Il Nostro Tesoro Nascosto

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Il Nostro Tesoro Nascosto

La parabola di Sri Caitanya Mahaprabhu dell’astrologo e del povero ci mostra come scoprire il vero
tesoro nascosto nel nostro cuore

di Mohini Radha Devi Dasi

Sai di essere l’erede di un’immensa fortuna? Il tesoro più prezioso è sepolto nel tuo cuore e tu hai
bisogno solo di sapere come riportarlo alla luce. Questa sorprendente lezione riportata nella Sri
Caitanya-caritamrita (Madhya-lila 20.127-135), costituisce l’essenza di uno degli insegnamenti dati
da Caitanya Mahaprabhu a Sanatana Gosvami. Caitanya Mahaprabhu è Dio, la Persona Suprema, Sri
Krishna Stesso, apparso circa cinquecento anni fa in Bengala per insegnare con il Suo esempio la
scienza della devozione a Krishna (Lui Stesso). In altre parole, Egli si comportò come un devoto per
insegnare agli altri come diventare devoti cosicché potessero essere liberati dai legami materiali
ed ottenere una felicità spirituale senza fine. Durante i Suoi passatempi Sri Caitanya dette
importanti insegnamenti ai Suoi seguaci affinché potessero compiere la Sua missione di diffondere la
coscienza di Krishna. Sanatana Gosvami, uno dei discepoli diretti del Signore, ebbe la grande
fortuna di ascoltare dal Signore in persona la parabola che segue. Sri Caitanya Mahaprabhu ha
insegnato che l’amore per Radha e Krishna giace sopito nei nostri cuori, ma può essere risvegliato
con le pratiche devozionali.

L’Astrologo e il Povero

Una volta, un astrologo di nome Sarvajna si recò nella casa di un uomo povero. Sorpreso dalla sua
condizione di sofferenza, gli chiese perché fosse così infelice e perché languisse in tale povertà
anche se il ricco padre gli aveva lasciato un grande tesoro. Sfortunatamente, il padre dell’uomo era
morto in un Paese straniero e non aveva fatto conoscere l’ubicazione dei suoi beni, quindi l’uomo
soffriva nella povertà perché era all’oscuro della sua legittima eredità. Solo l’astrologo, il cui
nome significa “colui che sa tutto”, aveva la capacità di individuare il tesoro nascosto e cosa
ancora più importante possedeva la conoscenza del metodo giusto per riportarlo alla luce.

Sri Caitanya Mahaprabhu spiegò a Sanatana che l’astrologo rappresenta la letteratura vedica, è fatta
per guidare le persone verso il tesoro più prezioso: l’amore di Dio. Come le informazioni
dell’astrologo risolsero i problemi di quell’uomo povero, così le Scritture vediche possono
risolvere il più grande dei nostri problemi: la povertà spirituale, che è la causa della sofferenza
nella realtà materiale temporanea. Le Scritture vediche (e i loro rappresentanti, i puri devoti) ci
consigliano di percorrere il sentiero della coscienza di Krishna per poter ristabilire la nostra
relazione con il nostro padre spirituale, Dio, la Persona Suprema, Sri Krishna.

Proprio come le parole dell’astrologo ristabilirono il collegamento dell’uomo povero con il suo
tesoro nascosto, così le Scritture vediche ristabiliscono la nostra relazione con Krishna, il tesoro
supremo. Per ripristinare questa connessione, dobbiamo innanzitutto renderci conto della nostra
condizione degradata, in cui siamo obbligati a soffrire a causa dei “calci della natura materiale”,
come diceva Prabhupada. Vita dopo vita accettiamo ripetutamente corpi diversi e soffriamo per la
nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte nel mondo materiale. Il desiderio di porre fine alla
nostra condizione di sofferenza serve da spinta per la ricerca spirituale, come la condizione di
povertà di quell’uomo lo portò a dare il benvenuto all’astrologo nella sua casa. La sua curiosità di
scoprire se il suo futuro prevedesse un po’ di sollievo lo spinse a fare domande.

Se anche noi diventiamo curiosi e ci chiediamo qual è la causa della nostra sofferenza nel mondo
materiale, possiamo cercare di conoscere la nostra posizione costituzionale, libera dalla
sofferenza. Le Scritture rivelate e le anime liberate ci possono aiutare a comprendere che la nostra
vera identità è spirituale e non materiale. Non siamo questi corpi materiali, ma anime eterne e la
nostra felicità suprema risiede nella comprensione della nostra eterna relazione d’amore con l’Anima
Suprema, Sri Krishna. L’uomo della parabola stava soffrendo perché non conosceva il padre né le sue
proprietà. Nello stesso modo noi soffriamo perché non conosciamo il nostro Padre Supremo, Krishna.
In quanto minuscole particelle spirituali siamo parti di Krishna, come le scintille sono parte di un
fuoco.

Il Signore è sat, cit e ananda, eternamente pieno di conoscenza e di felicità e anche noi siamo
così; ma ci siamo erroneamente identificati con la natura materiale dimenticando chi siamo
realmente. Siamo figli e figlie della persona più ricca (la ricchezza è una delle Sue sei principali
opulenze), ma abbiamo accettato morti e nascite ripetute, dolore e sofferenza, a causa
dell’ignoranza della nostra posizione costituzionale di eredi delle illimitate benedizioni di
Krishna. Ma qual è il nostro vero tesoro nascosto e come fare a scoprirlo? Nella Bhagavad-gita
Krishna afferma di essere lo scopo supremo (9.18) e l’oggetto di tutte le religioni e delle
Scritture (15.15). Srila Prabhupada ci dice che la pura coscienza di Krishna (conoscere Krishna ed
esserGli devoti) è “nostro diritto di nascita” (Srimad Bhagavatam 4.1.15 Spiegazione).

Dunque Sri Krishna e il puro servizio di devozione a Lui sono il nostro tesoro supremo, ma questa
conoscenza da sola non ci aiuta; non basta identificare il nostro scopo, dobbiamo anche sapere come
raggiungerlo. Perciò l’astrologo non solo informò il pover’uomo della sua eredità ma gli fornì anche
una “mappa” per scoprirla. Egli giustamente lo mise in guardia contro certi tipi di percorso che
sembravano alleviarli ma che in definitiva lo avrebbero portato alla rovina. Il tesoro di questo
uomo povero era sepolto sotto la sua casa, ma egli non avrebbe potuto trovarlo scavando a sud, né ad
ovest e neppure a nord della casa. Queste ubicazioni si sarebbero rivelate un fallimento per l’uomo
che desiderava trovare il suo tesoro, ma una semplice ricerca fatta sul lato est della casa avrebbe
portato alla scoperta di una ricompensa inimmaginabile.

Il Sud: il Karma-kanda

Nei Suoi insegnamenti a Sanatana Gosvami, Caitanya Mahaprabhu ha chiaramente spiegato il significato
di queste affermazioni per sottolinearne l’importanza. L’astrologo disse all’uomo povero che il lato
sud (daksina) della casa era pieno di vespe e calabroni aggressivi. In bengali, la lingua usata da
Caitanya Mahaprabhu, il termine daksina viene usato sia per indicare il “sud” sia per indicare
l’usanza di offrire la carità ai sacerdoti dopo il compimento dei rituali religiosi. Nel contesto
della parabola il lato sud rappresenta le pratiche ritualistiche finalizzate a benefici materiali.
Questo significa che il solo attaccamento alle procedure ritualistiche non può portare allo scopo
spirituale supremo. Se cerchiamo di comprendere la Verità Assoluta praticando l’attività interessata
(karma-kanda), verremo, in senso figurato, morsi da insetti velenosi e non riusciremo a trovare il
tesoro supremo.

I morsi degl insetti velenosi rappresentano le sofferenze derivanti dall’attività interessata. Se
seguiamo il percorso dell’attività interessata, siamo soggetti alla legge del karma, che in parole
povere, significa che ogni azione genera una reazione. Se commettiamo dei peccati, verremo puniti.
Le punture delle vespe e dei calabroni rappresentano esattamente queste punizioni, ma anche se
compiamo attività pie, otteniamo risultati karmici piacevoli (come la promozione ai pianeti più
elevati per godere piaceri più grandi e una maggiore longevità), non siamo ancora liberi dai
desideri materiali e saremo obbligati a sopportare la sofferenza dell’esistenza materiale vita dopo
vita. Il nostro tesoro più prezioso resterà irraggiungibile.

L’Ovest: il Jnana-kanda

L’astrologo avvertì l’uomo anche di non scavare neanche sul lato ovest della casa, dove le sue mani
non sarebbero neppure riuscite a toccare il tesoro perché fantasmi feroci gli facevano la guardia. I
fantasmi rappresentano i disturbi mentali che confondono la nostra concentrazione e scuotono la
nostra determinazione. Il lato ovest della casa rappresenta il jnana-kanda, la speculazione
filosofica, che non solo c’impedisce di ottenere il tesoro supremo, ma ci fa anche deviare dalla
nostra ricerca. La ricerca basata sull’erudizione non può in alcun modo aiutarci a comprendere
Krishna, perché Egli è trascendente a tutta la conoscenza materiale. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, maestro spirituale di Srila Prabhupada, una volta così si doleva: “Il percorso di per sé
luminoso della pura devozione è completamente ricoperto da milioni di spine nella forma di stupide
argomentazioni e di “dispute prolisse”. (Lezione tenuta a Vrindavana nel 1928) Qui queste “stupide
argomentazioni” e queste “dispute prolisse” assumono la forma di fantasmi che celano il vero tesoro
del puro servizio devozionale.

Il Nord: lo Yoga Impersonale

L’astrologo mise ancora in guardia il povero perché, se avesse scavato sul lato nord, un grande
serpente nero l’avrebbe divorato. Questa direzione, forse la più pericolosa di tutte, rappresenta la
meditazione mistica impersonale o yoga. La bocca spalancata del serpente nero dell’impersonalismo è
come una trappola pronta a inghiottire chiunque gli si avvicini troppo. La filosofia impersonalista
immagina Dio come un vuoto senza forma e suggerisce che ognuno può diventare Dio fondendosi in Lui.
Questa falsa logica si muove in direzione direttamente opposta al principio del servizio
devozionale, che si basa sull’amorosa reciprocazione tra il Signore e i Suoi devoti. Senza questa
relazione reciproca non ci può essere scambio d’amore né alcuna forma di felicità. L’impersonalismo,
che in realtà è una forma d’ateismo abilmente mascherato da pratica spirituale, porta al suicidio
spirituale ed è il più grande nemico del servizio devozionale.

L’Est: il Tesoro

Il vero yoga consiste nel collegarsi al Signore Supremo e non nel fondersi nella Sua esistenza;
significa realizzare un legame eterno di reciproco amore tra il Signore e il Suo devoto. L’astrologo
alla fine rivela il vero percorso che porta al successo: “Basta che scavi una piccola quantità di
terra sul lato orientale perché le tue mani possano toccare immediatamente lo scrigno del tesoro.”
Il lato orientale rappresenta il bhakti-yoga, il percorso del servizio devozionale, in cui basta un
piccolo sforzo per ottenere il tesoro più prezioso. Srila Prabhupada conferma: “Solo il lato
orientale, il servizio devozionale, ci rende capaci di ottenere il vero scopo della vita … il
servizio devozionale a Krishna è la vera casa del tesoro per l’essere vivente.” Come Krishna afferma
nella Bhagavad-gita (18.55), solo con il servizio devozionale è possibile conoscerLo così com’è e
quindi diventare degni di entrare nella Sua dimora spirituale. Dopo la parabola, Caitanya Mahaprabhu
citò l’Undicesimo Canto dello Srimad-Bhagavatam (11.14.20- 21), in cui Krishna parla al Suo amico
Uddhava della supremazia del servizio devozionale:

Mio caro Uddhava, né con l’astanga-yoga [il sistema dello yoga mistico per raggiungere il controllo
dei sensi], né con il monismo impersonale o lo studio analitico della Verità Assoluta, né con lo
studio dei Veda, né con la pratica delle austerità, né con gli atti di carità né accettando il
sannyasa è possibile soddisfarMi quanto sviluppando il puro servizio devozionale a Me. Io che sono
naturalmente caro ai Miei devoti e ai sadhu posso essere raggiunto da una fede incrollabile e dal
servizio devozionale incondizionato. Questo metodo del bhakti-yoga, che accresce gradualmente
l’attaccamento per Me, purifica anche un essere umano nato tra i mangiatori di cani. Ciò significa
che qualsiasi persona può essere elevata al livello spirituale con il metodo del bhakti-yoga.

Perciò il Signore Stesso (sia nella forma di Krishna sia in quella di Caitanya Mahaprabhu) glorifica
il puro servizio devozionale come l’unico mezzo per raggiungere il Signore Supremo. Questo servizio
devozionale deve essere puro e incondizionato, non misto ed eterno. Il nostro scopo non è la
ricchezza materiale e neppure la liberazione dall’esistenza materiale, ma la felicità spirituale del
puro servizio devozionale (vedi Cc. Madhya 20.142). Come il puro devoto Prahlada Maharaja insegnava
ai suoi amici: “ Il Signore è soddisfatto soltanto di chi ha per Lui una devozione pura e
incrollabile. Senza un sincero servizio devozionale tutto sarà soltanto un’esibizione.”
(Srimad-Bhagavatam 7.7.52) Il puro servizio devozionale non solo è il mezzo per realizzare il nostro
scopo supremo, ma è esso stesso il più grande dei tesori. A livello assoluto non c’è differenza tra
il servizio d’amore a Krishna e Krishna Stesso.

Come Sri Caitanya Mahaprabhu spiega: “Nelle Scritture vediche Krishna è il punto centrale
d’attrazione e il servizio a Lui offerto è la nostra attività. Raggiungere il livello dell’amore per
Krishna costituisce il fine supremo della vita. Perciò Krishna, il servizio a Krishna e l’amore per
Krishna sono le tre grandi ricchezze dell’esistenza. (Cc. Madhya 20.143) Il puro amore per Dio è la
naturale tendenza di ogni essere vivente, ma viene coperto dall’ignoranza proprio come le nuvole
coprono lo splendore del sole. Il puro servizio devozionale può allontanare le nuvole e fare
rivivere il nostro amore sopito per Dio con lo splendore della conoscenza trascendentale. Poiché il
cuore è la “casa” dell’anima il tesoro del povero sepolto sotto la sua casa, corrisponde all’amore
per Dio sepolto nei nostri cuori.

Come Caitanya Mahaprabhu spiega, nityasiddha krisna prema: “Il puro amore per Krishna è stabilito
eternamente nel cuore degli esseri individuali.” (Cc. Madhya 22.107) Noi siamo, almeno in senso
letterale, seduti sopra il nostro tesoro nascosto. Ma perché non riusciamo a percepirlo? Dopo
milioni di vite nelle diverse specie del mondo materiale, la nostra identificazione con la materia
ci ha tolto la capacità di vedere non solo l’ubicazione del nostro tesoro, ma perfino la sua stessa
esistenza. I desideri materiali – principalmente il desiderio di godere indipendentemente da Krisna,
il Supremo Goditore – sono come la sporcizia che riempie i nostri cuori e nasconde il nostro tesoro
supremo sotto la sua saudicia coltre. Quando pratichiamo il servizio devozionale sotto la guida di
un maestro spirituale autentico, i nostri cuori vengono ripuliti dalla “sporcizia” della
contaminazione materiale e il nostro sopito amore per Dio si risveglia.

Le Pratiche più Efficaci della Bhakti

La parabola di Mahaprabhu ci mostra che semplicemente con il metodo del servizio devozionale
possiamo riscoprire il tesoro segreto che è stato celato così a lungo. Nel Kali-yuga, l‘attuale era
di discordia e d’ipocrisia (l’ultima e più degradata delle quattro ere), l’unico mezzo per ottenere
– o far rivivere – il nostro puro amore per Dio è il canto dei Suoi santi nomi: Hare Krishna, Hare
Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Dei nove
principali metodi di servizio devozionale citati nelle Scritture, sravanam e kirtanam, l’ascolto e
il canto, sono i più efficaci in quest’era. Come Caitanya Mahaprabhu promette nel primo verso del
Suo Siksastaka (gli otto insegnamenti che glorificano il canto dei santi nomi del Signore ): “Il
canto dei santi nomi del Signore ha il potere di pulire lo specchio del cuore da tutta la polvere
accumulata nel corso degli anni ed estingue l’ardente fuoco dell’esistenza materiale.”

Cantando i santi nomi del Signore che sono identici a Lui, possiamo ripulire lo specchio del nostro
cuore ed infine percepire la nostra vera identità di Suoi eterni servitori d’amore. Possiamo così
scoprire la nostra proprietà naturale, il nostro tesoro nascosto: il puro amore per Dio. Possiamo
ottenere questo tesoro supremo solo per la misericordia di Sri Caitanya Mahaprabhu. Egli è disceso
in questo mondo perché voleva gustare la dolcezza del servizio devozionale a Krishna (Lui stesso),
perciò Si comportava come un perfetto devoto di Krishna al fine di mostrare a tutti noi come
ottenere lo scopo supremo della vita. Egli è pronto a darci il più grande dei tesori perché ne è la
sorgente. Come la Sri Caitanya-caritamrita (Madhya 2.81) afferma: Sri Caitanya “è colui che possiede
la pietra filosofale dell’amore per Dio. Non considera se una persona sia adatta o no, ma concede il
Suo tesoro a tutti. Per questa ragione è considerato il più munifico.” Dunque per la misericordia
del Signore e dei Suoi puri devoti, anche noi possiamo ottenere la suprema fortuna della pura
devozione a Krishna. Allora, come fece l’astrologo, possiamo dire a tutti gli altri come trovare il
loro tesoro nascosto.

Mohini Radha Devi Dasi, discepola di Sua Santità Gopala Krishna Goswami, vive in India con suo
marito, Narada Isi Dasa.

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