IL MOVIMENTO SUFI

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IL MOVIMENTO SUFI

(autore sconosciuto)

Il movimento Sufi venne introdotto per la prima volta nel mondo occidentale
nel 1910 da Inayat Khan, l’esponente pioniere del Sufismo. La parola Sufi è
simile alla parola Sophia, che significa Saggezza in Greco ed anche in
Persiano. Si ritiene che l’idea centrale del Sufismo sia esistita
dall’inizio della creazione.

GLI SCOPI DEL MOVIMENTO SUFI

1. Realizzare e diffondere la conoscenza dell’unità della religione
dell’amore e saggezza, affinché il pregiudizio delle fedi e dei credi possa
svanire da solo, il cuore umano possa essere ricolmato d’amore e tutto
l’odio causato dalle distinzioni e dalle differenze possa essere sradicato.

2. Scoprire la luce ed il potere latente nell’uomo, il segreto di tutta la
religione, il potere del misticismo, e l’essenza della Filosofia, senza
interferire con gli usi o le fedi.

3. Contribuire all’avvicinamento dei due poli opposti del mondo, l’Est e
l’Ovest, attraverso l’interscambio di idee ed ideali, affinché la
Fratellanza Universale possa formarsi da sola, e l’uomo possa vedere l’uomo
al di là dei ristretti confini nazionali e razziali.

PENSIERI SUFI

1 – Vi è un solo Dio, l’Eterno, il Solo Essere; null’altro esiste salvo Lui.

Il dio del Sufi è il Dio di ogni credo ed il Dio di tutti. I nomi non fanno
alcuna differenza per Lui. Allah, Dio, Dieu, Kuda, o Bhagwan, tutti questi
nomi e molti altri sono nomi del suo Dio; e tuttavia per lui Dio è al di là
della limitazione del nome. Vede il suo Dio nel sole, nel fuoco, nell’idolo
che diverse sette adorano; e Lo riconosce in tutte le forme dell’Universo,
tuttavia conoscendoLo al di là di tutte le forme, Dio in tutto e tutto in
Dio, essendo Egli il Visibile e l’Invisibile, il Solo Essere. Dio per il
Sufi non è solo un credo religioso che gli è stato imposto, ma l’ideale più
alto che la mente umana possa concepire. Il Sufi, dimenticando il sé e
puntando alla realizzazione dell’Ideale divino, cammina costantemente per
tutta la sua vita sul sentiero dell’amore e della luce. In Dio il Sufi vede
la Perfezione di tutto ciò che è alla portata della percezione umana;
tuttavia sa che Egli è oltre l’umana portata. Lo vede come l’amante del suo
amato, e prende ogni cosa nella vita come proveniente da Lui, con perfetta
rassegnazione. Il Sacro Nome di Dio è per lui come un farmaco per il
paziente. L’Ideale di Dio è per un Sufi come un ascensore con cui innalza se
stesso al Fine Eterno, il cui raggiungimento è il solo scopo della vita.

2 – Vi è un solo Maestro, lo Spirito Guida di tutte le anime, Che
costantemente guida i suoi seguaci verso la Luce.

Il Sufi comprende che sebbene Dio sia la fonte di tutta la conoscenza,
ispirazione e guida, tuttavia l’uomo è il mezzo attraverso cui Dio sceglie
di impartire la Sua conoscenza al mondo- attraverso un Uomo, tale che è uomo
agli occhi del mondo, ma Dio nella sua coscienza. E’ l’anima matura che
attira benedizioni dai Cieli, e Dio parla attraverso quell’anima. Sebbene la
lingua di Dio sia occupata a parlare attraverso tutte le cose, tuttavia, per
poter parlare alle sorde orecchie di molti tra noi, è necessario che Egli
parli attraverso le labbra dell’uomo. Ciò è accaduto in tutti i periodi
della storia, in tutte le epoche. Shiva, Buddha, Rama, e Krishna, da un
lato, e Abramo, Mosè, Cristo, e Maometto, dall’altro; e molti altri ancora,
conosciuti e sconosciuti, sono stati esempi del Maestro che vive la Vita di
Dio con un aspetto umano. In altre parole, i loro vari aspetti umani sono i
vari abiti indossati dalla stessa Persona, che appare ogni volta diversa, ma
che è sempre la stessa Persona. Quelli che videro la Persona e La conobbero,
La riconobbero sotto i diversi aspetti. Quelli che non videro la Persona, ma
riconobbero l’abito, si persero. Così come i popoli si sono separati gli uni
dagli altri, aggrappandosi alla personalità del Maestro, rivendicando per
lui una superiorità rispetto ad altri Maestri e denigrando il Maestro tenuto
in altrettanta considerazione da altri, allo stesso modo sono state causate
le guerre di religione e le divisioni tra i figli di Dio. Il Sufi ha
riconosciuto la Persona e non l’aspetto ed ha visto un solo Maestro in tutti
i diversi nomi e le diverse forme che sono costantemente venute a
risvegliare l’umanità dal sonno di questa vita di illusione, ed a guidare
l’uomo avanti verso la Perfezione divina. Man mano che il Sufi progredisce
in questa visione, riconosce il suo Maestro, non solo nei Santi ma anche nel
saggio, nel folle, nel santo e nel peccatore, senza permettersi mai di
perdere di vista il Maestro che è Uno solo ed il Solo che può essere e che
sempre sarà.

3- Vi è un solo Libro Sacro, il sacro manoscritto della Natura, la sola
scrittura che può illuminare il lettore.

Il Sufi, quando l’occhio della sua anima è aperto e la sua vista è acuta,
legge nel manoscritto della Natura la legge divina, che è stata letta nella
stessa fonte ed insegnata dai Maestri dell’umanità ai loro seguaci. Sebbene
il linguaggio non sia sufficiente ad esprimere la Verità interiore, tuttavia
quel poco che poteva essere espresso a parole è stato scritto con una penna
e trasmesso alla posterità di volta in volta come un libro sacro. L’uomo ha
lottato e disputato sull’autenticità di questi libri, e non ha voluto
accettare un altro libro di contenuto simile; così ha formato diverse sette,
aggrappandosi al libro e perdendone il senso, Il Sufi in tutte le epoche ha
rispettato tali libri, ed ha rintracciato nel Vedanta, Zendavesta, Kabbala,
Bibbia, Corano, ed in tutte le altre sacre scritture, la stessa verità che
egli legge nell’incorruttibile manoscritto della Natura, il solo Libro
Sacro, il modello perfetto e vivente che insegna la legge interiore della
vita. Tutte le scritture, davanti al manoscritto della natura, sono come
piccole pozze d’acqua davanti all’oceano. Agli occhi del veggente ogni
foglia dell’albero è una pagina del Libro Sacro che contiene la rivelazione
divina, ed in ogni momento della sua vita è ispirato dalla lettura e dalla
comprensione del sacro alfabeto della Natura.

4 – Vi è una sola Religione, il costante progresso nella giusta direzione
verso l’Ideale, che realizza lo scopo della vita di ogni anima.

Il termine in Sanscrito per Religione è Dharma, che significa dovere. Il
dovere di ogni individuo è la sua religione. “Ogni anima è generata con un
determinato scopo, e la luce di quello scopo è accesa nella sua anima”
(Sa’di). Ciò spiega perché il Sufi permette, con tolleranza a chiunque di
percorrere il proprio sentiero e non paragona i principi degli altri con i
propri, ma concede libertà di pensiero a chiunque perché egli stesso è un
libero pensatore. La religione, nella concezione del Sufi, è la strada che
porta l’uomo verso l’ottenimento del suo ideale, sia nel mondo come nei
cieli. Peccato e virtù, giusto e sbagliato, buono e cattivo, non sono la
stessa cosa per ogni individuo; sono diversi in relazione al suo grado di
evoluzione ed al suo stato di vita. Quindi, per un Sufi il nome della
religione ed il luogo di culto non sono importanti. Tutti i luoghi sono
sufficientemente sacri per il suo culto, e tutte le religioni gli portano la
religione della sua anima. ” Io vedo Te nella Sacra Kaaba, ed anche nel
tempio dell’idolo Te io vedo “.

5 – Vi è una sola Legge, la Legge di Reciprocità, che può essere osservata
da una coscienza priva del sé assieme ad un senso di giustizia risvegliato.

L’uomo passa la sua vita nella ricerca di ciò che egli ritiene utile per
lui, ed è così assorbito dai propri interessi che col tempo perde anche la
traccia del proprio interesse. L’uomo fa le leggi a sua misura, così che
egli possa prendere il meglio da un altro, e chiama tutto ciò giustizia.
Riconosce l’ingiustizia solo quando gli viene fatta da un altro. Egli,
pertanto non potrà condurre una vita pacifica con i suoi amici uomini,
finché il senso di giustizia non venga risvegliato in lui da una coscienza
priva del sé. Così come le autorità giudiziarie del mondo intervengono tra
due persone che sono in disaccordo, sapendo che hanno un diritto di
intervento quando le due parti in causa sono accecate dall’interesse
personale, allo stesso modo l’Onnipotente Potere interviene in tutte le
dispute siano esse grandi o piccole. E’ la legge di reciprocità che salva
l’uomo dall’esposizione ai Poteri Superiori, come un uomo assennato ha
minori possibilità di essere trascinato davanti alla corte. Il senso di
giustizia è risvegliato in una mente perfettamente sobria che sia libera
dall’intossicazione della gioventù, della forza, del potere, del possesso,
del comando, della nascita o del rango. Quando uno non dà, ma prende, o
quando dà meno di quanto prende, sembra realizzare un profitto netto, ma in
tutt’e due i casi, vi è in realtà una perdita più grande del profitto,
perché ognuno di tali profitti getta una cortina sopra il senso di giustizia
interiore, e allorché parecchie cortine di questo tipo velano la vista,
l’uomo diviene cieco anche per i propri interessi. E’ come nella luce di se
stessi “Cieco qui, rimane cieco anche più avanti”. Vi sono diverse leggi
insegnate dalle diverse religioni, che insegnano a vivere armoniosamente e
pacificamente con i nostri amici uomini, ma tutte si ritrovano in questa
unica verità: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Il Sufi
ricevendo un favore da un altro ne accresce il valore, e ricevendo un
trattamento scortese da un altro, chiede scusa. Se prende delle misure
contro un altro, lascia un margine perché sa che l’egoismo gioca un ruolo in
tutto ciò, e facendo un favore a qualcuno, vi aggiunge tutto ciò che può.
Per quelli che hanno rinunciato, è consigliabile una vita nella foresta, per
il generoso è consigliabile una vita di isolamento; ma per quelli che vivono
in mezzo alle lotte del mondo è necessario un giusto senso di reciprocità.

6 – Vi è una sola Fratellanza, la fratellanza umana, che unisce i figli
della terra nella Paternità di Dio.

Il Sufi capisce che l’Unica Vita emanante dall’Essere Interiore si manifesta
superficialmente come la vita della varietà; in questo mondo di varietà
l’uomo è la manifestazione più fine, e nella sua evoluzione può realizzare
l’Unicità dell’Essere Interiore anche nell’esistenza esterna della varietà.
Ma egli evolve verso il suo Ideale, che è il solo scopo della sua venuta
sulla terra, unendosi ad un altro. L’uomo si unisce con altri nel legame
familiare, che è il primo gradino nella sua evoluzione. E tuttavia le
famiglie, nel passato, hanno combattuto le une contro le altre, ed hanno
dimostrato uno spirito di vendetta reciproco per generazioni, poiché ognuna
considerava la propria causa come la sola vera e giusta. L’uomo oggi
dimostra la sua evoluzione unendosi ai suoi vicini ed ai suoi
amici-cittadini, ed anche sviluppando in se stesso lo spirito di
patriottismo per la sua nazione. Da questo punto di vista è più grande dei
suoi predecessori. E tuttavia gli uomini, così uniti su base nazionale,
hanno causato la recente catastrofe, che non ha paragoni nella storia; e
tutto ciò sarà visto dalle generazioni future così come noi oggi guardiamo
le faide familiari del passato. Vi sono i vincoli razziali che allargano il
cerchio dell’unità ancor di più; ma è sempre successo che una razza abbia
guardato un’altra dall’alto in basso,. I vincoli religiosi mostrano un
ideale ancora più alto nell’uomo; ma esso ha generato diverse sette che si
sono opposte e disprezzate l’un l’altra per migliaia di anni ed hanno
causato scissioni e divisioni fra gli uomini. Ed anche in un campo così
grande di fratellanza il germe della separazione esiste. E per quanto estesa
possa essere la fratellanza, finché separa l’uomo dall’uomo, non potrà
essere una fratellanza perfetta. Il Sufi, comprendendo tutto ciò, si libera
dei limiti nazionali,razziali e religiosi, unendosi nella fratellanza umana
la quale è priva di differenze e distinzioni di classe, casta, credo, razza,
nazione o religione, e unisce l’umanità nella Fratellanza Universale.

7 – Vi è un solo Principio Morale, l’amore che sgorga dalla negazione di sé,
e fiorisce negli atti di generosità.

Vi sono principi morali insegnati all’umanità da vari Maestri, da varie
tradizioni, una diversa dall’altra, le quali sono gocce separate provenienti
dalla fonte. Ma, allorché guardiamo il ruscello che, cadendo, si trasforma
in molteplici gocce, rileviamo che vi è un unico ruscello. Vi sono molti
principi morali, come molte sono le gocce che cadono dalla fonte, ma vi è un
solo ruscello. E’ l’amore che fa nascere la speranza, la pazienza, la
costanza, l’indulgenza, la tolleranza, e tutti i principi morali. Ogni atto
di generosità si radica nel terreno di un cuore che ama. La generosità, la
carità, l’adattabilità, una natura accomodante, anche la rinuncia sono
figlie solo dell’amore. I grandi esseri, rari e scelti, che, nel mondo, in
tutte le epoche, sono stati considerati ideali, sono i possessori di cuori
accesi dall’amore. Tutti i mali ed i peccati vengono dalla mancanza d’amore.
La gente dice che l’amore è cieco, ma in realtà è la luce della vista. Gli
occhi possono vedere solo la superficie, l’amore può vedere più in
profondità. Tutta l’ignoranza è mancanza d’amore. Così come il fuoco quando
non è ben acceso produce solo fumo, ma quando è acceso sprigiona la fiamma
illuminante, così è con l’amore: è cieco quando non è sviluppato, ma quando
il suo fuoco è acceso, scaturisce la fiamma, che illumina il cammino del
viaggiatore dalla mortalità alla Vita Eterna; i segreti della terra e del
Cielo sono svelati al possessore di un cuore che ama, Chi ama ha conquistato
la maestria su se stesso e su gli altri, e non solo è in comunione con Dio,
ma è unito a Lui. “Salve a te, o amore, dolce follia, tu che sani tutte le
nostre infermità, sei il medico del nostro orgoglio e della nostra
presunzione di sé, sei il nostro Platone ed il nostro Galeno!” (Rumi).

8 – Vi è un solo Oggetto di Lode, la bellezza che innalza il cuore del suo
devoto, attraverso tutti gli aspetti dal visibile all’Invisibile.

“Dio è bello ed ama la bellezza” (Corano). Ciò significa che l’uomo, che
eredita lo spirito di Dio, ha in sé la bellezza ed ama la bellezza, anche se
ciò che è bello per qualcuno non è bello per qualcun altro. L’uomo coltiva
il senso della bellezza man mano che evolve , e preferisce i più alti
aspetti della bellezza rispetto ai più bassi. Ma quando, attraverso una
graduale evoluzione dalla lode della bellezza nel mondo visibile, ha
osservato la più alta Visione di Bellezza nell’Invisibile, allora l’intera
esistenza diviene per lui un’unica Visione di Bellezza. L’uomo ha adorato
Dio, vedendo la bellezza del sole, della luna, delle stelle e dei pianeti;
ha adorato Dio nelle piante e negli animali; ha riconosciuto Dio nelle
stupende qualità dell’uomo; ed ha, con la sua perfetta visione di bellezza,
trovato la fonte della bellezza nell’Invisibile, da Cui tutto sgorga ed in
Cui tutto si fonde. Il Sufi, comprendendo tutto ciò, adora la bellezza in
tutti i suoi aspetti, e vede il volto dell’Amato in tutto ciò che è
visibile, e lo spirito dell’Amato nell’Invisibile. Così in qualsiasi luogo
posi lo sguardo, il suo ideale d’adorazione è di fronte a lui: “Ovunque io
posi lo sguardo, vedo il Tuo Volto vittorioso; ovunque vada, giungo alla Tua
dimora”.

9 – Vi è una sola Verità, la sincera conoscenza del nostro essere interiore
ed esteriore, che è l’essenza di tutta la Saggezza.

Hazerat Ali dice: “Conosci te stesso, e conoscerai Dio”. E’ dunque la
coscienza di sé che fiorisce nella conoscenza di Dio? La conoscenza di sé
risponde a domande quali: “Da dove vengo? Esistevo prima di diventare
cosciente della mia attuale esistenza sulla terra? Se esistevo, come che
cosa esistevo? Esistevo come un individuo come sono adesso o come una
moltitudine o come un insetto, un uccello, un animale, uno spirito, uno
djinn, o un angelo? Che cosa accade dopo la morte, il cambiamento cui ogni
essere umano è soggetto? Perché mi trattengo qui un momento? Quale scopo
devo raggiungere qui? Qual è il mio compito nella vita? In che cosa consiste
la mia felicità, e che cosa rende la mia vita miserabile?”Quelli, i cui
cuori sono stati accesi dalla luce dall’alto cominciano a ponderare su
queste domande, ma Coloro le cui anime sono già illuminate dalla conoscenza
del sé, le capiscono. Quelli che danno agli individui od alle moltitudini il
beneficio della loro conoscenza, fanno sì che anche gli uomini, i cui cuori
non sono ancora accesi e le cui anime non sono illuminate siano capaci di
camminare sul sentiero che porta alla Perfezione. E’ per questo che ai
popoli viene insegnato in varie lingue, in varie forme di culto, in vari
principi in diverse parti del mondo l’unica ed identica Verità nei suoi
diversi aspetti secondo i tempi e le epoche. I popoli, non comprendendo ciò
hanno deriso l’uno la fede dell’altro, condannando gli altri all’Inferno,
considerando la propria fede come l’unica vera fede. Il Sufi, riconoscendo
la conoscenza di sé come l’essenza di tutte le religioni, ha rintracciato in
ogni religione la stessa Verità, e le ha considerate tutte come una sola. Il
Sufi, comprendendo il sé, comprende, come fece Cristo, che: “Io ed il Padre
siamo uno”. La differenza tra la creatura ed il Creatore rimane sulle sue
labbra, non nel suo cuore. Questo è ciò che s’intende con unione con Dio. In
realtà si tratta del dissolvimento del falso sé, nella conoscenza del Vero
sé, che è divino, eterno ed onnipervadente. ” Colui che ottiene l’unione con
Dio, deve perdere il proprio sé” (Amir).

10 – Vi è una sola Via, l’annullamento del falso ego in quello reale, che
innalza il mortale all’Immortalità ed in cui risiede la Perfezione.

“Io trapassai dentro un nulla, svanii; ed ecco! Ero completamente vivo”.
Tutti coloro che hanno compreso il segreto della vita, capiscono che la vita
è una, ma che esiste in due aspetti,; il primo, come vita immortale,
onnipervadente e silenziosa, e secondariamente come vita mortale, attiva e
manifesta nella varietà. L’anima, appartenendo al primo aspetto, si sente
ingannata, indifesa, e prigioniera, quando sperimenta la vita in contatto
con la mente e col corpo, che appartengono al secondo aspetto. La
gratificazione dei desideri del corpo e delle fantasie della mente non
soddisfa lo scopo dell’anima, il cui scopo è indubbiamente l’esperienza dei
propri fenomeni nel visibile e nell’Invisibile, ma la cui tendenza è di
essere se stessa e null’altro. Quando la delusione le fa sentire di essere
indifesa, mortale e prigioniera, si sente fuori posto. Questa è la tragedia
della vita, che rende il forte ed il debole, il ricco ed il povero tutti
insoddisfatti, alla continua ricerca di qualcosa che non conoscono. Il Sufi,
comprendendo tutto ciò, sceglie la via dell’annullamento, e, attraverso la
guida di un Maestro sulla via, scopre, alla fine del viaggio che la
destinazione era lui stesso.”Ho vagato alla ricerca del mio sé. Io ero il
viaggiatore ed io sono la destinazione” (Ikbal).

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