Autostima e Taoismo

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Autostima e Taoismo

Come migliorare la fiducia in me stesso/a?

di Francesco Curci

Ci sono molti modi per aumentare la propria autostima e la fiducia in
sé stessi. Già il fatto di desiderarlo è un buon segno, significa
predisporsi a un cambiamento di valutazione: l’intenzione si
manifesta. Una volta che si diventa consapevoli di un disagio, buona
parte del percorso verso la risoluzione è già stato compiuto. A questo
punto si tratta di capire come risolverlo definitivamente. Vediamo in
che modo ci viene in aiuto la filosofia taoista e i relativi esercizi
pratici.

Nel Taoismo si parla spesso del dialogo degli opposti, Yin e Yang, nel
simbolo circolare rappresentati dai colori nero e bianco. Le due
polarità, possono rappresentare l’alto e il basso, il vuoto e il
pieno, il giorno e la notte, la terra e il cielo, l’uomo e la donna e
così via. Quando una delle due polarità raggiunge la propria
espansione massima, dà origine al proprio opposto. Il giorno inizia
quando la notte si è espressa in tutta la sua lunghezza e viceversa.

Per risolvere i disagi collegati all’autostima (scarsa o eccessiva)
proviamo quindi a prendere in considerazione due opposti che potremmo
identificare in “esprimo un giudizio sul valore che ritengo
attribuirmi” e “non do una stima del mio valore”. Nel primo caso, i
pensieri ricorrenti sono: “Valgo veramente poco, se riesco a fare
qualcosa è perché tutti sarebbero riusciti a farla, per dimostrarmi
quanto valgo dovrei compiere un’azione eclatante, ma come potrei
riuscirci? Non ho certo le risorse e la mia fiducia in me stesso è
molto bassa.

Del resto, quando ho provato a fare qualcosa di veramente importante
ho fallito e la fiducia e la stima che ho per me si sono assottigliate
ancor di più”. Quando invece l’autostima è all’eccesso ci si ripete:
“Io posso fare ogni cosa, niente può fermarmi, gli altri sono tutti
dei perdenti e io sono il vero prototipo di essere umano perfetto”.

Inevitabilmente eccessi del genere, basati su valutazioni che
richiederebbero maggior equilibrio, tendono a creare dei disagi non
sempre facilmente gestibili. Come è possibile arrivare a valutarsi in
modo equilibrato? La risposta, che si ispira al simbolo del Tao,
potrebbe essere: per potermi valutare e stimare per quello che
realmente sono … smetto di attribuirmi una valutazione! Sospendo il
giudizio, vado in assenza di pensiero (meditazione zen), mi ascolto
(Tai Chi) e osservo me stesso con la serenità con cui osservo un lago.
Vedo le stagioni che si avvicendano, i colori che cambiano, i profumi
che in primavera si rivelano e in inverno giocano a nascondersi, vedo
gli alberi fiorire, gli stessi che anni fa erano piccoli e delicati.

In tutto ciò non c’è giudizio. Semplicemente è la vita che si rivela.
Lo stesso lago, osservato con la mente altrove, non potrebbe
raccontarci delle sue esperienze, delle mille vite che lo popolano.
Saremmo sordi ai suoi racconti, impegnati a cercare di capire come
giudicare l’esistenza, come giudicare noi stessi.

Quindi, evitando di giudicarci, ma semplicemente osservandoci,
emergerà una migliore conoscenza di noi stessi, delle nostre
potenzialità e dei nostri limiti e sarà più semplice ricordare che
tutto è in continua trasformazione, che le risorse si possono
sviluppare e che i limiti possono essere stimolanti occasioni di
crescita. Quindi per arrivare a dare una valutazione equilibrata di
noi stessi abbiamo smesso di cercarla. In questa condizione di vuoto
mentale (assenza di giudizio) è possibile trascendere il dualismo
“valgo o non valgo”, orientandosi verso una serena consapevolezza di
sé stessi. Questa ci permetterà di vederci allo stesso modo in cui
abbiamo saputo vedere il lago in tutte le sue stagioni.

Le nostre risorse e i nostri limiti si riveleranno nelle loro
sfumature e questa visione ci renderà più agevole il percorso. Saremo
in grado di utilizzare e valorizzare le nostre risorse e di prenderci
cura delle nostre debolezze, magari facendole diventare dei punti di
forza, come è possibile sperimentare anche negli esercizi pratici di
Tai Chi.

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