IL RESPIRO DEL BHAKTI-YOGA

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IL RESPIRO DEL BHAKTI-YOGA

Le nostre pratiche spirituali possono diventare aride e meccaniche se omettiamo l’ingrediente
essenziale

di Vraja Vihari Dasa

Durante i miei viaggi talvolta incontro persone che un tempo erano entusiaste delle loro pratiche
spirituali di bhakti-yoga ma che in seguito si sono distratte e le hanno abbandonate. Spesso chiedo
loro perché ora non vengono più al tempio. Alcuni confessano candidamente che si erano annoiati di
praticare il servizio devozionale. Altri confessano di avere degli amici nella coscienza di Krishna
che sentono di non essere veramente felici di cantare, ascoltare lezioni, fare servizio e
partecipare alle feste del tempio. Quasi tutti coloro che hanno abbandonato la pratica del
bhakti-yoga avvertono la sensazione che il canto e i programmi del tempio stavano diventando
meccanici e detestano fingere di essere devoti felici. Nel tempio Hare Krishna, dove io vivo, spesso
rifletto sul motivo per il quale alcuni praticanti non siano felici nel seguire il percorso del
bhakti-yoga. Perché questo metodo appare loro noioso e meccanico? Lo studio della letteratura della
bhakti mi ha aiutato a trovare le risposte a queste domande, come, con mio stupore, hanno fatto
anche gli insegnamenti del mio maestro di yoga.

Similarità con le Asana dello yoga

Alcuni devoti residenti nel tempio non godevano di buona salute. La direzione del tempio invitò un
insegnante di yoga per insegnare le asana, esercizi yoga per aiutarci a recuperare la salute. Tutti
i residenti vi presero parte. Mentre altri si rimettevano in buona salute, io facevo fatica a
praticare le asana. Le lezioni di yoga mi lasciavano ancora più stanco e mentre ero abituato a
dormire sei ore per notte, ora sentivo il bisogno di dormire più a lungo. Sapevo che la mia
esecuzione era imperfetta e l’insegnante mi indicava con gentilezza i miei errori. Anche se
m’impegnavo in modo corretto, trascuravo l’elemento essenziale di una buona respirazione
nell’esecuzione degli esercizi, Mentre m’impegnavo duramente, trattenevo il respiro. Questo mi
lasciava esausto anziché rinvigorito alla fine di un’ora di lezione di yoga.

Anche il bhakti-yoga ci richiede uno sforzo – impegnandoci a compiere vari doveri che possono essere
paragonati alle varie asana. L’antico testo classico del bhakti-yoga, lo Srimad-Bhagavatam descrive
i nove modi in cui i devoti praticano il bhakti-yoga: “Ascoltare e cantare il santo nome
trascendentale, la forma, le qualità, i divertimenti di Sri Visnu e ciò che Lo circonda, ricordare
ogni cosa, servire i piedi di loto del Signore, offrire al Signore una rispettosa adorazione
mediante sedici differenti oggetti, offrire preghiere al Signore, diventare Suo servitore,
considerare il Signore come il proprio migliore amico e sottomettere ogni cosa a Lui [in altri
termini servirLo con il corpo, la mente e le parole] – questi nove metodi sono considerati puro
servizio devozionale. Colui che ha dedicato la propria vita al servizio di Krishna mediante questi
nove metodi dev’essere considerato la persona più colta perché ha raggiunto la perfetta conoscenza.”
(Srimad- Bhagavatam 7.5.23-24)

Srila Rupa Gosvami, un santo Vaisnava del sedicesimo secolo e insegnante della scienza del
bhakti-yoga, scrisse il Bhakti-rasamrita-sindhu, trattato presentato da Srila Prabhupada come il
Nettare della Devozione. Rupa Gosvami indica sessantaquattro metodi con cui un praticante di
bhakti-yoga s’impegna, comprendendovi l’offerta di vari tipi di preghiere, il canto per il Signore,
il servizio, la visita ai luoghi santi, lo studio delle sacre Scritture e la compagnia di altri
devoti.

Concentrarsi sul Ricordo di Krishna

Come qualsiasi attività ripetitiva, le pratiche del bhakti-yoga possono diventare cieche ritualità e
possiamo rimanerne delusi. Perciò Rupa Gosvami afferma con enfasi che la regola sacra che deve
guidare la pratica è “Ricordare sempre Krishna e non dimenticarsi mai di Lui”. Io paragono questo
principio di ricordare Dio a respirare correttamente durante una asana dello yoga. In tutte le asana
dello yoga ci si deve concentrare sul proprio respiro. Nello stesso modo, in tutte le attività del
servizio devozionale nel bhakti-yoga, il devoto deve concentrarsi sul ricordo di Krishna. “ Ci si
deve sempre ricordare di Krishna senza dimenticarLo mai. Tutte le regole e i divieti ricordati nelle
Scritture devono essere al servizio di questi due principi.” (Dal Brihatsahasra- nama-stotra del
Padma Purana)

La letteratura della bhakti dichiara con fermezza che tutte le altre considerazioni nella pratica
del bhakti-yoga sono secondarie rispetto alla regola principale: “Ricordare sempre Krishna e non
dimenticarLo mai.” Il dovere del maestro spirituale è aiutare i suoi studenti (coloro che praticano
il bhakti-yoga) a concentrare la loro mente su Krishna. Srila Prabhupada, un autentico insegnante di
bhakti-yoga, fondò il movimento per la coscienza di Krishna per impegnare i suoi discepoli in una
gran varietà di servizi per Krishna. Srila Prabhupada sottolineava spesso che lo scopo di questi
servizi è ricordare Krishna per sviluppare il nostro amore per Lui.

Eseguirlo in Modo Pratico

La Bhagavad-gita (15.7) descrive Krishna come Dio, la Persona Suprema, e ogni essere vivente come
una Sua parte: “Gli esseri viventi in questo mondo di condizioni, sono Miei frammenti eterni, ma
essendo condizionati lottano duramente con i sei sensi, tra cui la mente.” Il ricordo costante di
Krishna riempie il cuore di gioia e serenità spirituali che emanano dal mondo spirituale, dando a
colui che pratica il gusto di essere collegato con Krishna. Se ricordiamo Krishna mentre compiamo i
nostri doveri, ristabiliamo la nostra relazione con Lui. Il bhakti-yogi percepisce questa
riconnessione spirituale nella forma di una crescente felicità. (Bhagavad-gita 9.2) Dunque il
benessere spirituale di colui che pratica la bhakti diventa vibrante ricordando Krishna in modo
favorevole.

Scoprire un Equilibrio Salutare

Mentre per alcuni fare servizio e compiere i doveri senza ricordare Krishna può rendere banale la
pratica del bhakti-yoga, qualcuno può anche fare la scelta opposta. Come una persona che siede in
ozio limitandosi a respirare non fa sviluppare i suoi muscoli e viene privato di una buona salute,
così un devoto che non fa alcun servizio pratico ma cerca soltanto di ricordare Krishna trova la sua
mente distratta. Il servizio e le difficoltà ci aiutano a concentrare la mente su Krishna e se in
noi cresce la dipendenza da Lui mentre Lo invochiamo disperatamente, facciamo anche un rapido
avanzamento. I nostri muscoli spirituali crescono e la nostra coscienza rimane a un buon livello
spirituale. Se la difficoltà del servizio aumenta, noi aumentiamo il nostro ricordo amorevole per
Krishna. La combinazione del ricordare Krishna e dell’eseguire vari servizi aiuta il devoto ad
avanzare nella coscienza di Krishna e ad esplorare gioie sempre nuove praticando.

Un Altro Vantaggio del Bhaktiyoga

A differenza dei percorsi yoga, in cui l’avanzamento di colui che pratica dipende dal suo sforzo
personale, il progresso di un devoto è determinato dalla misericordia di Krishna. Il servizio e il
ricordo amorevole di Krishna da parte del devoto costituiscono un sincero tentativo di attrarre
questa misericordia. La consapevolezza della suprema posizione di Krishna e della Sua misericordia
mantiene il devoto umile e grato per tutte le benedizioni. Dopo un po’ di tempo, grazie al fatto che
il devoto coltiva questi pensieri positivi di gratitudine, la coscienza di Krishna appare sempre
fresca e nuova. I pensieri di affetto e di apprezzamento per Krishna rendono il cuore tenero; la
crescente attrazione per Krishna nutre costantemente e immerge la coscienza del devoto in ricche
emozioni spirituali.

Un mezzo potente per aumentare il nostro ricordo di Krishna è il canto dei Suoi santi nomi, come nel
maha-mantra Hare Krishna. Se il nostro canto è attento e pieno di devozione, il percorso del
bhakti-yoga appare sempre fresco; se il nostro canto è distratto o meccanico, il percorso appare
banale e stancante.

Krishna Accetta la Devozione, non l’Esteriorità

Le persone che hanno cercato di servire Krishna senza offrirGli la volontà e il cuore nel ricordarLo
con amore sono state private della misericordia del Signore perché Egli non accetta le cose che
vengono offerte ma il sentimento con cui si fa l’offerta. Le Scritture paragonano le offerte di
Vidura e di Duryodhana. Quest’ultimo offrì a Krishna un ricevimento opulento. Consapevole
dell’invidia di Duryodhana e delle sue altre motivazioni, Krishna però ignorò la sua ospitalità. Si
recò invece alla casa del Suo devoto Vidura che Gli dette il benvenuto con un’umile offerta. Sri
Krishna accettò con gioia l’offerta di Vidura perché era intrisa di profondo affetto ed amore. Il
signore mostra questo Suo sentimento nella Bhagavad-gita (9.26): “Se qualcuno Mi offre con amore e
devozione una foglia, un fiore, un frutto e dell’acqua, accetterò la sua offerta.”

L’offerta del nostro amore fa crescere il nostro attaccamento a Krishna. Srila Prabhupada scrive:
(Srimad-Bhagavatam 1.8.23, Spiegazione) Ora sento una dolcezza maggiore nel percorso del
bhakti-yoga. Recentemente ho avuto un incidente e mentre giacevo in un letto d’ospedale per una
settimana, non potevo compiere nessuna delle asana dello yoga. Ho però potuto compiere con facilità
la pratica bhakti-yoga del canto Hare Krishna. Cantando i santi nomi cercavo di ricordare il
Signore. Mentre la mia salute fisica ha bisogno di tempo per essere recuperata, la mia salute
spirituale è vibrante se in qualche modo posso ricordare Krishna e, anche in un letto d’ospedale,
offrirGli una preghiera silenziosa. Invito i devoti che dopo un iniziale periodo d’entusiasmo
trovano noiosa la coscienza di Krishna a fare un altro tentativo in questo senso, aggiungendo questa
volta il tesoro del ricordo di Krishna. Il bhakti-yoga allora rivelerà la sua identità di
ananda-kanda, il percorso della pura felicità.

Vraja Vihari Dasa, laureato in lettere, fa servizio a tempo pieno al tempio ISKCON di Chowpatty
(Mumbai) e insegna la coscienza di Krishna agli studenti di vari college.

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