Tutti X 1,1 X Tutti

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Tutti X 1,1 X Tutti

di a cura di Massimo Teodorani e Ivana Iovino

Vittorio Marchi risponde alle domande dell’astrofisico Massimo Teodorani

Può spiegarci qual è secondo lei la corretta interpretazione della “forza nucleare debole”, perché
la ritiene così importante e per quale ragione secondo lei essa è stata trascurata o mal compresa
dalla fisica ufficiale?

La corretta interpretazione della forza nucleare debole è la seguente: è l’ unica forza ( ignota
alla fisica ufficiale, impegnata ancora nella ricerca di unificazione di tutte le forze ) di cui
tutte le altre sono manifestazioni. Muove il cuore delle stelle e commuove quello dell’ uomo. E’
impropriamente chiamata debole perché sfugge all’ analisi degli strumenti scientifici, mentre è
rivelatrice per il sistema neurocerebrale umano. Fa parte del sistema della forza ED e ne
rappresenta uno dei 2 lati. Presenta le seguenti caratteristiche:

· Trasmette emozione ( emo=sangue + azione );

· Unisce il visibile all’ invisibile;

· Provoca l’ alchimia ( trasmutazione delle sostanze);

· Dirige e governa l’ evoluzione cosmica;

· Trasforma la materia nucleare;

· Dirige e controlla la fusione nucleare di tutte le stelle dell’ Universo.

Si dice che la forza debole ( in realtà campo debole) sia stata scoperta negli anni 70. Ma in
realtà si conosceva già negli anni 50 per merito di Enrico Fermi, chiamato per questo il Signore
delle stelle da John Whiler.

Per la verità il primo ad avere l’ intuizione della sua esistenza fu Ettore Majorana, come mi rivelò
il mio Maestro E.C., compagno di stanza e di studi di Enrico Fermi alla Normale di Pisa.

Non si può vedere. ( Materia esotica od oscura 25%, Energia oscura 70% , Materia ordinaria oscura
4,5% ).

La forza debole non si vede, ma si può solo percepire, perché è mascherata dalla luce
elettromagnetica che, come un velo formato dalla Magnetosfera, la avvolge nel suo stato di luce
ordinaria ( 0,005% ), impressionata dalla retina dell’ occhio umano.

Si distingue dalla luce elettromagnetica, perché quest’ ultima ha le seguenti caratteristiche:

· Mostra solo il visibile dell’osservabile;

· Crea l’ orizzonte illusorio degli eventi;

· Crea lo spazio-tempo;

· Crea una realtà di immagini ( per interferenza di onde vibratorie ) che è illusoria.

Il lato debole di questa forza è quello che sta trasformando il “cuore” ed il cervello dell’ essere
umano, vera e propria antenna cosmica. E’ stata volutamente trascurata e fintamente snobbata ( basta
vedere la manipolazione paradossale del nome che ne è stata fatta) perché essa è connessa alla
scoperta della free energy, un evento fortemente destabilizzante per i signori dell’ energia.

Nessuna incomprensione.

Ci può dire in che modo secondo lei discipline esoteriche come l’alchimia, l’astrologia e la
geometria sacra, possono essere importanti per la scienza odierna?

La scienza moderna non ha il concetto dell’ UNO, fuori dallo spazio e dal tempo, ma il concetto del
relativo e del molteplice, legati alla sfera del limite e quindi del “composto”, del “limitato” e
del “temporale”.

Scienze come l’ alchimia ( attraverso il processo di trasfigurazione della L.U.C.E. un acronimo che
sta per la “ La Unica Cosa Esistente” ), l’ Astrologia ( sulla base delle Energia Astrale assorbita
ed emessa in ogni momento o luogo della vita degli astri secondo le mutevoli vibrazioni
interconnesse alle trasformazioni del nostro DNA sincronizzato ai pianeti e al cosmo e la Geometria
Sacra ( attraverso l’ esistenza di sezioni e rapporti “aurei”, riproducenti, ai vari livelli dell’
evoluzione del Creato-Creatore, dell’ Osservatore-Osservato, i stessi parametri e proporzioni dell’
unica Unità univivente esistente, sono importanti perché possono aiutare la scienza moderna a
pervenire ad una visione della Realtà che chiarisca nella mente degli umani cosa significa il
principio di non-località della Vita e di indissolubilità di ogni cosa esistente.

La Chimica per esempio potrebbe incominciare a sospettare che i circa 114 elementi chimici
classificati nella tavola periodica degli elementi di Mendeleev potrebbero essere il risultato della
trasformazione ( non successiva ) di un capostipite, una sorta di Adamo materiale, che per il
momento chiamiamo Idrogeno.

Mentre l’ astronomia potrebbe incominciare a prendere sul serio il fatto che il periodo della nostra
vita materiale, data la non-distanza che regola la vita degli astri, rifletterà molto la posizione
dei pianeti nel preciso momento, ora e luogo in cui siamo nati e il tipo delle energie che abbiamo
assorbito circa quell’ evento, secondo un “modello interiore” che ci accompagnerà lungo tutto il
percorso della nostra vita.

D’ altra parte oggi nessuno discute più sul fatto che i pianeti sono come dei trasmettitori di
energia che irradiano una vibrazione distinta. Per cui, a seconda della posizione che occupano sulle
loro orbite, rispetto alla Terra, esercitano vibrazioni planetarie diverse o combinazioni di esse,
che si traducono in una maggiore o minore influenza su questo pianeta e quindi su di noi.

Come ogni pianeta è il riflesso del cosmo così siamo noi. Pianeti e noi siamo il cosmo ed il cosmo è
noi, insieme ai pianeti.

La geometria sacra è l’ espressione di campi e di codici geometrici vibrazionali. La “matrice”
appare esteriormente come una serie di numeri e di codici che si rapportano tra loro secondo schemi
cui sono associate determinate energie ed influssi energetici.

In realtà si tratta di onde con precise frequenze elettromagnetiche che poi vengono percepite dal
nostro sistema neuronale e trasformate in immagini dal nostro “cervello televisivo”, che in realtà
si comporta come un decodificatore di frequenze in virtù di un processo che ricorda la
trasformazione di Fourier.

La “matrice” è un costrutto vibrazionale e questa è la ragione per cui la si può scomporre in
termini matematici, numerologici o in altri tipi di apparente misurazione.

Qual è secondo lei il significato di certe coincidenze numeriche e geometriche che si trovano in
natura?

Le coincidenze numeriche e geometriche che si trovano in natura si spiegano con l’ arte della Vita
che si è inventata “la spirale della sezione aurea” e la “sequenza di Fibonacci”
(1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89…) per costruirsi un modello “artistico” facsimile, adattabile al
sistema-natura, per indicare “UNA REALTA’” che non ha ne inizio e né fine. Ovvero l’ Uno che non ha
il Due. Per questo il rapporto ? = 1,6180339…., il cosiddetto numero d’ oro, che è alla base in
natura dello sviluppo di una miriade di forme appartenenti al mondo minerale, vegetale, animale,
umano e cosmo astronomico, è costituito da un numero infinito di cifre, per indicare che la Vita è
una e per ripetere con questo modello il pattern dell’ Infinito, al di là della quale non c’ è l’
“oltre”.

In che modo la scienza in senso lato si evolverebbe nel caso si riesumasse qualche aspetto
dell’antico “sapere ermetico”?

Se la Scienza fosse in grado di ricordare e/o di recuperare il pensiero del sapere ermetico potrebbe
fare passi da gigante.

La concezione ermetica dell’universo era basata sulla interconnessione tra le sue parti, il
microcosmo ed il macrocosmo. E nell’ annunciare l’interdipendenza tra l’uomo e le stelle, il cosmo
e le sue leggi l’ ermetismo concludeva dicendo che “ su come giù, a destra come a sinistra, dentro
come fuori” l’ Universo era UNO ed infinito. Oggi dalla fisica dei quanti è arrivata la conferma
che esistono infiniti regni dell’ esistenza e tutti fanno parte dell’ Uno indivisibile. Per cui la
realtà dei 5 sensi è solo uno di questi “info-regni” possibili.

Si dovrebbe allora approfondire meglio il concetto espresso dal principio del pensiero ermetico
nello studio del “collasso della funzione d’ onda”. Si dice infatti che esso è il fenomeno per cui
un modello di onde che può essere contemporaneamente in più luoghi, si manifesta in un solo luogo,
se osservato.

Le onde e le particelle in realtà sono le solite e si trovano sia qui che ovunque. Ciò è possibile
se si tiene conto che le particelle oltre ad essere se stesse, sono anche lo spazio che intercorre
tra loro. In realtà non hanno nessun bisogno di comunicare perché sono la stessa cosa e non hanno
nessuna ragione per doversi connettere, perché non sono mai state disconnesse o disgiunte. Ogni
particella in un certo senso è un ologramma, un “tutto-parte” che è una versione ridotta dell’
intero corpo universale o del tutto. In sintesi: un “quid” ove microcosmo e macrocosmo coincidono.

Lei pensa che l’uomo avrebbe potuto conquistare lo spazio utilizzando il sapere ermetico?

I fisici calcolano che ogni centimetro cubo di spazio vuoto, cioè non percepito dai nostri sensi,
contiene più energia di quella contenuta in tutta la materia dell’ universo conosciuto, cioè visto.
Il fatto è che, per quello che si è detto al punto precedente, non esiste una cosa come lo spazio
vuoto.

Una cosa così piccola come il DNA ha la capacità di immagazzinare incredibili quantità di
informazioni sotto forma di codici vibrazionali, poiché non vi è spazio in termini di grande e di
piccolo. Esiste solo l’ ovunque. Una capocchia di spillo e l’ infinito sono praticamente la stessa
cosa.

E allora proprio in virtù da quanto asserito dal sapere ermetico non ha nessun senso il pensare che
l’ uomo avrebbe potuto conquistare lo spazio utilizzando una conoscenza o una scienza che proclama
esattamente il contrario. Dal momento che lo spazio è già l’ OVUNQUE come potrebbe esso conquistare
se stesso?

Che cosa significa per lei la razionalità nel metodo scientifico, e in che modo l’intuizione può
guidare lo sviluppo delle scoperte?

Le leggi della scienza convenzionale funzionano solo perché gli scienziati ne sono convinti. E,
grazie allo stato quasi divino di cui gode la scienza, ciò che essa decide essere “vero”, diviene
realtà del consenso. Ma si tratta solo di una illusione. La razionalità della scienza convenzionale
rifiuta l’ unità e sostiene la tesi delle parti slegate. Con ciò essa limita la fiducia della mente
umana e ci fa vedere solo quello che siamo stati programmati a vedere: un mondo pieno di pezzi
staccati l’ uno dall’ altro e non l’ UNO senza giunture. Per cui tale senso di isolamento, di
discontinuità e di disconnessione dal Tutto porta con sé la percezione della limitazione, dell’
impotenza e della mancanza di significato.

Ciò significa che noi cerchiamo soluzioni individuali, senza capire che tutto è legato. Purtroppo a
pagare il prezzo di questa illusione è l’ intuizione che a causa di queste difficoltà non si può
liberare con la forza della propria energia, soffocata com’ è dal potere della fisica classica dei
materialisti del XVII secolo come Isaac Newton ed il matematico francese Renè Descartes, che
consideravano il mondo alla stregua di una macchina.

Questo dogma ha sempre negato l’ esistenza dello “spirito”, perché essi hanno sempre creduto di
poter spiegare la vita senza alcun bisogno di esso. Io stesso quando ne parlo rischio spesso di
passare per un ricercatore borderline. Per questo il cosiddetto esoterico o paranormale è stato
sempre liquidato come una fantasia, semplicemente perché tali fenomeni sono inspiegabili sulla base
di questa visione ingenua e arrogante della fisica ortodossa.

Nella sua esperienza di ricercatore che esperienza si è fatto delle istituzioni accademiche
italiane?

L’ idea che mi sono fatto delle istituzioni accademiche è che nell’ ambiente esistono troppe idee
preconcette, perfettamente organizzate, e soprattutto succube di interessi estranei all’ amore della
ricerca, fine a se stessa. La comunità scientifica si riflette nella struttura stessa della
istituzione con le sue specialità a compartimenti stagni che raramente per non dire mai, comunicano
tra loro e che tutto devono dimostrare attraverso esperimenti che si possono ripetere.

Ben poche sono le possibilità che vengono concesse a scienziati originali che avanzano spiegazioni
alternative e che troppo spesso vengono ostracizzati o scalzati dai loro incarichi per la difesa
dell’ opinione prevalente.

Che cosa l’ha spinta a costruire una visione del mondo così vasta metafisicamente parlando e qual è
lo scopo che si prefigge con i suoi libri in termini sia scientifici che filosofici?

Non nutro alcun interesse per le questioni metafisiche e filosofiche del mondo. Non c’ è tempo per
permetterselo, perché il mondo stesso, mentre si trastulla con queste confortevoli illusioni, si sta
avviando verso un disastro globale senza precedenti. Ora, per invertire la rotta non c’ è che un
modo: cambiare il modo di pensare che ha prodotto nell’ umanità l’ abbaglio che la sta portando
alla rovina.

L’ incontro con E.C. e le sue potenzialità, attraverso la sua testimonianza e la esperienza
toccata con mano dell’ aver visto il suo essere qui e ovunque, dove quel tuo stesso essere “qui” e
“là” sei tu, dappertutto, mi ha fatto capire cosa significa essere una coscienza infinita.

Mi ha fatto decidere consapevolmente di abbandonare l’ illusione di un mondo di ambizioni, di
carriere e di mete che è fatto di nulla, previo ovviamente un terremoto di presunte e solide
certezze di vita, molto simile alla magnitudo sette della scala Richter. Ed è subentrata la prova
vissuta che il nostro corpo non finisce nella tomba, come credono miliardi e miliardi di persone, ma
rimane coscienza su un altro livello o piano di realtà.

E allora si è fatta luce in me la realtà della trasformazione che sta dietro al processo del
mistero della morte e della morte apparente (NDE: Near Death Esperience, esperienze in punto di
morte) o alle esperienze di abbandono del corpo (OBE: out of the Body Esperience, esperienze fuori
dal corpo). Ed in entrambi i casi ho constatato che si tratta di un mistero perché la scienza
convenzionale non riesce a spiegarli. E tuttavia quella mole di prove è ora così voluminosa che
persino i signori del sinedrio hanno dovuta prenderla in seria considerazione, almeno
apparentemente.

Per cui, quando assisti o fai questa esperienza o torni da queste dimensioni per abbandono del corpo
fisico, sperimenti davvero l’ unità del tutto che tu sei nel vero senso dell’ infinito e capisci che
ogni cosa, ogni azione, ogni pensiero che tu esprimi è sempre verso te stesso che lo indirizzi: nel
“bene” e nel “male” e non verso “un altro” che non esiste.

Perché allora agitarsi, mobilitarsi, muoversi, andare in cerca di pace, amore solidarietà
fratellanza, armonia, comunione (“comun-unione”), introvabili in questo mondo di “altri”, se prima
non si è capito che si è già quello che si cerca, quando si è già dappertutto, sia nel visibile che
nell’ invisibile? Se prima non si capisce che la violenza e l’ odio è l’ Uno che attacca Se Stesso?

E allora, a questo punto, dovrebbe essere chiaro qual’ è lo scopo del messaggio rivolto ai “simili
di ME STESSO”, contenuto nei miei libri. Esso è: tutti per UNO e Uno per tutti. E’ la metafora dei
famosi cavalieri della Tavola Rotonda. Rotonda, perché il cerchio è il simbolo dell’ Infinito e il
ciclo è il processo che scientificamente non ha nè origine e né fine.

Se vogliamo “salvarci” e “conservarci” tutti, questa è la via che ci è stata indicata da millenni
da tutti gli spiriti più elevati dell’ umanità. E dato che essi hanno parlato di un “Regno” dell’
Infinito, come di una Realtà fatta da un unico Regno in noi, la scienza dei 5 sensi sarà
necessariamente una scienza priva di senso e come dice Stanislav Grof una sorta di “camicia di
forza” concettuale di una Dimensione limitata, di cui ancora non riusciamo a liberarci, con tutte le
conseguenze che sono e si stanno manifestando sotto i nostri occhi.

La risposta dunque non è fuori, bensì “dentro” di noi e prevede che il mondo cambierà solo se noi
siamo disposti a cambiare i nostri modelli di pensiero.

Vittorio Marchi risponde alle domande di Ivana Iovino

Nei suoi libri lei appare molto distante dal dogmatismo e dalla chiusura tipica della scienza
ufficiale. Potrebbe dirci quali sono stati i passaggi fondamentali nella sua vita di studioso, che
hanno fatto di lei uno scienziato fuori dalla norma?

In parte sui passaggi fondamentali che hanno contrassegnato la mia vita di studioso ho gia risposto
al punto 6) delle domande che mi sono state rivolte da Massimo Teodorani

Per quanto riguarda gli atti degli anni della mia vita precedente, devo dire di essermi interessato
presto, fin dalla mia prima infanzia di tutto ciò che proveniva dal campo delle discipline più
varie. Dalla letteratura e dalla psicologia alla sociologia, alla bioetica e alla teologia; dalla
chimica, la biologia, la microbiologia, la neurologia, l’ astrofisica, l’ antropologia, la geologia,
l’ astrologia alla geofisica e naturalmente alla fisica.

E tutto è avvenuto in modo molto naturale. Fino al momento in cui, dopo aver constatato che tutte
queste discipline erano sentieri convergenti che, sia pure con diversi linguaggi, conducevano tutte
alla stessa meta, mi sono accorto che doveva esistere una “pista incisa” come in un floppy disk,
presente nell’ essenza di ogni individuo.

E ho “sentito” ( questa esperienza è intransitiva ) che si trattava di una linea della memoria,
fuori del tempo e dello spazio, dove risiede la COSCIENZA DELL’ INFINITO e che ha fatto di me uno
scienziato fuori dalla norma. Ripeto: uno scienziato considerato “borderline” dalla scienza
ufficiale. E che ha definito il proprio Sito Internet: “Fisica 3000”. Un evento annunciato.

Nel suo libro “La scienza dell’Uno” lei scrive che ogni oggetto che osserviamo, ha una propria
coscienza. Alla luce di questa affermazione, qual è la sua definizione di coscienza?

Esattamente. Ogni cosa dell’ esistenza è il tutto-parte integrante ed indissolubile dell’
“Univivente” ed intelligente Universo Organico. Un tutto di coscienza conscia ed inconscia. E la
coscienza è tutta quella sostanza infinita vivente ed intelligente che fa esperienza di sé
soggettivamente sotto l’ aspetto di infinite manifestazioni.

Alcuni parlano di questo fenomeno come di una vibrazione (1026 Hz) che viaggia così veloce da
assumere le sembianze di ogni cosa. Ma questo non è vero, perché l’ infinito che essa è non ha
bisogno di viaggiare per essere ovunque come è anche comprovato dal principio di non-località della
fisica di quanti. E ciò è così dal momento che essa è già ovunque. O meglio essa è l’OVUNQUE.

Perché mai allora dovrebbe spostarsi, se è già ogni cosa, e non qui piuttosto che lì , sopra
piuttosto che sotto, a destra piuttosto che a sinistra, dentro piuttosto che fuori e tutto il resto?

Ogni particella subatomica, atomo, cellula,organo, arto e corpo, sole, meteorite, nebulosa e mente
è un riflesso del cosmo. Essi sono il cosmo ed il cosmo è loro. Noi non viviamo la vita, noi siamo
la vita. Quello che in religione si chiama Dio è il noi di Lui: l’ UNO.

Nel suo libro “La scienza dell’Uno” lei ha parlato del flip-flop magnetico. Può in poche parole
spiegare il fenomeno ai nostri lettori e condividere, secondo i suoi calcoli, quando potrebbe
verificarsi? Dovremo fare i conti con catastrofi ambientali?

Nell’ Uno detto Dio appunto indico che, a conferma della perfetta identità uomo-cosmo, si deve
notare che i 25.920 anni dell’ anno astronomico o cosmico dell’ Universo Organico vivente
corrispondono alle 25.920 respirazioni compiute dall’ essere umano nel tempo di una rotazione
terrestre. La differenza del cronismo sta solo in una questione di “scale”.

Ne consegue che la durata del mese astronomico è di 2.160 anni terrestri. Questo significa che se
ora ci spostiamo nell’ ambito delle ere, un rapido calcolo suggerisce che stiamo passando dall’ era
dei Pesci iniziata nel 150 a.C. ( C. preso come riferimento storico ) all’ era dell’ Acquario, il
cui ingresso dovrebbe teoricamente avvenire nell’ anno 2012, allo scadere del mese astronomico (
150 + 2007 = 2157 ), e al cui compimento ( ma solo per il calendario gregoriano, poco attendibile
per la manipolazione apportata a quello delle antiche civiltà ) mancherebbero solo 3 anni.

Durante tutto questo periodo, nel frattempo, per effetto di un rallentamento del moto di rotazione
terrestre siamo caduti ad un livello di forza o meglio di campo energetico ( magnetico ) più basso (
fenomeno conosciuto come global dimming ) rispetto a quello delle origini. E di questo abbassamento
di energia ne hanno risentito i quanti.

Ovvero: il sistema planetario terra-uomo, scendendo da un livello superiore ad un livello inferiore
ha finito per andare incontro ad una cessione di quanti ( pacchetti o quantità ) di energia, ciò che
è l’ equivalente di quello che in fisica per il sistema planetario dell’ atomo si chiama “salto
quantico”. In questo caso “negativo”.

Per cui per risalire dobbiamo assorbire i quanti. Ciò che si sta preannunciando con il passaggio
della Terra all’ interno della cosiddetta fascia fotonica.

Il primo problema dunque è che, per le divine corrispondenze universali, si stia preparando un salto
quantico, questa volta positivo, nel sistema planetario del corpo umano per assorbimento di energia.
Le pulsazioni della terra infatti, salite in pochi anni dal valore 8,7 ad 11,2 ed avviate ad
assumere in breve tempo il valore di 13 cps ( numero della serie di Fibonacci 1,1,2,3,5,8,13….. )
sembrano attestarlo.

Il secondo problema però è che esistono diversi tipi di quanti. Ed un terzo problema è che bisogna
capire quali siano i quanti che servono per risalire ad un livello superiore del sistema-uomo.

Quelli em, i fotoni ordinari, che tutti citano, non servono. Sono leggerissimi ed hanno una energia
insufficiente. Possono per lo più provocare il salto di leggeri elettroni, ma non della materia
nucleare che è il 99,99% di ogni corpo.

Per smuovere quest’ ultima occorrono i fotoni pesanti ( Z0 ), i quanti di luce debole che il
cervello umano percepisce come emozione. Se li assorbe esso “sente” e “vede” altri livelli
energetici, altri mondi, altre dimensioni, altri universi vibratori. Ma avviene questo?

Perché avvenga tutto questo, basta che ( Z0 ), la luce pesante che non cambia identità, riesca ad
allineare gli spin dei quark delle particelle nucleari. Ed allora, in virtù della sua frequenza
altissima ( 1026 Hz ) l’ energia del nucleo atomico può aumentare del 30% in più di quella
originaria.

Ci vuole solo un flusso di bosoni neutri ( Z0 ) per cambiare lo spin della materia nucleare. Quando
questo accade , uno dei 3 quark del nucleone inverte il suo senso di rotazione ( flip-flop ) e si
allinea con gli altri due, con ciò determinando – come si è detto – una crescita dell’ energia del
nucleone del 30%.

Sempre per le divine analogie la Terra si comporterebbe alla stessa stregua del suo modello
nucleare. Non c’ e dunque da paventare nessuna apocalisse catastrofica circa l’ evento annunciato
quanto prima dell’ inversione dei suoi poli magnetici, un evento del tutto naturale che si sarebbe
verificato tra l’ altro già 14 volte nel corso degli ultimi 4 milioni di anni.

Per noi umani, dopo una breve stasi di qualche giorno, si tratterebbe solo dell’ inizio di una nuova
genesi.

L’ Infinito non è più squilibrato di quanto possa essere equilibrato. L’ Infinito è l’ equilibrio di
tutte le cose. Si tratterebbe solo di una delle infinite fasi di transizione da uno stato ad un
altro.

Le catastrofi ambientali e la crisi climatica a cui noi tutti stiamo assistendo, stanno anch’esse
segnando il passaggio verso la nuova era?

Le catastrofi ambientali, sicuramente risentono di questo passaggio della Terra verso un nuovo ciclo
di evoluzione compreso nell’ interludio – come si è visto – tra due ere. Ma il pianeta per conto suo
e soprattutto per causa nostra si sta surriscaldando, come indicano tutti i monitoraggi eseguiti dai
laboratori scientifici delle stazioni di rilevamento del mondo sulle temperature terrestri in
continuo aumento per effetto dei gas serra che producono il fenomeno del “global warming.”

In più il vero sole, il cristallo liquido, che sta al centro della terra, e che ruota in senso
inverso rispetto al moto di rotazione della superficie terrestre, sta rallentando la sua rotazione
ed aumentando la sua luce. Un fenomeno, pare che sta riguardando tutti i pianeti del sistema solare.

E’ chiaro quindi che anche questo evento concorre a modificare tutti i parametri che regolano l’
equilibrio tra la massa terrestre e la sua atmosfera.

Che cosa significa in pratica ascoltare le proprie emozioni?

Ascoltare le proprie emozioni significa entrare in risonanza emotiva con un “Centro” del quale noi
siamo terminali per mezzo di un Internet Cosmico attraverso il quale scorrono le vibrazioni
immisurabili delle energie più sottili della nostra essenza più profonda, quella che noi chiamiamo
vagamente “anima”.

“Praticamente” significa ascoltare la voce del cuore anziché quella della mente. Per dare maggiore
corso all’ intuizione piuttosto che alla razionalità, quando si devono affrontare questioni che
investono il campo della conoscenza, del cosiddetto “spirito” e della verità piuttosto che i
problemi di vita corrente e ordinaria.

Si tratta in ultima analisi di fidarsi e di affidarsi ai “consigli” di quelle che Candace Pert
chiama “le molecole delle emozioni”, quelle unità biologiche straordinarie che fanno da ponte tra il
corpo fisico visibile e la mappa che fa da retroscena al corpo etereo invisibile, quel duplicato
immateriale che non ci abbandona mai e dal quale attingiamo tutte le nostre più “intime e nascoste”
sensazioni.

Per superare l’arretratezza spirituale in cui versa ( sono le sue parole), quali sarebbero i
suggerimenti che lei darebbe all’umanità, quali sarebbero i passi fondamentali da compiere.?

Un passo fondamentale da compiersi sarebbe, a livello scolastico e familiare , incominciare ad
educare un individuo fin dalla più tenera età a chiedersi: “Chi sono io”, “qual’ è il significato
della mia presenza in questa tipo di esistenza” e “qual’ è il senso che devo dare alla mia vita” .
Indicare subito all’ adolescente se esiste un’ origine delle cose o no.

Non lasciarlo completamente in balia del dettato onnioracolare, onniveggente ed onniprofetico
dell’ impero delle religioni, che hanno un solo comandamento: “Non consulterai altra fonte e non
avrai altra fede all’ infuori di Me”.

Non permettere che questa piccola creatura sia subito iniziata alla obbedienza dei canoni
insindacabili, dettati dalla Teologia della separazione.

Io infimo essere sono qui e tu Dio misterioso ed irraggiungibile Entità sei lì. Perché questo
“primitivo” insegnamento è il primo passo che conduce ad una Teologia del Due, e ad una fantasia
secondo la quale noi stiamo qui e il Trascendente e là.

Questa dicotomia non funziona.

Sono trascorsi millenni, e ha dimostrato di non essere idonea ad essere una guida per poter vivere
in pace ed in armonia.

Ha prodotto lacerazioni e divisioni tra i popoli. Nei 2/3 delle aree del mondo ha generato
sofferenza ed in molte altre violenza. E anche in quei paesi che sembrano esserne immuni, dove si
ignora la sofferenza altrui non si capisce che rimanere indifferenti e “distaccati” dal dolore degli
altri rappresenta già di per sé una forma di violenza proprio come il provocarla.

Perché dunque questo tipo di teologia del Due, del “Su” e del Giù”, alla quale il genere umano ha
creduto di potersi affidare con tanta fede ha così clamorosamente fallito?

La risposta non è difficile.

Perchè una teologia della separazione produce una sociologia della separazione. Ed una sociologia
della separazione produce una psicologia della disunione. Ed una psicologia della disunione produce
a sua volta una patologia della divisione e della contrapposizione.

Viviamo in una situazione di controllo mondiale che è raggelante, in un mondo da incubo.

L’ umanità di fronte ai testi sacri e alla sacralità della teologia originaria si è sempre arrestata
incerta e prona, intrappolata nell’ inganno della deresponsabilizzazione. A volte perplessa, a volte
critica, ma sempre, in ultima analisi, indecisa sul da farsi.

L’ affermazione che ogni cosa è UNO, cioè Dio, è sempre stato bollata da sinodi, curie ed ambienti
episcopali come una blasfema idea panteistica. E la scienza, sempre lì a dibattersi tra Darwin ed
evoluzione, non è stata da meno. Quanto è stata sterile questa lotta tra evoluzionisti e
creazionisti!

Perché questa evidenza dell’ UNO è stata sempre tanto avversata ed ancora oggi è tanto temuta dai
potenti della terra?

Semplice.

La sua diffusione farebbe crollare il subdolo dogma stabilito dalla legge “divina” del potere della
PIRAMIDE, secondo il quale le società sono costruite in base ad un ordine fatto di gerarchie
piramidali, con una architettura che si sviluppa dall’ “Alto” verso il “Basso” , cioè di un potere
di una autorità “su” nei confronti di una impotenza o soggezione di una base “giù”, creato dalle
più antiche istituzioni dell’ umana Mono-Archia, tra cui le religioni ai primi posti. Vedere anche
la struttura emergente del New Global Order.

Per definizione si sono viste razze e nazioni elette da Dio, separate dal resto dell’ umanità. E
allora si spiegano le atrocità dei progrom, dei genocidi, delle jihad e delle crociate incoraggiate
da quelle teologie che si abbatterono e si scagliano ancora oggi contro coloro che si muovono al di
fuori della loro sacralità.

Il problema oggi è la velocità di sviluppo che separa la formazione delle coscienze dalla formazione
del Know How. L’ arretratezza spirituale in cui è rimasto intrappolato l’ uomo moderno rispetto alla
gigantesca e rapida crescita tecnologia che ormai inonda ogni settore della nostra vita.

Chi vuole capire soprattutto quale siano le cause che provocano l’ incapacità dello spirito e della
coscienza umana di tenere il passo con lo sviluppo tecnologico, ora è servito.

La deriva inarrestabile dipende dalla struttura piramidale che l’ attuale società ha scelto di darsi
e che sta lentamente, ma inesorabilmente, determinando il crollo della nostra civiltà.

Il compito che ci aspetta allora oggi, se vogliamo restituire all’ uomo della terra la dignità
perduta, è deprogrammare la sua mente da tutte quelle astrazioni che ne hanno minato alla radice le
sue più elette potenzialità fin dai più lontani secoli trascorsi. Ricondurlo a quella casa da cui è
partito e si è separato, il cui indirizzo è: Via dell’ Eterno, n° 1.-

PROMEMORIA

A cura dell’intervistato

Quando ci poniamo delle domande, partiamo dal presupposto di non conoscere la risposta. L’ Infinito
non lo farebbe mai. Non è la domanda che vi fa diventare matti, ma è il fatto di porsela.

Dentro la parola che in inglese significa ovunque ( everywhere) c’ è anche la parola che significa
“qui” ( here), mentre la parola che significa “da nessuna parte “ (nowhere) è formata dalla parola
now, che vuol dire “ora” e da here (qui).

Dunque tu sei ovunque e nello stesso tempo da nessuna parte, in particolare. Anche in edizione
semantica.

Vittorio Marchi e la sua opera

Insegnante di Fisica e ricercatore, è nato a Roma il 30 luglio 1938. Negli anni della sua maturità,
1968, ha conosciuto l’ingegnere compagno di stanza e di studi di Enrico Fermi, alla Normale di Pisa.
E’ stata la svolta della sua vita, il cui “cursus honorum” ha preso una direzione extra-accademica.
Egli è stato infatti spettatore di fenomeni, che lo hanno reso responsabile dello sviluppo, della
diffusione e della comunicazione delle potenzialità della macchina umana; capacità che sono di gran
lunga superiori a quelle delle macchine, pur fantastiche, dell’attuale tecnologia moderna.

Ha scritto per i tipi di MacroEdizioni: L’Uno detto Dio (febbraio 2006) e la Scienza dell’Uno
(maggio2007)

«E allora, a questo punto, dovrebbe essere chiaro qual è lo scopo del messaggio rivolto ai “simili
di ME STESSO”, contenuto nei miei libri. Esso è: tutti per UNO e Uno per tutti. E’ la metafora dei
famosi cavalieri della Tavola Rotonda. Rotonda, perché il cerchio è il simbolo dell’ Infinito e il
ciclo è il processo che scientificamente non ha né origine e né fine».

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