Spazio: una meditazione

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Spazio: una meditazione

di Urmila Devi Dasi

Guardare il cielo limmensità dello spazio probabilmente ha sempre ispirato luomo a chiedersi
se Dio esiste o, se credente, a stare in soggezione davanti alla Sua maestosità. Un altro tipo di
spazio lo spazio che ci circonda può anchesso evocare pensieri sul divino. Lo spazio è una delle energie di Krishna come Egli ricorda nella Bhagavad-gita (7.4):

bhumir apo nalo vayuh
kham mano buddhir eva ca
ahaskara itiyam me
bhinna praktîtir astadha

Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego questi otto elementi, distinti
da Me, costituiscono la Mia energia materiale. In questo verso Prabhupada traduce kham come
etere. Ci sono altri termini sanscriti per questa energia come akasa e nabhah. Tutte e tre queste
parole possono essere tradotte con spazio, cielo o spazio esterno. Poiché la parola etere è
problematica, per quanto riguarda questa meditazione considererò il termine kham come lo spazio
tridimensionale della nostra esistenza. Le energie materiali elencate da Krishna vengono a volte
indicate come elementi materiali, ma gli elementi dei testi antichi non sono gli stessi che si
trovano nella moderna tabella periodica degli elementi. La definizione moderna di elemento è una
qualsiasi sostanza che basa la sua identità sul livello atomico. Nelle categorie antiche
dellenergia materiale, terra si riferisce ai solidi, acqua ai liquidi, aria ai gas, etere allo
spazio in cui tutto esiste e fuoco allenergia radiante. Meditare sulle caratteristiche dello spazio
può far nascere pensieri damore per Krishna, lo scopo supremo di tutta la spiritualità e della
pratica dello yoga. Come Prabhupada commenta: La manifestazione cosmica non è altro che una
dimostrazione dellenergia di Krishna e poiché lenergia non è diversa dallenergetico, niente è
diverso da Krishna. Se questa coscienza assoluta, la coscienza di Krishna, è assente, siamo separati
da Krishna; ma, fortunatamente, se questa coscienza di Krishna è presente, allora non siamo separati da Krishna. (Krishna: Dio, la Persona Suprema, Capitolo 82)

Le Qualità

Il Bhagavatam afferma che lo spazio è lelemento da cui derivano tutti gli altri stati grossolani
materiali e lenergia. Lo spazio è perciò lorigine di tutto e ci ricorda che Krishna è la causa di
tutte le cause. Uno degli aspetti più particolari dello spazio è la difficoltà della nostra mente e
dei nostri sensi a descriverlo, definirlo o percepirlo. Spesso comprendiamo lo spazio più per quello
che non è che per quello che è. Per esempio, in genere lo spazio viene definito come una zona vuota
o uno scaffale senza libri. Nello stesso modo, coloro che si affidano esclusivamente alla percezione
sensoriale e alla logica si sforzano di definire la Verità assoluta e finiscono per dire ciò che non
è. In sanscrito questo metodo viene definito neti neti: Non è questo; non è questo. Nonostante
questa definizione evasiva lo spazio è però il principale componente della realtà materiale.

La scienza moderna ci dice che perfino gli oggetti più densi sono per la massima parte spazio, che
pervade ogni cosa. Allo stesso modo Krishna è tutto e lessenza di tutto. Il modo in cui un essere
vivente comprende e definisce lo spazio dipende dal particolare livello di coscienza dellessere
stesso. Per esempio, una cimice sul mio davanzale non può capire come le stanze della mia casa siano
connesse tra loro o come la città in cui vivo si relazioni con la mia nazione o con il pianeta.
Nello stesso modo la nostra capacità di comprendere Krishna e di percepire il modo in cui le Sue
energie sono connesse in tutto luniverso dipende da quanto la nostra coscienza è avanzata nella
realizzazione spirituale. In generale, concentriamo la nostra consapevolezza sulla materia che esiste nello spazio anziché sullo spazio stesso.

Nello stesso modo unanima condizionata a livello materiale assorbe la sua coscienza nellenergia
materiale di Krishna, anziché in Krishna Stesso nel quale tutto riposa. Quando ci concentriamo sullo
spazio, in genere esso evoca in noi emozioni positive e profonde. Proviamo sollievo e soddisfazione
quando in un armadio, in un cassetto o in una valigia cè spazio per loggetto che vogliamo
conservare. Molte persone inclini alla spiritualità riservano una parte della loro abitazione a
spazio sacro per ladorazione, la preghiera, la meditazione e per ricaricarsi. I molti luoghi in
cui il fedele si reca in pellegrinaggio per trovare significati, serenità e gioia sono anchessi
spazi sacri. Lo spazio che circonda il nostro corpo ci permette lo stretching, pratiche salutari, il movimento e lespressione, tutte cose che ci danno forza e vitalità.

Gli spazi nellespressione artistica definiscono gli oggetti e i messaggi. Quando desideriamo
esprimere una gioia profonda, circondiamo il nostro corpo con lo spazio saltando, danzando,
tuffandoci e perfino lanciandoci con il paracadute. Questa natura dello spazio sia come impulso di
gioia e di libertà sia come modo di esprimerle ci ricorda che la realtà suprema spirituale di
Krishna è piena di libertà, di gioia, di gioco e di attività. Il servizio a Lui non è limitato o
stereotipato ed Egli risalta per una completa espressione dindividualità. Dove abiti? è una
domanda che perfino uno straniero sa fare e spesso è la prima domanda che le persone mi rivolgono.
Credo di non aver mai notato la rilevanza di questa domanda finché non ho avuto una risposta facile
a causa dei miei continui viaggi. La necessità delle persone di fare domande e la loro delusione e
confusione quando non cè una risposta semplice mi hanno insegnato che quando cerchiamo di
comprendere qualcosa, innanzitutto desideriamo collocare questo qualcosa. Vogliamo determinarne la posizione nello spazio.

Nello stesso modo possiamo dare una valutazione di una cosa soltanto quando conosciamo la sua
relazione con Krishna. In realtà, percepire qualcosa senza sapere dove essa si trova in relazione
alla Verità Assoluta è solo illusione e falsità. A volte dirigiamo la nostra attenzione dallo spazio
delle nostre immediate vicinanze, stanze, edifici e città allimmensa distesa del cielo. Il blu del
cielo al tramonto è un riflesso del corpo trascendentale di Krishna e può farceLo ricordare. Il
cielo di notte ha affascinato gli esseri umani fin dallalba dei tempi. Proviamo meraviglia per le
distanze che sono oltre la nostra immaginazione e per la bellezza delle luci che indicano mondi che
possiamo solo immaginare. Nello stesso modo Krishna è misterioso, scuro, bellissimo, grande oltre ogni immaginazione e inaccessibile ai nostri sensi materiali.

Lo Spazio e lOpulenza del Distacco di Krishna

Sebbene lo spazio sia ovunque e sia lorigine di tutto, mantiene sempre la sua identità e non si
mescola con nessuna altra forma di materia o di energia. Krishna Stesso fa riferimento a questa
caratteristica dello spazio perché è analoga al Suo distacco e alla Sua neutralità. Come Anima
Suprema o anima di tutte le anime, Krishna è il testimone benevolo che come un giudice neutrale dà a
tutti gli esseri viventi i risultati piacevoli o dolorosi delle loro azioni e dei loro desideri.
Niente avviene senza lapprovazione dellAnima Suprema e Krishna è loperatore supremo. Egli però
non ha alcuna responsabilità per le sofferenze e i piaceri di coloro che continuano ostinatamente a
restare delusi. Una parte essenziale del profondo amore che Krishna nutre per tutti gli esseri
viventi è la Sua completezza e la Sua capacità di soddisfare indipendentemente tutti i Suoi bisogni
e i Suoi desideri. Lamore di una comune anima condizionata nasce dal desiderio di possesso, perciò si trasforma facilmente in dolore o in collera.

Lamore spirituale genuino è radicato nella libertà e nel sacrificio. Krishna ama senza condizioni,
senza manipolazioni o forzature. Egli ama semplicemente per amare. Sebbene le Scritture dicano che
Krishna è controllato dal Suo puro devoto, Egli lo è non per timore di perdere qualcosa ma per
lamore che il devoto Gli offre liberamente. Il cielo mostra la rinuncia non mescolandosi a nulla.
Nello stesso modo Krishna mostra la Sua rinuncia scomparendo dalla danza di piacere con le Sue
carissime devote, le gopi del villaggio di Vîndavana. In realtà Krishna è così distaccato e
indipendente da allontanarsi perfino da Vîndavana, la Sua residenza suprema, dove perfino le case e
lacqua sono vive e piene di devozione per Lui. Nel suo ruolo di principe guerriero Egli era così
pieno di rinuncia da allontanarsi con indifferenza dalla battaglia con il demoniaco Jarasandha. Se
ne andò a causa di una lettera inviataGli dalla Sua futura moglie, sebbene normalmente nessun
guerriero avrebbe osato rischiare la propria reputazione di eroe coraggioso abbandonando il luogo del combattimento.

Lo Spazio e il Suono

Le Scritture sacre dellIndia affermano che per ogni elemento cè un senso e un oggetto del senso
corrispondente che ci consente di percepirlo. Percepiamo lo spazio attraverso lascolto e il suono.
Molte creature, come i pipistrelli e le balene, usano il suono per esplorare lo spazio. Spesso le
persone cieche diventano capaci di usare il suono per determinare lo spazio e la loro posizione, e
in qualche misura tutti noi naturalmente usiamo il suono in questo modo. Inoltre, il suono è una
vibrazione che implica un movimento e senza spazio niente può spostarsi. Krishna dice che Egli è la
totalità del suono trasportato nello spazio. Sebbene tutto il suono sia Krishna, quando questo suono
è coperto dallignoranza e dalla passione, non si può percepire Krishna. Tra tutti i modi in cui
Krishna Si manifesta nel suono, alcune combinazioni di suoni sono proprio la Sua forma il Suo avatara sonoro. I nomi di Krishna sono le forme sonore della Sua personalità.

Quando la letteratura vedica afferma che la Verità Assoluta non ha nome, questo significa che non ha
nomi in senso materiale una designazione limitata, separata da ciò che viene designato e soggetta
a cambiare secondo la lingua e le usanze. Probabilmente la forma sonora più conosciuta dellAssoluto
è om. Om fa parte di molti mantra che i devoti di Krishna cantano, ma la forma sonora della Verità
Assoluta che è alla base della pratica spirituale del movimento Hare Krishna è Hare Krishna, Hare
Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Om è la
rappresentazione sonora impersonale di Krishna, scrive Srila Prabhupada, ma il suono Hare Krishna contiene lom. (Bhagavad-gita 8.13, spiegazione)

La spiegazione del significato di om data dal santo ed erudito Jiva Gosvami chiarisce laffermazione
di Prabhupada. Jiva Gosvami scrive che i due suoni che si uniscono per diventare o a e u
(pronunciati oo) indicano lAssoluto rispettivamente come maschile (Krishna) e femminile
(Radha), mentre la m (bindu) indica noi, esseri viventi. Come a di om (aum) Krishna e Rama sono
lAssoluto al maschile e come u di om Hare è lAssoluto al femminile. La forma grammaticale del
mantra indica che qualcuno sta parlando alla Verità Assoluta. Colui che parla siamo noi, gli esseri
viventi, la m di om. Il maha-mantra Hare Krishna è dunque un dialogo, una richiesta di servizio e
uno scambio damore. Non è solo unaffermazione della realtà della divina reciprocazione damore, ma una piena esperienza di questa realtà.

I Divertimenti di Krishna in Relazione allo Spazio

Scritture come lo Srimad-Bhagavatam ci dicono che la suprema e completa manifestazione della Verità
Assoluta è Krishna, la persona trascendentale che gode eternamente di una varietà di piacevoli e
amorose attività di divertimento tra Lui Stesso e i Suoi devoti. Notando la varietà dello spazio
materiale intorno a noi, ci ricordiamo dei divertimenti di Krishna legati allo spazio. Forse una
delle descrizioni più note di Krishna in rapporto allo spazio è la manifestazione della Sua forma
universale al Suo devoto Arjuna, riportata nella Bhagavad-gita. Sri Krishna dice: Ogni cosa mobile
e immobile è qui al completo, in un unico luogo. (11.7) e Sanjaya, il narratore, dice: In quel
momento Arjuna poté vedere nella forma universale del Signore le illimitate espansioni delluniverso
riunite in un solo punto… (11.13) Il potere mistico di Krishna di contenere tutto lo spazio
dentro di Sé, in un unico punto, fu evidente anche quando in due occasioni Madre Yasoda guardò nella
Sua bocca. Ella vide tutto lo spazio esterno dentro il Suo corpo spirituale. Vide le stelle, i
pianeti, il sole e la luna. Rimase stupefatta nel vedere tutto lo spazio cosmico materiale dentro la
cavità apparentemente piccola della bocca di suo figlio. A questo proposito, il creatore di questo
universo Brahma così prega: Anche se ora Tu sei in questo universo, tutta la creazione è situata
allinterno del Tuo corpo trascendentale fatto che hai dimostrato esibendo a Tua madre, Yasoda, lintero universo nel Tuo addome. (Srimad-Bhagavatam 10.14.16)

Anche nella Brahma-samhita (5.35) Brahma spiega: Tutti gli universi esistono in Lui ed Egli è
simultaneamente presente nella Sua pienezza in ogni singolo atomo delluniverso. Per noi è
impossibile avere una rappresentazione mentale di questa descrizione della relazione di Krishna con
lo spazio. Come può il Signore essere presente nella Sua interezza in ogni atomo se lintero
universo è presente anche al Suo interno? Krishna lo illustra nella Gita. (9.4-6): Questo intero
universo è pervaso da Me, nella Mia forma non manifestata. Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non
sono in loro. Tuttavia niente di ciò che è creato è in Me. Guarda la Mia potenza mistica! Sono il
sostegno di tutti gli esseri viventi, sono presente in ogni luogo, eppure non sono parte di questa
manifestazione cosmica in quanto Io Stesso sono la fonte della creazione. Come il vento possente,
che soffia in ogni direzione, rimane sempre nello spazio etereo, sappi che tutti gli esseri creati rimangono in Me.

Un altro divertimento di Krishna che mostra la Sua inconcepibile relazione con lo spazio ebbe luogo
quando Egli si trovava a Dwaraka. Quando il Brahma di questo universo venne a far visita a Krishna,
anche i Brahma di molti altri universi erano presenti. Ciascuno di essi pensava che Krishna fosse
nel proprio universo e nessuno era capace di vedere gli altri o di relazionare con loro. Krishna
mostrò unanaloga opulenza quando sedette nel mezzo di cerchi concentrici formati da molti giovani
mandriani e ognuno di essi percepiva Krishna come se fosse solo di fronte a lui. Un commentatore
dice che questo divertimento del Signore ci ricorda il verso (13.14) della Gita che afferma: In
ogni luogo sono le Sue mani e le Sue gambe, i Suoi occhi, le Sue teste e i Suoi volti e in ogni
luogo sono i Suoi orecchi. Sebbene Krishna sia in tutto lo spazio in ogni luogo simultaneamente
e tutti i luoghi che esistono nello spazio siano dentro di Lui, Egli prova piacere anche nel
viaggiare nello spazio esterno in un veicolo, come se avesse bisogno di spostarsi da una posizione ad unaltra.

Il veicolo del Signore spesso è un gigantesco essere divino simile a unaquila, di nome Garuda.
Almeno una volta Krishna ha viaggiato nello spazio esterno su un carro trainato da cavalli
oltrepassando le stelle e le galassie. Per stare vicino al Suo amico Arjuna, andò oltre lo spazio
materiale, attraversando le coperture universali fino alloceano causale spirituale. Durante una
pausa tra i vari seminari ad un festival Hare Krishna sul mare di Azov in Russia, mentre passeggiavo
lungo la spiaggia, meditavo su Krishna come spazio. La calda e soffice sabbia ai miei piedi, il mare
agitato, la brezza rinfrescante, il sole che riluceva come tanti diamanti sul mare increspato e
lo spazio che si espandeva tutto intorno e sopra, in tutte le direzioni. Cerano tutte le energie
materiali grossolane di Krishna: terra, acqua, fuoco, aria e spazio. Mi ricordai della preghiera di
Siva: Mio caro Signore…Tu sei lo spazio onnipervadente allinterno come allesterno…Perciò Ti offro ripetutamente i miei omaggi. (Srimad-Bhagavatam 4.24.40)

Urmila Devi Dasi, collaboratrice di BTG si è laureata in scienza delleducazione allUniversità del
Nord Carolina a Chapel Hill. Lavora ad un progetto di programmazione internazionale per la scuola primaria e secondaria nellISKCON.

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