrebbe insegnare la coscienza di Dio fin dalla più tenera
infanzia.” Dharman bhagavatan significa la scienza di Dio. Cerchiamo di comprendere il significato
della parola dharma. Dharma di solito è tradotto con la parola “religione”, ma dharma non indica un
particolare tipo di fede. Questo non è il significato sanscrito. Dharma significa la qualità
naturale caratteristica. Ogni cosa ha una qualità naturale che la caratterizza. La caratteristica
naturale di tutti gli esseri viventi è quella di servire. Nessuno qui può dire: “lo non sono un
servitore.” Ognuno di noi è un servitore. Si possono prendere in considerazione gli uomini che
occupano le posizioni più elevate, il primo ministro o il presidente, ma ognuno di loro è un
servitore. Nessuno può affermare: “lo non sono un servitore.”

Sia che tu sia cristiano, indù o maomettano devi servire. Il fatto che tu sia cristiano o indù, non
ti esonera dal servire. Molti Indiani sono venuti qui. Quale lavoro fanno? Servono. Servono una
ditta, un’istituzione o un’università. In India servivano e anche qui servono. Questa è la
religione. Religione indica la caratteristica naturale. Non puoi cambiare la tua caratteristica. In
qualsiasi circostanza ti trovi, conserverai la tua caratteristica. Questo è il significato di
religione. Dharman bhagavatan. E bhagavatan significa che riguarda Dio. E questo cosa significa
—questa relazione che caratterizza il rapporto tra Dio e me? Questa è chiamata religione. Religione
significa connettere la caratteristica naturale dell’essere vivente con la caratteristica di Dio. La
caratteristica naturale di Dio è che Dio è grande. E noi siamo piccoli, piccoli. Questa è la nostra
caratteristica naturale. Se non fossimo piccoli, allora perché serviremmo il grande? Il mio servizio
significa che ci deve essere qualcuno più grande di me. Al limite il denaro è più grande di me
perché io servo il mio padrone che mi fornisce il denaro.

Nel mondo materiale non esiste il vero servizio. Tutti servono con l’idea di gratificarsi i sensi.
Domani ci sarà uno sciopero della posta. Questo significa che i dipendenti della posta non stanno
servendo il governo o il pubblico, servono il loro stipendio. Non appena questo viene diminuito,
scioperano. lo ho il mio spirito di servizio e devo servire qualcuno. Questa è la mia caratteristica
naturale. Non potete negarlo. Ora dovete scoprire dove impegnare il vostro servizio in modo da non
essere frustrati. Questo è ciò che si deve fare.

SERVIRE IL SUPREMO

Nel Bhagavatam c’è un verso importante che riguarda un devoto che ha preso sannyasa, l’ordine di
rinuncia. La parola sannyasa deriva dalla parola sanscrita sat-nyasa. Sat significa il Supremo, la
Verità Assoluta e nyasa significa rinunciato. Colui che ha rinunciato a tutto per servire il Supremo
viene chiamato sannyasa. Sannyasa non significa un particolare tipo di vestito o di barba. Puoi
diventare rinunciato anche indossando i tuoi consueti vestiti —giacca e pantaloni. Non ha
importanza, visto che hai dedicato la tua vita al servizio di Dio. Questo è il significato di
sannyasa. Nella Bhagavad-gita (6.1) viene chiaramente affermato:

anasritah karma-phalam
karyam karma karoti yah
sa sannyasi ca yogi ca
na niragnir na cakriyah

Il significato di questo verso è che tutti nel mondo materiale lavorano per un salario o per una
forma di remunerazione, ma chi lavora non per un salario o per una qualsiasi forma di compenso, ma
soltanto per dovere, è un sannyasi. Cercate di capire. Anasritah karma-phalam… Voi lavorate,
perché lavorate? O per uno stipendio o per qualche forma di profitto o di guadagno. Nessuno lavora
per nulla. Tutti devono ricavare un guadagno dal proprio lavoro, ma colui che non usa questo
guadagno per gratificarsi i sensi, ma lavora per dovere è veramente un sannyasi e uno yogi

Il sannyasi e lo yogi non hanno altro impegno che quello di concentrare la mente su Visnu.
Dhyanavasthita-tad­gatena manasa pasyanti yam yoginah [Srimad-Bhagavatam 12.13.1]. Un vero yogi è
sempre immerso nella meditazione, dhyanavasthita. Dhyana significa meditazione. Dhyanavasthita…
manasa. Dove si compie la meditazione? Nella mente. Questo significa concentrare la mente.
Dhyanavasthita… manasa. Allora che cosa significa concentrazione? Yam: “Chi” Questo significa il
Supremo, Visnu. Colui che con la concentrazione vede sempre il Supremo, Visnu, nella sua mente è
detto uno yogi.

Yoga non significa esibire qualche abilità magica o fisica. La pratica delle asana o degli esercizi
di respirazione vi aiuteranno a concentrarvi, pratyahara. Pratyahara significa distaccare i sensi
dalla materia ed impegnarli in Visnu. Questo è yoga. Coloro che praticano il bhakti-yoga, che noi
insegniamo, sono gli yogi più elevati perché vengono educati a distogliere i sensi da tutto ciò che
non è coscienza di Krishna. Essi cercano di distaccare i sensi da tutto per impegnarli in Krishna.
Quando noi cantiamo Hare Krishna, distogliamo la nostra mente da tutti gli altri attaccamenti e
cerchiamo d’impegnarla ad ascoltare la vibrazione sonora di Krishna. Poiché Krishna è la Verità
Assoluta, non c’è differenza tra la persona Krishna e il nome Krishna.

Nel mondo assoluto non c’è relatività. Perciò quando concentrate la vostra mente sulla vibrazione
sonora di Krishna, questo significa che vi state concentrando sulla Verità Assoluta. Questo è il
metodo dello yoga. Qualcuno può pensare: “Senza esercizi del corpo, senza esercizi respiratori come
hanno fatto a diventare yogi?” Perché il vero yoga significa concentrare la propria mente su Visnu.
Dhyanavasthita… La forma originale di Visnu è Krishna. Perciò yoga significa concentrare la
propria mente su Krishna, anche solo ascoltando la vibrazione del nome di Krishna, perché non vi è
differenza tra la vibrazione del nome di Krishna e Krishna. Questa è la forma più elevata di
praticare lo yoga che accompagna una vita dedita al servizio di Krishna.

Tutti gli studenti, tutti i discepoli sono impegnati a diffondere il messaggio di Krishna e cercano
in vari modi di trovare l’opportunità di farlo. Essi si organizzano per distribuire il prasadam, in
modo che le persone si sentano attratte. Una persona che viene a prendere krishna-prasadam ha
perlomeno l’opportunità di sentire la parola Krishna. Può sentire la vibrazione del nome di Krishna
o ascoltare alcuni insegnamenti di Krishna. Il Movimento per la Coscienza di Krishna è impegnato a
far sì che queste opportunità siano accessibili.

Nella Bhagavad-gita (6.47) si afferma, yoginam api sarvesam mad-gatenantar-atmana: “E’ il più
elevato fra gli yogi colui che nel suo intimo pensa sempre a Krishna.” Questa è la pratica dello
yoga. Non c’è differenza fra bhagavata-dharma e bhakti-yoga o pratica dello yoga, ma questo è il
metodo più facile. Qui troverete che gli studenti non praticano le asana o il pranayama, ma che la
loro mente è sempre impegnata in Krishna. Questo è il bhagavata-dharma. Questa è la concentrazione
necessaria ed essa dovrebbe essere insegnata fin dalla più tenera infanzia, kaumara. Kaumara
significa da cinque a quindici anni. La giovinezza comincia dal sedicesimo anno —fino
indicativamente ai quarant’anni. Segue la mezza età fino a sessanta anni. Poi dopo i sessant’anni
una persona è vecchia. Così vengono definite le diverse età.

Kaumara acaret prajnah. Prajna significa saggio. Se una persona è uno sciocco o un mascalzone,
questo non è per lui. Perciò viene detto: krishna yei bhaje sei bada catura. Catura significa molto
intelligente. Se una persona non è molto intelligente, non può comprendere la filosofia della
coscienza di Krishna. E se cercate di trovare la categoria delle persone intelligenti, naturalmente
il numero sarà molto piccolo. Se cercate di trovare per strada dei giovani laureati in Lettere o in
Filosofia, difficilmente ne troverete uno o due, ma se cercate di trovare persone illetterate o
prive d’educazione, ne troverete molte. Perciò non dobbiamo giudicare dal numero, dobbiamo giudicare
dalla qualità. Anche se non trovate molti studenti impegnati nello studio della coscienza di
Krishna, uno studente che ha compreso questa filosofia è molto intelligente. Se volete, potete
parlare con loro e cercare di capire cosa hanno compreso della scienza di Dio. Ne sarete
soddisfatti. Perfino uno studente neofita risponderà in modo molto soddisfacente, perché non appena
si diventa coscienti di Krishna e si seguono tutte le regole sotto la direzione di un maestro
spirituale autentico si diventa autentici. E non appena diventate autentici, la risposta verrà
dall’interno perché Krishna è dentro di voi.

Krishna è dovunque, proprio come la luce del sole. Come possiamo capire dalla Brahma-samhita (5.35),
andantara-stha-paramanu-cayantara-stham: Krishna o Dio è dentro questo universo, dentro questa
stanza, dentro il vostro cuore, perfino dentro l’atomo. Perciò Krishna è dentro di voi. Non appena
diventate sinceri, Krishna risponde dall’interno. Se volete Krishna o Dio sinceramente, allora
l’aiuto verrà in due modi: dall’esterno e dall’interno. Per mezzo di questi libri di conoscenza, per
mezzo delle istruzioni del maestro spirituale, sarete aiutati dall’esterno. E non appena diventerete
seriamente impegnati a seguire, riceverete istruzioni anche dall’interno.

Nella Bhagavad-gita (10.10) è detto, tesam satata yuktanam bhajatam priti­purvakam: “Colui che è
seriamente impegnato nel Mio servizio con fede e devozione…” Priti significa amore, ma non nel
significato corrente. Non quel tipo d’amore” per cui si sciopera se il salario viene diminuito. A
volte i dipendenti del governo sono considerati molto fedeli nel servire il paese, ma non appena il
paese o il governo non paga, abbandonano tutto. Il servizio a Krishna non dovrebbe essere così. In
pratica Krishna dà tutto. Una persona intelligente sa che è Krishna a fornirgli tutto. Krishna
provvede sia che voi serviate o no. Krishna è molto gentile. Tutti servono Krishna, ma non tutti lo
servono direttamente. Qual è la differenza tra una persona comune e una cosciente di Krishna? La
differenza è che una persona cosciente di Krishna sa: “Sono un eterno servitore di Dio, perciò
lasciatemi servire Krishna liberamente.” Anche gli altri servono Krishna, ma forzatamente, per
l’azione di maya e delle forze della natura. Essi sono come un cittadino dello Stato che ha violato
le leggi. Anch’egli sta osservando le leggi —in prigione. Egli è obbligato: “Se non obbedisci,
verrai punito.” Questa è la vita in prigione. E se siete rispettosi delle leggi, allora non siete
fuorilegge. Siete liberi fuori dalle mura della prigione.

SERVIRE KRISHNA DIRETTAMENTE

Sia che si obbedisca o no, si devono servire le leggi dello Stato. Allo stesso modo sia che siate
coscienti di Krishna o no, dovete servire. Ma fuori dalla coscienza di Krishna dovete servire i
vostri sensi e in coscienza di Krishna servite Krishna direttamente. Questa è la differenza. Quando
servite Krishna, vi purificate. I vostri sensi vengono purificati. Per esempio quando un cittadino è
libero e liberamente rispetta le leggi dello Stato è libero dalla contaminazione. E non appena
diventa disobbediente si contamina. Allora viene messo in prigione. Allo stesso modo, la nostra
esistenza materiale significa che ci siamo ribellati alla volontà di Krishna o Dio. Perciò lottiamo
per l’esistenza e non appena diverremo obbedienti a Krishna, ricorderemo sempre che la nostra
caratteristica è servire. Allora naturalmente, se serviamo Dio, siamo felici e se serviamo i nostri
sensi siamo infelici. Questa è la differenza. In entrambi i casi si deve servire.

Un uomo intelligente pensa: “In tutta la mia vita ho servito la lussuria, la collera, il desiderio e
molte altre cose.” Tutti servono. Ricordate sempre che ogni volta che serviamo qualcuno, noi non
serviamo quella persona, ma serviamo la nostra lussuria. Quella persona mi darà del denaro con cui
potrò gratificarmi i sensi. Quindi non sto servendo qualcuno, sto servendo i miei sensi. Questa è
l’essenza. Similmente, se servite Krishna c’è ancora il servizio. L’unica differenza è che esso non
è diretto ai sensi, ma al proprietario dei sensi, Hrishikesa. Hrishikesa è uno dei nomi di Krishna.
Hrishika significa sensi e isa significa il Signore. Krishna è il Signore dei sensi e questo è anche
il significato del nome di Krishna, Govinda.
Invece di servire i sensi, se servite il Signore dei sensi, siete nella vostra condizione naturale.
Questa è detto bhagavata-dharma. Il bhagavata­dharma è del tutto naturale e la coscienza di Krishna
è del tutto naturale, è completamente naturale. Dovete semplicemente spostarvi da una piattaforma ad
un’altra. Invece di servire i vostri sensi dovete servire i sensi di Dio o Krishna. Questo è detto
bhagavata-dharma.
Vi ringrazio moltissimo.

(da Ritorno a Krishna di Gennaio-Fennraio 2005)

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