Noi siamo quel che pensiamo di essere cap.6

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Noi siamo quel che pensiamo di essere

di Guido Da Todi

Le Chiavi Mistiche dello Yoga

Capitolo 6:
– “..NOI SIAMO QUEL CHE PENSIAMO DI ESSERE..” –

Anche questa verità profonda fa parte dell’Insegnamento di Gotamo, il
Buddha.

Il Metafisico Psicologo indica, nel concetto, una delle leve più potenti
alla ricerca della felicità e dell’equilibrio personali.

Nelle parole è intimamente contenuto anche il denso risultato delle moderne
scuole di medicina psicosomatica.

Già in precedenti articoli abbiamo evidenziato – seguendo le conoscenze
tradizionali – la fortissima priorità condizionante della mente umana.

Ma, vorremmo – a questo punto – inserire un’opportuna osservazione che
potrebbe essere di estremo aiuto allo studioso.

Lo sforzo entusiastico di mutare il proprio atteggiamento soggettivo,
sperimentando le indicate
dall’esoterismo illuminato, si svolge senza privilegi di luoghi e di
situazioni.

Non si tratta – come spesso si è portati a credere – di venire condizionati
da processi meditativi che seguano orari prestabiliti, ricerche di ambienti
adatti, o altro.

La globalità creativa dell’uomo non vuole dei suoi parziali atteggiamenti
di ricerca e di studio.

È l’intera giornata dello spiritualista che può e deve trasformarsi
nell’alambicco alchemico che gli permetta la trasformazione del suo io.

Sono gli attimi (molto più frequenti di quanto non si immagini) in cui la
sua mente viene utilizzata in azioni ripetitive ed automatiche,
che divengono preziose possibilità di utilizzo e di

sperimentazione interiore; sono le fasi di noia, di attesa, di inattività
le porte di accesso all’esercizio soggettivo.

È sbalorditiva la scoperta di quante possibilità si aprano allo
spiritualista non appena egli smette di affermare, a sé ed agli altri, che:

“…tutto ciò è molto bello ed affascinante.. Oh, se soltanto trovassi un pò
di per meditare!..”

Nella logica pratica degli insegnamenti arcani viene affermato che il
è tracciato dall’assieme dei nostri
impulsi interiori.

Ma, la mente dell’uomo medio è occupata a creare costantemente uno
sminuzzato assieme di frammenti di pensiero, a sbriciolare attorno a sé una
complessa gamma di emozioni istintive e disordinate tanto che potrebbe
venire paragonato ad un contadino che gratta con un bastoncino la terra,
invece di ararla con il deciso affondo ripetuto del suo lucido aratro.

Tuttavia, questo della media mente umana porta i suoi
risultati.

Intanto, un perdurare patologico del suo rifiuto ad agire ed a reagire con
il potere elettromagnetico che possiede..

L’uomo è costretto, dalla sua abitudine passiva alla non
creatività interiore, a subire la stratificazione costante di un peso
caratteriale e motivazionale che lo condiziona e lo condizionerà sempre di
più.

Egli è, oggi, come anchilosato in una realtà di fatto esistenziale e
personale, che gli continua a deformare ogni possibile ottica a vivere
meglio, a reagire comunque a quella triste condizione.

È uno stato di cose ben conosciuto da ogni psichiatra, psicologo, e dagli
illuminati osservatori metafisici.

Ben per questo la reazione che viene proposta all’individuo,
dall’equilibrato intervento esterno, è, di norma, quella di un graduale, ma
deciso atto, prolungato e costante nel tempo, adatto al recupero
dell’originale natura solare di ogni essere umano.

Di un atto che si estenderà all’intera giornata ed alla globale esperienza
di vita del soggetto. E non si limiterà alla risicata manciata di tempo di
una meditazione mattutina (spesso, essa medesima ghiotta giustificazione
subconscia ad isolazionismi individuali e ad una serie di illusioni di
natura ben identificata).

Quindi, consapevole di esistere, vivente ed energetico>, per le ragioni testé affrontate, l’uomo dovrà
cominciare a creare e mantenere all’interno di esso delle
di nuove immaginazioni, di nuovi pensieri, di decisi
reattivi psichici.

Basterà scegliere, con la dovuta calma illuminata, una prima
visualizzazione positiva. E il desiderio di libertà è già una
ardente>.

Si potrà cominciare, all’inizio – e senza esagerare in complesse,
nuove strutture mentali –
selezionando un paio di obiettivi da tenere sempre presenti in sé.

E sta ad ogni soggetto – se ha recuperato il senso di quanto stiamo
indicando – scegliere questi obiettivi.

Ad esempio, la “Tecnica del sorriso interiore” è uno di questi.

Egli potrà anche aiutarsi attingendo al buon senso insito in affermazioni
del genere:

“.. Di tutte le situazioni di cui ho avuto timore nel passato, quante di
esse mi hanno arrecato effettivamente il danno che mi aspettavo, con quella
logorante ansia?..”

Ci si renderà conto che, di certo, appena l’uno per cento delle nostre
immaginazioni e delle nostre paure sono giustificate.. E che esse dipendono
solo da uno strato di incertezze motivazionali di antica data e profonda
radice soggettiva.

Si tratta di una scelta. Vivere da prigionieri di noi stessi, oppure
iniziare a
noi”

Questa è la scelta che hanno fatto in passato gli Uomini Liberi di
oggi. “..Noi siamo quel che pensiamo di essere..”

(Guido Da Todi)

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