Vuoi essere felice?…La prima cosa da fare è…

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Vuoi essere felice?…La prima cosa da fare è…

di ANTHONY DE MELLO

CHIAMATI ALL’AMORE

RIFLESSIONI

EDIZIONI PAOLINE

Titolo originale dell’opera: Call to Love – Meditations 1991,

Gujarat Sahitya Prakash, Anand, India

Traduzione dall’inglese di Renzo Fenoglio

Quarta edizione, 1996

“Il giovane se ne ando’ afflitto perche’ aveva molti beni”. Mc 10,22

Non ti ha mai colpito la sensazione di essere stato programmato per essere
infelice, e che percio’, qualunque cosa tu faccia per esser felice, i tuoi
sforzi siano destinati a fallire? E’ come se tu rimpinzassi un computer di
formule matematiche e poi ti arrabbiassi ogni volta che gli chiedi di
mostrarti a video dei versi di Shakespeare!

Vuoi essere felice? La prima cosa di cui hai bisogno non e’ lo sforzo, e
neppure la buona volonta’, ne’ i buoni desideri, ma piuttosto la conoscenza
precisa di come sei stato programmato. Ecco come si sono svolte le cose:
primi fra tutti, il tuo ambiente e la tua cultura ti hanno insegnato a
credere che non sarai felice senza certe persone e certe cose. Guardati
attorno: dappertutto gente che effettivamente imposta la propria vita
sull’intoccabile presupposto che senza alcune cose (diciamo denaro, potere,
successo, approvazione, buona fama, amore, amicizie, spiritualita’, Dio) non
e’ possibile essere felici. In questo senso, qual’ e’ la tua formula
specifica?

Una volta ingoiata la pillola della tua personale persuasione, in te
naturalmente si e’ scatenata una passione per quella data persona, o cosa,
di cui sei convinto di non poter fare a meno per essere felice. Di qui, i
tuoi sforzi per avvinghiarti a quella persona, o cosa, tanto preziose, una
volta che sei arrivato a impossessartene; e gli sforzi per spazzar via anche
solo la eventualita’ di perderle.

Questo ti ha condotto a una abbietta dipendenza emozionale, per cui gli
oggetti del tuo attaccamento hanno acquistato su di te il potere di farti
fremere quando li hai raggiunti, di renderti ansioso quando ne sei privo, di
farti sentire miserabile quando ti capitasse di perderli. Fermati un attimo,
ora, e inorridisci nell’esaminare la lista senza fine dei legami di cui sei
diventato prigioniero. Pensa a persone e cose in concreto, non a entita’
astratte… Dal momento in cui i tuoi legami ti stringono nella loro morsa,
tu incanali tutti i tuoi sforzi, per dritto e per traverso, in ogni istante
della tua vita, a ristrutturare in maniera diversa il mondo circostante, per
garantirti la conquista degli oggetti cui sei legato.

Ma tutto questo diventa molto stressante e ti lascia poi poca forza residua
per impegnarti a vivere, a vivere in pienezza. Oltre tutto, e’ anche una
incombenza difficile da adempiere, in un mondo che cambiando e di continuo
sfugge a tutti i tuoi tentativi di controllarlo. E cosi’, invece di una vita
realizzata al massimo, ti ritrovi condannato a una vita di frustrazioni, di
trepidazione, di disappunto, di insicurezza, di tensioni. Certo, per alcuni
fugaci momenti il mondo cede ai tuoi sforzi e si adatta a seguire i tuoi
desideri; e allora tu per un poco sei felice. O, meglio, sperimenti un lampo
di piacere che non e’ affatto felicita’, perche ‘ nasconde la paura che
questo mondo di cose e di persone che hai faticosamente ristrutturato a tua
misura sfugga improvvisamente al tuo controllo e ti lasci a terra; e cio’ e’
inevitabile che avvenga, presto o tardi.

C’e’ poi un altro particolare da prendere in considerazione: ogni qual volta
ti assalgono l’ansia e la paura, cio’ e’ dovuto al fatto che tu puoi perdere
o mancare di raggiungere l’oggetto del tuo attaccamento. Non e’ cosi’? E
ogni volta che ti assale la gelosia non e’ forse perche’ qualcuno potrebbe
svignarsela con l’oggetto cui sei attaccato? E tutta la tua rabbia non
deriva forse quasi sempre dal fatto che qualcuno si para davanti all’oggetto
che tu vai cercando? Vedi allora come diventi paranoico quando una qualche
minaccia incombe sull’oggetto cui sei legato: non riesci piu’ a pensare con
obiettivita’, il tuo modo di vedere le cose diventa distorto. Non e’ cosi’?
E ogni volta che ti senti infastidito non e’ forse perche’ non riesci a
raggiungere in sufficiente misura cio’ che credi ti faccia felice o cio’ cui
sei particolarmente attaccato?

E quando sei cosi’ depresso e malridotto, il motivo sta davanti agli occhi
di tutti: la vita non ti sta dando cio’ di cui sei convinto, di non poter
fare a meno per essere felice. Ogni sensazione negativa che ti assale e’
quasi sempre la risultanza diretta di un tuo legame. E cosi’ tu ti trovi
oberato negativamente dai tuoi legami, e i tuoi sforzi per raggiungere la
felicita’ vanno proprio a rafforzare quella carica negativa che e’ in te.

E’ una situazione intrinsecamente assurda. La tragedia sta nel fatto che a
ognuno di noi e’ stato insegnato che questo e’ l’unico sistema per arrivare
alla felicita’. E’ un metodo, al contrario, che e’ garantito per produrre
ansieta’, delusioni e sofferenze. E’ difficile che a qualcuno sia stata
insegnata questa verita’: che per essere autenticamente felici una cosa e’
necessaria (e questa soltanto): depianificarsi, sciogliersi da ogni legame.
Quando la gente si imbatte in questa verita’ cosi’ evidente in se stessa,
diviene preda del terrore al pensiero della sofferenza che prevedibilmente
dovra’ sostenere per sbarazzarsi dei legami. Ma non si tratta di un
procedimento doloroso. Al contrario, liberarti dei tuoi legami puo’
diventare una operazione del tutto piacevole se la tecnica che usi non sara’
quella della volonta’ o della rinuncia, ma quella della… vista: cio’ di
cui hai bisogno e’ solo di aprire gli occhi per vedere che in realta’ tu non
hai bisogno alcuno di quello che e’ l’oggetto del tuo legame; aprire gli
occhi per vedere che sei stato pianificato e hai subito un lavaggio del
cervello che aveva lo scopo unico di convincerti che non saresti stato
felice senza quella precisa persona o cosa.

Ricorda lo strazio che ti ha sommerso, la persuasione di non poter essere
mai piu’ felice, quando hai perduto quella persona, o quella cosa che ti
sembravano cosi’ indispensabili. Ma poi che cosa e’ successo? E’ trascorso
del tempo, e tu hai imparato a venirne fuori molto bene, non e’ vero? Cio’
dovrebbe metterti in guardia contro la fallacia delle tue certezze, contro
l’imbroglio in cui la tua pianificazione ti ha inviluppato. Un legame non e’
un fatto concreto: e’ una persuasione, una fantasia della tua mente,
acquisita attraverso la tua pianificazione. Se quella fantasia non avesse
preso piede nella tua mente, non vi sarebbero legami: tu ameresti cose e
persone e ne godresti profondamente; ma, senza quella fissazione, ne
godresti con spirito libero da legami.

In effetti, esiste un’altra maniera di godere realmente di qualcosa? Passa
in rassegna quelli che sono tutti i tuoi legami, e a ogni persona o cosa che
ti passa davanti alla mente prova a dire: “Io non sono affatto legato a te:
e’ completamente illusoria la mia persuasione che senza di te io non possa
esser felice “. Ripeti questa frase in tutta onesta’ e vedrai quale
cambiamento si verifichera’ dentro di te: ” Io non sono affatto legato a te
: ho semplicemente truffato me stesso, nella persuasione di non poter essere
felice senza di te “

“E’ piu’ facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco
entri nel regno di Dio”. Mc 10,25

Che cosa si puo’ fare per raggiungere la felicita’? Niente: non c’e’ niente
che tu, o chiunque altro, possiate fare. Perche’? Per la semplice ragione
che oggi tu in effetti felice lo sei gia’. Come si puo l’ conquistare cio’
che gia’ si possiede? Se le cose stanno cosi’, come mai non riesci a goderti
questa felicita’ che e’ gia’ tua? Perche’ il tuo spirito ti crea angustie a
ogni pie’ sospinto. Caccia queste angustie dal tuo spirito e questa
felicita’ che e’ da sempre tuo retaggio affiorera’ immediatamente. Come
liberarti dell’infelicita’? Cerca di scoprire e di analizzare fino in fondo
la causa di quell’infelicita’, ed essa scomparira’.

A questo punto, se approfondisci la tua indagine, vedrai che esiste una cosa
(una sola) che provoca angustia, e il suo nome e’ “attaccamento”. Che cosa
significa ” attaccamento”? Uno stato emozionale provocato dalla persuasione
che senza quella specifica persona, o cosa, tu non puoi essere felice. In
questo stato emozionale sono ravvisabili due elementi, l’uno positivo,
l’altro negativo.

La componente positiva e’ costituita da quel lampo di volutta’ e di
ebbrezza, da quel brivido che tu esperimenti quando riesci a raggiungere
l’oggetto cui ti senti attaccato. La componente negativa e’ costituita dalla
sensazione di minaccia e di tensione che va sempre di pari passo con
l’attaccamento. Immagina un prigioniero che trangugia la sua razione di pane
in un campo di concentramento: con una mano porta il pane alla bocca, con
l’altra lo protegge dai compagni di prigionia che stanno li’ attorno pronti
a portarglielo via al suo primo attimo di disattenzione E’ l’immagine
perfetta di una persona affetta da attaccamento . Per sua natura intrinseca,
l’attaccamento ti rende vulnerabile all’agitazione emozionale ed e’ sempre
li’ pronto a mandare in frantumi la tua pace.

Come si puo’ pensare percio’ che una persona affetta da attaccamento possa
entrare in quell’oceano di felicita’ che e’ il regno di Dio? Sarebbe come
pensare che un cammello passi attraverso la cruna di un ago! La tragedia
dell’attaccamento e’ che esso causa infelicita’ se il suo oggetto non viene
raggiunto. Pero’, anche se questo oggetto viene raggiunto, non per cio’ ne
deriva felicita’: questo raggiungimento procura soltanto un lampo di
volutta’, immediatamente seguito da stanchezza e sempre accompagnato dalla
trepidazione di poter perdere l’oggetto dell’attaccamento. Tu dirai: ” Ma
non posso conservare neppure un attaccamento?”. Ma certo: ne puoi conservare
quanti ne vuoi.

Ma per ognuno pagherai un prezzo di infelicita’. Tale e’ la natura degli
attaccamenti che se in una giornata tu riuscissi anche a soddisfarli tutti –
ma te ne restasse uno insoddisfatto – quest’uno ti peserebbe sull’anima e
sarebbe sufficiente a renderti infelice . Non c’e’ modo di vincere la
battaglia contro i legami. C’e’ forse acqua senza umidita’? Cosi’, non c’e’
attaccamento senza infelicita’. Non e’ ancora nat= o chi sappia trovare la
formula per conservare gli oggetti di un attaccamento senza battaglie,
ansie, timori e, prima o poi, fallimenti. C’e’ un’unica via per venire a
capo dei legami: lasciarli perdere. Contrariamente a quanto si puo’ credere,
la cosa non e’ difficile. Tutto cio’ che devi fare e’ di metterti davanti
agli occhi, per ” vederle ” seriamente, queste verita’ che vado a elencare.

Prima verita’: tu stai aggrappato a una falsa certezza, e cioe’ la
persuasione che senza quella particolare persona, o cosa, tu non possa
essere felice. Analizza i tuoi legami a uno a uno, e vedrai la falsita’ di
questa persuasione. Potrai trovare resistenza dentro il tuo intimo, ma nel
momento in cui tu afferrerai questa verita’, vi sara’ un immediato risultato
nel campo delle emozioni. In quel preciso istante l’attaccamento perdera’
ogni sua forza. Seconda verita’: se impari a godere delle cose impedendo a
te stesso di diventarne schiavo, cioe’ rifiutandoti di credere alla falsa
certezza che senza di quelle non potrai essere felice, tu ti risparmi tutte
le lotte e l= e fatiche per proteggerle e conservartele.

Ti e’ forse successo di poter conservare tutti gli oggetti dei tuoi legami
senza rinunciare a uno solo di essi; pero’ se tu ti liberi dai legami e li
consideri da un punto di vista non esclusivamente possessivo, tu ne godi
ancor di piu’, perche’, in questo caso, tu sei in pace con te stesso, e
tranquillo, e sicuro da minacce. Terza e ultima verita’: se imparerai a
godere del profumo di mille fiori non ti succeder. piu’ di aggrapparti a uno
solo di essi, o di soffrire quando non riuscissi a cogliere quell’unico
fiore che ti manca. Se trovi gusto in mille pietanze diverse, la mancanza di
una fra le mille passer. inosservata e non oscurera’ la tua felicita’. Ma
sono proprio i tuoi attaccamenti a impedirti di sviluppare questo piu’ largo
e piu’ vario gusto per le cose e le persone. Alla luce di queste tre verita’
non c’e’ attaccamento che resista. Ma quest= a luce deve risplendere in
continuita’ se si vuole che sia efficace. Gli attaccamenti prosperano
soltanto nel buio delle illusioni. L’uomo ricco non puo’ entrare nel regno
della gioia: non gia’ perch, egli sceglie di essere cattivo, ma perche’
sceglie di essere cieco.

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