IL LIBRO DEL RISVEGLIO 12

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IL LIBRO DEL RISVEGLIO 12

ovvero detti intuizioni poemi
che indicano la vera sorgente della vita

di Isabella di Soragna

CAPITOLO 16
pratica

D.: Dio mio, che pasticcio! Come mi posso salvare? È un ben triste destino quello che ci sta
davanti!

U.G.: Voi avete l’idea che dovete salvarvi. Ma è proprio da quest’idea che dovete salvarvi! Voi
credete nei salvatori. Ma è proprio da loro che dovete salvarvi. Vi dovete redimere proprio
dall’idea che qualcuno venga a redimervi.

Dimenticatevi i rosari, le Scritture, la cenere sulla fronte. Quando vi accorgete di quanto sia
assurda la vostra ricerca, tutta la vostra cultura si tramuta in cenere dentro di voi. Allora ne
siete fuori; la tradizione è finita per voi. Non giocate più.

D.: Lo stato di non conoscenza che lei descrive si riferisce ad un altro livello di coscienza. Che
cosa ha a che fare con me, che sono una persona comune e nevrotica?

U.G.: Quali livelli di coscienza? Non ci sono livelli di coscienza. La consapevolezza non è diversa
nello stato di veglia e nel sonno. Anche ora, mentre siete seduti qui, state sognando. Non ci
possono essere sogni senza immagini. Quando dormite nel vostro letto, lo chiamate sognare; mentre se
siete seduti da qualche parte con gli occhi aperti, lo chiamate in un altro modo. Tutto qui.

U.G.

… Ogni tentativo di liberazione viene dallo stesso ego, dalla struttura che controlla tutto,
compreso e soprattutto il desiderio di liberazione La sola tattica che lei potrà utilizzare per
togliersi dal vespaio, è ritirare la sua energia… ciò che don Juan chiama l’impeccabilità
dell’energia liberata. Così, la sola linea di condotta valida consiste nel limitare il rapporto con
la nostra immagine di noi stessi, ecco il “perché” dell’istruzione di un benefattore, d’un nagual,
d’un maestro: non è rinforzare l’ego, ma distruggerlo per conservare questa preziosa energia, questa
“pietra filosofale”, legata al “piccolo io”, la persona e le sue pompe.

B. Dubant

Loggia 14

Se digiuni, è uno sbaglio.

Se preghi, sei condannato.

Se fai l’elemosina, avveleni la mente.

Quando vai in un paese

… mangia ciò che ti mettono davanti.

… Ciò che entra nella tua bocca

non può sporcarti.

Ma ciò che esce dalla tua bocca,

è quello che può macchiarti.

… Vi è il pericolo di compiacersi nelle pratiche(religiose) e di credersi giustificati da esse. Se
digiuni avendo coscienza di digiunare, questo non fa che gonfiare il tuo ego invece di liberartene.
Il digiuno vero accade spontaneamente quando si è assorbiti dalla presenza di Dio.

Il vangelo di Tommaso

Poiché la Mente di Buddha è meravigliosamente illuminante, (spontaneamente) riflette le tracce di
ciò che hai fatto. È quando tu ti attacchi a queste tracce riflesse che crei l’inganno. Noi
tratteniamo le cose sentite e viste nel passato, e quando queste vengono alla luce, esse appaiono
come tracce e sono riflesse.

All’origine i pensieri non hanno sostanza. Così se sono riflessi, lascia che si riflettano; se
appaiono, lasciali apparire; se smettono, lasciali smettere. Finché tu non ti leghi a queste tracce
riflesse, non c’è inganno. Finché non sei legato ad esse, non importa quante tracce vengano
riflesse, è come se nulla fosse riflesso.

Possono venir a galla centinaia di pensieri, sarà come se nessun pensiero si fosse prodotto.

Bankei

E’ povero l’uomo che non vuole niente, non sa niente, non ha niente.

Alcuni non comprendono perché uomo povero è colui che non vuole niente: sono quelli che stanno
attaccati alle penitenze e agli esercizi di pietà esteriore, che ritengono importanti, dato che essi
cercano se stessi. Che Dio abbia pietà della loro poca conoscenza della verità divina.

Se l’uomo deve essere davvero povero, deve essere privo della sua volontà creata così come lo era
quando non era ancora. Ve lo dico nella verità eterna: finché avete anche la volontà di compiere la
volontà di Dio, con il desiderio dell’eternità e di Dio, non siete davvero poveri – perché è povero
davvero solo l’uomo che non vuole niente e non desidera niente.

Essenziale è compiere le opere “a partire dal fondo dell’anima” – con le potenze, certo, che sono
necessarie ad agire, ma partendo dal profondo del distacco, come una porta che si muove, ma che
rimane ben ferma nei suoi cardini.

Io lodo il distacco anche più’ della misericordia. Infatti essa consiste nel fatto che l’uomo esce
da se stesso, per andare verso le miserie del prossimo, e così il suo cuore si turba. Invece il
distacco permane in se stesso e non si lascia turbare da nulla, perché quando l’uomo è turbato da
qualcosa non è come deve essere.

Quando chiedo qualcosa, non sto pregando. Quando non chiedo niente, allora prego davvero. Quando
sono unito là dove sono presenti tutte le cose – passate, attuali, future – tutte sono ugualmente
vicine e uguali, tutte sono in Dio e tutte in me.

Meister Eckhart

D.: La meditazione può portare all’illuminazione?

P.: La meditazione è un’attività mentale. C’è un soggetto, il meditante, che manipola oggetti che
sono pensieri. Sia il soggetto che l’oggetto dovranno sparire perché l’Illuminazione possa
verificarsi.

La meditazione prolunga la loro esistenza.

D.: Molti hanno passato anni a cercar di acquietare la mente. Questo li ha avvicinati
all’Illuminazione, o li ha aiutati soltanto a potersi concentrar meglio?

P.: Quelli che riescono a calmare la mente, si concentrano intensamente su un oggetto chiamato
“silenzio”. Ma questo non è il silenzio dell’assenza di pensieri. È semplicemente l’esperienza di
uno stato mentale dovuto ad un grande sforzo; quando lo sforzo e i pensieri cessano, avviene
l’Illuminazione.

D.: A volte lei usa l’esempio di Buddha: Il Buddha è arrivato all’lluminazione attraverso la
meditazione, ma lei pensa che vi sia un limite alla meditazione. Può parlarcene?

P.: Buddha tentò vari tipi di meditazione senza risultati. Poi si sedette sotto l’albero bodhi con
la determinazione di liberarsi e di rimanere lì finché non si fosse risvegliato. Fu la sua
determinazione alla libertà che gli valse la vittoria, non le sue pratiche precedenti.

D.: I nostri maestri ci hanno detto che è necessario un periodo di purificazione perché
l’Illuminazione possa aver luogo…

P.: Non puoi purificarti con un’attività fisica o mentale. La purezza c’è quando non ci sono
pensieri. La verità non è molto atletica. Non può acchiapparti se corri in giro. Può solo afferrarti
e abbracciarti se non ti muovi.

D.: Avviene rapidamente (il risveglio) o piano piano?

P.: “Piano” e’ la mente che ti prende in giro. Che cosa occorre capire per essere esattamente qui?
Per essere qui, dove sei già, non ti serve nessuna comprensione giusta o sbagliata.

Poonja

Se cerchi di arrestare l’attività per ottenere la passività

il tuo stesso sforzo ti riempie di attività.

Finché rimani in un estremo o nell’altro,

non troverai l’Unicità.

Hsin Hsin Ming

La consapevolezza senza sforzo e senza scelta è la nostra natura… ma non si può raggiungerla senza
sforzo, lo sforzo della meditazione fatta con intenzione.

Ramana Maharshi

Correggi solo la tua attenzione e calma la mente dal momento che ti svegli e, qualunque cosa tu
faccia o dica, osservala attentamente per vedere da dove viene e cosa la rende possibile. Dal
momento che riesci a passare tranquillamente in mezzo alle situazioni della vita, allora che bisogno
hai di toglierle?… così potrai produrre un santuario di purezza, senza alcuno sforzo… in mezzo
al turbinìo della vita.

Huang Long

Che cosa deve fare l’individuo? … tenere sempre a mente il fatto che un’entità indipendente non
può esistere …la sola cosa che rimane è di non “praticare” con sforzo deliberato, ma semplicemente
lasciare che la nostra vera comprensione impregni profondamente il nostro vero essere, passivamente
e pazientemente, cosicché tutte le illusioni e le ostruzioni gradualmente cadano da sole.

Ramesh Balsekar

Lascia libera la tua mente, non trattenerla, non permetterle di vagare.

Se la mente non ha scopi è mahamudra.

Portare a compimento ciò’ è l’ottenimento della suprema illuminazione. `

… il significato di mahamudra*… (è) grande simbolo. Il mondo intero è un simbolo – non simbolo
nel senso di un segno che rappresenta qualcosa di diverso da se stesso, ma simbolo nel senso del
culmine delle vivide qualità delle cose come sono.

Chögyam Trungpa

Nello scoprire l’Unica Realtà dietro i tanti riflessi, si vedrà che nessuna parola, pur sublime,
renderà giustizia a Quello, e che benché le descrizioni diano un grande incoraggiamento, non hanno
alcun ruolo nell’effettivo rovesciamento dell’attenzione, in modo che il Sé che si riflette, diventi
invece Autoriflettente e consapevole della Propria Origine. Spesso questa consapevolezza si
risveglia senza avvertimenti, quasi per caso. In tal modo e se non vi è alcuna preparazione
spirituale, può esser interpretata assai negativamente o troppo positivamente; ogni esperienza del
genere dà adito ad ogni sorta di problematiche, a meno di esser capaci di vagliare la Realtà dagli
effetti collaterali che lo sbirciare nel suo intimo, può produrre.

L’esperienza negativa provoca il terrore della non-esistenza e della solitudine e ci fa capire la
futilità del nostro tentativo di ritornare in un mondo che non ha alcuna realtà se separata dal Sé.
Storditi dalla realizzazione che la vita – come la conoscevamo prima – è un sogno, e che veramente
NON C’È CHE UN UNICO SÈ, siamo riconoscenti quando il sogno si ripresenta e la terribile visione
svanisce.(Non è improbabile che essa possa ripetersi). Inversamente, la nostra “non-esistenza” o
natura Vuota, può essere (retrospettivamente) intesa come un aspetto della perfezione delle cose,
che ci ha permesso di vedere il mondo chiaramente, come per la prima volta: miracolosamente, si è
stati capaci di essere assenti come sé e presenti come mondo. La consapevolezza di esser riuniti a
tutte le cose senza intermediario ci sprofonda in una grande gioia, ma come per l’esperienza
negativa, non è la Consapevolezza Stessa che è ricordata (Essa è inaccessibile alla memoria), ma le
meravigliose intuizioni che ci ha procurato… Dal momento che possiamo ricordare solo la meraviglia
del mondo che abbiamo intravisto e i nostri sentimenti al riguardo, ci rimane la forte impressione
che la Realtà sia un particolare tipo di esperienza.

Anne Seward

… queste tradizioni nonduali non abbandonano necessariamente le emozioni, o i pensieri, o i
desideri, o le inclinazioni. Il compito è semplicemente di vedere la Vacuità di ogni Forma, non di
liberarsi effettivamente dalla Forma. E così le forme continuano a sorgere e tu impari a fluire. La
liberazione è nella Vacuità, mai nella Forma, ma la Vacuità abbraccia tutte le forme come uno
specchio tutti gli oggetti.

Ken Wilber

Dice Huang Po:- Non fate in nessun caso una distinzione tra l’Assoluto e il mondo senziente.- Non è
altro che parcheggiare l’auto, vestirvi, fare una passeggiata.

Siate quel che esperimentate.

“Dall’albero secco sboccia un fiore”. “Ciò che tu semini non prende vita se prima non muore”. La
pratica è un lento morire passo dopo passo, disidentificandoci gradualmente da tutto ciò a cui siamo
aggrappati. Se manteniamo ancora una piccola presa non siamo morti. Tutti siamo identificati con la
nostra famiglia, ma disidentificarci da essa non significa cessare di amarla. E’ difficile amare se
c’è bisogno.

Stiamo remando sul lago nella nostra barchetta. All’improvviso dalla nebbia sbuca un’altra barca che
si dirige verso di noi e… crash! … una scarica di rabbia: -Cosa fa quell’idiota? – Quand’ecco ci
accorgiamo che la barca è vuota. Cosa succede alla nostra rabbia? Si affloscia. Ma se sulla barca ci
fosse stato qualcuno come avremmo reagito?

Sapete benissimo come. I nostri scontri … con gli altri, con le situazioni sono paragonabili al
venire urtati da una barca vuota. Ma la nostra percezione è diversa : sentiamo che la barca che ci è
venuta addosso è guidata da “qualcuno” che ci vuole massacrare apposta.

Il Buddha non è altro che ciò che siete in questo preciso momento : udire il rumore del traffico,
percepire il male alle gambe, ascoltare Ia mia voce. Ecco il Buddha. Non potete afferrarlo: appena
cercate di prenderlo è già cambiato.

Essere ciò che siamo momento per momento significa per esempio essere totalmente rabbia quando siamo
arrabbiati. E’ una rabbia che non danneggia nessuno, perché totale, completa. La viviamo pienamente,
sentiamo il nodo allo stomaco, ma non la rivolgiamo a danno altrui.

Charlotte Joko Beck

Il nostro esser qui è l’essere eterno. Molti immaginano che il qui abbia un’esistenza propria,
mentre il divino è là. È un’illusione popolare.

Meister Eckhart

D.: Quelli che praticano il kundalini yoga sono dunque degli illusi?

M.: Chi vuol intraprendere una pratica, qualunque essa sia, è libero di farlo, ma cosa rappresenta?
Zero, niente.

Lasciali fare, questi desideri; essi non sono te. Tu non sei legato a loro, ne sei separato.

Nisargadatta Maharaj

D.: Come posso evitar di regredire?

B.: Rimani nella Mente Non-nata di Buddha. Se lo fai, non ti preoccuperai né di avanzare né di
regredire. Infatti se rimani nel Non-nato, cercar di avanzare, significa istantaneamente regredire
dalla sede del Non-nato… (esso)è come uno specchio lucente. Uno specchio riflette qualunque cosa
ha di fronte. Non tenta deliberatamente di riflettere le cose… e poi se l’oggetto che era riflesso
viene tolto, lo specchio non tenta deliberatamente di non rifletterlo, ma quando è tolta la cosa
essa non appare più nello specchio. Ecco la Mente Non-nata di Buddha.

Bankei

Concediti un po’ di tempo, un po’ di momenti di chiusura totale. Prenditi qualche istante in cui
nessuno invada il tuo spazio. Tutti possiamo dedicarci qualche momento. Hai dedicato tutta la vita
agli altri, e nemmeno un minuto al Sé.

Sei proprietà degli altri. Nasci, e i genitori dicono “mio figlio”. Vai a scuola, e diventi “il mio
studente”. Ti sposi, ed eccoti “mio marito”. Hai dei figli , ed eccoti “mio padre”. Rimuovi tutti
questi possessi. Non essere proprietà di nessuno.

D.: Ci sono varie vie all’Illuminazione, anche quella dell’unione con un partner come via al Divino.
Lei pensa sia possibile la vera liberazione in quel modo?

P.: Le attività fisiche producono risultati fisici. Le attività mentali producono attività mentali.
Le attività sessuali producono bambini. L’illuminazione non è prodotta da nessuna di loro.

Poonja

Ecco cosa succede nel mondo: qualcuno riunisce vario materiale, giudizi del tale e del tal’altro…
e … lo considera il suo bagaglio di conoscenza. Non fanno che scambiare opinioni. Shankara ha
detto questo, Buddha quest’altro… scambiano punti di vista e lo chiamano jnana. Ma colui che
trasmette questi giudizi degli altri, era presente?

Alla fine quando realizzi che tutto è inutile, che tutto è Brahman, allora sei a livello del
Parabrahman, il livello assoluto. Quando sei a quel punto, tutto ti sembra inutile, incluso il
Brahman perché anche Brahman è ridotto ad un’ “illusione”. Così tutti questi discorsi, incluso il
mio, diventano illusioni, una volta che sei nel più alto.

Nisargadatta Maharaj

Dio non apprezza che fai di bene, ma solo come lo fai: non guardare ai frutti, solo alla radice e
semi.

Silesius

Arrestare il dialogo interiore.

Fermare la nostra descrizione del mondo…

Agire senza credere.

Agire ..senza aspettarsi ricompense.

Cancellare la storia personale.

Togliere le proprie repliche… rendendosi indisponibile. Questo libera dall’attenzione che ci
portano gli altri….e toglie l’autocommiserazione dal nostro mondo.

Perdere la nostra importanza personale.

Altro aiuto per eliminare l’autocommiserazione.

Cambiare la routine della vita.

La follia controllata.

Un uomo che ‘ vede’, sa che nulla è più importante di qualunque altra cosa…

Agire come se fosse importante, anche se si sa che non lo è.

La prima attenzione

L’attenzione del tonal. Usata per metter insieme il nostro mondo quotidiano.

La seconda attenzione

L’attenzione del nagual

La terza attenzione

L’attenzione che si sviluppa dopo aver bruciato col fuoco interiore.

Il Tonal e il Nagual

Il tonal non è che un riflesso di quell’indescrivibile sconosciuto riempito di ordine, il nagual un
riflesso di quell’indescrivibile vacuità che contiene ogni cosa.

Il sognatore e il sogno

Il segreto del sognatore e del sogno è che il sogno sogna il sognatore, così come il sognatore sogna
il sogno.

Il segreto degli esseri luminosi

Il segreto degli esseri luminosi è che siamo coloro che percepiscono, siamo una consapevolezza senza
solidità né frontiere. Il mondo che crediamo di vedere è solo una descrizione del mondo che ci
raccontiamo col nostro dialogo interno, una descrizione che ci è stata insegnata da altri. Siamo
intrappolati nella bolla di percezione e ciò che osserviamo sulle sue pareti è un riflesso della
nostra visione del mondo, la nostra descrizione.

La bolla di percezione

La bolla di percezione è il grappolo di sentimenti che sono stati raccolti nel nagual e tenuti
insieme dalla forza della vita.

Carlos Castaneda

… coloro che continuavano… la meditazione… cozzavano contro un vuoto, o un sentimento di
paura, ma erano a esortati a perseverare, tenendosi aggrappati a ciò che esperimenta quel vuoto o
quella paura. La stessa risposta… a coloro che sperimentavano uno stato di beatitudine. Non ci può
essere né paura né piacere, né visione del vuoto, senza qualcuno che ne faccia l’esperienza.

Ramana Maharshi

Generalmente è meglio mantenere (l’immaginazione) quieta… ma c’è uno strano sentimento che queste
immaginazioni non sono te – sono meccaniche, della stessa natura del sogno. Non lasciarle troppo
incontrollate, per poter aver l’attenzione fissa su nulla in particolare, che è Dio, naturalmente.

Dom John Chapman

Lo sforzo nasce quando uno proietta qualche fine da raggiungere. Ma ciò che fondamentalmente siete
non potrà mai essere raggiunto, perché lo siete già. E allora perché sforzarsi? All’inizio le
tecniche di rilassamento possono essere utili, poiché uno stato di rilassamento vi mette in grado di
vedere che ciò che cercate è trovato nel preciso istante in cui cessa il cercare.

Jean Klein

D.: Che cosa non va nell’universo?

M.: L’oblio di sé è l’offesa più grave: tutte le disgrazie ne derivano. Bada al più importante, il
meno importante ci penserà da sé. Non riordini una stanza al buio. Prima apri la finestra. Far
entrare la luce rende tutto più semplice. Così, prima di migliorare gli altri, impariamo a vederci
come siamo: e mutati.

Il Dio nato dalla paura e dalla speranza, modellato dal desiderio e dall’immaginazione, non può
essere il Potere Che E’, la Mente e il Cuore dell’universo.

Mentre te ne stai tranquillo e ti osservi, ogni sorta di cose verranno alla superficie. Non
occupartene, non reagire ad esse; come sono venute, così se ne andranno. Ciò che importa è la
vigilanza, l’attenzione totale a te stesso, cioè alla tua mente.

… se ci tieni a fare qualcosa, non preoccuparti d’altro che di questo: medita, medita a lungo su
questa conoscenza interiore “io sono”.

“Io sono” significa unicamente l’insieme della manifestazione e non l’apparato psicosomatico
“corpo-mente” che porta il tuo nome. Rifiuta di identificarti al “corpo-mente” e semplicemente
prendi stabilmente coscienza nell’ “io sono”, senza bisogno di specificare altro. Questa è la prima
tappa. “Io sono questa coscienza dinamica di ciò che si manifesta”. Ma senza dirlo a parole, nemmeno
interiormente.

Aggrappati a questa conoscenza, vivila.

Nisargadatta Maharaj

D.: I devoti che vivono vicino ad un grande maestro spesso pensano di essere gli eletti.

MM.: Tutti qui pensano di essere speciali. Ma per essere speciale dovete pensare che non siete
niente.

D.: Come posso realizzare “chi sono io?”

MM.: Abbandona quell’ “io” e lo saprai.

D.: Che disciplina quotidiana ci aiuta a realizzare il Divino?

MM.: Ricordate il Divino in qualunque cosa voi facciate. Se avete tempo meditate. Offrite tutto al
Divino, qualunque cosa buona o cattiva, pura e impura. Questa è la via migliore e la più rapida.

Mother Meera

Il solo sforzo efficace è un’istantanea percezione della verità. Vedete il falso come falso e ciò
che rimane è vero.

Nessuno nasce, nessuno muore. C’è semplicemente l’inizio, la durata e la fine di un evento,
oggettivato come tempo-vita nello spazio-tempo.

Ramesh Balsekar

L’intelletto è lo strumento che ti documenta sulle forme. Quando non può più distinguere alcuna
forma, non ha più nulla da fare. Quindi ti informa che tutto è vuoto; ma questo vuoto è
completamente pieno di ciò che è. E ciò che è, qualunque cosa sia, sei tu. Non è possibile parlarne
perché a livello delle espressioni non si può constatare che il vuoto. Ciò che è, in realtà, è
l’ignoto; nessuna parola può descriverlo.

Nisargadatta Maharaj

D.: Devo restare nella purezza della mente e aver fede che essa giunga a me?

P.: Non sprecare il tempo nella purezza della mente che non può essere pura. Anche il desiderio di
essere puro è un trucco della mente. Trova la sorgente di questi concetti e sta lì. Questa è
beatitudine, niente altro.

Sotto tre punti di vista la ricerca e la pratica sono follie ingannevoli, è solo la mente astuta che
pospone la libertà.

Il primo è che crea un cercatore. Questo rinforza il concetto di un individuo che soffre separato
dalla Libertà e che il Sé è qualcosa di diverso dal Qui ed Ora.

Il secondo è la ricerca. Cercare è una distrazione che provoca rinvii e inutili sofferenze. La
ricerca promuove le religioni, le tradizioni e le vie a cui si aderisce, e ciò serve solo a
ingannarti ancor di più. La verità è solo Qui ed ora, ma la ricerca dice che è per domani.

Il terzo punto di vista è che la ricerca crea un oggetto da trovare e questa è la trappola più
sottile e ingannevole.

Non appena cominci la ricerca, inizi anche a concettualizzare quello che cerchi.

Poiché la natura di mâyâ, dell’illusione è che qualunque cosa tu pensi, lo diventi, qualunque
traguardo tu pensi di raggiungere, lo puoi raggiungere.

Non c’è dubbio su questo. Quello che pensi si realizza. Così a causa della tua ricerca, creerai e
poi otterrai ciò che tu pensi di stare cercando!

Qualunque paradiso o alto stato spirituale che desideri ardentemente raggiungere, lo otterrai dopo
averlo concettualizzato e creato. Dopo di che ti rilasserai soddisfatto in questa TRAPPOLA, pensando
di aver ottenuto il tuo “paradiso”.

Un’altra trappola è il pensare “sono vuoto” – che è l’ego, poiché è solo in relazione alla mancanza
dell’ego-mente che il concetto di vacuità può sorgere. Perciò non c’è Beatitudine in questa vacuità.
“Io sono” deve essere dissolto perché la Vacuità possa essere. Tutto è Vacuità, allora come ci può
essere un processo verso di ciò?

Molti tentativi per rimuovere il muro servono solo a rinforzarlo. In tal modo, lo sforzo, il metodo,
il fare e i processi sono solo la mente che inganna. Non è nemmeno il non fare questo, allora perché
perder tempo a pulire la mente!

Poonja

La corteccia cerebrale funziona come un computer… controlla i livelli strutturali più bassi del
sistema nervoso… (è) un biocomputer. Quando si impara a imparare, si sta “metaprogrammando” il
computer umano. La religione si presenta come un metaprogramma potente, un gioco di simboli, che
permette al biocomputer di comunicare con i livelli strutturali più bassi del sistema nervoso, i
quali controllano il “costruttore di realtà”… Il sistema nervoso centrale è il “costruttore di
realtà”.

Quando avviene una rottura in uno dei nostri sistemi (metaprogrammi), la reazione normale è un
crollo emozionale… (ciò) non significa che il sistema non è buono… Per evitare il crollo
emozionale bisogna… credere e non credere ad un certo insieme di regole. Ecco … il nirvana. La
realtà è vuota e non-vuota allo stesso tempo.

Michael Talbot

C’è un al di là? Poiché non siete interessati alle cose quotidiane e a ciò che vi circonda, avete
inventato una cosa come l’ “aldilà”, il “senza tempo”, o “Dio”… “la Realtà”… l’Illuminazione”…
e poi la cercate. Può non esserci questo aldilà… qualunque cosa sappiate sull’aldilà, è qualcosa
che vi è stato detto, è quello che sapete. Dunque proiettate questo sapere… e, qualunque cosa
sappiate sull’aldilà, è quello che sperimenterete esattamente. Il sapere crea l’esperienza e
l’esperienza rafforza il sapere.

U.G.

Chi pensa? … Per te l’io è un pensiero. Risali fino alla sua sorgente e scopri da dove nasce. Il
pensiero deve arrestarsi. Per prima cosa, nessun oggetto, nessuna azione, nessun io.

Per questo non vi do’ alcun tipo di pratica. Potresti praticare la meditazione per un’ora o due,
potresti fare un ritiro di dieci giorni o di un mese, ma per il resto del tempo? Deve occupare
sessanta secondi al minuto, sessanta minuti all’ora, ventiquattr’ore al giorno.

Ecco il vero silenzio, la vera meditazione. La vera meditazione non conosce pause. Per questo non
c’è niente da fare, non occorrono pratiche. Sii semplicemente ciò che sei qui.

Poonja

Capitemi bene, è il vostro stato che sto descrivendo, lo stato naturale, non il mio stato o di un
uomo che ha realizzato Dio, o un mutante o qualcosa di simile. È il vostro stato naturale, ma ciò
che impedisce quello che è lì dall’esprimersi a suo modo, è il vostro bisogno di raggiungere
qualcosa, di esser qualcosa di diverso da ciò che siete.

Lo stato naturale … non è qualcosa da raggiungere con la volontà…; è lì, – è lo stato vivente.
Questo stato è solo l’attività funzionale della vita. Per “vita” non voglio dire qualcosa di
astratto; è la vita dei sensi, che funziona naturalmente senza l’interferenza del pensiero.

Avete adottato l’approccio negativo (non questo, non quello, neti neti) perché l’approccio positivo
si è dimostrato frustrante. Pensate vi sia una differenza tra i due. Anche ciò che chiamate
approccio negativo, l’avete trasformato in positivo – poiché il traguardo da raggiungere è positivo,
volete ottenere qualcosa… magari lo stato di “non-conoscenza” attraverso un approccio negativo.

U.G.

D.: Ho letto che Maharshi diceva di dimorare costantemente nel Sé.

P.: Io invece direi: libera la mente da qualunque dimora. Non lasciarla abitare in nessun luogo.

… vedrai che i mezzi non servono a niente. Niente ha effetto. I mezzi sono la mente, e la mente
non può portarti a ciò che sta oltre la mente. La mente guiderà, certo. I mezzi ti condurranno a
qualcosa che è sempre collegato alla mente. Ma andare al di là della mente non ha nulla a che fare
con i mezzi. Inoltre, i mezzi appartengono al passato…

Per essere ciò che sei in questo preciso istante, che cosa ci vuole?

Ogni volta che c’è dualità c’è stato di sogno. Ogni volta che vedete molteplicità state sognando.

Non ti do niente e non ti tolgo niente: ti indico soltanto ciò che sei qui. Non andartene con il
pensiero: “Penso di fare esperienza del vuoto.”

Prima togli l’attività, il fare, che è pensare e sperimentare, poi togli l’io. Allora potremo
incominciare. Allora ci sarà spazio per interessanti discussioni. Di lì racconta la tua realtà.

Il Dalai Lama parlava all’uomo ordinario che ha bisogno che il suo comportamento sia guidato dalla
moralità. Gli illuminati sanno che la moralità è vuota, come tutto il resto. La retta azione, la
retta parola e l’ottuplice sentiero del Buddha sono una conseguenza del vuoto, ma non potranno mai
portare al vuoto. Perciò il ricercatore della verità cerca soltanto il vuoto, e tutto il resto ne
consegue.

Poonja

… la nostra unica preoccupazione qui è di osservare le nostre miserie, semplicemente esserne
coscienti, senza giudicarle o evitarle.

Se un sentimento sorge, ne siamo testimoni. Anche se l’odio per quel sentimento sorge, ne siamo
testimoni.

… Cercar di evitare la nostra afflizione, non fa che perpetuarla. Ciò che ci turba così tanto non
è l’afflizione stessa, ma il nostro attaccamento ad essa.

Se… diventate abili… in questa tecnica di testimonianza distaccata (ci vuole un po’ di tempo),
guarderete gli eventi che riguardano il vostro corpo-mente con la stessa imparzialità con cui
guardereste delle nuvole che vagano per il cielo..

In altre parole, la vostra relazione con il vostro corpo-mente diventa la stessa che la vostra
relazione con tutti gli altri oggetti di coscienza.

Ken Wilber

Non cercate di liberarvi dalla sensazione dell’io: consideratela, finché dura, un aspetto o un gioco
dell’intero processo, come una nuvola o un’onda, il sentir caldo o… freddo, e come qualsiasi cosa
che accade da sola. Liberarsi dal proprio io è l’ultima possibilità che rimane all’invincibile
egoismo. Finirebbe col… rafforzare la realtà di quella sensazione. Quando la sensazione di essere
separati è vissuta come tutte le altre, svanisce dimostrandosi il miraggio che è in realtà. Quando
(gli “esercizi spirituali”) sono praticati con lo scopo di raggiungere… il risveglio spirituale,
rinforzano l’illusione che l’io possa essere strappato e gettato da qualche parte.

Alan Watts

Poiché non c’è nulla su cui meditare,

non c’è meditazione.

Poiché non c’è nessun luogo in cui smarrirsi

non c’è modo di smarrirsi.

Benché vi siano innumerevoli varietà

di profonde pratiche

esse non esistono per la mente

nel suo vero stato.

Dal momento che non vi sono due cose

come la pratica e il praticante,

se – da coloro che praticano o non praticano –

il praticante è visto come non-esistente,

allora il traguardo della pratica è raggiunto

e così è la fine della pratica stessa.

Padmasambhava

… Appena l’accettazione diventa fare, una tecnica, abbiamo il circolo vizioso. La vera
accettazione non è una meta da raggiungere, la vera accettazione è accettarsi come si è ORA… prima
di cominciare a rendersi diversi con l’accettarsi. Plotino dice(di questo): “Ciò che la mente quando
si ripiega, pensa prima di pensare se stessa.”

Alan Watts

Saggi mi avete abbandonato

Ignoranti, vi ho abbandonato

Non essendo né saggio né ignorante,

Ho d’ora innanzi smesso di ascoltarvi

La notte cala, canto con la luna chiara

L’alba spunta, danzo con le nuvole bianche

Perché dovrei interrompere la mia bocca e le mie mani,

Per sedermi cerimoniosamente, mentre i miei capelli

S’incanutiscono?

Han Shan

A volte la mente è quieta, a volte no. A volte siamo sereni, a volte siamo agitati. Ma il lasciarsi
andare in ciò che è consapevole di tutti questi stati, significa esser quieti, anche se i pensieri
sopravvengono; esser tranquilli anche se c’è agitazione.

Usare la piccola mente condizionata della mappa per cercare il senza limiti, non potrà mai dare
frutti, perché la mente può solo cercare nei confini limitati della mappa.

Eppure c’è una via d’uscita: lascia che la mente cerchi sé stessa. Se cerca sé stessa, non troverà
nulla – e, per difetto, si cadrà nell’illimitato spontaneamente.

G.Bluestone

Come non pensare? È questa la sua domanda? Lei cerca un metodo, un sistema… ma poi continua a
pensare. Le è possibile guardare un pensiero?

No! C’è un altro pensiero che osserva. Ecco il tranello: la mente è divisa, altrimenti come farebbe
a prendere in considerazione il fatto di osservare un pensiero?

Quando un pensiero sembra guardarne un altro, in realtà non ci sono due pensieri, ce n’è soltanto
uno solo… Se vuole osservare direttamente il pensiero e scoprire cos’è con i suoi mezzi, non può,
perché lei non può sperimentare che attraverso la “conoscenza” che ne ha. E cosa succede se lei
rifiuta la risposta data da altri? Qualcosa succede. La domanda “cos’è il pensiero” si consuma
perché non c’è più altra risposta a parte quella che conosciamo. La risposta brucia provocando
un’energia che prende il posto della risposta, un’energia che è la manifestazione della vita. Detto
altrimenti vita e energia sono sinonimi.

U.G.

Scopri chi è che ha il libero arbitrio o la predestinazione e permani in quello stato. Allora
entrambi sono trascesi.

Finché dura l’ego lo sforzo è necessario. Quando l’ego cessa di esistere, le azioni diventano
spontanee.

Pensare di dover fare uno sforzo per sbarazzarsi del sogno, dello stato di veglia e fare sforzi per
raggiungere la Realizzazione o risveglio reale, sono tutti parte del sogno. Quando raggiungerai la
Realizzazione, vedrai che non c’erano né il sogno durante il sonno né lo stato di veglia, ma solo te
stesso e il tuo stato reale.

D.: Dovrei ritirarmi dagli affari e mettermi a leggere libri sul Vedanta?

R.: Se gli oggetti avessero un’esistenza indipendente, cioè, se esistessero da qualche parte
separatamente da voi, allora vi sarebbe possibile ritirarvi da essi. Quanto al leggere libri sul
Vedanta, potete leggerne quanti ne volete… il Sé non si può trovare nei libri. Dovete trovarlo da
solo in voi.

Ramana Maharshi

Tutte le strade devono sparire. Finché seguirete la strada di qualcuno, quel cammino è un prodotto
del pensiero. Non è un cammino nuovo.

U.G

Tutti le strade portano all’irrealtà. Le strade sono creazioni all’interno della conoscenza. Perciò
le vie e i movimenti non possono trasportarvi nella Realtà, poiché la loro funzione è di irretirvi
nelle dimensioni del sapere, mentre la Realtà prevale, antecedente ad esso.

Nisargadatta Maharaj

Conservando l’energia sessuale, non migliorerete affatto. È assurdo. Astinenza, celibato… non vi
aiuterà a mettervi in questo stato. Potete avere una relazione sessuale e “questo” potrebbe
capitarvi il giorno dopo, magari anche attraverso il sesso. Se vi è solo un momento in cui non c’è
nessuno che esperimenta qualcosa, ecco il momento in cui ha una possibilità di accadere. Non è il
discorso di un santo… o il cader di una foglia… qualunque cosa accada, può farlo succedere – se
voi non interpretate niente, potrà verificarsi da sé.

Voi cercate di catturare qualcosa che non può esser catturato dalla vostra struttura che sperimenta,
così questa struttura non deve esserci, in modo che l’altra cosa possa entrare. Non saprete mai la
verità, perché è un movimento.

U.G.

Caro amico, vedi

quest’uomo del satori

che ha cessato di studiare

ed è inattivo?

Egli non cerca né di fugare

le illusioni né di trovare la verità.

… Colui che ha realizzato il satori può smettere di studiare?… Fare qualcosa significa avere una
meta.. L’autentico uomo del satori, non cerca più niente, (è) in armonia con la verità delle cose.

Ha abbandonato il proprio ego e segue in modo assoluto l’autentico sistema cosmico.

Yoka Daishi

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