Bhakti Yoga di Swami Nirvanananda

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Bhakti Yoga di Swami Nirvanananda

“BHAKTI YOGA”

(di Swami Nirvanananda)

Ma il “Cuore”, se è puro non sbaglia mai. La Ragione può ancora essere
impigliata nella confusione della dualità, ma il puro devoto brilla
della sua essenza, nell’incontro con il Puro Essere SAT, o Padre
Celeste. Nessuno può comandare al Puro Cuore, nessuno lo può far
ragionare, perché egli è, e nessuno può controllare il Puro Essere.

Da questa breve introduzione comprendiamo quanto importante sia la
Bhakti e quanto importante sia coltivarla, farla crescere senza che
venga contaminata dalla emotività, superbia ed illusione. La Pura
Devozione è il Cuore dell’Amore Divino e quindi raggiungerla è lo
scopo fondamentale della nostra esistenza. Fonderci nel fuoco ardente
della Passione Divina, perdere i limiti della nostra piccola
coscienza, queste sono tutte simbologie usate dai grandi mistici, che
hanno percorso questo sentiero fino in fondo, pagando spesso con la
propria vita le proprie certezze interiori.

All’inizio del mio percorso spirituale ho praticato diverse tradizioni
buddhiste, convinto che con le tecniche potessi raggiungere il
Nirvana. Dopo alcuni anni però sentivo che mi mancava qualcosa, come
mangiare scondito e senza sale. Cosa mi mancava? Avevo letto,
studiato, praticato, eppure qualcosa mi sfuggiva.

In quel periodo avevo anche un cane. In verità lui aveva me, perché la
sua presenza mi fece vedere ciò che non vedevo. Mi seguiva sempre come
un’ombra. Era felice se poteva sdraiarsi vicino a me. Guaiva sempre
per una carezza in più. Era sempre pronto, completamente disponibile.
Accettava tutto. Fedele. Che incredibile esempio di dedizione. Di
devozione.

Con la sua presenza capii allora cosa mancava alle mie pratiche:
esprimere amore verso Dio. Certo nel Buddhismo non si parla di Dio,
perché le parole non sono sufficienti a descriverlo. E’ vero, ma anche
se non possiamo parlare di questo amore, lo sentiamo: è quel Fuoco che
brucia anche la Ragione.

Quanti trattati e manuali di filosofia ho trangugiato e ingurgitato,
ma la sete, la fame non si spegnevano mai. Tutte quelle certezze
venivano assorbite come in un buco nero. Improvvisamente volevo
assomigliare al mio cane, trovare il Guru, il Maestro illuminato.
Volevo copiare il mio cane, imparare la sua devozione nei miei
confronti.

Così scoppiò la Bhakti nel mio cuore. Non che non ci fosse, ma l’avevo
completamente ignorata. Volevo trasformare la devozione del mio cane
in Pura Devozione per Dio. Come fare? Seguendo l’esempio del mio Guru
Paramhansa Yogananda cominciai a manifestare quei comportamenti tipici
di chi si sente sempre in presenza di Dio.

SO HAM: io sono quello.

Fui fortunato, perché la Grazia Divina mi manifestò la sua presenza.
Dio per me non era più il nulla, ma era diventato il tutto. Dio era
sempre presente alla radice delle mie percezioni, in quella dimensione
che va oltre il vedere, l’ascoltare. E’ quel sentire che dona una
gioia inspiegabile: la gioia delle lacrime.

Allora volevo imparare tutto dei mistici, imparare ad esprimere la
Pura Devozione come loro. Certo a quel punto la mia vita cambiò
completamente, sentivo che in questa nuova dimensione ero come rinato.
Prima mi chiedevo come Nicodemo: come si fa a rinascere nuovamente nel
grembo materno? Devi rinascere tramite l’acqua e lo Spirito,
rispondeva Gesù, cioè attraverso la purificazione e la devozione. In
tutto il Vangelo di Giovanni, Gesù continua ad affermare: la risposta
alle domande umane è in un’altra dimensione.

Solo scoprendo il misticismo, in qualunque tradizione religiosa, si
riesce a varcare la soglia della vera Vita. Qui tutto è morto, solo
apparentemente è vivo, tutto è un mondo di ombre colorate. Ma al di là
c’è la vera Vita, che può essere catturata già in questo mondo:
nascendo due volte, dal grembo della Madre Cosmica, lo Spirito Santo.

Per un piccolo mistico, desideroso di crescere, l’esperienza
dell’India fu trasformante. Perché lì la devozione è parte della vita
quotidiana di milioni di persone. Tutta la cultura e la tradizione
indiana è intrisa di pura devozione, dal brahmino all’ultimo paria. I
gesti, le parole di devozione per Dio sono perfettamente naturali. Non
ho mai visto un paese, un popolo così acceso e pieno di amore per Dio.

Nelle strade, nel traffico, nei mercati, ovunque, mille piccoli gesti
rivelano questa fedeltà ai grandi principi spirituali: un piccolo
incenso che brucia sul banco del mercato, una piccola immagine sacra
che ti osserva anche dall’angolo più puzzolente della strada, un
piccolo fiore fresco sul cruscotto del rikshaw, un piccolo rosario
nascosto nella mano del mendicante.

Qui in questa terra l’amore per Dio si nasconde ovunque, non solo nei
grandi templi scintillanti con le migliaia di devoti che
quotidianamente fanno la fila per avere il sacro Darshan, la visione
del Divino, la sua protezione, la sua benedizione. L’amore per Dio
brilla ancor di più nei tuguri, nello sguardo di chi vive sulla
strada, di chi non sa se mangerà alla sera o di chi tornerà nella
capanna a mani vuote.

La devozione non è solo amore per Dio, ma anche fiducia, speranza,
pazienza, umiltà, abbandono e contentezza. Qui, camminando per strada
puoi scorgere tutto questo negli sguardi di centinaia di persone che
incontri. Ora non avevo più solo l’esempio del mio cane, del suo
sguardo pacifico e gioioso, ma l’immagine umana di ciò a cui volevo
assomigliare: un Bhakti, semplice e sincero.

Come capire qual’ è la Pura Devozione? Quando ti salgono
spontaneamente le lacrime agli occhi senza una ragione. Quello che
tocca il cuore produce un effetto visibile: il pianto incontrollato.
Allora capisci la verità delle parole di Ramakrishna: Dio si
manifesterà a qualunque devoto, se questo è capace di piangere per Dio
anche solo per un giorno. Non è solo l’emozione di un momento, è un
fuoco invece che si accende e che brucia senza più estinguersi. Sono
quelle fiamme che non controlli più, come una reazione atomica
nell’accendersi di una stella.

Jyota se Jyota, “con la tua luce nel mio cuore, questa fiammella
accendila oh Signore” recita la Guru Gita. Anche i versi di Rumi,
inspiegabili alla ragione, oppure il canto antico che s’insinua nel
cuore e i mantra incomprensibili schiudono le porte della dolcezza,
della nostalgia di una dimensione ancora impalpabile e sconosciuta.
Sì, è lì che voglio vivere, nella fusione perfetta ed infinita del
Puro Essere. Bhakti, una semplice parola, che nasconde un mondo
infinito. Chi accende? Che cosa si accende? E’ tutto un meraviglioso
mistero.

Tratto dal sito www.kriyayogastella.org e pubblicato con
l’autorizzazione di swami Nirvanananda (uno dei responsabili del
sito) – visto su lista Sadhana

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