L’Arte della Meditazione, nella vita quotidiana

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L’Arte della Meditazione, nella vita quotidiana

di James Harvey Stout

Traduzione di Giampiero Cara

Otteniamo molti benefici mettendo in pratica i principi della meditazione. A
prescindere dal motivo per cui meditiamo – forse per rilassarci, per
sentirci più “centrati”, per raggiungere la serenità, o il risveglio
spirituale – è possibile applicare molti degli stessi principi di questa
pratica alla nostra vita quotidiana.

Facendolo, moltiplichiamo i vantaggi derivanti dalla meditazione, perché
aumenta il tempo che dedichiamo ai nostri stati interiori, e manteniamo
l’accelerazione che abbiamo sviluppato durante la meditazione.

Abbiamo inoltre l’opportunità di verificare ogni rivelazione ricevuta
durante la meditazione. Quando, per esempio, cerchiamo di applicare queste
nuove idee ad un concetto quale “l’amore divino”, otteniamo di rimando delle
informazioni che aggiungono nuove dimensioni alla nostra comprensione di
questi concetti astratti, e ci accorgiamo di come quest’amore divino prende
forma nelle nostre attività, nella nostra casa, nelle amicizie, nel lavoro,
nella situazione finanziaria, nella salute fisica ed in altri campi.

I risultati che otteniamo ci aiutano anche a rimanere saldamente ancorati
alle realtà nel nostro mondo umano (il “mondo reale” ha vari modi di
indicarci bruscamente qualsiasi strana idea sbagliata che abbiamo magari
creato nell’isolamento della nostra mente durante la meditazione).

L’ILLUSIONE DELLA DUALITA’

Non dobbiamo considerare la nostra vita quotidiana una distrazione. Al di
fuori della meditazione, qualsiasi cosa attragga la nostra attenzione — il
nostro interesse, il nostro desiderio o la nostra reazione emozionale — non
è una deviazione da un ideale stato spirituale. Al contrario, potremmo
scoprire che ci sentiamo attratti da qualcosa proprio perché c’è qualcosa
che dobbiamo apprendere — un principio spirituale, una situazione karmica
che abbiamo creato, o un attaccamento che è necessario lasciar andare con
amore.

Possiamo adattare alla nostra vita quotidiana qualsiasi tipo di meditazione.
Se la nostra meditazione fa uso della “concentrazione”, possiamo esercitarci
a concentrarci su ogni attività, come il leggere o il guidare. Se usiamo la
meditazione in movimento, possiamo applicarne i principi a qualsiasi
movimento, ad esempio allo scrivere a macchina o al giardinaggio. Siate
creativi negli adattamenti e divertitevi ad esplorare questi stati di
coscienza così come si esprimono nel mondo esteriore.

Abbiamo anche l’opportunità di imparare varie cose sulla dualità. Ci
possiamo rendere conto di come separiamo la nostra vita in “meditazione” e
“non-meditazione”, “spirituale” e “secolare”, “realtà, o illusione
interiore” e “realtà, o illusione esteriore”, “pensieri e sentimenti
interiori” e “manifestazione esteriore di quei pensieri e sentimenti”,
“passivo” e “attivo”, e via dicendo. Quando portiamo la meditazione nella
nostra esistenza quotidiana, scopriamo molte più cose su queste dualità e
sul terreno comune dove tutte poggiano.

Inoltre, dirigiamo un flusso costante di amore verso la nostra esistenza
umana. Quando scopriamo un’unità tra il nostro mondo interno e quello
esterno – soprattutto grazie all’idea che la nostra vita esteriore è un
riflesso di quella interiore – è più improbabile pensare (erroneamente) che
il mondo interiore sia l’unico sacro e che la nostra vita fisica non sia
altro che illusione, male o peccato.

Al contrario, molte persone che praticano la meditazione sviluppano un amore
ed un’accettazione maggiori per la loro umanità, e sentono che la loro sfida
spirituale consiste nel trovare il sacro nel mondano.

Possiamo accettare il mondo fisico per ciò che è: la nostra casa temporanea,
il luogo in cui impariamo, ed una creazione che evoca la nostra compassione,
un naturale affetto ed il desiderio di servire. Questo flusso di energia
d’amore ci aiuta a vivere pienamente nel mondo eppure, al tempo stesso, di
sperimentare l’amorevole divinità al di là di questo mondo; se disdegnassimo
la nostra vita fisica, soccomberemmo all’illusione invece di vedere la luce
e la verità dietro ai molti elementi di cui si compone la nostra esistenza.

E’ importante ricordare che possiamo mantenere le qualità che sviluppiamo
durante la meditazione. Certo, dobbiamo cambiare marcia in ogni attività che
facciamo; la nostra pratica di meditazione Zen da seduti può magari non
essere facilmente adattabile ai ritmi accelerati del nostro lavoro in un
ristorante. Ma possiamo tentare di ricreare la stessa tranquillità
interiore, come la calma nell’occhio del ciclone.

Altre qualità che possiamo portare nella vita quotidiana sono l’amore,
l’attenzione (la presenza mentale), la gioia, la semplicità, la chiarezza,
la compassione, il rilassamento, la padronanza di sé, nonché il sentirsi
collegati al resto del mondo. Nell’applicare questi principi, troveremo
nella nostra vita quotidiana una profondità che renderà più interessante e
gioioso ogni momento.

CAMBIAMENTO E TRASCENDENZA

Ma in tutto questo noi cambiamo, o trascendiamo? Benché il modo di dire
“Prima dell’illuminazione, tagli la legna e porti l’acqua, e dopo
l’illuminazione, tagli la legna e porti l’acqua” si riferisca alle attività
ed alle responsabilità di base della vita (come mangiare e dormire), ciò non
vuol dire che non cambieremo affatto.

La crescita spirituale e l’illuminazione possono magari basarsi
sull’accettazione, la trascendenza e la semplice osservazione (che non
implica il cambiamento di noi stessi, o del nostro mondo personale),
tuttavia l’espansione della consapevolezza introduce elementi capaci di
alterare la dinamica dei nostri processi mentali. La semplice presenza
dentro di noi di queste nuove idee ed energie cambierà il nostro modo di
pensare, percepire e comportarci.

Potrebbe venirci voglia di cambiare la nostra vita esteriore. Quando ci
troviamo nel piacevole stato che sopraggiunge durante la meditazione, ci
viene naturalmente voglia di ricreare quello stato durante l’intera
giornata. Cerchiamo dei modi per cambiare la nostra vita esteriore e per
poter accedere più facilmente a quello stato nelle altre ore del giorno. Per
esempio, potremmo scegliere di smettere di mangiar carne, perché ci
accorgiamo che digerirla provoca letargia e pesantezza, il che diminuisce il
dolce senso di leggerezza che percepiamo durante la meditazione.

Inoltre, la meditazione aumenta la nostra sensibilità, lo nostra capacità di
notare cose molto sottili; ci rendiamo conto, ad esempio, che alcuni nostri
amici tendono a prosciugare la nostra energia, cosa che non avevamo mai
notato prima. Potremmo abbandonare una carriera che ormai risulta offensiva
per la nostra consapevolezza delle necessità umane e ambientali.

CAMBIARE DA DENTRO

Cambiamo la nostra vita anche per essere in armonia con la nostra nuova
sensazione di vitalità; potremmo uscire più spesso, diventare più attivi ed
avventurosi, oppure, al contrario, potremmo lasciar perdere alcuni nostri
impegni in modo da condurre un tipo di vita più semplice e tranquillo.

Potremmo aver voglia di cambiare altri aspetti della nostra vita: i nostri
hobby, il luogo in cui viviamo, il modo in cui gestiamo i nostri impegni
lavorativi, le nostre abitudini in fatto di spese, la routine quotidiana, i
nostri gusti riguardo all’arte, al cinema ed ai libri, e via dicendo.

In ogni caso, cambiamo da dentro. L’ideale è che sviluppiamo questo nuovo
tipo di vita in armonia con la nostra consapevolezza personale piuttosto che
sulla base di un qualsiasi concetto di “vita religiosa”. Il cammino
spirituale è un perfezionamento della nostra identità, piuttosto che
un’imitazione di qualcuno che consideriamo “religioso”.

Per esempio, possiamo scegliere di ascoltare un diverso tipo di musica
perché calma le nostre emozioni, riportandole a quello stato che
raggiungiamo durante la meditazione; non l’ascoltiamo semplicemente perché
piace ad un certo guru.

Niente a questo mondo è intrinsecamente più “spirituale” di qualsiasi altra
cosa; se siamo sinceri con noi stessi, troviamo ed usiamo qualsiasi elemento
che aumenti la nostra crescita, senza tener conto delle idee stereotipate
riguardanti il tipo di vita adeguato ad un meditatore.

Le nostre necessità muteranno costantemente, perciò dobbiamo osservarci e
trovare piacere nella freschezza di ogni nostro nuovo sviluppo.

Alcuni cambiamenti, forse tutti, si verificheranno automaticamente. I
meditatori spesso affermano che le loro abitudini distruttive – come l’uso
di droghe, il fumare, etc. – si sono semplicemente “dileguate”; ossia queste
persone hanno perso interesse per loro.

L’autodisciplina e l’astinenza volontaria possono contribuire a convertirci
ad uno stile di vita più salutare, ma manterremo questo cambiamento soltanto
se sentiremo svanire l’attrazione per le nostre vecchie abitudini, e se
avremo la forza, i mezzi e le alternative per stabilire nuovi modi di
essere.

LA CRESCITA SPIRITUALE E’ UN PROCESSO NATURALE

Potremmo renderci conto che la crescita spirituale è un processo naturale
alimentato da parti di noi stessi che sanno molte più cose della mente
conscia. Più informazioni riceviamo da queste parti, più impariamo che
possiamo fidarci di esse, e arrenderci a questo sublime processo; quindi,
allineiamo i nostri concetti e modelli alle rivelazioni ricevute e usiamo la
volontà per mettere in pratica ed incarnare le informazioni derivanti dalle
rivelazioni. Ma a partire dalle nostre intuizioni personali, non dai
concetti.

Anche se i concetti religiosi possono aiutarci a comprendere le nostre
esperienze interiori, in se stessi non ci rivelano né il momento giusto per
fare cambiamenti in noi, né il modo preciso in cui abbiamo bisogno di
cambiare. Queste informazioni sono disponibili soltanto attraverso la nostra
guida interiore.

Ma la meditazione, da sola, non cambierà la nostra vita. Anche se, nel
proseguire con la pratica della meditazione, la nostra guida interiore può
divenire più chiara, è necessario che agiamo in base a questa guida; ciò
potrebbe significare andare da un medico o uno psichiatra per un problema di

salute, o trovarci un lavoro migliore per pagare i conti, invece che
aspettarci che la meditazione si riveli una panacea.

Tuttavia, è probabile che la meditazione ci aiuti nella nostra vita dandoci
delle prospettive più ampie, aumentando la chiarezza del nostro pensiero,
nonché sviluppando qualità come il non attaccamento e l’amore, capaci di
spianarci la via.

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