Sintropia il Teorema dell’Amore

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Sintropia il Teorema dell’Amore

Di Ulisse Di Corpo

Nel 1942 Luigi Fantappiè, uno dei maggiori matematici italiani, dimostrava l’uguaglianza tra
sintropia e amore e tra vita è fenomeni sintropici. E’ importante ricordare che la sintropia è nata
dai lavori di Paul Dirac sulle anti-particelle e dalla scoperta della coesistenza di passato,
presente e futuro, scoperta che, per importanza, può essere paragonata alle altre grandi scoperte
contro-intuitive della scienza, ad esempio:

1. era intuitivo immaginare la Terra piatta, mentre era contro-intuitivo immaginarla rotonda;

2. era intuitivo immaginare il Sole che ruota attorno alla Terra, ma contro-intuitivo immaginare la
Terra che ruota attorno al Sole.

Oggi è intuitivo immaginare il tempo che scorre dal passato verso il futuro, ma contro-intuitivo
immaginare che passato, presente e futuro coesistono!

Studiando le equazioni di Paul Dirac, Fantappiè dimostrò che le cause collocate nel passato (cause
meccaniche) tendono verso la dissipazione, la disorganizzazione, il disordine, l’annullamento e la
morte (entropia), mentre le cause collocate nel futuro (attrattori) tendono verso l’aggregazione,
l’organizzazione, l’ordine, la concentrazione, l’armonia e la vita (sintropia).

Fantappiè giunse così alla dimostrazione che la legge della vita non è la legge delle forze
meccaniche, ma la legge dell’attrazione, cioè la legge della collaborazione per fini sempre più
elevati. In altre parole, la vita nasce dalla sintropia, dall’amore, per tendere verso l’amore.

Ma, allora, perché oggi osserviamo una realtà fatta di disordine, disarmonia e di morte? Fantappié
spiega la crisi contemporanea come conseguenza del metodo sperimentale che ha limitato la scienza
alle cause meccaniche, governate dal principio dell’entropia, e ha negato l’esistenza dei
sentimenti, dell’amore, delle emozioni, dei fini e della spiritualità. La scienza sperimentale, in
sostanza, ha spinto e sta spingendo la società verso la disgregazione e la morte.

Nel romanzo “Sintropia il Teorema dell’Amore”, parto dalla crisi contemporanea per introdurre
gradualmente il mondo della sintropia, il mondo dell’amore, dei vissuti emotivi, della voce del
cuore. Il romanzo si trasforma subito in un’avventura contro il tempo, che permette ai protagonisti
di scoprire e utilizzare le proprietà della sintropia per ricongiungere la voce del cuore alla
grande energia, al grande attrattore dell’amore. Un percorso ricco di scoperte a volte
contro-intuitive: la voce del cuore, il vegetarismo, il silenzio interiore, la meditazione, la
“navigazione sintropica”, la “terapia sintropica” e infine il ricongiungimento con l’amore che
risolve il conflitto tra l’essere e il non essere e dona significato all’esistenza.

FANTAPPIE’ DIMOSTRA L’UGUAGLIANZA TRA SINTROPIA E AMORE?

Fantappiè inizia le sue dimostrazioni dall’equazione relativistica energia/momento che stabilisce
l’eguaglianza tra energia, momento e materia:

e2 = p2 + m2

Come si vede tutti i termini sono al quadrato, ciò significa che risolvendo l’equazione si ottengo
sempre due soluzioni una positiva e una negativa, ad esempio:

-e = – v(p2 + m2)

e

+e = + v(p2 + m2)

Le radici quadrate hanno infatti sempre una soluzione positiva e una negativa: ciò conduce ad
affermare l’esistenza sia dell’energia positiva, che dell’energia negativa. Se inseriamo l’energia
negativa nella nota formula di Einstein e=mc2, otteniamo materia negativa. Einstein aveva dimostrato
che la materia positiva può tendere alla velocità della luce, ma non può raggiungerla; al contrario,
la materia negativa può muoversi solo ad una velocità maggiore di quella della luce, scorrendo, in
base agli assunti della relatività, dal futuro verso il passato.

All’inizio del secolo scorso si riteneva che la soluzione negativa che si muove dal futuro verso il
passato fosse inesistente, cioè un semplice scherzo della matematica. Per dimostrare l’inesistenza
delle soluzioni negative Dirac, nel 1928, sviluppò l’equazione energia/momento nella descrizione
dell’elettrone arrivando con sua grande sorpresa alla dimostrazione matematica dell’esistenza
dell’anti-elettrone, una particella speculare all’elettrone che si muove però dal futuro vero il
passato.

Nel 1932 Andersen, studiando i raggi cosmici, provò l’esistenza degli anti-elettroni ai quali fu
dato il nome di “positroni”; successivamente, Feynman dimostrò l’esistenza delle anti-particelle in
generale, arrivando così a ciò che Enrico Fermi chiamò il mare dell’antimateria; da una parte esiste
la materia, dall’altra esiste una realtà altrettanto importante che si muove dal futuro verso il
passato e che oggi conosciamo come antimateria.

La meccanica quantistica giunse, successivamente, alla dimostrazione che il fotone viene creato
dall’incontro di un elettrone e di un anti-elettrone, cioè dall’incontro di passato e futuro, o
meglio dall’interazione tra onde divergenti e onde convergenti. Nasce in questo modo la descrizione
di un universo simmetrico relativamente al verso del tempo: da una parte la materia che si muove dal
passato verso il futuro, dall’altra l’anti-materia che si muove dal futuro verso il passato.

Agli inizi del 1940 Luigi Fantappiè lavorando su queste equazioni della meccanica quantistica e
della relatività ristretta, scoprì che le onde ritardate (che divergono da una causa collocata nel
passato) sono governate dal principio dell’entropia, mentre le onde anticipate (che convergono verso
una causa collocata nel futuro – attrattore) sono governate da un principio simmetrico che Fantappiè
denominò Sintropia.

Le dimostrazioni di Fantappiè sono la naturale evoluzione delle scoperte avvenute in fisica
all’inizio del Novecento:

– Einstein aveva introdotto, nel 1905, la teoria della relatività ristretta, che comportava la
descrizione dell’universo sulla base di quattro dimensioni: le tre dimensioni dello spazio e la
quarta dimensione del tempo, aprendo in questo modo la strada a spiegazioni in cui passato, presente
e futuro coesistono;

– Dirac, nel 1928, aveva dimostrato l’esistenza del positrone come antiparticella dell’elettrone,
dando l’avvio a tutta una serie di studi sull’antimateria e sull’inversione della freccia del tempo.

– infine, la meccanica quantistica era arrivata a dimostrare che tutte le leggi della fisica sono
simmetriche rispetto al verso del tempo.

Fantappiè aggiunse a queste scoperte un elemento nuovo. Egli dimostrò, da una parte, che le onde
divergenti, le cui cause sono poste nel passato, corrispondono ai fenomeni chimici e fisici soggetti
al principio dell’entropia; dall’altra, che le onde convergenti, le cui cause sono poste nel futuro,
corrispondono ad una nuova categoria di fenomeni soggetti ad un principio simmetrico a quello
dell’entropia, principio che Fantappiè denominò sintropia.

Come è noto i fenomeni entropici mostrano la tendenza ad un livellamento generale, nel senso che
procedono dal differenziato verso l’omogeneo, dal complesso verso il semplice e con il passare del
tempo cresce sempre più l’omogeneità e l’uniformità del sistema, ossia l’entropia del sistema
stesso. Ovviamente anche i fenomeni sintropici hanno delle qualità distintive che furono
meticolosamente descritte da Fantappiè:

1. i fenomeni sintropici sono di tipo anti-dispersivo e attrattivo, perché l’intensità delle onde
convergenti, col passare del tempo, si concentra in spazi sempre più piccoli, con conseguente
concentrazione di materia ed energia;

2. nei fenomeni sintropici abbiamo uno scambio materiale ed energetico. Infatti, in questi fenomeni
si presenta un costante aumento di concentrazione materiale ed energetica. Tuttavia, siccome questa
concentrazione non può aumentare indefinitamente, si osservano fenomeni entropici che compensano
quelli sintropici e, di conseguenza, uno scambio di materia e di energia con l’ambiente esterno;

3. nei fenomeni sintropici l’entropia diminuisce. Infatti, l’”inversione della freccia del tempo”
porta a dedurre che nei fenomeni sintropici si debba osservare una diminuzione di entropia al
passare del tempo e un aumento della differenziazione;

4. i fenomeni sintropici sono generati da “cause finali”, attrattori, che assorbono le onde
convergenti. Queste “cause finali” sono strettamente connesse all’esistenza stessa del fenomeno, in
questo modo è possibile introdurre il concetto di un “finalismo scientifico”, dove la parola
finalismo è analoga a “causa finale”;

5. i fenomeni sintropici non sono riproducibili perché possiamo produrre soltanto fenomeni di tipo
entropico, corrispondenti alle onde divergenti (causa collocate nel passato);

6. i fenomeni sintropici possono essere influenzati solo indirettamente, cioè mediante la produzione
di opportuni fenomeni entropici che interagiscono con quelli sintropici. Infatti, in natura, i
fenomeni entropici e sintropici sono strettamente sovrapposti ed intrecciati.

Analizzando queste qualità dei sistemi sintropici Fantappiè collegò la sintropia ai sistemi viventi:
finalità, differenziazione, ordine e organizzazione, giungendo così alla formulazione della “Teoria
Unitaria del Mondo Fisico e Biologico” presentata il 30 ottobre del 1942 presso l’Accademia
d’Italia.

E’ importante, a questo punto, aprire una breve parentesi sugli attrattori. Nel 1963 il meteorologo
Edward Lorenz scoprì l’esistenza di sistemi caotici sensibili, in ogni punto del loro moto, a
piccole variazioni. Ad esempio, studiando al computer un semplice modello matematico dei fenomeni
metereologici, si accorse che con una piccola variazione delle condizioni iniziali si produceva uno
“stato caotico” che si amplificava e che rendeva impossibile ogni previsione.

Analizzando questo sistema che si comportava in modo così imprevedibile, Lorenz scoprì l’esistenza
di un attrattore che venne poi chiamato “attrattore caotico di Lorenz”: questo attrattore porta le
perturbazioni microscopiche ad essere enormemente amplificate e ad interferire con il comportamento
macroscopico del sistema. Lorenz stesso descrisse questa situazione con la celebre frase: “il
battito d’ali di una farfalla in Amazzonia può provocare un uragano negli Stati Uniti”. I lavori di
Lorenz segnarono la nascita della scienza del caos, dedicata allo studio degli attrattori.

Oggi, grazie alla geometria dei frattali, nata dai lavori di Mandelbrot negli anni ’70, sappiamo che
inserendo in un sistema geometrico degli attrattori si generano figure complesse e allo stesso tempo
ordinate. Nella geometria frattale un attrattore è un’operazione, una funzione, che se ripetuta
porta il risultato a tendere verso un limite irraggiungibile. Ad esempio, se si ripete la radice
quadrata di un numero superiore a zero (ma diverso da uno) il risultato tenderà ad uno (ma non lo
raggiungerà mai).

Il numero uno è quindi l’attrattore della radice quadrata. Allo stesso modo, se si continua ad
elevare al quadrato un numero superiore a zero il risultato tenderà ad infinito e se si continua ad
elevare al quadrato un numero inferiore a zero, il risultato tenderà a zero. Le figure frattali si
ottengono nel momento in cui in un’equazione si inseriscono uno o più attrattori.

La geometria frattale sta affascinando molti ricercatori a causa della similarità che alcune di
queste figure hanno con l’organizzazione dei sistemi viventi. Infatti, in natura moltissime
strutture richiamano la geometria frattale: il profilo delle foglie, lo sviluppo dei coralli, la
forma del cervello e le diramazioni dendritiche. Queste osservazioni hanno portato ad ipotizzare che
l’organizzazione e l’evoluzione dei sistemi viventi (tessuti, sistema nervoso, ecc.) possa essere
guidata da una serie di attrattori, in modo analogo a quanto avviene nella geometria frattale.

E’ interessante notare a questo punto che la NeuroQuantologia (la disciplina che studia
l’interazione tra neuroscienze e meccanica quantistica, vedi: www.neuroquantology.com) considera
oggi alla base del “libero arbitrio” proprio l’interazione tra cause provenienti dal passato e cause
provenienti dal futuro (attrattori). In ogni istante ci troviamo di fronte a biforcazioni generate
dall’incontro tra informazioni che provengono dal passato (onde divergenti, cause) e informazioni
che provengono dal futuro (onde convergenti, attrattori) e in ogni momento dobbiamo scegliere la
strada, quale biforcazione, seguire.

COME AVVERTIRE LE INFORMAZIONI CHE PROVENGONO DAL FUTURO

In merito è utile farci aiutare dalle parole di Fantappié:

“Vediamo ora, in conclusione, che cosa si può dire per la vita. Quello che distingue la vita dalla
non vita è dunque la presenza, negli esseri viventi, di questi fenomeni sintropici, finalistici,
come fenomeni tipici della vita. Ora come si considera essenza del mondo entropico, meccanico, il
principio di causalità, è naturale considerare essenza del mondo sintropico il principio di
finalità. Quindi l’essenza della vita è proprio in questo principio di finalità. Vivere, in
sostanza, significa tendere a fini. In particolare, nella vita umana, che aspetto prendono questi
fini?

Quando un uomo è attratto dal denaro, si dice che “ama” il denaro. L’attrazione verso un fine, per
noi uomini, è sentita come “amore”. Noi vediamo dunque che la legge fondamentale della vita umana è
questa: la legge dell’amore. Non sto facendo una predica sentimentale; io vi sto esponendo dei veri
e propri teoremi dedotti logicamente da premesse sicure, ma è certo meraviglioso e forse commovente
che, arrivati ad un certo punto, quelli che sono teoremi parlino anche al nostro cuore!”

Mentre le “cause collocate nel passato” possono essere conosciute grazie alla memoria e ai processi
razionali, le “cause collocate nel futuro” sono avvertite come sensazioni, emozioni: attrazione,
spinte, motivazioni. Le biforcazioni di cui si è accennato prima, si presentano perciò nella forma
di scelte costanti tra ciò che ci viene suggerito dalla testa (memoria) e ciò che avvertiamo nel
cuore. E’ interessante notare che quando seguiamo la strada della testa ci affidando al passato,
mentre quando seguiamo la strada del cuore ci affidiamo al futuro, all’ignoto.

Fantappiè arriva così ad affermare che oggi vediamo stampate nel gran libro della natura – che,
diceva Galilei, è scritto in caratteri matematici – le stesse leggi di amore che si ritrovano nei
testi sacri delle principali religioni.

“[…] la legge della vita non è dunque la legge dell’odio, la legge della forza, cioè delle cause
meccaniche, questa è la legge della non vita, è la legge della morte; la vera legge che domina la
vita è la legge dei fini, e cioè la legge della collaborazione per fini sempre più elevati. Per
l’essere umano vivere è, in sostanza, amare, ed è da osservare che questi nuovi risultati
scientifici possono avere grandi conseguenze su tutti i piani, in particolare anche sul piano
sociale, oggi tanto travagliato e confuso. […] La legge della vita è dunque legge d’amore e di
differenziazione, non va verso il livellamento, ma verso una diversificazione sempre più spinta.
Ogni essere vivente, modesto o illustre, ha i suoi compiti e i suoi fini che, nell’economia generale
dell’universo, sono sempre pregevoli, importanti, grandi.”

CONDIZIONI DI MANTENIMENTO: I BISOGNI MATERIALI, DI SIGNIFICATO E DI AMORE.

E’ interessante notare che questa descrizione della vita basata sull’interazione tra entropia e
sintropia porta ad ipotizzare alcune “condizioni di mantenimento”, ad esempio:

1. è esperienza comune che, per contrastare l’entropia che agisce sul corpo fisico, devono essere
soddisfatte una serie di condizioni “anti-entropiche” comunemente note come bisogni materiali: il
cibo, una casa, condizioni igieniche. Quando questi bisogni sono soddisfatti si sperimenta il
benessere materiale, mentre quando non sono soddisfatti si sperimenta il malessere materiale che,
nei casi più estremi, può portare alla morte, all’annullamento delle condizioni di mantenimento
della vita.

2. Abbiamo visto che le proprietà della sintropia sono convergenti, coesive, attrattive e unificanti
e che quando si parla di attrazione si utilizza il termine “amore”. Le condizioni di mantenimento
della sintropia, si manifestano perciò sottoforma di attrazione, coesione, di bisogno di amore. E’
esperienza diffusa che quando il bisogno di amore è soddisfatto si percepiscono nel torace, nel
cuore, nel plesso solare, vissuti di benessere e di calore, mentre quando è insoddisfatto si
percepiscono vissuti di malessere, freddo, vuoto e paura, comunemente denominati ansia, panico e
angoscia. Quando questi vissuti diventano estremi si osserva la morte. L’essere umano può quindi
morire non solo a causa della mancata soddisfazione dei bisogni materiali, ma anche a causa della
mancata soddisfazione del bisogno di amore.

3. l’interazione tra sintropia ed entropia porta ad un’ulteriore esigenza, nota come bisogno di
significato. Questo bisogno origina da due constatazioni incompatibili: da una parte sentiamo di
esistere, mentre dall’altra, confrontandoci con la realtà infinitamente grande, scopriamo di essere
un nulla. Essere un nulla è incompatibile con il sentimento di esistere: infatti se siamo un nulla
non ha senso la nostra esistenza e le strategie che mettiamo in atto per vivere; ma, poiché grazie
alla sintropia sentiamo di esistere, cerchiamo di trovare un motivo, un significato, che giustifichi
la nostra esistenza. Il conflitto tra il “sentimento di esistere” e la constatazione della nostra
nullità provoca un profondo consumo di energia che, se non risolto, porta alla paralisi e alla morte
dell’individuo. Questo conflitto è in genere chiamato conflitto d’identità e il vissuto di malessere
ad esso associato è noto come depressione. Anche in questo caso, l’essere umano può ammalarsi e
morire quando non riesce a rispondere al bisogno di significato.

E’ interessante notare che il bisogno di significato nasce dal conflitto d’identità, cioè
dall’antitesi tra l’essere e il non essere. E’ possibile rappresentare questo conflitto nel modo
seguente:

IO
————– = NULLA
UNIVERSO

espressione che si legge: “Io confrontato all’universo sono un nulla”. Il conflitto tra essere e non
essere si risolve quando:

IO X UNIVERSO
——————- = NULLA
UNIVERSO

“Io unito all’universo, confrontato con l’universo sono sempre io”.

Questa ultima espressione dimostra che:

1. L’amore dà significato alla vita. L’unione è una proprietà della sintropia, dell’amore: solo
unendoci all’universo, tramite l’amore, si soddisfa il bisogno di significato.

2. I bisogni di amore e di significato sono insiti l’uno nell’altro. Non si può parlare
separatamente di un bisogno di significato e di un bisogno di amore: in ogni istante è necessario
tener presente la loro interazione.

3. La soddisfazione stabile del bisogno materiale precede quella del bisogno di amore e di
significato. Quando le persone lottano per la sopravvivenza il bisogno di significato e di amore
sono appagati: lottare per la sopravvivenza è di per se stesso vitale, in grado perciò di fornire un
significato. Ma, quando il bisogno materiale è appagato, i bisogni di significato e di amore
riemergono insoddisfatti. Per questo motivo, oggi, nelle società in cui il benessere materiale è più
diffuso si osserva una crisi crescente fatta di livelli di depressione e di angoscia sempre più
intensi.

Oggi, la maggioranza delle persone ritiene che la sofferenza sia la condizione naturale dell’essere
umano, ma sviluppando le considerazioni appena esposte si giunge invece alla conclusione che la
crisi contemporanea è solo un momento evolutivo del percorso umano. Al di là della crisi si apre una
nuova era in cui ogni individuo sarà in grado di rispondere efficacemente ai propri bisogni,
sperimentando così uno stato costante di significato e di amore.

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