Meditazione di Swami Bhavyananda

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Meditazione di Swami Bhavyananda

MEDITAZIONE

di Swami Bhavyananda

(Conversazione introduttiva)

Ci troviamo qui riuniti per capire sempre meglio la nostra divina
missione:

il “Regno di Dio” in noi. Siamo qui per sperimentare questa Realtà. La
nostra coscienza è sul piano dei sensi: vogliamo elevarla al piano divino.
Noi cerchiamo di conoscere, di avvicinarci di più al nostro ideale. Noi
tutti possiamo avere diversi concetti ed approcci alla Realtà, ma questa
Verità è unica. Limitati come siamo, tendiamo a vedere Dio da una
prospettiva umana. L’Unico Universale può essere considerato da cento
angoli diversi. Sono tutte vedute parziali, ma vere. Quando Lo
raggiungeremo avremo una visione piena. Fino a quel momento, è più che
giusto attenerci a ciò che possiamo capire, sforzandoci di procedere
onestamente. Dio è il centro. Noi tutti tendiamo verso di Lui come i raggi
di una ruota convergono verso il mozzo.

Fa piacere incontrare persone che hanno le nostre stesse idee, ed è un
privilegio trovarsi in una compagnia spirituale. È per grazia di Dio che
possiamo incontrarci qui, scambiarci le nostre esperienze spirituali e
meditare insieme. Quando le persone si riuniscono per pregare e meditare,
invocano la presenza di Dio. Nei prossimi giorni ci ritroveremo qui
insieme, riuniti. Comunichiamoci gli uni agli altri l’amore di Dio,
scambiamoci compassione e gentilezza, e cerchiamo di meritare la Sua
grazia. Questa partecipazione sarà il nostro sacrificio meritorio.
Servendo benevolmente gli altri, serviamo Dio stesso.

Sono sicuro che tutti voi praticate la meditazione e la preghiera,
ciascuno secondo il proprio metodo. Mi permetto di fare alcune osservazioni
generali su questo argomento. Il silenzio, interiore ed esteriore, è
importantissimo. È nel silenzio che dobbiamo contemplare sempre di più la
Realtà: Dio dentro di noi. Gesù ha detto che il regno di Dio è dentro di
noi. Dobbiamo sederci e imparare a rilassarci, sia nel corpo sia nella
mente. Dobbiamo sederci in una posizione comoda, nella quale possiamo
restare per un certo tempo ininterrottamente. Non troppo comoda, tuttavia,
per non farci addormentare. Se siete già abituati alla “posizione del
loto”, tanto meglio. Tenete il capo, il collo e la schiena ben eretti.
Posate le mani sulle ginocchia, oppure unitele sulla fronte. Rilassatevi.
Respirate dolcemente, con regolarità e naturalezza. Fate alcune
inspirazioni profonde: il pranayama aiuta ad adeguare il corpo al ritmo
naturale.

RILASSAMENTO

Cominciando dalla testa: all’interno e all’esterno. Rilassate tutti i
muscoli: delle tempie, delle guance; i muscoli intorno alla bocca, al naso
e agli orecchi; del collo, delle spalle e della schiena, della colonna
vertebrale e del petto. Rilassate gli organi interni, quindi i muscoli
delle membra. Sentite il riposante flusso del prana (vita) diffondersi
dolcemente in tutte le parti del corpo.

RESPIRAZIONE

Respirate dolcemente e con regolarità. Sentitevi in pace e in riposo
dentro di voi ed anche col vasto cosmo intorno a voi. Quest’identità, anche
se
all’inizio può essere semplice immaginazione, a poco a poco cominceremo a
provarla davvero. Con ogni respiro, sentirete la pace e l’armonia scorrere
in voi dalla Realtà universale. Sentirete il suo flusso su tutto il corpo.
Sentirete il suo flusso dentro ogni cellula. La calma deve saturare ogni
cellula viva, rinfrescando e rinvigorendo. A questo punto sentiremo che
ogni stanchezza è sparita, ci sentiremo liberi da ogni debolezza e
tensione. Vi sentirete leggeri e pieni d’energia. Sarete ricolmi di pace e
di gioia. Lasciatevi colmare di fresca energia e di benessere.

DITE A VOI STESSI

che tutte queste tensioni sono sparite. Vi sentite leggeri e pieni
d’energia. Siete colmi di pace e di gioia. Lasciatevi colmare di fresca
energia e di benessere.

MEDITATE

sull’eterna Realtà dentro di voi. Essa pervade tutto. Piena di beatitudine
e di gioia. Piena di saggezza e di coscienza. Dio è il centro del nostro
essere.

DOV’È DIO?

Dio non è semplicemente un Essere extra-cosmico. Egli è molto vicino e
prossimo a noi. A causa della nostra ignoranza abbiamo l’impressione che
Egli sia remoto ed inaccessibile. Ci sembra nascosto. Ma quando nel nostro
cuore meditiamo su di Lui, scopriamo che ci è molto vicino. Egli si è già
manifestato. Desidera fortemente rivelarsi, a condizione che Lo cerchiamo.
“Cercate e troverete. Bussate e vi sarà aperto. Chi cerca, trova”. La
questione sta tutta nel cercarLo seriamente. Se Lo trovo dentro di me,
dopo Lo vedrò dappertutto. “Cercate prima di tutto il Regno di Dio ed il
resto
vi sarà dato in sovrappiù” È esattamente ciò che cerchiamo di fare nella
meditazione. Non Io, ma Tu. Tutto ciò che si riferisce al corpo ed alla
mente, noi cerchiamo di dimenticarlo, per comunicare con Lui, che è dentro
di noi.

Nelle Scritture Vedantiche (solo in quelle Orientali, però) c’è una sacra
formula: “Aham Brahmasmi”. “Io sono Brahma”. Essa ha due significati. Il
primo è: Io non ci sono per nulla. Tu solo esisti. Questo approccio
diretto è un’ascesa ripidissima, carica di molti pericoli.

L’altro è: “Sono Suo”. Noi siamo esseri manifesti: abbiamo un corpo e una
mente. Limitati in cento modi: troppo egoisti e privi d’umiltà. È bene
stabilire con Lui una relazione di tipo umano. Padrone e servitore;
governante e governato; e persino genitore e figlio; amante ed amato.
Possiamo creare questa relazione secondo la nostra natura. Sri Ramakrishna
usava dire: “Lasciatevi condurre per mano da Dio e non avrete nulla da
temere. Ma se pretendete d’essere voi a condurre Lui, potreste perdere la
presa e cadere”. I normali sentimenti umani possono essere tranquillamente
diretti verso Dio con nostro grande vantaggio spirituale. Se riponiamo la
nostra fiducia in Lui, Egli sa che cosa è meglio per noi (la fede di Sri
Ramakrishna nella Madre divina). Dobbiamo anche essere molto attenti a
comprendere ciò che Dio fa per noi. Qualsiasi cosa può non accadere come
la vorremmo noi (che siamo egoisti). Non ho alcun dubbio che, qualunque
cosa
accada, è per il nostro bene. Spesso non ce ne rendiamo conto con
immediatezza. Più tardi avremo la sensazione che “sarebbe stato uguale
anche se fosse andata male”.

Con fede assoluta dobbiamo fare ciò che possiamo. Fare ciò che è
necessario per ben meritare, ma non con mentalità calcolatrice.
Preoccupatevi di aver
fatto bene la vostra parte. Dopo, quando verrà il Suo turno, Egli non
sbaglierà mai il colpo. La meditazione è un metodo per tenermi aperto;
pronto a ricevere: quando sarà il momento, Egli verrà. Io mi tengo
vigilante. Quando vorrà, apparirà.

Orientiamo la nostra mente verso di Lui. Conserviamola pura e retta.
Faremo questo nelle ore di meditazione, nei momenti di lavoro, durante le
normali
attività, nei momenti di devozione e di preghiera. Sapremo anche
distinguere e comprendere che cosa è meglio per noi.

Più siamo puri ed attenti, più Egli ci è vicino. Più ci fissiamo su di
Lui, più la mente diventa pura, trasparente, tranquilla e soffusa di
Divino.
Dio ” diventa parte della nostra vita. Solo in questo consistono la pace e
la
benedizione. Questo è il fine della vita umana.

O Signore, guidaci
dall’irreale al Reale
dalle tenebre alla Luce
dalla morte all’Immortalità.

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(Seguito della conversazione introduttiva)

La meditazione consiste nel riconoscere ed accettare quella Realtà che noi
siamo realmente; nel liberarsi da quella lunga malattia che sono le
illusioni dell’io.

Il sole splende durante il giorno, la luna durante la notte. Il guerriero
splende nella sua armatura, il pensatore splende nella sua meditazione; ma
il più splendente di tutti è il Buddha, il Solo Risvegliato” (Buddha).

PUNTI DA TENERE BENE IN MENTE

1. Dopo avere letto ed ascoltato tutto il necessario sulla meditazione,
bisogna sforzarsi di sviluppare un metodo adatto che risponda alle
esigenze di ciascuno.

2. Occorre molto tempo per ottenere anche il minimo successo, a volte si
impiega un’intera vita. All’inizio è necessario uno sforzo. Bisogna
continuare finché non diventa naturale. “Esercizio, pazienza e
perseveranza” (Swami Vivekananda)

3. Regolarità nelle meditazioni. Durata proporzionata alle esigenze
personali. Un posto stabilito (possibilmente un tempio) per la
meditazione. Incenso. Uso di una veste particolare… tutto ciò contribuisce
a creare
un’atmosfera.

4. Durata della “seduta”. Incominciare con un minimo di 15-30 minuti.

5. Usare simboli. Anche questo è un aiuto. E utile scegliersi un ideale da
tenere presente.

6. Come riempite il vostro tempo di meditazione?

7. Pratica della concentrazione.

8. Uso di un mantra. Che cos’è un mantra? Dio è amore; il Signore è la mia
luce; O Signore, fammi strumento della Tua pace. Concentrarsi sul
significato o la forma dell’ideale prescelto.

9. Posizione comoda. Respirazione – Pranayama.

10. Pratica del Japa: ripetizione di un nome sacro.

11. In che modo possiamo capire che le nostre esperienze non sono
illusione o autoipnosi? Giudichiamo la nostra meditazione. Concorda con
quella che è
la tradizione? È in contraddizione con la conoscenza scientifica? La
conoscenza spirituale non è in contraddizione con nessuna delle due.

12. Ve ne renderete conto dai frutti. Il budino si giudica mangiandolo.
Che ” effetto ha la meditazione sulla vostra vita quotidiana? Pace
interiore,
miglioramento nei rapporti con gli altri, responsabilità sociale? Sei ben
integrato, felice e rilassato? Sei più riflessivo? L'”Io” e il “Mio” sono
meno forti? Sei diventato più generoso, più propenso a lasciar perdere?
Vivi in pace ed armonia? Ispiri la stessa cosa agli altri? Riesci ad
affrontare le difficoltà della vita con un sorriso? Sai essere calmo
davanti a una provocazione? Noi non possiamo eliminare i mali del mondo.
Riesci ad avere compassione e a fare ciò che puoi per contribuire a
mantenere la pace?

13. Se l’esperienza è reale, lo capirai proprio da questo.

14. La conseguenza della pratica della meditazione sulla vita sarà la pace
della mente. Si sente la potenza dello spirito. Esso dà forza
approfondendo, nobilitando e ampliando i nostri orizzonti. Esso riempie la
nostra vita di gioia di comunicare col nostro Reale Io: Sat-chit-ananda.

(Swami Bhavyananda)

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