… e l’ansia non c’è più. Rimedi floreali e alimenti nei disturbi dell’umore.

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… e l’ansia non c’è più. Rimedi floreali e alimenti nei disturbi dell’umore.

di Stefania Floreani, Deborah Pavanello – auraweb.it

Cibo ed essenze floreali sono due utili alleati quando l’equilibrio psico-fisico è diventato
precario. Gli alimenti, tanto quanto i fiori, sono un aiuto semplice che ci viene offerto dalla
natura e che ognuno può imparare a gestire autonomamente.

Come molti rimedi naturali anche questi lavorano in sinergia; del resto, lo stesso dottor Bach
(scopritore del potere curativo dei fiori) parlando delle sue essenze non le considerava un
ulteriore metodo di cura che potesse competere e scontrarsi con quelli già esistenti ed utilizzati
da altri terapeuti, ma pensava piuttosto che il suo contributo andasse oltre per raggiungere, in una
sana unione di intenti, il benessere del malato.

Quest’ultimo è considerato da Bach soprattutto e principalmente in quanto individuo e non in quanto
portatore di una patologia. Bach tenta in un certo senso di liberare la persona dalle definizioni e
dalle schematizzazioni, e di darle un ruolo attivo nella ricerca del proprio benessere.

L’azione dei Fiori di Bach è dovuta al fatto di essere un’energia viva ad altra frequenza. Esse
lavorano ad un livello sottile, vibrazionale, e sono in grado di intervenire sul campo magnetico
umano (che vibra anch’esso ad una propria frequenza) riequilibrandolo.

Il cibo, sebbene venga considerato meno eterico, possiede anch’esso una parte sottile. Questo è
confermato da molte tradizioni spirituali che da sempre hanno tenuto in grande considerazione la
capacità dei cibi di influenzare tanto in positivo quanto in negativo il comportamento dell’uomo, i
suoi pensieri, il suo umore e la sua spiritualità.

La scienza moderna ha in parte “tradotto” queste credenze affermando che i componenti degli alimenti
(aminoacidi, proteine, minerali, vitamine) sono in grado di modificare la biochimica del nostro
corpo, e del nostro cervello in particolare, influenzando il nostro atteggiamento psicologico ed
emotivo.

Date queste premesse si può ben dire che cibo ed essenze floreali possono essere utilizzati in caso
di disturbi dell’umore, in particolare quando si è soggetti ad un disturbo piuttosto diffuso nella
società contemporanea: l’ansia.

Potremmo tentare di dare una definizione di ansia considerandola la fusione di un’emozione
elementare come la paura e di una reazione che abbiamo imparato con il tempo, cioè l’anticipazione:
lo stato d’ansia si creerebbe quando nella nostra mente prefiguriamo quali saranno le conseguenze di
una determinata azione o pensiero.

Tra le essenze floreali utili per gestire questo squilibrio abbiamo scelto Impatiens (fiore della
pazienza e della calma interiore), Red Chestnut (fiore del distacco) e White Chestnut (fiore del
dominio mentale).

IMPATIENS

Il nome stesso di Impatiens indica la caratteristica dominante dello stato disarmonico della persona
che ne ha bisogno. Questa è infatti impaziente, iperattiva, irritabile e spesso vittima di un
nervosismo inarrestabile avvertito anche a livello fisico come tremore.

Lo stato bloccato di Impatiens impedisce di stare al passo con gli altri, poiché si deve per forza
accelerare per staccarsi da chi risulta troppo lento, ed infatti aspettare per questi soggetti è
insopportabile, una vera violenza.

Impatiens vive una tensione ansiosa costante, di cui però raramente è consapevole sebbene vi siano
evidenti ripercussioni anche sulle funzioni fisiologiche: non sono rari fenomeni di tachicardia,
aumento degli atti respiratori, spasmi digestivi, tensioni muscolari e crampi, intestino pigro
perché troppo contratto, ecc.

Il motivo fandamentale per cui il tipo Impatiens non riesce a rilassarsi e a liberarsi dall’ansia è
legato alla sua rigidità di fondo. Inoltre, non riuscendo ad adeguarsi al ritmo degli altri può
ritrovarsi isolato.

Assumere questa essenza floreale aiuta l’individuo a riequilibrare il suo atteggiamento e a
ridimensionare la sua ansia. Egli viene trasportato nel qui ed ora, impara la pazienza e si dà del
tempo, capisce che non è importante solo la velocità con la quale si realizzano le cose, ma anche il
come queste cose vengono realizzate.

La spinta interiore a correre si attenua, il vivere diventa più armonico e il contatto con se stessi
diventa finalmente tranquillo e profondo. Impatiens dona calma e serenità, permette di rispettare i
tempi altrui ed i nostri, aiuta a rallentare la mente, favorisce la concentrazione e l’osservazione
consapevole allargando il campo visivo che gli automatismi di origine ansiosa in genere restringono.

Mentre Impatiens quando è nello stato ansioso tende a isolarsi dagli altri, il tipo Red Chestnut
sviluppa ansia perché si preoccupa in modo eccessivo del prossimo.

RED CHESNUT

Quando è in uno stato armonico il soggetto Red Chestnut è molto altruista, forte e con una
grandissima carica umana. Egli è sinceramente in grado di preoccuparsi anche per persone che non
conosce e che non appartengono al suo ambito familiare perché ha un innato senso di carità.

Purtroppo nello stato bloccato è in costante ansia per gli altri, vive per loro, teme sempre il
peggio e arriva a trasformare le banalità in gravissimi incidenti. Può anche immedesimarsi così
tanto da alienarsi da se stesso focalizzando la sua attenzione unicamente verso l’esterno.

Poiché percepiscono un legame inscindibile con l’altro che procura loro tensione le persone Red
Chestnut fanno fatica a rilassarsi. Assumere questo rimedio floreale permettere di “tagliare il
cordone ombelicale” creando la propria indipendenza psicologica ed un maturo distacco, non in senso
egoistico, ma in quanto capacità di differenziazione.

Red Chestnut insegna a rispettare i limiti dell’altro ed i propri, allontanando quell’ansia
apprensiva che mina la serenità del percorso di vita personale e dissolve la paura. Infine, quando
l’ansia è dovuta all’incessante susseguirsi di pensieri che non conoscono sosta è necessario White
Chestnut.

In questo caso la persona si sente privata delle proprie energie ed allontanata dal presente perché
i suoi pensieri procedono in modo autonomo. Si verifica quindi uno scollamento tra pensiero e
azione, di conseguenza non si verificherà nulla di costruttivo ma si proveranno solo ansia e
stanchezza.

Questo stato disarmonico è caratterizzato da idee fisse e ripetitive. Il continuo rimuginare e
dialogare tra sé e sé porterà alla confusione mentale: passato e futuro si intrecceranno cancellando
il presente, la vita reale con conseguente ansia e agitazione.

WHITE CHESNUT

Assumere White Chestnut significa ritrovare la pace mentale, il riposo, la serenità. Significa
liberarsi dai pensieri ossessivi, avere idee più chiare e ordinate, tanto che i problemi verranno
risolti in modo naturale senza ansia.

L’individuo sarà più disponibile ad accogliere gli impulsi che vengono dal mondo esterno in modo
cosciente, ad orientarli per formulare delle decisioni che verranno messe in atto con facilità
perché lo scorrere dei pensieri sarà più fluido.

L’assunzione di questi fiori può essere accompagnata dall’introduzione o dalla soppressione nella
dieta di quegli alimenti responsabili di causare a livello organico, e soprattutto cerebrale,
reazioni ansiogene.

Con gli alimenti assumiamo elementi che nelle giuste quantità permettono di mantenere un equilibrio
biochimico all’interno dell’organismo, il che significa anche mantenere un umore stabile.

Se l’equilibrio biochimico viene alterato, a lungo andare possono insorgere stati ansiogeni ed anche
depressivi senza che si sommino quei fattori esterni (figli, lavoro, partner) a cui normalmente
diamo la colpa. Quando l’equilibrio biochimico è stabile anche le situazioni ansiogene e stressanti
comuni alla vita quotidiana vengono affrontante con maggiore facilità.

E’ possibile correggere l’equilibrio biochimico scegliendo con cura gli alimenti. Durante la
digestione questi verranno metabolizzati e i loro costituenti trasportati dal sangue giungeranno ai
vari organi e quindi anche al cervello dove aminoacidi, vitamine e minerali vengono utilizzati per
sintetizzare neurotrasmettitori.

I neurotrasmettitori sono i “messaggeri chimici” utilizzati dai neuroni per scambiarsi informazioni.
Essi regolano e modulano moltissimi aspetti della nostra esistenza dalla memoria all’appetito, dal
ritmo sonno-veglia all’istinto sessuale e naturalmente servono per regolare l’umore.

È ovvio che oltre al cervello anche gli altri apparati sono chiamati in causa per mantenere un buono
stato emotivo; se per esempio l’intestino non assimila bene i cibi o se gli zuccheri non vengono
gestiti in modo adeguato non possiamo pensare che il cervello possa supplire a queste funzioni.
Tuttavia il suo ruolo è essenziale. È possibile modificare e influenzare la concentrazione cerebrale
di neurotrasmettitori con un unico pasto, semplicemente scegliendo e abbinando i cibi in modo
corretto.

Per quanto concerne l’ansia va da sé che è bene diminuire l’assunzione delle cosiddette sostanze
psicoattive come alcool, tabacco e caffeina che distruggono molti nutrienti importanti o li
sottraggono al nostro organismo impedendo che vengano utilizzati per una corretta sintesi di
neurotrasmettitori.

Da un punto di vista nutrizionale si è riscontrato che i soggetti ansiosi presentano spesso un’alta
concentrazione di adrenalina mentre sono insufficienti alcune sostanze come calcio, vitamina E e
serotonina.

L’adrenalina è un mediatore chimico con funzione eccitatoria prodotta ad esempio quando dobbiamo far
fronte ad un pericolo. Se però, una volta terminato questo stimolo, la persona vive una pressione
costante, l’adrenalina continuerà a salire e aumenterà non solo l’ansia ma potrà insorgere un certo
nervosismo accompagnato da rabbia.

Non dobbiamo tuttavia pensare che l’adrenalina debba essere tenuta a livelli bassi, perché anche i
mediatori eccitatori svolgono importanti funzioni. Una concentrazione troppo bassa di questo
neurotrasmettitore causerebbe infatti disturbi della memoria e dell’apprendimento, sfaserebbe il
ritmo sonno-veglia e concorrerebbe addirittura all’insorgere di stati depressivi.

L’adreanlina è prodotta a partire dalla tirosina, un aminoacido che assumiamo con i cibi proteici. A
livelli alti di adrenalina nei soggetti ansiosi si associano solitamente quantità ridotte di calcio,
vitamina E e serotonina.

Il calcio è un minerale molto importante per il nostro organismo ed espleta, oltre ad altre numerose
funzioni (ben conosciute sono quelle relative al metabolismo osseo), un’azione sedativa. Quando è
carente possono instaurarsi con più facilità stati d’ansia e possono aumentare nervosismo ed
irritabilità. Il calcio è presente in buone quantità in molti alimenti, ma lo si trova soprattutto
nei prodotti caseari, negli ortaggi a foglia verde e nei legumi, piselli e fagioli in particolare.

La vitamina E, molto nota per il suo potere antiossidante grazie al quale aiuta le nostre cellule
(comprese quelle del cervello) a non invecchiare precocemente, ha anche un effetto calmante. Ne sono
buone fonti gli oli di semi spremuti a freddo, l’olio d’oliva e alcune verdure come il cavolo
cappuccio, i broccoli, gli spinaci e gli asparagi.

La serotonina, infine, è il principale neurotrasmettitore del “buon umore”. Quando è presente in
dosi sufficienti l’umore migliora, quando invece non lo è il nervosismo avanza e si può giungere
anche alla depressione.

I cibi che ne stimolano la produzione sono banane, ananas, prugne, pomodori e melanzane; tuttavia,
per aumentare la concentrazione di serotonina a livello cerebrale è anche possibile assumere
alimenti ricchi di triptofano (per esempio i cereali integrali) che il nostro organismo provvederà a
convertire in serotonina.

I soggetti ansiosi tendono a soffrire anche di ipoglicemia. Bassi livelli di zucchero nel sangue si
traducono in un disequilibrio a livello della biochimica del cervello che presenterà un’attività
elettrica non regolare. Questo può portare ad aggressività incontrollata e a stanchezza cronica.

Se per “tirarci su” assumiamo zuccheri raffinati questi entreranno in circolo molto rapidamente
dandoci una certa sensazione di benessere, ma altrettanto rapidamente verranno metabolizzati e il
livello di zuccheri tornerà ad essere basso. L’unico risultato sarà che il nostro organismo tornerà
ad uno stato di allarme e noi ci rivolgeremo nuovamente verso zuccheri raffinati, veloci, ma in
fondo inutili. In più è stato notato che a bassi livelli di zuccheri corrispondono bassi livelli di
serotonina.

Le sensazioni di nervosismo, spossatezza, depressione e ansia avranno dunque una doppia causa. E’
raccomandabile dunque introdurre nella dieta alimenti con basso indice glicemico o che cedono gli
zuccheri lentamente come i cereali integrali.

Nel caso descritto con Chestnut Bud siamo di fronte a persone costantemente in apprensione. È stato
riscontrato che in questi soggetti le concentrazioni di vitamina B3 sono sotto la norma.

Tutte le vitamine del gruppo B sono fondamentali per un buon funzionamento del cervello e molte
concorrono al buon umore, ma la B3 in particolare viene utilizzata dall’organismo per trasformare il
triptofano in serotonina. Se la vitamina B3 è insufficiente si prova paura anche per aspetti normali
della vita, si diventa apprensivi, sospettosi e addirittura insonni. La vitamina B3 aiuta il
rilassamento ed è leggermente ipnotica.

Un soggetto costantemente in ansia può aver bisogno di aumentare nella dieta l’apporto di altri
elementi: il magnesio, per esempio, un minerale importante per il sistema nervoso, la vitamina C,
che concorre a modulare la concentrazione di adrenalina e la vitamina B12, di cui sono naturalmente
ricchi cereali integrali e legumi.

ALIMENTI E FIORI DI BACH

Gli alimenti possono essere dei preziosi alleati nei disturbi ansiogeni tanto quanto i Fiori di
Bach, purché si abbia l’accortezza di combinarli adeguatamente e di sceglierli con cura. Non è
possibile pensare di utilizzare alimenti che non siano freschi, biologici e il più naturali
possibile, cioè che non abbiano subito troppe trasformazioni dall’industria conserviera.

Più ci serviamo di prodotti semplici e poco manipolati dall’uomo più riusciamo ad utilizzare il
potere curativo della Natura. I Fiori di Bach come gli alimenti possono essere scelti uno per uno e
associati per creare la sinergia di cui abbiamo bisogno.

Entrambi i rimedi curano l’individuo, non la sua patologia, lo rispettano nella sua individualità e
gli permettono di risolvere e comprendere quei disturbi dell’umore come l’ansia, stimolando anche la
ricerca e la crescita interiore.

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