Cambiare l’oggetto del nostro amore

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Cambiare l’oggetto del nostro amore

Sri Krishna ci insegna come soddisfare il nostro naturale
desiderio di amare e di essere amati

di SDG A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

sanjaya uvaca
evam uktva hrisikesam
gudakesah parantapah
na yotsya iti govindam
uktva tusnim babhuva ha

“Sanjaya disse: Avendo così parlato, Arjuna, il vincitore dei nemici, dice a Krishna: ‘Govinda non
combatterò’, e rimane in silenzio.”
– Bhagavad-gita 2.9

In un verso precedente Arjuna diceva: “Non vedo che cosa possa portare di buono questa battaglia,
perché nell’altro campo ci sono i miei parenti e anche se uccidendoli ne uscissi vittorioso, che
vantaggio ne avrei?” Talvolta questo tipo di rinuncia ha origine dall’ignoranza. Non è una rinuncia
fatta con intelligenza.
Evam uktva hrisikesam. Arjuna si rivolge a Krishna, o Hrisikesa, “il maestro dei sensi”. In un verso
precedente Arjuna diceva, sisyas te ‘ham… prapannam: “Io sono il tuo discepolo sottomesso.” Krishna
è diventato il guru e Arjuna il discepolo. Precedentemente parlavano come amici, ma parlando
amichevolmente non si può risolvere nessun problema serio. Quando c’è qualcosa di serio, è
l’autorità che deve pronunciarsi.
Hrisika significa i sensi e isa significa il maestro. Hrisika-isa che uniti danno: Hrisikesa.
Arjuna è detto Gudakesa. Gudaka significa tenebre e di nuovo isa significa maestro. Tenebre
significano ignoranza. Un discepolo si rivolge al guru per essere illuminato. Ogni essere vivente
nasce stolto, anche gli esseri umani. Poiché per evoluzione provengono dal regno animale, anche la
loro nascita avviene nell’ignoranza come quella degli animali.
Perciò anche gli esseri umani devono essere educati. Un animale non può essere educato, ma un essere
umano sì. Perciò gli sastra, le Scritture, affermano: “Nayam deho deha-bhajam nriloke kastan kaman
arhate vidbhujam ye [Srimad-Bhagavatam 5.5.1].

Nelle condizioni di vita inferiori a quella umana dobbiamo faticare molto duramente solo per
soddisfare le quattro necessità della vita: mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. L’obiettivo
principale è la gratificazione dei sensi. Perciò tutti devono lavorare molto duramente, ma nella
forma di vita umana Krishna ci aiuta moltissimo dandoci l’intelligenza. Possiamo rendere
confortevole il nostro standard di vita, ma questo dovrebbe essere fatto allo scopo di ottenere la
perfezione nella coscienza di Krishna. Vivete in modo confortevole. Va bene. Ma non vivete come
animali, cercando semplicemente di aumentare la gratificazione dei sensi. Gli esseri umani si
sforzano di vivere in modo confortevole, ma le persone lo fanno per gratificarsi i sensi. Questo è
l’errore della civiltà moderna. Yuktahara-viharasya … yogo bhavati duhkha-ha. Nella Bhagavad-gita
(6.17) è detto yuktahara. Sì, dovete mangiare, dovete dormire, dovete soddisfare i vostri sensi,
dovete cercare di difendervi, ma per quanto possibile non rivolgete un’eccessiva attenzione a queste
cose.
Noi dobbiamo mangiare – yuktahara. Questo è un fatto. Ma non atyahara, cioè mangiare in modo
smodato. Rupa Gosvami nella sua Upadesamrita afferma che chi vuole fare avanzamento nella coscienza
spirituale – l’unico obiettivo valido della vita non dovrebbe mangiare troppo né accumulare troppe
ricchezze. Questa è la nostra filosofia.

KRISHNA IL GODITORE

L’altro giorno a Parigi venne a trovarmi un giornalista della Socialist Press. Io gli dissi: “La
nostra filosofia afferma che tutto appartiene a Dio.” Krishna dice bhoktaram: “Io sono il goditore.”
Lavorando per il Suo piacere, diventiamo felici. Per esempio, l’intero corpo è impegnato a godere la
vita, ma da dove ha origine questo piacere? Dallo stomaco. Dovete dare buon cibo in quantità
sufficiente allo stomaco. Se c’è sufficiente energia, potete digerire; allora tutti i sensi
diventano forti e potrete godere della gratificazione dei sensi. Ma se non potete digerire, non c’è
modo di godere dei sensi. Quindi la gratificazione dei sensi comincia dallo stomaco.
Un altro esempio: la crescita rigogliosa di un albero comincia dalle radici se c’è acqua a
sufficienza. Perciò gli alberi sono detti pada-pa: prendono l’acqua dalle gambe – le radici – non
dalle chiome. Noi mangiamo dalla testa. Ci sono modi diversi, ma tutti devono mangiare.
Per quanto riguarda Krishna, Egli può mangiare con qualsiasi parte. Può mangiare con le Sue mani, le
Sue gambe, i Suoi occhi, i Suoi orecchi – con qualsiasi parte – perché Egli è completamente
spirituale. Non c’è differenza tra la Sua testa, le Sue gambe, i Suoi orecchi e i Suoi occhi. Ciò è
affermato nella Brahma-samhita.

Così nel nostro corpo il piacere dei sensi comincia dallo stomaco e l’albero comincia a svilupparsi
rigogliosamente dalle radici. Allo stesso modo Krishna è l’origine di tutto. Pertanto senza
coscienza di Krishna, senza compiacere Krishna, non si può essere felici. Questo è il metodo.
Come si può soddisfare Krishna? Noi tutti siamo figli di Krishna, figli di Dio. Tutto è proprietà di
Krishna. Questa è la realtà. Poiché Krishna è il proprietario e il goditore, ogni cosa dovrà prima
essere offerta a Lui e poi potremo accettarla da Lui. Questo ci renderà felici.
La Bhagavad-gita (3.13) afferma questo principio. Bhunjate te tv agham papa ye pacanty atma-karanat:
“Gli altri, che preparano il cibo solo per un piacere personale e non lo offrono prima al Signore,
in verità si nutrono solo di peccato.” Tutto dovrebbe essere fatto per Krishna, anche il cibo di cui
vi nutrite. Potete godere di tutti i piaceri dei sensi, ma dopo che Krishna ha goduto. Allora potete
mangiare.
Per questo il nome di Krishna è Hrikesa, il maestro dei sensi.
Non potete godere dei vostri sensi indipendentemente. Un servitore in cucina può cucinare dei cibi
squisiti, ma non li può mangiare per primo. Se lo fa sarà licenziato. Il padrone deve gustare il
cibo prima di tutti e dopo anche il servitore può prendere questo cibo squisito.
Il mondo intero è impegnato nella gratificazione dei sensi. Ecco una filosofia molto semplice:
“Prima di tutto fate godere Krishna. E Lui il proprietario. Dopo anche noi possiamo godere.”

La Isopanisad afferma, isavasyam idam sarvam: “Tutto appartiene a Krishna.” Il nostro errore è che,
sebbene tutto appartenga a Krishna, continuiamo a pensare: “Tutto appartiene a me.” Questa è
illusione. Janasya moho ‘yam aham mameti. Tutti pensano: “Io sono questo corpo e tutto – qualsiasi
cosa troviamo in questo mondo – è fatto per il mio piacere.” Questo è l’errore della civiltà
moderna.
Vera conoscenza è sapere che: “Tutto appartiene al Signore. Possiamo prendere solo quello che Lui ci
dà, tutto quello che Lui gentilmente ci lascia prendere.” Tena tyaktena bhunjithah.
Non si tratta solo di un’affermazione della filosofia vaisnava; è la realtà. Nessuno è proprietario
di niente. Isavasyam idam sarvam. Krishna dice: “Io sono il goditore. Io sono il proprietario.”
Sarva-loha-mahesvaram. Mahaisvaram. Maha significa grande e isvaram significa controllore. Possiamo
affermare di essere anche noi isvaram, cioè controllori, ma Krishna è indicato come maha-isvaram:
“Controllore dei controllori.” Questo è Krishna. Non esiste alcun altro controllore indipendente.

DEFINIZIONE DI BHAKTI

Perciò Krishna è detto Hrisikesa e bhakti significa servire Hrisikesa per mezzo dei hrisika, i
sensi. Krishna è il maestro dei sensi. Quindi, di qualunque senso si tratti, il padrone è Krishna.
Quando i nostri sensi sono impegnati a soddisfare il maestro dei sensi, questo si chiama bhakti.
Questa è la definizione di bhakti, servizio devozionale. E quando c’impegniamo a gratificare i
nostri sensi e non quelli del Signore, questo si chiama kama, lussuria.
Due parole, kama e prema. Prema significa amare Krishna e fare ogni cosa per la Sua soddisfazione.
Questo è prema, amore. E kama significa fare ogni cosa per soddisfare i propri sensi. Questa è la
differenza. O soddisfi i tuoi sensi o soddisfi quelli di Krishna. Ma se soddisfi i sensi di Krishna
diventi perfetto e quando soddisfi i tuoi diventi imperfetto, preda dell’illusione. La ragione è che
non si può soddisfare i nostri sensi senza Krishna.
Quindi dobbiamo purificare i nostri sensi. Al giorno d’oggi tutti si sforzano di soddisfare i propri
sensi. Ci sono due tipi di esseri viventi, maschi e femmine. Il maschio cerca di soddisfare i propri
sensi e la femmina cerca di soddisfare i suoi. Non c’è amore. Non ci può essere amore perché né il
maschio né la femmina cercano di soddisfare i sensi del partner. Ognuno cerca di soddisfare i
propri. Una donna ama un uomo al fine di soddisfare i propri sensi e un uomo ama una donna per
soddisfare i suoi.

Perciò non appena la gratificazione dei sensi viene disturbata in qualche modo, ecco il divorzio.
“Non voglio più questo partner.” Tutto questo perché il punto centrale è la gratificazione dei
propri sensi. Ma noi possiamo fare sfoggio del nostro amore: “O ti amo così tanto, ti amo
moltissimo.” Ma non è amore, è soltanto kama, lussuria.
Nel mondo materiale non c’è la possibilità di amare. Il cosiddetto amore è solo inganno: “Ti amo, ti
amo perché sei bella. Tu puoi soddisfare i miei sensi. La tua giovinezza soddisferà i miei sensi.”
Questa è la natura del mondo materiale. Il fondamento del mondo materiale è la gratificazione dei
sensi. Nella realtà materiale i rapporti sociali, l’amicizia e l’amore dipendono dalla
gratificazione dei sensi a cominciare dal sesso. Yan maithunadi grihamedhi-sukham hi tuccham. Quando
ci liberiamo da maithunadi-sukham, la felicità che comincia col sesso, siamo liberati.
Finché si è attaccati agli impulsi del sesso non siamo né swami né goswami. Swami significa padrone
dei sensi. Poiché Krishna è il padrone dei sensi, quando si diventa coscienti di Krishna, si diventa
padroni dei sensi. Non significa che dobbiamo fermare i sensi. No. Dobbiamo controllarli. Quando è
necessario, li userò; altrimenti no. Questa è la posizione del padrone dei sensi. Non agirò sotto la
spinta dei sensi. Io devo dirigere i sensi. Questa è la posizione dello swami.

Perciò Arjuna è chiamato Gudakesa. Egli è un maestro dei sensi. Ed egli non è un codardo, ma è
compassionevole perché è un devoto di Krishna. Tutte le buone qualità si manifestano nel corpo di
chiunque diventi devoto di Krishna.
Questa è la posizione di Arjuna. Altrimenti come avrebbe potuto diventare un intimo amico di
Krishna? Due amici devono essere sulla stessa posizione. L’amicizia diventa un legame molto forte
quando gli amici sono allo stesso livello: stessa età, stessa educazione, stesso prestigio, stessa
bellezza. Quanto più è simile la loro posizione, tanto più forte è la loro amicizia. Arjuna è allo
stesso livello di Krishna. Se qualcuno diventa amico del presidente o amico del re o della regina,
non è un uomo qualsiasi. Deve appartenere alla loro stessa posizione.

ABBANDONARE LE FALSE RELIGIONI

Nella nostra linea, i principali discepoli di Sri Caitanya, Rupa Gosvami e Sanatana Gosvami erano
leader importanti, ministri del governo. Avrebbero potuto associarsi col governatore, perché anche
loro erano uomini importanti, ma non appena conobbero Sri Caitanya, decisero: “Lasceremo il governo
e ci uniremo a Sri Caitanya Mahaprabhu per aiutarLo.” Anzi per servirLo, non per aiutarLo. Sri
Caitanya Mahaprabhu non pretende l’aiuto di nessuno, ma se cerchiamo di associarci con Lui e di
servirLo, la nostra vita diventerà un successo.
Krishna venne per insegnarci la Bhagavad-gita. La Sua missione era questa: “Questi mascalzoni sono
diventati servitori di così tante cose – della società, dell’amicizia, dell’amore, della religione,
della nazionalità, della comunità. Dovrebbero abbandonare tutte queste sciocchezze.” Sarvadharman
parityajya. “Lascia queste sciocchezze e semplicemente abbandonati a Me.”
Questa è religione. Altrimenti perché Krishna avrebbe detto: “Lasciate ogni forma di religione?”
Egli venne per ristabilire i princìpi della religione: dharma-samsthapanarthaya. Ora dice,
sarva-dharman parityajya: “Lascia ogni forma di religione.” Ciò significa che qualsiasi cosa senza
la coscienza di Krishna, senza la coscienza di Dio, è una religione ingannevole. Non è religione.
Religione significa i comandamenti del Signore Supremo: dharmam tu saksad bhagavat-pranitam. Se non
conosciamo il Signore Supremo, se non conosciamo i Suoi comandamenti, allora dov’è la religione?
Questa è irreligione. Può essere presentata come religione, ma si tratta di un inganno. Per questo
la Bhagavad-gita conclude sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja e da qui comincia lo
Srimad-Bhagavatam.

Pertanto la Bhagavad-gita costituisce lo studio introduttivo allo Srimad-Bhagavatam che inizia con
dharmah projjhita-kaitavo ’tra: “Ora, in questo Bhagavatam tutte le false religioni vengono
respinte, projjhita. “
Vera religione significa amare Dio. Per questa ragione lo Srimad-Bhagavatam (1.2.6) afferma, sa vai
pumsam paro dharmo yato bhaktir adhoksaje: “La devozione al Signore Supremo è la vera religione.” Il
Bhagavatam non dice che si deve seguire questa o quella religione. Puoi avere un qualsiasi credo
religioso. Non importa se sei indù, cristiano o musulmano o di qualsiasi altra religione. Ma c’è una
prova da superare. Per esempio, se uno studente si è laureato in lettere, nessuno gli chiede: “In
quale Università ti sei laureato?” No. “Ti sei laureato in lettere? Molto bene. Vogliamo solo sapere
se sei laureato. Questo è tutto.” Nessuno chiede: “In quale Università, in quale Stato, in quale
regione ti sei laureato in lettere?”
Allo stesso modo non si dovrebbe chiedere: “A quale religione appartieni?” Si deve verificare se una
persona ha acquisito la capacità di amare il Signore. Questo è tutto. Questa è religione. Ecco la
religione: sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja. Questa è la religione. Il Bhagavatam
afferma, dharmah projjhita kaitavo ’tra: “Tutte le false religioni vengono espulse da questo
Srimad-Bhagavatam.”
Il Bhagavatam è solo per i nirmatsaranam, coloro che non sono invidiosi di Dio. I demoni domandano:
“Perché dovrei amare Dio? Perché dovrei adorare Dio? Perché dovrei accettarLo?” Ma lo
Srimad-Bhagavatam è solo per coloro che sono veramente impegnati a sviluppare amore per Dio.

CAMBIARE L’OGGETTO DEL NOSTRO AMORE

Il vero successo della vita è imparare ad amare Krishna. Allora il cuore sarà soddisfatto. Krishna
significa Dio. Se hai un altro nome di Dio, va bene anche quello, ma devi amare Dio, il Signore
Supremo, la Persona Suprema. Tutti noi amiamo qualcuno. La tendenza ad amare è quindi in tutti, ma
non viene diretta verso l’oggetto giusto. Per questo Krishna afferma: “Sbarazzati di tutti questi
oggetti d’amore. Cerca di amare Me.” Sarva-dharman parityajya mam ekam. L’amore diretto verso un
oggetto sbagliato non vi soddisferà mai. Se vuoi davvero essere soddisfatto, devi amare Krishna,
Dio. Questo è il significato dell’intera filosofia vedica – o di qualsiasi altra filosofia si segua.
Poiché, dopo tutto, il nostro desiderio è di essere soddisfatti, di avere una piena soddisfazione
della mente. Questo si può ottenere solo amando Dio. Quindi questa religione è la vera religione che
educa il candidato ad amare Dio. E questo amore è immotivato. Qui nel mondo materiale si dice: “Io
ti amo, tu mi ami”, ma in realtà c’è sempre qualche forma d’interesse. L’amore per il Signore è
disinteressato. Tutti gli altri desideri scompaiono.
La Bhagavad-gita insegna la purezza della natura della bhakti, l’amore per Dio. Qualcuno s’impegna
nella conoscenza e qualcuno s’impegna nella gratificazione dei sensi. Questo è il mondo materiale.
Qualcuno si sforza di diventare un grandissimo erudito: “Cos’è questo? Cos’è quello? Cos’è
quell’altro?” Costui non è interessato a comprendere Dio, ma solo ad ottenere qualche conoscenza
superflua. Questa è jnana. E karma significa lavorare giorno e notte per la gratificazione dei
sensi. Ma la bhakti è trascendentale. Non è toccata da tutte queste contaminazioni jnana e karma.

Perciò Narottama Dasa Thakura dice: jnana-kanda, karma-kanda, kevala visera bhanda. “Se t’impegni
nel karma o nella conoscenza speculativa, berrai veleno. Sia che tu beva l’uno sia l’altro, non fa
differenza.”
Se seguite il karma-kanda, il sentiero del karma, nella prossima vita riceverete un corpo adatto al
vostro karma. Anche jnana-kanda porta ad un altro corpo materiale. Se diventate molto esperti nella
conoscenza, potete ricevere un corpo in una famiglia di brahmana, in una famiglia molto colta, ma
dovrete seguire la trasmigrazione dell’anima, la ripetizione della nascita e della morte. C’è questo
rischio. Non sapete che tipo di corpo riceverete. Non è garantito. Anche un piccolo errore può
portarvi a prendere un corpo inferiore. Per esempio, al momento della morte Bharata Maharaja stava
pensando ad un cervo e nella vita seguente assunse la forma di cervo.
La natura è così perfetta che prenderete un corpo simile alla vostra condizione mentale al momento
della morte. Krishna è con voi. Egli vede: “Ora pensa in modo da diventare un re, o, ora pensa in un
modo tale da diventare un cane.” Pertanto Krishna vi darà immediatamente il corpo di un cane, di un
leone o di un re. Dovrete prendere il corpo che Lui vi darà.
Allo stesso modo, se penserete a Krishna, prenderete un corpo come quello di Krishna –
immediatamente. Questa è la coscienza di Krishna: allenare la mente affinché pensi a Krishna al
momento della morte. Allora la vostra vita avrà successo.
Perciò dobbiamo cantare Hare Krishna e pensare sempre a Krishna. Allora la vita sarà perfetta.
Molte grazie.

(da Ritorno a Krishna di Maggio-Giugno 2003)

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