Kala, il calcolo del tempo

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Kala, il calcolo del tempo

(Dalla piccola frazione alla grande era)

di Manuele

Surya Siddhanta 1:10

Il tempo è il distruttore dei mondi; il tempo ha per sua natura la capacità di portare al passato.
Quest’ultimo in accordo, alla sua unità di misura, grande o piccola, è chiamato con due nomi,
“sottile” e “grossolana”.

Domande e riflessioni

Questo verso sembra un curioso miscuglio di poesia, teoria e pratica.

Dagli antichi indiani ai giorni nostri, il tempo è in senso –non- metaforico, il grande distruttore
di ogni cosa e come tale può essere identificato con ciò che porta alla morte.

Il tempo, nel modo ordinario di concepire questa parola, possiede entrambe le sue immaginarie,
apprezzabili, pratiche e utili divisioni: la prima è detta “reale” o sottile mentre la seconda è
detta “irreale” o grossolana.

Nella prima metà del verso applicato al tempo, compare il termine “Kalanatmaka”, non è di facile
interpretazione. Un commentario lo traduce in questo modo: “Kalanatmaka significa: <<è un oggetto di
conoscenza>>, <<è capace di rendersi noto>>, <<è capace di portare al passato>>. Ma per qualcuno,
anche questi significati, non sembrano del tutto soddisfacenti.

Nulla di nuovo, cose dette e ridette dai filosofi di tutti i tempi.

Quello che mi imbarazza, è la parola “mondi”, gli indù, dividono l’universo in tre parti, sistema
planetario superiore, sistema planetario mediano e sistema planetario inferiore. Quindi per mondi,
si intendono più sistemi planetari, più Graha, pianeti -forse-abitati.

Ma quanto era vasta la conoscenza di quegli antichi saggi?

Surya Siddhanta 1:11

Il tempo che inizia con un respiro è chiamato sottile, mentre il tempo che comincia con un atomo è
chiamato grossolano. Sei respiri compongono un Vinadi, mentre sessanta Vinadi compongono un Nadi.

Domande e riflessioni

“Respiro” e “atomo”. Ma quando è stato scoperto l’atomo? Come è possibile che un libro così antico
conosca la parola atomo? Ma 5.000 anni fa non erano primitivi? Almeno cosi mi hanno insegnato a
scuola…

In altri testi è detto:

“Il tempo occupato nel pronunciare dieci lunghe sillabe, corrisponde alla lunghezza di un respiro”.

Ecco le divisioni del tempo, che hanno come punto di partenza il respiro di un uomo:

· 10 lunge sillabe(Gurvakshara) sono uguali a un respiro (Prana) o periodo di 4 secondi

· 6 respiri sono uguali a un Vinadi o periodo di 24 secondi

· 60 Vinadi sono uguali a un Nadi o periodo di 24 minuti

· 60 Nadi sono uguali a un giorno di 24 ore

Questo è il metodo per dividere il tempo, adottato dal Surya Siddhanta. Esso possiede la conveniente
proprietà che la più bassa suddivisione, “un respiro” corrisponde ad una parte del giorno, così come
gli corrispondono 4 secondi. Nello stesso modo -in astronomia- “un respiro” diventa il metro di
misura per determinare la rivoluzione dei corpi celesti.

La durata di un respiro -in questo e altri testi- è spesso chiamata “Asu”.

Il termine Vinadi, è spesso sostituito con la parola “Pala”.

Nadi può anche essere sostituito con i più comuni “Danda”, o “Nadika”, o “Ghatika”. Nel testo,
questi termini compariranno spesso.

L’autore del testo, con encomiabile diplomazia, parte parlando della immaginaria suddivisione del
tempo “reale”, che comincia con la durata di un respiro, per arrivare a descrivere il tempo
“irreale”, il cui calcolo parte dagli atomi.

Ecco le divisioni del tempo, che hanno come punto di partenza l’atomo:

· 2 atomi formano un Anuh (doppio atomo)

· 3 doppi atomi formano unTrasarenu (esatomo)

· 3 Trasarenu formano un Truti (Se si divide un secondo per 1.687,5 si ottiene la durata di un
Truti)

· 100 atomi sono uguali a una Tatpara (particella)

· 30 Tatpara sono uguali a una Nimesha (scintilla)

· 18 Nimesha sono uguali a un Kashtha

· 30 Kashtha sono uguali a un Kala

· 30 Kala sono uguali a un Ghatika (24 minuti)

· 2 Ghatika sono uguali a un Kshana (48 minuti)

· 30 Kshana sono uguali a un giorno di 24 ore

La scienza moderna -da sempre- afferma che gli uomini di quell’epoca non possedessero gli strumenti
necessari alla misurazione delle piccole frazioni di tempo, però non spiegano, come questi con
estrema precisione potessero misurare i minuti, i secondi e le frazioni di secondo.

Leggendo il Surya Siddhanta, si capisce benissimo, che i primitivi indiani conoscevano l’atomo, che
da noi uomini civili è stato scoperto solo di recente.

A quei tempi -come oggi del resto- sembra quasi si gareggiasse alla ricerca dell’infinitamente
piccolo e dell’infinitamente grande, allo scopo di creare una cronologia, per riportare con
accuratezza ai posteri una data storica, erano così precisi che potevano andare all’indietro per
milioni di anni e fare la stessa cosa verso il futuro.

Surya Siddhanta 1:12

Sessanta Nadi compongono un giorno e una notte. Trenta giorni compongono un mese. E un mese è
composto di trenta albe e di trenta tramonti del Sole.

Surya Siddhanta 1:13

Un mese lunare, è composto da 29 giorni e dodici ore; un mese solare, inizia con l’entrata del Sole
in un determinato segno dello zodiaco e dodici mesi compongono un anno e quest’ultimo corrisponde ad
un giorno secondo la misura siderale del tempo.

Domande e riflessioni

In accordo al testo, dodici mesi di ogni denominazione costituiscono un anno della denominazione
stessa.

Riferendoci all’ultimo verso, è evidente che i giorni sembrino essere il punto di partenza standard,
per il conteggio del tempo. Un giorno corrisponde alla rivoluzione della terra che gira intorno al
suo asse.

La durata del giorno era misurata dal “sorgere-del-Sole” al “sorgere-del-Sole” successivo ed era di
lunghezza variabile.

Lo standard della misura lunare del tempo è il mese lunare, cioè il periodo della rivoluzione
sinodica della luna. Il calcolo del mese lunare andava da “Luna-nuova” a “Luna-nuova”, o da
“Luna-piena” a “Luna-piena”; il primo metodo di calcolo è chiamato “Mukhya” (primario), mentre il
secondo è detto “Gauna” (secondario).

Un mese lunare è composto da ventinove giorni e dodici ore secondo il calcolo solare del tempo.

Il mese lunare veniva diviso in trenta giorni chiamati Tithi, questo tipo di divisione è piuttosto
innaturale ed arbitrario in quanto un giorno lunare poteva iniziare o finire in un qualsiasi momento
del giorno o della notte secondo il calcolo solare.

Gli Indù usavano ed usano tuttora, il calendario lunare per scopi liturgici, per determinare i
periodi fausti o infausti e dare così inizio a molte cerimonie religiose, questo era l’unico uso che
veniva o viene fatto del calendario lunare.

L’unico calendario civile riconosciuto dagli Indù, rimaneva e rimane quello solare. Ma questo non
corrisponde al nostro calendario “solare-tropicale”, quello usato in India era ed è un calendario
“solare-siderale” ove si tiene conto di un fenomeno astronomico chiamato “precessione degli
equinozi”.

Il mese siderale è calcolato in base all’entrata del Sole in un determinato segno zodiacale e la sua
lunghezza, varia in accordo alla rapidità del suo moto, il tempo in cui il Sole rimaneva presente in
un determinato segno, corrispondeva ad un mese.

Il nostro calendario è detto “solare-tropicale”, perché si basa sullo spostamento del Sole lungo le
linee dei tropici, per esempio il ventuno marzo, il Sole si trova sul tropico del Cancro, questa
data indica il primo giorno di primavera. Circa milleottocento anni fa, al giorno dell’equinozio,
corrispondeva l’entrata del Sole a zero gradi nell’Ariete, ma ora non è più così… nell’anno 2002, il
Sole entra a zero gradi dell’Ariete tra il 14 e il 15 di aprile… Da quasi due millenni, non viene
fatta più nessuna riforma del calendario e questo ha causato un errore, sia di tipo astronomico, sia
di tipo astrologico, così molta gente pensa di appartenere ad un segno, mentre invece appartiene ad
un altro.

Il calendario “solare-siderale” si basa sulla reale entrata del Sole in un determinato segno,
nell’anno 2002, il Sole entra a zero gradi in Ariete il 14 aprile, quindi questo è il primo giorno,
del primo mese dell’anno solare-siderale.

Infine per agevolare i grandi calcoli, l’anno “solare-siderale” è ridotto di nuovo a 24 ore dette
“siderali”.

Parliamo dei lunghi periodi astronomici, che tanto caratterizzano la cosmogonia Indù.

Questi si chiamano:

· Sandhya o periodo che corrisponde alla parte iniziale o finale di ciascuna era.

· Krita-Yuga o età dell’oro.

· Treta_Yuga o età dell’argento.

· Dvapara-Yuga o età del bronzo.

· Kali-Yuga o età del ferro.

· Chatur-Yuga, detta anche Maha-Yuga o grande era.

· Manvantara o era di Manu.

· Kalpa o periodo corrispondente alla durata di un giorno per Brahma.

· Pralaya o periodo corrispondente di una notte notte per Brahma.

· Maha-Kalpa o periodo corrispondente alla durata della vita di Brama.

· Maha-Pralaya o periodo che corre tra la morte di Brahma e la nascita di un

· nuovo Brahma.

Che cos’è un Sandhya: Il termine può significare “periodo iniziale” o “periodo finale”
caratterizzando l’inizio o la fine di ciascuna era astronomica, così come il sorgere del sole
caratterizza l’inizio di un giorno e il tramonto del sole caratterizza la fine di un giorno. Ogni
Sandhya può essere di lunghezza variabile, sarà il ciclo astronomico a determinarne la durata.

Quando ebbe inizio la prima era, quindi il primo Sandhya? Questa inizio –con la creazione- con il
primo allineamento dei pianeti nel segno dell’ariete. Da questo primo allineamento planetario Kala
“il tempo” cominciò ad agire…

Le ere più piccole si ripetono in continuazione all’interno di quelle più grandi. Quando il ciclo
più grande si conclude, l’universo si dissolve e dopo un lunghissimo periodo di tempo tutto
ricomincerà da capo.

Il periodo che indica la dissoluzione di ogni cosa, si chiama, Maha-Pralaya, la sua durata è di
311.040.000.000.000 di anni e ha inizio con la morte di Brahma, l’essere creatore. L’universo
materiale è stato distrutto con vari mezzi e per ultimo un diluvio devastatore. La nuova creazione
ha inizio quindi dalle acque. Questo non è vero solo per gli Indù, ma anche per tutte le altre
religioni. Genesi 1:2, dice: “E lo spirito di Dio si muoveva sulla superficie delle acque”. E da li
cominciano i “giorni” di creazione…

Per gli Indù l’oceano primordiale si chiama Garbhodaka, mentre il Dio che riposa su quelle acque si
chiama Garbhodakasayi-Visnu. Da questo Visnu nasce Brahma, il primo essere creato, al quale verrà
concesso di plasmare l’universo.

La durata della vita di Brahma è di 311.040.000.000.000 di anni e l’intera sua vita, prende il nome
di Maha-Kalpa. C’è un espressione nei Purana, che parlando di questo lunghissimo periodo, dice,
“Param Ayuhihi” (questo è il più lungo tra i periodi). Molti commentatori, affermano che cento anni
per Brahma, costituiscono un solo giorno per Dio altri affermano che cento anni di Brahma sono pari
a un battere di palpebre dell’occhio di Dio.

All’interno di un Maha-Kalpa si succederanno innumerevoli Kalpa, Pralaya, Manvantara, ecc.,

Il periodo chiamato Pralaya o notte di Brahma dura 4.320.000.000 di anni e altrettanto lungo è il
suo giorno. Alla fine di ogni Kalpa o giorno di Brahma, un diluvio distruggerà parzialmente il
nostro universo, dando così inizio al Pralaya.

Ogni Kalpa viene poi diviso in 14 parti chiamate Manvantara. E ciascun Manvantara dura 308.448.000
anni.

Di solito viene così suddiviso:

· Il Sandhya iniziale è di 1.728.000 anni.

· Il periodo centrale è di 306.720.000 anni.

· Il Sandhya finale è di 1.728.000 anni.

· La totale durata di un Manvantara e di 308.448.000 anni.

Al termine di ogni Manvantara, l’universo sarà di nuovo parzialmente distrutto da un diluvio.

Ogni Manvantara viene poi diviso in 71 parti chiamate Maha-Yuga. E ciascun Maha-Yuga dura 4.320.000
anni

Di solito viene così suddiviso:

· Il Sandhya iniziale è di 720.000 anni.

· Il periodo centrale è di 2.880.000 anni.

· Il Sandhya finale è di 720.000 anni

· La totale durata di un Maha-Yuga è di 4.320.000

Ogni Maha-Yuga, viene poi diviso in quattro parti, chiamate Yuga o ere. E ciascuna era è di durata
differente.

La prima era è detta Krita-Yuga e la sua durata è di 1.728.000 anni.

Di solito viene così suddivisa:

· Il Sandhya iniziale è di 144.000 anni.

· La parte centrale è di 1.440.000 anni.

· Il Sandhya finale è di 144.000 anni.

· La totale durata di un Krita-Yuga e di 1.728.000 anni.

La seconda era è detta Treta-Yuga e la sua durata è di un 1.296.000 anni.

Di solito viene così suddivisa:

· Il Sandhya iniziale è di 108.000 anni.

· La parte centrale è di 1.080.000 anni.

· Il Sandhya finale è di 108.000 anni.

· La totaledurata di un Treta-Yuga è di 1.296.000

La terza era è detta Dvapara-Yuga e la sua durata è di 864.000 anni.

Di solito viene così suddivisa:

· Il Sandhya iniziale è di 72.000 anni.

· La parte centrale è di 720.000 anni.

· Il Sandhya finale è di 72.000 anni.

· La totale durata di uno Dvapara-Yuga è di 864.000 anni.

La terza era è detta Kali-Yuga e la sua durata è di 432.000 anni.

Di solito viene così suddivisa:

· Il Sandhya iniziale è di 36.000 anni.

· La parte centrale è di 360.000 anni.

· Il Sandhya finale è di 36.000 anni.

· La durata totale di un Kali-Yuga è di 432.000 anni.

In sintesi: 4 Yuga formano un Maha-yuga, 71 Maha-Yuga formano un Manvantara, 14 Manvantara o 1.000
Maha-Yuga formano un Kalpa e 100 Kalpa formano un Maha-Kalpa.

3 maggio 2002 – art.1423
www.isvara.org

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