Lettera di una monaca (buddhista) a suo marito per aiuto meditazione

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Lettera di una monaca (buddhista) a suo marito per aiuto meditazione

di Metta Theri

Ecco una lettera scritta da una monaca a suo marito, per aiutarlo nella
meditazione. Durante la loro esperienza della vita monastica essi si trovano
isolati uno dall’altro, e risiedono in due parti opposte di un vasto
monastero.

Mio caro Nibbana Gave Saka,

Nelle tue lettere parli molto di meditazione, per la quali ti stai duramente
allenando. Vorrei aiutarti, come tu fai sempre con me.

(…)

Non avevo compreso la differenza tra “meditazione” e “meditazione giusta”,
sino a quando non venni qui e lessi certi libri.

(…)

Basandomi su quello che avevo compreso e sulle esperienze della mia propria
pratica, ho redatto, qui, qualche indicazione, di cui alcune potrebbero
esserti utili.
In primo luogo, se lo puoi fare, va a trovare il tuo istruttore di
meditazione quanto sovente tu puoi. Ascoltare l’altrui esperienza è una
cosa, ma la pratica di ognuno è diversa. Così, anche se poni la stessa
domanda all’istruttore, egli potrebbe fornirti una risposta del tutto
diversa, che potrebbe essere valida per te; chi sa. Perchè essa terrà conto
della tua reale situazione, delle tue paramita, del tuo carattere.

Voi occidentali preferite lavorare da soli, in genere. Vi chiudete, parlate
poco. Ora, la riuscita passa attravereso l’struttore di meditazione. Importa
consultarlo regolarmente.

Eccoti, dunque, le mie indicazioni…

Migliorare la propria meditazione, ottenere un buon samatha e sviluppare la
saggezza, dipende da molte cose. Principalmente dalla nostra attitudine a
meditare e dalle parami delle vite passate; ma, anche dal nostro sila, dal
nostro viriya, dalle nostre condizioni fidiche e mentali, dal nostro
carattere, dalla nostra guida, dal clima, dall’ambiente, dal cibo dagli
amici del Dhamma. Se uno di questi fattori viene a amncare, ti sarà
difficile progredire nella tua pratica.

Con l’implicazione di tutti questi fattori è naturale che tanti meditanti
stagnino per la maggior parte del tempo. E’ troppo facile puntare il dito su
di una mancanza di parami. Dovresti considerare l’intensità del tuo lavoro,
ma in modo corretto e con l’accordo della “via di mezzo”.

Se entri nella sala di meditazione senza alcuna preparazione e cominci a
meditare, la tua pratica potrebbe non risultare effettivamente benefica.
Dovresti, intanto, sviluppare un’attitudine giusta prima di ogni seduta, per
tutto il tempo.

1) Verifica le tue condizioni fisiche e mentali prima della seduta.

Se il tuo corpo è affaticato, malato, teso, ecc. dovresti fare un pò di
esercizio (come una marcia meditativa) per rilassarti, invece di sederti
subito.
Come verificare se il tuo corpo è pronto per la meditazione?

Il mio trucco prima di ogni seduta: mi ripeto “Distenditi” diverse volte e
sento la mia tensione che se ne va, i miei muscoli che si rilassano
automaticamente.
Tu, puoi cercare il tuo sistema personale (per esempio, prosternarti
lentamente). Se questo non funziona dopo avere provato diversi metodi, puoi
andare a fare un giro fuori; poi, tornare a ricominciare.

Allo stesso modo, se il tuo spirito è teso, ansioso, ecc. (poiché nutri
certe attese da questa seduta), non dovresti meditare subito.

Come verificare se la tua amente è pronta per la meditazione?

Il mio trucco è, che quando lo spirito è teso, il corpo non si trova a suo
agio. Mi ripeto diverse volte:”Distenditi”. Sento allora che la mia tensione
mentale se ne va.
Se questo non funziona, può ricordare le 4 Nobili Verità, o leggere qualche
storia di Buddha (…). A causa della sensazione di rispetto verso Buddha,
il tuo spirito diverrà calmo.
Altrimenti, siediti ed apprezza la bellezza della statua di Buddha della tua
sala di meditazione. Dopo di ciò, dovresti essere preparato a meditare.

Mentre ti prosterni, o mediti, puoi immaginare Buddha, in piedi, davanti a
te, o in meditazione, e la tua mente si troverà pacificata e concentrata.
2) Verifica e rettifica la tua meditazione e le sue qualità, durante e dopo
ogni assise.
+
Qualunque sia il livello di meditazione raggiunto, ogni meditante deve
conoscere a mente i 5 indriya e i 7 fattori di risveglio. Solo quando essi
saranno equilibrati, la tua meditazione potrà proseguire.

“Lancia” il tuo cuore sul tuo oggetto di meditazione, come si getta una
pietra in un lago. E’ necessario accrescere il nostro sentimento
sull’oggetto, così lo spirito non vagabonderà più.

Da parte mia, mi chiedo, di tanto in tanto: “Ma, la respirazione se ne sta
con te?”

Se il tuo spirito gironzola, compi 8 respirazioni, per farlo lentamente
ritornare alla calma.

L’oggetto della meditazione anapana è costruito a partire da un concetto
mentale; è prodotto dallo spirito (citta). Se hai dei dubbi, oppure non
credi a quello che tu fai, la mente nbon funzionerà e tu non otterrai
nimitta. La fiducia è determinante per il tuo successo.

Bisogna, perciò, trattare l’oggetto della mediazione intelligentemente
(pañña), con un’attitudine giusta e con pazienza.

(…)
Se produci troppo sforzo, la tua mente si agita, immagazzini dello stress,
il corpo diviene teso, sviluppi molta attenzione per qualche cosa, ecc.
Qualunque cosa tu ottieni dalla tua meditazione, devi restarne soddisfatto,
accettarlo per quello che è.
(…)
Se il tuo spirito vagabonda per tutto il tempo, puoi aiutarlo a calmarsi
praticando dhamma vicaya, viriya e piti. Puoi anche immaginare il sole che
si corica all’orizzonte, l’oceano… Ne guadagnerai in calma e in gioia.

Appena lo spirito ritroverà un buon equilibrio, ritorna sulla tua
respirazione.

Sicuramente, tu conoscia già tutte queste cose. Ma, sei sicuro di praticarle
quotidianamente?

Una citazione del libro “I grandi discepoli di Buddha” dice: “Se il tuo
spirito si accompagna sempre a degli oggetti esterni, non vedrai che
infelicità. Se, al contrario, funziona con degli oggetti interiori(oggetti
di meditazione), incontrerai solo felicità.”

3) 4 diversi metodi per verificare la propria respirazione, quando lo
spirito sta bighellonando.

Ecco i quattro aspetti menzionati da Buddha: ti permetteranno di misurare il
tuo livello di concentrazione.

Inspirazione-espirazione: normale, piuttosto dura (non molto concentrati).

inspirazione-espirazione lunga e corta (si sta per divenire concentrati).

Respirazione intera: conoscenza dell’intero processo di ogni respirazione
(media concentrazione).

Respirazione sottile, quasi ferma (concentrazione profonda).

Il mio trucco è: non appena tu senti che la respirazione sta cambiando,
significa che la mente inizia a peregrinare. Cerca allora di utilizzare
viriya, dhamma vicaya e piti per frenarla.

Importante: se la meditazione è soddisfacente, non verificare la tua
respirazione e non applicare questi metodi. Tutto ciò vale solo se hai
problemi con la tua concentrazione.+

E’ curioso come noi conosciamo tutte queste teorie, e quanto le seguiamo
male.

4) Come sapere se eseguiamo una meditazione corretta?

Meditazione corretta

Meditazione scorretta

A.- Senti il tuo spirito e la tua energia ritornare nel medesimo stato precedente alla
sessione.Cerchi di dimenticare il tuo oggetto di meditazione, ma esso resta. Sotto controllo, la tua
mente ricade con facilità in samatha. Mal di capo.

B.- Possiedi energia per un’altra sessioneSei troppo affaticato per fare una sessione

C.- Il tuo corpo è attivo, il tuo spirito è tranquillo e serenoIl tuo spirito punta in qualche
direzione. Sembri in pace, ma la tua mente tende ad agitarsi.

D.- La tua mente è limpida.Non riesci a pensare in modo conveniente, sopratutto per analizzare un
problema di fondo.

E.- Tu sei concentrato. Difficile interrompere questa concentrazione.Ti senti distante dall’esterno.
Difficoltà a focalizzarti.

F.-Sei presente in modo efficace.Hai lo spirito assente. Sei poco concreto.

G.- Ti senti equilibrato. Hai il controllo del tuo spirito. Sei più tollerante.Sei facilmente
irritabile; non controlli il tuo spirito.

H.- Hai dell’armonia nelle tue emozioni.Ti senti perso; hai poca armonia.

(…)

5) Cosa è samatha?

E’sensato stare in uno stato stabile, ma pieno di attività. Ciò, viene chiamato un giusto samatha

Molti meditanti tendono a raffreddarsi, a vedere irrigidito il loro spirito, quando vogliono creare
una condizione di stabilità. Quindi, si tratta di un samatha non profittevole. Si chiama un samatha
errato.

Il metodo giusto è: ogni volta che tu pratichi samatha, dovresti lasciare il tuo spirito scorrere
naturalmente; dopo una certa abitudine, quando il tuo spirito entra in armonia con il tuo oggetto di
meditazione, appare un profondo senso di beatitudine. E’ quella che viene chiamata una giusta e
profittevole concentrazione, baricentrata su di un solo oggetto.

Quando pratichi samatha, di fatto, tu sviluppi una concentrazione mentale su di un solo oggetto, in
modo equanime. L’oggetto della meditazione non dovrebbe essere una cosa materiale della vita
quotidiana. Sarà un oggetto che cambierà di forma, a seconda del tuo stato spirituale. Il mio
esempio referenziale: La “respirazione” serve da oggetto meditativo di meditazione dell’upacara
samadhi sino al quarto jhana. Si tratta dello stesso oggetto (respirazione), ma che appare sotto
diverse forme (jhana 1 e 4), poiché la mente si trova in cambiamento permanente. Ma, l’oggetto della
meditazione resta lo stesso: la respirazione.
Tu dovrai sviluppare e rinforzare questi punti:

La caratteristica di samatha sta nel “non disperdersi”.
Lo scopo è quello di “sradicare la dispersione”.
Lo stato mentale che appare è “senza oscillazioni”.
Lo scopo immediato di samatha è “benessere”.
I punti da A a D hanno per risultato un samatha giusto.

Esempio: molti meditanti hanno timore di cambiare postura, per la paura di perdere la loro
concentrazione. Così, il corpo si affatica, diventa teso, accumula dello stress e la mente si
stanca. In fin dei conti,tu perdi la tua concentrazione.

Dovresti imparare a come sentirti bene, prima di ogni meditazione. Soltanto con una mente distesa si
può gioire di una valida meditazione ed trarne il migliore profitto.

Il punto chiave non è quello di riportare il tuo spirito che girovaga sull’oggetto della
meditazione, quanto quello di assaporarla in ogni istante. Quando la apprezzi, ti senti felice; e
più ti senti felice, più la tua meditazione si amplia, e meno il tuo spirito è incline a
disperdersi, oscillare, ecc.

6) Quali sono le cause giuste e sbagliate di samatha?

Samatha giusto

Samatha errato

Il tuo spirito si è liberato da ogni attaccamento verso i cinque aggregati. Esempio: tu sei molto
più spinto ad aiutare gli altri.Il tuo spirito è preoccupato dai cinque aggregati. Esempio: la tua
pratica rimane centrata su di un sè autonomo; tu sviluppi un attaccamento profondo per un buon
risultato.

Il tuo atteggiamento è piacevole, gradevole, ti senti in pace. Esempio: quando mediti in modo
appropriato, adatti le tue ore di assise, secondo il conforto del tuo corpo, e conservi una mente
equilibrata ed armoniosa.Ti senti a disagio, non stai in pace. Esempio: ti forzi a restare seduto
più a lungo, senza pensare al conforto del tuo corpo. Tensione, mal di capo.

La causa immediata (di samatha) è quella di essere felice, senza attaccamenti.Non sei felice, perchè
hai sviluppato dell’attaccamento e dello stress.

Il punto chiave

Prima dell’assise: devi verificare di essere mentalmente ben distaccato dai cinque aggregati.

Durante la seduta: se ti senti a tuo agio, allore si tratta di una meditazione corretta.

Può accadere che tu faccia l’esperienza di una meditazione corretta, ma fai bene attenzione che il
beneficio che ne trai sia basato sul lasciar andare e non sull’attaccamento, o sul desiderio.

7) Quanto tipi di samatha esistono?

Prima dell’upacara samadhi, tu attraversi 4 tappe.

Calmi il tuo spirito; non vi è nè passato, nè futuro. Il tuo spirito è rilassato. A volte, qualche
pensiero giunge, ma tu resti cosciente e riporti la tu amente sull’oggetto di meditazione. Con la
pratica, la tua concentrazione si svilupperà..

Ti senti calmo e presente. Si tratta di una tappa importante. La mente è molto più stabile. Conosce
una pace profonda. Qualche pensiero può ancora sorgere. A questo punto tu cominci ad apprezzare la
tua meditazione. Anche una breve meditazione può renderti tutta la tua energia.

Riconosci il tuo oggetto di meditazione con naturalezza. Durante questa tappa, riesci a concentrarti
sul suo oggetto a lungo, senza mal di capo e senza forzature. Osservare la respirazione è divenuta
un’abitudine; l’oggetto è chiaro.

Si tratta di una tappa di maturità. Nella quale tu puoi restare con naturalezza cosciente del tuo
oggetto di meditazione, senza interruzioni e per lungo tempo. L’oggetto di apparirà con più dettagli
e aspetti sottili. Non ti viene richiesto alcuno sforzo.

La tappa di upacara samadhi. A questo stadio tu sai cosa accade all’interno ed attorno a te, durante
la meditazione; ma, tutto ciò non ti colpisce. Sia che tu cerchi di continuare samatha, sia che tu
ti esprima in vipassana.

Se continui, entri in jhana.

Se scegli di muoverti su vipassana, questo upacara samadhi ti aiuterà ad osservare la profonda
natura che scorre nell’istante presente (la giusta visione),una piena comprensione dell’essenza
della vita.

Dopo l’upacara samadhi, a questo stadio lo spirito diviene UNO con l’oggetto della meditazione. Esso
smette del tutto di vagabondare.

8) Che dovresti fare prima della meditazione?

(la tappa più importante per i debuttanti)

Rilassarsi. Esempio: leggere dei sutta, prosternarsi davanti a Buddha, marcia meditativa (con metta
verso tutti gli esseri)…

Lasciare la presa. Prima della seduta, tu dovrai:

lasciare la presa sul passato, sul presente, sul futuro ad anche sui desideri (inclusa la volontà di
praticare samatha).

Posizionare il tuo spirito sulla regione centrale del tuo petto. Non fare null’altro; restare lì, in
pace. Potrai portare alla tua memoria diversi temi del Dhamma (metta, buddhanussati, asubha e
mara?anussati (benevolenza,meriti di Buddha, fatto che la morte è inattesa e l’ aspetto repulsivo
del corpo). Una volta che il tuo corpo se ne sta in pace ed i cinque aggregati vengono lasciati da
parte, tu sei pronto ad entrare nella pratica.

Se, malgrado tutto, l’attaccamento ai cinque aggregati persiste, prendi una soluzione, a seconda
dell’aggregato.

9) Che dovrai fare con il tuo spirito durante la meditazione?

Invece di preoccuparti del numero delle ore in cui puoi restare seduto, dovrai verificare 2 cose
importanti.

Se il tuo spirito ha risvegliato del desiderio verso la meditazione. Questo fatto appare sotto 2
forme.

Benessere non profittevole. Esempio: sei contendo di vedere un film.

Benessere profittevole. Esempio: sei contento di meditare, senza attaccamento. Sei soddisfatto da
questo ottieni da questa assise. Ciò ti dà fiducia, vigilanza.
Abituarsi a stare in pace; uno spirito flessibile ed in pace accetterà meglio gli avvenimenti buoni
o cattivi.in qualunque circostanza e resterà in pace, senza rigetti, o lotte.

Come riuscire in quanto è stato appena indicato?

Vedere e comprendere attraverso la propria esperienza che tu puoi accettare e soddisfarti di tutto,
di qualunque cosa tu abbia beneficiato durante la meditazione.
Esperienza libera.
Esperienza: ciò significa che tu conoscei il tuo oggetto di meditazione, che raggruppa dhamma
vicaya, viriya, piti, sati.

Libero: nessuna attesa, nessun ostacolo, in riferimento a passaddhi, samadhi, upekkha, sati.

Se “esperienza” risulta più importante di “libero” lo spirito tende ad agitarsi.

Se “libero” è più importante di “esperienza”, lo spirito tende a sonnecchiare.

10) Cosa dovresti fare per migliorare la tua meditazione?

L’invidia: generata dalla determinazione, o dall’intenzione di ottenere un successo (pratica il
lasciar andare e il distacco).

L’attaccamento: generato dal fatto di vincolarsi all’oggetto dela meditazione, per la paura di
perdere la propria concentrazione (quando lo spirito diviene vagabondo, accettane il fatto;
riportane l’attenzione sull’oggetto di meditazione, senza forzature).

Nervosismo: generato dal fatto di ricordarsi del proprio oggetto di meditazione (praticare il
rilassamento).

Tentativo di conservazione: generato dalla paura di perdere il sè autonomo (accetta il fatto che
stai praticando samatha e soprattutto dimentica il “me” e che ti trovi a meditare”).

Restare “incollato” alle proprie idee preconcette: generate dalla paura di entrare in diverse
dimensioni mentali; con il rinforzo del tuo samatha, l’idea originale che ti fai di queste
dimensioni mentali diverrà sempre più sottile (lascia che lo spirito scorra con naturalezza).

Indifferenza verso l’oggetto della meditazione: generato dal fatto che lo spirito è in pace ed
equanime (conduce lo spirito a sperimentare l’essenza del tuo oggetto di meditazione).

11) Che cosa dovresti fare prima di terminare la tua meditazione seduta?

La maggior parte dei meditanti spende molta energia e tempo per entrare e stabilizzarsi in samatha.
Tuttavia, di rado pratica il come uscirne, quando la sessione finisce. Alcuni non possono neppure
dormire di notte, perchè il loro spirito se ne sta in samatha.

Per evitarlo, è opportuno aiutare il nostro spirito ad uscire da samatha alla fine della seduta.
Metodo:

Giunto ala fine dell’assise, informa il tuo spirito in questa maniera: “Lascia che l’oggetto della
meditazione se ne vada”

Conduci tranquilamente il tuo spirito all’incirca verso il centro del tuo petto; poi, pensa: “Possa
il mio spirito ritornare ad una situazione ordinaria”.

Lascia il tuo spirito verso il centro del petto, calmamente, senza il ricordo di quello che è potuto
succedere durante la tua sessione meditativa.

Quando realizzi che il tuo spirito sta a suo agio, cominci a sentire una sensazione bruta,
attraverso il tuo corpo.

Sei, allora, uscito da samatha.

Prima di alzarti, pensa a:

mandare metta
domandare perdono a tutti coloro che hai potuto offendere
dividere i meriti della tua pratica del Dhamma. con tutti gli esseri
(…)
12) Quali sono le qualità di un buon istruttore?

E’ accomodante, serio e rispettoso.
Ha compassione,bon adopera dei mezzi duri, è paziente.
Parla secondo la propria esperienza; è saggio.
Non spinge mai a praticare qualche cosa senza una ragione (segui i consigli del tuo istruttore al
100%).
Ha interesse verso i tuoi progressi.
Conosce samatha e vipassana a memoria e li ha sperimentati.
E’ capace di darti u n oggetto di meditazione, che convenga al tuo carattere.
E’ capace di rispondere alle tue domande, di modo che tu possa comprendere chiaramente.

(…)

13) Non giungi a concentrarti?

Ciò, può essere causato da una delle seguenti ragioni:

Presenza di aggregati grossolani.
Presenza di aggregati sottili, potenziali.
Produzione di energia negativa, dovuta a semi di akusala di vite passate, giunti a maturazione.
Liberazione di certe energie negative, inizialmente conservate nel tuo corpo (durante il pocesso di
purificazione dello spirito, anche il corpo ne subisce una).

14) Come eliminare…

lobha

Pensa alle impurità del tuo corpo.
Pensa alle impurità della morte (cadavere).
Proteggi le tue 6 porte sensoriali, nella vita quotidiana.
Mangia in modo appropriato.
Resta accanto a dei buoni amici del Dhamma, con una buona conoscenza del Dhamma.
Parla solo di soggetti che aiutino a liberarsi di lobha.

dosa

Pratica metta.
Pensa che tutti soffrono per il loro kamma passato.
Non ospitare che pensieri ragionevoli.
Resta accanto a dei buoni amici del Dhamma, con una buona conoscenza del Dhamma.
Parla soltanto di soggetti inclini alla benevolenza e adatti a liberarsi di dosa.
Sonnolenza e spirito debole
Mangia in modo appropriato.
Cambia la posizione del tuo corpo.
Pensa che il tuo spirito si stia fondendo in una luce brillante.
Mettiti a meditare all’aria aperta.
Resta accanto a dei buoni amici del Dhamma, con una buona conoscenza del Dhamma.
Parla solamente di soggetti utili a disfarsi della sonnolenza.
Adotta dei tempi convenienti per il sonno.

Inquietudine e dispiaceri

Studia a fondo la conoscenza del tuo problema. Per esempio, i praticanti di anapana dovrebbero
conscere correttamente il metodo della loro pratica.
Poni delle domande.
Conosci i tuoi precetti a memoria ed osservali.
Impara da anziani esperti, che abbiano un buon sila.
Resta accanto a dei buoni amici del Dhamma, con una buona conoscenza del Dhamma.
Parla soltanto di soggetti che aiutino a disfarsi dell’inquietudine e del rincrescimento.
Impara a “lasciare andare” ed a sentirti “libero ed a tuo agio”.

Dubbi

Studia il buddhismo.
Poni delle domande, a proposito dei 3 Gioielli (Buddha, Dhamma e Sangha).
Conosci a fondo il tuo sila.
Abbi fede nella realtà dei 3 Gioielli.
Resta presso dei buoni amici del Dhamma, con una buona conoscenza del Dhamma.
Parla solo di soggetti che aiutino a liberarsi dal dubbio verso i 3 Gioielli; ricordati i loro
meriti rispettivi.
Rimettiti, per tutto il tempo, ai tre Gioielli.

Ecco, la parte noiosa è terminata. Spero che quanto scritto ti aiuterà, più o meno.

(…)

A tuo nome, ho offerto al mio istruttore qualche incenso anti zanzare. Possa questo merito
contribuire a farti superare gli ostacoli che ancora restano in te e farti giungere al successo.

Sii felice.

(…)

Ricordati: fai del tuo meglio, ma senza cadere nell’eccesso. Ora, sono le 22h30; dovrei andarmene a
letto.

(…)

La tua piccola + umile + sposa fiduciosa

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