Scegliete di essere spiritualmente illuminati

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Scegliete di essere spiritualmente illuminati

di Roy Eugene Davis

Tratto da: “Verità Spirituali” settembre 2014 – N°9

Illuminazione: fornire conoscenza con saggezza.

L’illuminazione spirituale è la realizzazione conscia (esperienza con
accurata comprensione) della propria essenza immortale e immuta­bile
(vera natura) e realtà ultima.

Quando la tua intelligenza, confusa da informazioni conflit­tuali, è
resa stabile e inamovibile nella realizzazione dell’unità, al­lora ti
risveglierai all’infallibile conoscenza del Sé.

– Bhagavad Gita 2:53

Il proposito ultimo (il più elevato), del nostro soggiorno in questo
universo, è risvegliarsi da questo stato di consapevolezza simile a un
sogno e ristabilire la nostra coscienza alla sua originale e pura
interezza.

Anche se molte persone intellettualmente competenti sanno
intuitivamente che questo è vero, molte volte sono così
superficial­mente attirate dalla vita esterna, che raramente prendono
in con­siderazione il loro destino spirituale o desiderano realizzare
queste verità.

Non si dovrebbe pensare che l’illuminazione spirituale può essere
ottenuta solo da poche persone speciali, che si sono già dedicate alla
loro crescita spirituale da molti anni, o che hanno sviluppato alti
poteri intellettuali e possono dedicare molto tempo allo studio e alla
pratica meditativa, o che uno deve avere molto “buon karma”, e una
situazione planetaria favorevole o il supporto e l’incoraggiamento di
amici .

Sebbene alcune di queste condizioni possono essere di ai­uto, ciò di
cui abbiamo veramente bisogno è il sincero desiderio di diventare
pienamente coscienti, la volontà e l’abilità di imparare ciò che è
essenziale conoscere, e l’intenzione decisa di essere sag­giamente
autodisciplinato. In questo modo avviene una ordinata e progressiva
crescita emotiva e spiritual, la mente si purifica, la cons­apevolezza
si chiarisce, la coscienza sarà illuminata dalla radianza dell’essenza
del proprio essere, sarà svelata una perfetta conoscenza e la
liberazione da tutte le precedenti e restrittive condizioni sarà
permanente.

LE CONDIZIONI CHE OSCURANO LE PERCEZIONI DELLA NOSTRA VERA NATURA E
REALTA’ ULTIMA.

Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe
come è…infinita. -William Blake (1757- 1827)

Le percezioni possono essere deboli e poco chiare e se non percepiamo
qualcosa in modo accurato non possiamo conoscerla veramente o avere
delle idee realistiche circa la sua natura. Se ab­biamo percezioni
errate e idee che, però crediamo siano vere, allora siamo
nell’illusione.

Le persone non risvegliate spiritualmente non percepiscono chiaramente
l’essenza del loro essere e la Realtà ultima e sono in­clini ad avere
illusioni che possono credere siano reali.

Le nostre “porte” delle percezioni includono: la nostra
cons­apevolezza e i sensi, che forniscono informazioni al nostro
cervello e alla nostra mente, che a sua volta registra le nostre
impressioni; la facoltà dell’intelletto che esamina le informazioni e
discrimina, determinando cosa è vero; e l’intuizione che è la capacità
di sapere direttamente, indipendentemente dai sensi, dalla mente e
intelletto.

Quando l’ irrequietezza causa movimenti e cambiamenti a livello della
mente, la mente stessa diventa confusa, la consapev­olezza è oscurata
e frammentata, la concentrazione è difficoltosa e può prevalere un
falso ed erroneo senso dell’identità del Sé. E’ al-

lora difficile pensare razionalmente, usare intelligentemente le
abil­ità intellettuali e intuitive, o essere consapevoli della nostra
pura essenza.

I pensieri e sentimenti che sono influenzati dalla condizione umana e
dalle influenze ambientali, possono condizionare le attitu­dini
mentali, gli umori e il comportamento.

Se gli interessi personali, credenze e opinioni sono provin­ciali
(piccole o limitate) a causa di abitudini, preferenze, inclinazi­oni o
per disinteresse alla conoscenza, una persona potrebbe sceg­liere di
mantenere un tradizionale o materialistico modo di pensare, credenza o
comportamento. Se accade ciò, non è per mancanza della capacità di
conoscere o di far emergere quelle qualità innate neces­sarie per la
realizzazione del Sé, ma perché si permette alle attitudini mentali
condizionate, ai comportamenti, alle influenze ambientali,
inclinazioni, o alle dubbiose soddisfazioni superficiali di confinare
la nostra comprensione.

Mi sto riferendo a quelle persone che, al contrario, sono mentalmente
competenti e sufficientemente funzionali, no a bambi­ni che non
possono ancora comprendere le più alte realtà o a persone con
difficoltà di apprendimento, problemi neurologici, o disordini
psicologici.

Può essere utile conoscere la relazione che intercorre fra la nostra
pura essenza e la consapevolezza di mente, intelletto e ordi­nario
senso del sé.

Consapevolezza

riflette condizioni oggettive e soggettive alla mente e intelletto

osservatore-testimone immutabile

Mente – ESSENZA DI PURA COSCIENZA – Intelletto

pensante e serena gioiosa esistenza che discerne

Ego

Percezione errata della identità del sé

Siccome la nostra essenza (realtà duratura) è una unità indi-
vidualizzata della pura essenza della Realtà ultima, noi siamo
immu­tabili, sereni, gioiosi e conoscitori del Sé e di Dio. Solo la
superficie della nostra consapevolezza può essere temporaneamente
offuscata e frammentata o disorientata. Quando siamo emotivamente e
men­talmente calmi e il nostro intelletto è purificato, possiamo
vedere at­traverso e oltre un falso senso di identità del sé e
distaccare la nostra attenzione da esso.

L’identificazione dell’attenzione e consapevolezza con la nostra pura
essenza, può avvenire quando la nostra attenzione med­itativa è
ritirata dagli stati modificati della mente e consapevolezza o
potrebbe anche accadere in qualsiasi momento, quando vediamo la realtà
dal punto di vista della pura coscienza e allora, improvvisa­mente,
possiamo sapere cosa è vero circa noi stessi e la relazione con
l’Infinito.

E’ raccomandata la competenza nella vigilanza e meditazi­one
introspettiva. Può anche essere di aiuto per essere ricettivi alle
possibilità di “illuminazione improvvisa”.

Pratica giornaliera della meditazione supercosciente

Super: oltre, al di sopra, superiore, eccedente cosa è considerato
es­sere normale. Un quarto livello di coscienza trascendente il
conscio, subconscio e stato inconscio.

Ogni giorno medita più profondamente del giorno precedente. –
Paramhansa Yogananda 1893-1952

La meditazione introspettiva (guardare all’interno) è prati­cata al
meglio sedendosi regolarmente eretti in un posto quieto, dis­taccando
l’attenzione dalle circostanze oggettive e soggettive (men­tali ed
emotive) e contemplando (guardando con acuta aspettativa di scoprire)
cosa vogliamo conoscere o sperimentare.

Alcune persone hanno difficoltà a meditare perché non riescono a
mantenere una concentrazione stabile e la mente è spesso distratta da
molteplici pensieri, umori, fenomeni visivi, o sensazioni fisiche.

La pratica attenta e introspettiva della meditazione aumenta
considerevolmente l’abilità nella concentrazione e nella capacità di
esplorare vari stati di coscienza. E’ importante rimanere in uno stato
continuo di attenzione, vigilanza e intenzionalità, che deriva dal
sa­pere qual è il proposito della pratica della meditazione.

E’ anche importante bilanciare la meditazione giornaliera con attività
significative per evitare di diventare troppo introversi o
disinteressati nella vita ordinaria e in tutte quelle cose che sono
necessarie per il nostro e altrui benessere.

Quando siamo occupati nelle attività e relazioni ordinarie, è di
beneficio nutrire una costante consapevolezza del Sé e di Dio. E’
anche di beneficio a livello spirituale ricordarsi che la Realtà
ul­tima ha una assoluta (pura) essenza aldilà della relatività del
tempo e dello spazio e un aspetto espressivo che produce e mantiene
gli universi. Inoltre questa ultima Realtà deve necessariamente essere
costantemente consapevole di avere una trascendente e durevole
es­senza e forze cosmiche che si manifestano come le forme della
na­tura.

Siccome è “una”, la Realtà ultima è onnipresente, dove una persona è o
pensa di essere, quella Realtà è pienamente presente. Alcune persone
perspicaci possono dire, “Dove io sono, Dio è. Tutto quello che vedo,
gusto, ascolto, sento, e sperimento è Dio.”

Non sono necessari poteri eccezionali di chiaroveggenza per sapere che
l’unica Realtà (che molte persone riferiscono come Dio) esiste. Il
discernimento intellettuale e il buon senso può essere usato fino a
che emerge la realizzazione.

Siedi e pratica la meditazione introspettiva con ferma inten­zione.
Rimani vigile e attento. Se la meditazione fluisce facilmente,
lasciati andare, se invece necessiti di tecniche, usa quella che ti
calma la mente e focalizza l’attenzione e poi, distàccati anche dalla
tecnica e rimani consapevolmente in un profondo silenzio.

Pazientemente renditi conto dei cambiamenti sottili che avvengono,
come una pausa o il vuoto tra il fluire dei pensieri o un’inusuale
calma mentale ed emozionale e chiarezza di consapev­olezza. L’abilità
meditativa aumenterà sicuramente quando aderisci
a una routine giornaliera di pratica vigile.

Anche quando le percezioni meditative non sono eccezi­onali, le sedute
regolari di pratica fatte con piena attenzione sono un training
eccellente che migliorerà la tua pratica e le tue abilità di controllo
delle attitudini mentali ed emotive, inoltre troverai un aiuto a
resistere al sorgere delle varie pulsioni. La maestria del corpo
acquisita attraverso la seduta stabile e la ferma volontà a meditare
ti renderà capace di scegliere e controllare gli stati di coscienza.

Medita per essere supercosciente. Distacca la tua attenzione dalle
condizioni mondane, emozioni e pensieri. Sii consapevole del momento
presente. Aspira a sperimentare un cambiamento affinché dal pensiero o
contemplazione della tua pura essenza, tu possa real­mente diventare
essa. Se hai qualche pensiero mentre pratichi, fai in modo che siano
affermazioni del tipo: “ Sono pura coscienza” o “Sono una unità di
pura essenza della Realtà ultima”.

Evita di la tentazione di creare uno stato “spirituale” di co­scienza.
Sforzarsi di essere ciò che sei già è un comportamento des­tinato a
fallire, perché le azioni egocentriche non possono causare effetti
trascendenti.

Una vita olistica, la calma mentale ed emotiva, l’aspirazione
all’illuminazione spirituale, lo studio profondo delle realtà (più
alte) metafisiche, e la regolare meditazione supercosciente permettono
al risveglio spirituale di avvenire senza sforzo.

Gli stadi preliminari della meditazione supercosciente pos­sono essere
mischiati a pensieri vaganti, umori e fluttuazioni leg­gere
dell’attenzione, che se ignorati svaniscono. Quando uno stato di pura
coscienza è mantenuto, l’ eventuale emergere di conoscenza innata è il
risultato della spontanea rivelazione del Sé.

La pratica frequente della meditazione supercosciente con­tribuisce a
rendere il pensiero ordinato; indebolisce e neutralizza le turbolenti
influenze subconscie e le dipendenze; aumenta il potere intellettuale;
e fornisce opportunità di sperimentare raffinati stati di coscienza.

Se sussiste uno stato condizionato di coscienza anche se si sperimenta
la supercoscienza non bisogna pensare di avere la realiz­zazione
(esperienza) della pura essenza. Pura, senza qualsiasi carat-
teristica modificata, viene sperimentata come essere-esistenza.

Quando la realizzazione del Sé è completa e permanente non c’è la
possibilità di ritornare a un precedente stato di coscienza.
Quell’ultima estensione della realizzazione del Sé può, e dovreb­be
essere attuata durante il nostro attuale soggiorno sulla terra.
Dovremmo sapere che la nostra illuminazione spirituale non è solo per
il nostro benessere, ma anche per il benessere delle altre persone che
sono delle unità della coscienza collettiva.

Afferma con ferma intenzione:

Scelgo di essere completamente illuminato spiritualmente,
e dimostro costantemente questa mia intenzione
con azioni sagge ed efficaci.

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