L’abbraccio di mamma allevia il dolore del bambino

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L’abbraccio di mamma allevia il dolore del bambino

03/09/2010

da italia-news.it

(IAMM) I bambini sanno che con un bacino di mamma la ‘bua’ passa. Effettivamente l’affetto della
mamma pare essere un toccasana per il dolore dei più piccoli e gli scienziati hanno dimostrato che
può essere più efficace un abbraccio che l’acqua con zucchero. In particolare, in base a quanto
riportato sul Daily Mail, i ricercatori inglesi guidati da Rebecca Slater, dell’University College
di Londra hanno analizzato, su 59 neonati, la reazione al dolore della puntura di un’iniezione. Si
tratta della puntura al tallone con cui, nei primi giorni di vita, viene prelevato un campione di
sangue per lo screening relativo a malattie come fibrosi cistica ed anemia falciforme. Dopo la
puntura, alla metà dei bambini è stata data una goccia di soluzione a base di zucchero, mentre
all’altra metà semplicemente dell’acqua. I volti dei bimbi che hanno avuto lo zucchero sono apparsi
immediatamente più rilassati, ma in compenso i test hanno evidenziato che il loro cervello non
registrava sensazioni di dolore tanto inferiori rispetto a bambini che avevano preso solo acqua.
Questo vuol dire che lo zucchero non contribuisce ad alleviare il dolore, non ha effetto sulla
quantità di dolore percepito, ma rappresenta semplicemente una distrazione. Ecco perché a questo
scopo sarebbe certamente meglio un abbraccio della mamma.

“Questo è particolarmente importante in considerazione della crescente evidenza che il dolore può
causare effetti negativi a breve e lungo termine dello sviluppo neurologico infantile” spiega
Rebecca Slater. I ricercatori aggiungono che i risultati dimostrano che vi è urgente bisogno di
migliori antidolorifici per i bambini.
Voi siete d’accordo con la teoria dell’abbraccio di mamma?

“Basta zucchero sul ciuccio: fa male al bebè”

Fa scalpore lo studio sulla rivista Lancet. I pediatri si dividono: «Prove incomplete»

da lastampa.it

ANDREA MALAGUTI CORRISPONDENTE DA LONDRA

All’improvviso hanno scoperto che non fa più bene. Anzi, che forse lo zucchero somministrato ai
neonati nel tentativo di sollevarli dal dolore durante un prelievo di sangue, o magari una flebo di
antibiotici, può essere persino dannoso per il cervello. Dunque è meglio fermarsi, sedersi un attimo
e cercare di capire. «Rischiamo di fare del male ai bambini solo perché ci pare di vedere
un’espressione simile al sorriso sul loro volto quando leccano un po’ di saccarosio. Beh, secondo le
nostre ricerche non conta niente».

Con la voce che hanno gli imperatori cinesi quando ordinano una decapitazione e occhi neri e lucidi
incollati su un ovale pallido, la dottoressa Rebecca Slater, che all’University College di Londra
guida il Medical Research Council, responsabile dello studio pubblicato dalla rivista «Lancet»,
mette la pietra tombale su una pratica largamente usata negli ospedali del Regno Unito. «Inutile
insistere, il saccarosio non offre alcun contributo al trattamento della sofferenza». Si passa una
mano tra i capelli neri e sentenzia. «E’ meglio che i nostri dottori cambino strada. Consiglio di
aspettare nuove indagini prima di utilizzare ancora lo zucchero». Esagera?

Neena Modhi, professore di medicina neonatale all’Imperial College, si stringe nelle spalle.
«Sembrava che lo zucchero svolgesse bene la sua funzione. Ma se i risultati dello studio sono certi
vorrà dire che ci adegueremo. Come? Al momento non lo sa nessuno». All’inizio di maggio una ricerca
condotta su milleseicento bambini dall’Università di Toronto e pubblicata da «Archives of Disease in
Childhood» aveva sostenuto l’opposto. Secondo il professor Arne Olhsson, responsabile dell’indagine,
una soluzione dolce al momento della vaccinazione sarebbe ad esempio in grado di rendere meno
pesante il momento della puntura. «Le probabilità di pianto si riducono del 20%. Mezzo cucchiaino di
zucchero e la sofferenza passa. O per lo meno si riduce». Considerazioni condivise dalla Cochrane
Review, una sorta di autorità internazionale in materia.

Un abbaglio? «Semplicemente hanno usato dei parametri sbagliati. Noi no», sentenzia secca la Slater.
E il professor Giuseppe Ferrari, primario emerito all’ospedale Mauriziano di Torino, sembra darle
ragione. In queste settimane sta finendo di scrivere un libro dal titolo: I bambini crescono
nonostante gli adulti. «Da vecchio pediatra dico che ai neonati purtroppo puoi fare dire tutto e il
contrario di tutto e che sarebbe interessante capire qual è il senso di ricerche come quella
canadese. Ma di sicuro in un neonato il pianto non è mai espressione di dolore, piuttosto è una
richiesta di attenzione, che è un discorso completamente diverso. La funzione consolatoria dello
zucchero la possono svolgere anche un ciuccio o un dito della mano, ma che il saccarosio allevi la
sofferenza proprio non riuscirei a dirlo». E che procuri danni al cervello? «Neppure».

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