La trasmigrazione degli atomi vitali

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La trasmigrazione degli atomi vitali

(di H. P. Blavatsky)
a cura di Giuseppe Luigi Pagliaro

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Articolo tratto da “H.P.B. Collected Writings Vol. V”, edito dalla “The
Theosophical Publishing House”[1]

N.D.K. a H P. BLAVATSKY

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Nella vostra interessante nota sull’articolo di Oxley (Hiérosophie et
Théosophie)[2] affermate che, “per tremila anni almeno, la “mummia”,
nonostante le preparazioni chimiche, continua a rigettare, fino alla fine,
degli atomi invisibili che, dal momento della morte, reintegrano le diverse
correnti dell’essere, e passano “attraverso a tutte le vane forme della vita
organizzata”. Si tratta qui degli atomi vitali dello Jiva, il secondo
principio[3], ma non dell’anima, il quinto principio[4], molto meno ancora
del sesto principio [5].

Alla fine dei 3.000 anni, talvolta di più, talvolta di meno, tutti questi
atomi sono di nuovo riuniti, dopo essere passati attraverso innumerevoli
trasmigrazioni, ed essi costituiscono il nuovo involucro esteriore; o il
corpo della stessa monade (l’anima reale) che ne era già stata rivestita due
o tremila anni prima. Anche nella peggiore delle ipotesi, quando il
principio personale cosciente è annientato, la monade o l’anima individuale
resta sempre la stessa, come restano identici gli atomi dei principi
inferiori che, rigenerati e rinnovati in questa corrente incessante dell’
essere, sono riuniti magneticamente a causa della loro affinità e si
reincarnano insieme una volta ancora”.

Questo breve passo è un nuovo frammento d’insegnamento occulto offerto al
pubblico, ed apre nuovi immensi orizzonti al pensiero. Suggerisce in primo
luogo che la dottrina exoterica della trasmigrazione dell’anima attraverso
le forme inferiori di esistenza, alla quale credono tanti Indù, benché
errata per ciò che concerne l’anima (il quinto principio), ha nondimeno un
fondo di verità quando si riferisce ai principi inferiori.

Voi dite, da una parte, che la mummia continua a rigettare degli atomi
invisibili che passano attraverso a tutte le varietà di forme di vita
organizzata, e, d’altra parte, affermate che sono gli atomi vitali dello
Jiva, il secondo principio, che passano attraverso queste trasmigrazioni.

Secondo il primo “Frammento Occulto”, lo Jiva “è una forma indistruttibile
della forza, e, quando è separata da un gruppo di atomi, è immediatamente
attirato da altri gruppi”.

Che cosa significano allora questi atomi vitali e le loro eterne
trasmigrazioni?

Gli atomi invisibili della mummia sono questi atomi impercettibili del corpo
fisico che si disgrega, e gli atomi vitali dello Jiva sono interamente
distinti dagli atomi della mummia? Le vostre parole vogliono significare che
gli atomi invisibili del corpo fisico come pure quelli di Jiva, dopo essere
passati attraverso diverse forme di vita, riformano il corpo fisico e lo
Jiva dell’entità che arriva alla fine del suo stato devachanico e che è
pronta a reincarnarsi?

Voi insegnate inoltre che, anche nella peggiore delle ipotesi (quando l’Ego
personale è annientato), gli atomi dei principi inferiori sono identici a
quelli dell’incarnazione precedente. Il termine “principi inferiori” include
qui il “Kama Rupa”[6] , o comprende unicamente la triade inferiore del
corpo, dello Jiva e del Linga Sarira[7]? Sembra evidente, in questo caso
particolare, che il Kama Rupa possa essere incluso, poiché quando l’anima
personale è annientata il Kama Rupa passa nell’ottava sfera. Si presenta qui
ancora un altro quesito.

Il quarto principio (Kama Rupa) ,e la parte inferiore del quinto (Manas) che
non è potuto essere assimilato dal sesto (Buddhi), errano sotto forma di
gusci e si disperdono a tempo debito negli elementi che li costituiscono.
Gli atomi di questi principi si riuniscono anche loro, dopo essere passati
attraverso diverse trasmigrazioni, per ricostituire il quarto principio e la
parte inferiore del quinto, nelle seguenti incarnazioni?

Sono convinto che alcune spiegazioni da parte vostra dissiperanno molti
dubbi, e ci forniranno dei chiarimenti riguardo ad un punto rimasto fino ad
ora oscuro e insondabile.

NOTE DELLA REDAZIONE[8]

Per cominciare, vorremmo attirare l’attenzione del nostro corrispondente
sull’ultima frase della nota in fondo alla pagina che egli studia: “Tale è
la vera teoria occulta degli Egiziani” – la parola “vera” volendo qui
affermare che si tratta della dottrina alla quale essi credevano realmente,
per distinguerla dalle teorie che certi Orientalisti attribuiscono loro, e
che Oxley segnala, come anche dalla dottrina insegnata attualmente dagli
occultisti moderni. Questo non vuol dire che, al di fuori delle verità
occulte che erano conosciute dai grandi Ierofanti e da loro rivelate durante
l’iniziazione finale, noi dovremmo accettare tutto ciò che gli egiziani o
altri possono aver considerato come vero. I sacerdoti di Iside erano i soli
veri iniziati ed i loro insegnamenti occulti rimanevano ancora più velati di
quelli dei Caldei.

C’era la vera dottrina degli Ierofanti del Tempio Interiore; poi, gli
insegnamenti ieratici semi velati del Sacerdote del Tempio esteriore, e,
finalmente, la religione popolare della grande massa ignorante alla quale si
permetteva di venerare gli animali come esseri divini.

Come correttamente dimostra Sir Gardner Wilkinson, i Sacerdoti iniziati
insegnavano che: “la dissoluzione è la sola causa della riproduzione.”
niente perisce di quello che è esistito, ma le cose che appaiono per
scomparire in seguito non fanno che cambiare di natura e passano in un’altra
forma”. Nel caso di cui ci occupiamo, tuttavia, la dottrina egiziana degli
atomi concorda con i nostri insegnamenti occulti. La giusta critica del
nostro diligente fratello che, d’altronde abbastanza naturalmente, prende la
frase “gli atomi vitali di Jiva” nel senso letterale, ci ricorda più che mai
questo fatto così importante: che non si può mai avere attenzione
sufficiente per esprimere chiaramente delle idee nuove quando si tratta di
argomenti metafisici. Scrivendo la frase in questione, non si pensò un solo
istante che questa idea potesse essere “un frammento nuovo” ed è perciò che
il suo carattere incompleto diede luogo ad una falsa interpretazione. Senza
alcun dubbia Jiva o Prana è completamente distinto dagli atomi che anima.
Questi ultimi appartengono alba stato più basso e più grossolano della
materia, quello che è condizionato dal punto di vista oggettivo; il primo –
Jiva o Prana – appartiene invece al suo stato più alto, quello che il non
iniziato, ignorandone la natura, chiamerebbe il “finito dal punto di vista
oggettivo”, ma che noi ci permettiamo di chiamare “l’Eterno dal punto di
vista soggettivo” per evitare ogni futura incomprensione, sebbene sia, nello
stesso tempo e in un certo senso, l’esistenza sub-esistente, per quanto
paradossale e poco scientifico possa apparire il termine[9].

La vita, dice l’occultista, è l’energia eterna increata, e solo lei
rappresenta nell’universo infinito ciò che i fisici si sono accordati di
chiamare il principio o la legge di continuità, benché lo applichino
soltanto allo sviluppo illimitato del condizionato. Ma poiché la scienza
moderna ammette, per bocca dei suoi più eruditi professori, che “l’energia
ha tanto diritto di essere considerata come una realtà obiettiva quanto la
materia stessa”[10], e poiché la vita, secondo la dottrina occulta, è l’
energia una che agisce, simile o Proteo, sotto le forme più diverse, gli
occultisti hanno un certo diritto di esprimersi in tal modo. La vita è
sempre presente nell’atomo o nella materia, allo stato organico o
inorganico, condizionato o incondizionato, differenza che gli occultisti non
accettano.

La loro dottrina insegna che la vita è proprio presente tanto nella materia
inorganica quanto nell’organica, quando l’energia vitale è attiva nell’
atomo, questi è organico, quando è addormentata o latente, l’atomo è
inorganico. Così l’espressione “atomi vitali” benché possa, in un certo
senso, indurre il lettore in errore, non è tuttavia scorretta, poiché gli
occultisti non riconoscono niente di inorganico nella natura e non ammettono
che esistano degli “atomi morti”, qualunque sia il senso che la scienza
possa accordare a questa aggettivo.

La pretesa legge della biogenesi risulta dall’ignoranza dell’uomo di scienza
riguardo alla fisica occulta. La si è ammessa, perché fino ad ora l’uomo di
scienza non ha ancora trovato il mezzo di svegliare all’attività la vita
latente di ciò che egli chiama un atomo inorganico, di qui, l’idea falsa che
un essere vivente non può essere prodotto che da un altro essere vivente,
come se, nella Natura, potesse esistere della materia morta! In questa caso,
e per restare nella logica, si dovrebbe classificare la mula nella materia
inorganica, poiché è incapace di produrre e generare la vita.

Ci soffermiamo così a lungo su quanto precede per rispondere in anticipo ad
ogni futura obiezione riguardante l’idea che una mummia, risalente a
parecchie migliaia di anni, possa ancora rigettare degli atomi. Tuttavia, la
frase sarebbe potuta essere espressa più chiaramente se si fosse detto: gli
atomi “animati dallo Jiva o dall’energia vitale latente”, invece di “gli
atomi vitali di Jiva”. D’altra parte, la frase citata dal nostro
corrispondente, e inserita nel Frammento n. 1, sarebbe potuto essere
espressa più esplicitamente, se non più chiaramente. Lo “Jiva”, o il
principio vitale che anima l’uomo, la bestia, la pianta o anche il minerale,
è, senza dubbio, “una forma indistruttibile della forza” poiché questa forza
è la vita una, a l’anima mundi, l’anima vivente universale, e i diversi modi
sotto ai quali l’universo oggettivo ci appare nei suoi aggregati atomici
conosciuti come minerali, piante, animali, ecc., non sono che le differenti
forme o i differenti stati sotto ai quali questa forza si manifesta. Se essa
diventasse per 1a durata di un solo istante, non diremo assente, poiché
questo è impossibile dato che è onnipresente, ma inattiva, diciamo in una
pietra, le particelle di quest’ultima perderebbero istantaneamente la loro
proprietà di coesione e si disgregherebbero subito, benché la forza
sussisterebbe in ciascuna delle particelle ma passerebbe alla stato latente.
Così, il seguito della frase, che dice che quando questa forza
indistruttibile si separa da un gruppo di atomi è immediatamente attirata da
altri, non implica che essa abbandoni completamente il primo gruppo, ma che
trasferisce la sua Vis viva o potere vivente, l’energia del movimento, ad un
altro gruppo. Non ne consegue che, poiché questa forza si manifesta nel
nuovo gruppo sotto forma di energia cinetica, il primo gruppo ne rimane
completamente sprovvisto, poiché essa vi si trova ancora, come energia
potenziale o vita latente.[11]

In occultismo questa è una verità cardinale e fondamentale, dalla quale
dipende, se la si comprende perfettamente, la produzione di tutti i
fenomeni. A meno di ammettere questo punto, dobbiamo rigettare tutte le
altre verità dell’occultismo. Così, ecco semplicemente cosa significa “la
trasmigrazione incessante degli atomi vitali”. Noi consideriamo come “atomi
vitali” e chiamiamo con questo nome, nella nostra terminologia occulta,
quelli che sono animati dall’energia cinetica, mentre chiamiamo “atomi
latenti” quelli che per il momento restano passivi e non contengono che una
energia potenziale invisibile, tuttavia, consideriamo queste due forme di
energia come prodotte da una sola e stessa forza a vita.

Reclamiamo l’indulgenza dei nostri lettori, non siamo né uomini di scienza,
né sapienti inglesi. Forzati dalle circostanze a dare il poco che sappiamo,
facciamo del nostro meglio per spiegare questi argomenti. Ignorando le leggi
di Newton, pretendiamo di conoscere unicamente alcune Leggi occulte del
movimento. Ed ora, veniamo alla dottrina della Metempsicosi.

Essa ha un fondo di verità e, infatti, è lei stessa una verità assiomatica,
ma unicamente in ciò che concerne gli atomi e le emanazioni umane, e questo
non solo dopo la morte dell’uomo, bensì durante tutta la sua vita.

Il senso esoterico delle Leggi di Manu (Sec. XII, 3, e XII, 54 e 55) nei
versetti che dicono che “ogni atto, mentale, verbale o corporale, porta dei
buoni o del cattivi frutti (Karma), le diverse trasmigrazioni degli uomini
(non delle anime) negli stati superiori, mediani o inferiori sono prodotte
dalle loro azioni”, ed anche che “un uccisore di Brahman entra nel corpo di
un cane, di un orso, di un asino, di un cammello, di un montone, di un
uccello, ecc.”, non si applica all’Ego umano, ma solo agli atomi del sua
corpo, della triade inferiore e delle sue emanazioni fluidiche.

Liberi i Brahmini di snaturare, a loro vantaggio, il vero senso di questa
legge, ma le parole sopra citate non hanno mai significato l’interpretazione
che venne data loro in seguito. I Brahmini le applicarono egoisticamente a
se stessi, mentre, con “Brahman”, è il settimo principio dell’uomo, la sua
monade immortale più l’essenza dell’Ego personale, che erano allegoricamente
rappresentate. Colui che uccide o spegne in sé la luce di Parabrahm, vale a
dire colui che separa il suo Ego personale dall’Atman e distrugge così il
Devachani futuro, diventa un “uccisore di Brahman”. Invece di facilitare l’
unione fra il Buddhi e il Manas con una vita virtuosa e delle aspirazioni
spirituali, con i suoi atti malvagi condanna ogni atomo dei suoi principi
inferiori ad essere attirato e trascinato, in virtù delle affinità
magnetiche che le sue passioni creano, verso i corpi in formazione degli
animali inferiori o dei bruti.

Questo è il significato reale della dottrina della metempsicosi. Non è
esatto che l’unione di particelle umane con degli atomi animali o anche
vegetali possa implicare l’idea di una punizione personale. Ma questa è una
causa creata i cui effetti potranno manifestarsi nelle incarnazioni
seguenti, a meno che la personalità non sia annientata. Altrimenti, gli
effetti continuano seguendo la corrente del ciclo delle incarnazioni,
diventando ogni causa un effetto ed ogni effetto una causa, fino a che l’
impulso primario si esaurisce alla soglia del Pralaya[12], Ma ne riparleremo
in seguito.

Nonostante il loro senso esoterico, le parole stesse del più grande e del
più nobile degli adepti, Gautama Buddha, sono incomprese, snaturate e
ridicolizzate nella medesima maniera. L’Hina-yana, la forma inferiore della
trasmigrazione dei buddhisti, non è meglio compreso del Maha-yana, la sua
forma superiore, e con il pretesto che Sakyamuni[13] fece un giorno rilevare
ai suoi Bikkhus, mostrando loro una scopa, che “quest’ultima era stata un
tempo un novizio che aveva trascurato di scopare” la camera del consiglio e
per questa ragione si era reincarnato in una scopa (!), il più saggio dei
Saggi del mondo è accusato di idiota superstizione.

Perché non tentare di scoprire il vero significato dell’allusione, prima di
burlarsene? Perché schernire, prima di comprendere? Quello che noi chiamiamo
effluvio magnetico è, sì o no, qualche cosa, una materia o una sostanza, per
quanto invisibile ed imponderabile sia? Se gli eruditi autori di “The Unseen
Universe” non ammettono che la luce, il calore, l’elettricità, siano
considerati semplicemente imponderabili, ma provano che ognuno di questi
fenomeni è una realtà tanto obiettiva quanto la materia stessa, non abbiamo
noi molto più diritto di considerare come tale il fluido mesmerico o
magnetico che si scambia da uomo ad uomo a anche da uomo a quello che si
chiama un oggetto inanimato? Non è sufficiente dire che questo fluido è una
specie di energia molecolare, come per esempio il calore, poiché è
infinitamente di più. Il calore è prodotto, noi diciamo, quando l’energia
visibile si trasforma in energia molecolare ed ogni composto materiale di
atomi latenti o di materia inorganica, come viene chiamata, può rigettarne,
mentre il fluido magnetico proiettato da un corpo umano vivente è la vita
stessa. “Veramente sono degli atomi vitali” che un uomo accecato dalla
passione rigetta inconsciamente, e lo fa tanto efficacemente quanto un
magnetizzatore che coscientemente li trasferisce da lui stesso verso un
soggetto qualunque, sotto la direzione della sua volontà. Che un uomo dia
libero corso ad un qualunque sentimento intenso, come la collera, la
tristezza ecc., quando si trova vicino ad un albero o in diretto contatto
con una pietra, e, parecchie migliaia di anni dopo, un qualsiasi psicometra
degno di tale nome vedrà l’uomo e risentirà i suoi sentimenti, solo toccando
un frammento di quest’albero o di questa pietra. Tenete in mano un oggetto,
ed esso si impregnerà dei vostri atomi vitali, di quelli che incorporate e
di quelli che rigettate, e che cambiano continuamente ad ogni istante della
vostra vita. Il calore animale è costituito unicamente dagli atomi vitali in
movimento molecolare. Non è necessario possedere la conoscenza di un adepto
poiché la semplice facoltà innata di un buon chiaroveggente è sufficiente
per vedere questi atomi, che vanno e vengono dall’uomo agli oggetti, e
viceversa, sotto l’aspetto di una fiamma bluastra e smorta.

Perché, allora, una scopa, fatta con un arbusto che molto probabilmente era
cresciuto nelle vicinanze dell’edificio dove viveva il novizio pigro, che
aveva potuto essere toccato a diverse riprese durante un accesso di collera
provocato dalla sua pigrizia e dal disgusto per il suo lavoro, non avrebbe
racchiuso un certo numero dei suoi atomi vitali che si sarebbero introdotti
nei materiali destinati alla futura scopa, e che vi sarebbero stati
riconosciuti da Buddha, grazie ai suoi poteri sovrumani (ma non
soprannaturali)?

La natura agisce con eterni prestiti e restituzioni. Lo scettico
materialista, pertanto, non trarrà niente da tutto questo ad eccezione dell’
attaccamento alla lettera morta e al suo senso letterale. Vorremmo che gli
orientalisti cristiani che si beffano di questa insegnamento del Buddha, lo
paragonassero ad un certo passo del Vangeli, un insegnamento del Cristo.
Alla domanda dei suoi discepoli: “Chi peccò, questo uomo o i suoi genitori,
perché nascesse cieco?”, Il Cristo rispose: “Ciò non è perché lui o i suoi
genitori abbiano peccato, ma è affinché le opere di Dio fossero manifestate
in lui” (San Giovanni, IX, 2-3).

Per ogni occultista, l’affermazione di Gautama ha nondimeno un senso
scientifico e filosofico, anche se per il profano manca di chiarezza, mentre
la risposta messa sulla bocca del Fondatore del cristianesimo (probabilmente
secoli dopo)[14] dai suoi biografi ignoranti e troppo zelanti, non aveva
nemmeno questo senso esoterico che possiedono tante parole di Gesù. Questo
preteso insegnamento è un insulto immeritato e blasfemo verso il loro Dio ed
implica chiaramente che, per il piacere di manifestare il suo potere, la
Divinità abbia predestinato un uomo innocente a soffrire di cecità per tutta
la sua vita. Tanto varrebbe accusare il Cristo di essere l’autore dei
Trentanove articoli!

Per concludere questa troppo lunga risposta, diciamo che “i principi
inferiori” menzionati nella nota sono: il primo, il secondo e il terzo
principio. Non possono includere il Kama rupa, perché questo “rupa”
appartiene ai principi mediani, e non agli inferiori.

Quanto all’altra domanda del nostro corrispondente: “Gli atomi di questi
(quarto e quinto principio, Kama rupa e Manas) si riuniscono anche per
costituire nuovamente il quarto e il quinto principio inferiore dell’
incarnazione seguente, dopo essere passati attraverso molte trasmigrazioni?”
, risponderemo: “Sì”. E’ precisamente per chiarire questo argomento, e per
offrire inoltre un suggerimento importante a questo riguardo, che abbiamo
tentato di spiegare ampiamente la dottrina degli “atomi vitali”. Tuttavia,
per il momento, non ci sentiamo autorizzati a dirne di più.

(H. P. BLAVATSKY)

“Uno che sia esperto nella divina alchimia, o anche parzialmente benedetto
dal dono della percezione della verità, la troverà e la estrarrà da una
affermazione erronea tanto quanto da una affermazione corretta. Per quanto
piccola sia la particella d’oro in una tonnellata di rifiuti, si tratta pur
sempre del nobile metallo, degno di essere estratto anche a prezzo di
qualche fastidio supplementare. Come è stato spesso detto, è spesso
altrettanto utile sapere ciò che una cosa non è, quanto imparare ciò che
essa è..

H.P. BLAVATSKY

(Lucifer, vol. I, p. 431)

°°°°°°°°°°°°°°

1) Questo articolo fu pubblicato per la prima volta da H.P. Blavatsky nel
The Theosophist di agosto 1883 Ripubblicato nel N. 86 de Les Cahiers
Théosophiques – Parigi..

[2] The Théosophist, Vol. IV, p.244 – Luglio 1883.

[3] Jiva o prana -Vita o principio vitale (N.d.E.)

[4] Manas, il principio della mente duplice nelle sue funzioni. Nel suo
aspetto superiore è l’Individualità permanente o “l’Ego reincarnante”, detto
anche “anima umana”(N.d.E.)

[5] Buddhi, l’Anima Spirituale Veicolo dello Spirito puro ed universale
(Atma, uno con l’Assoluto di cui è una radiazione e, nell’uomo, il Settimo
Principio).

I nostri lettori potranno approfondire meglio questo articolo rifacendosi al
n.1 dei Quaderni Teosofici, Anno III pp.36-39: “Termini precisi per cose
definite”, uno stralcio della Chiave della Teosofia di H.P.B. relativamente
ai principi dell’uomo, nonché al “Prospetto” della “Divisione Teosofica” dei
principi, riportato a p.40 dello stesso Quaderno . N.d.E.

[6] San. Kama = Desiderio, Rupa = corpo: corpo del desiderio e delle
passioni. Centro dell’uomo animale, dove si trova la linea di demarcazione
che separa l’uomo mortale dall’Entità immortale (la Triade superiore,
Atma-Buddhi-Manas). – N.d.E.

[7] San. – Lett., corpo modello; anche “corpo astrale”. – N.d.E.

[8] Queste Note andrebbero lette in connessione con l’articolo
“Reincarnazione e Metempsicosi” pubblicato in Theosophia N. 9 Ottobre 1974 –
Editrice Teosofica, Via Giusti 5 – Torino.

[9] Benché nel linguaggio degli Adepti esista un termine preciso per
designarlo, come potremmo tradurlo in una lingua europea? Quale nome si può
dare a quello che è “oggettivo” benché “immateriale” nelle sue
manifestazioni finite, “soggettivo” benché “sostanziale” (ma tuttavia non
nel senso che diamo al termine “sostanza”) nella sua esistenza eterna?
Avendolo spiegato come potevamo, lasciamo ai nostri sapienti occultisti
inglesi la cura di dargli un termine più appropriato

[10] “The Unseen Universe”.

[11] In mancanza di termini più adeguati, siamo obbligati ad usare quelli
che sono diventati tecnici nella scienza moderna benché non esprimano sempre
correttamente l’idea da esporre. E’ inutile sperare che la dottrina occulta
possa essere correttamente compresa, anche i pochi minuti che possono essere
dati senza pericolo al mondo in generale, a meno che non si pubblichi un
glossario di questi termini e, cosa che è ancora infinitamente più
importante, prima che si sia perfettamente compreso il significato completo
e corretto delle parole che si adoperano.

[12] ) San. Un periodo di oscuramento o riposo, .planetario, cosmico o
universale, che segue al Manvantara”, un periodo di attività o
manifestazione. (N.d.E.).

[13] Un nome del fondatore del buddhismo, Gautama Buddha

[14] Probabilmente da Ireneo, o sotto la sua ispirazione, poiché la frase si
ritrova nel quarto Vangelo, quello di Giovanni – che non esisteva ancora all
‘epoca delle sue dispute con gli Gnostici.
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