TERAPIE SPIRITUALI 2

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TERAPIE SPIRITUALI 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Qi gong della natura
di Italo Bertolasi

Il Qi Gong è nato in Cina più di tremila anni fa; è un’antica tecnica di meditazione e di
concentrazione dell’energia vitale, il Qi, attraverso una grande varietà di esercizi: ginnastica
ritmica, danza, stretching, massaggio, respirazione profonda. Con il Qi Gong si tonifica la
circolazione dell’energia o “fiato” vitale all’interno dei meridiani, i canali del Qi, per nutrire i
vari organi. Il nostro benessere, per gli antichi cinesi, dipende dall’armonioso equilibrio di tre
forze: il Jing, la forza cosmica, il Qi, l’energia vitale, e lo Shen, l’energia spirituale. Con la
pratica del Qi Gong si può “raffinare il Jing, per tonificare il Qi e esaltare lo Shen conquistando
così uno stato di quiete e di consapevolezza sublime”.

Il Qi Gong della Natura si pratica in ambienti salubri, carichi della forza che permea l’universo:
in alta montagna, in riva al mare o in mezzo ad un bel bosco. Il cielo ci può nutrire di “Yang Qi”,
energia luminosa, calda e maschile. La terra invece di “Yin Qi”, energia lunare, fecondante e
femminile. Praticando il Qi Gong della Natura si può fare un pieno di Yang e Yin, le due forze che
ci conservano in salute. L’armonia Yin e Yang è rappresentata dal cerchio del Tao, fatto di due
spicchi che si mescolano alla perfezione: uno bianco che rappresenta la forza Yang e uno nero, lo
Yin. Il Qi Gong della Natura è la forma più antica di quest’arte del “nutrire la vita”. Quello che
si pratica in palestra si è invece “modernizzato” adattandosi alle idee taoiste e buddhiste e
trasformandosi in un’arte marziale e in una “medicina” che riunisce la terapeutica tradizionale
cinese al “fitness spirituale” della New Age.

La circolazione del Qi nella natura

La forza vitale degli elementi – terra, metallo, acqua, fuoco, aria – attratta con i “giochi” del Qi
Gong, può circolare nel nostro corpo nella rete dei meridiani: i canali “Jin”, verticali e i “Luo”,
orizzontali, che si incrociano in punti sensibili detti “tsubo”. L’organismo umano, un vero
microcosmo, ha 12 Jin principali come i 12 mesi dell’anno e 365 tsubo come i giorni dell’anno. Il Qi
dei cinque elementi è in relazione col Qi di cinque organi interni: cuore, fegato, stomaco, polmoni
e reni. Per assorbirlo dalla natura ci trasformeremo in “antenne umane” allargando braccia e gambe e
rilassandoci a dovere. Con le mani rivolte verso l’alto ci nutriremo allora del Qi del cielo, e con
le mani verso il basso del Qi della terra. Per mantenerci in buona salute si dovrà conservare anche
il “Qi acquisito” che si eredita dai genitori e che si può dissipare con insane attività sessuali e
il “Qi vitale” che si può assumere con una sana alimentazione. Quando stiamo bene l’energia vitale
fluisce senza blocchi nei meridiani con ritmo e pressione regolari. E una parte si deposita nei tre
“serbatoi” chiamati “Dantien”. Il Dantien superiore “raffina” e concentra energia intorno alla
ghiandola pineale del cervello, quello mediano nel timo e quello inferiore nella zona del ventre che
i giapponesi chiamano Hara.

Dove praticare il Qi Gong

I maestri cinesi consigliano di praticare Qi Gong in ambienti tranquilli e ben areati o all’aperto
vicino a alberi sani e longevi, come pini e cipressi, evitando giornate ventose e temporalesche e
preferendo le ore dell’alba e del tramonto quando il “Qi cosmico” è più bilanciato. A mezzogiorno ci
sarebbe troppo sole con un eccesso di Yang-Qi. Di notte ci faremmo invece un’insana overdose di
Yin-Qi. Il Qi solare può aiutare ad espellere un eccesso di Yin e può curare una “sindrome fredda”
mentre il Qi delle stelle e della luna può rinforzare lo Yin e curare una “sindrome calda”. Quando
si pratica il Qi Gong spontaneo ci si espone alle influenze della meteorologia e dell’energia del
posto. Si dovrà allora scegliere con molta cura il “giardino segreto” per la nostra meditazione. Il
posto più adatto sarà circondato da alberi e da boschetti di bambù. I cinesi consigliano la pratica
vicino a corsi d’acqua tortuosi e sinuosi, su colline a forma di drago o su innalzamenti che
mostrano il “respiro” e la vitalità della terra.

Effetti terapeutici

Respirazione: si tonificano i polmoni. Il ritmo respiratorio si riduce da 10-20 respiri al minuto a
4-5 con un salutare risparmio di energia. Circolazione: migliora la circolazione sanguigna. Nel
sangue aumentano i linfociti e gli anticorpi che difendono l’organismo.

Cuore: il cuore si “riposa”. Il battito cardiaco rallenta e si regolarizza la pressione arteriosa.

Sistema digestivo: aumenta la salivazione e accelera la peristalsi, cioè i movimenti e le secrezioni
dello stomaco, con benefici per la digestione.

Secrezioni ormonali: il Qi Gong stimola la termoregolazione, gli ormoni della crescita e quelli che
regolano lo sviluppo sessuale.

Sistema nervoso: si “calma il cuore e si sgombra la mente”. Aumenta l’autostima e si diventa più
attivi, più determinati evitando così comportamenti insicuri e conformisti. Chi pratica regolarmente
conquista vitalità, ottimismo e fiducia in sè stesso.

Comportamento: Il Qi Gong è anche una sorta di arte marziale che fortifica il carattere e la
volontà. Ci insegna a mantenere calma e sangue freddo di fronte a ogni pericolo, come malattie o
vere e proprie aggressioni.

Qi Gong per la bellezza

Il sogno di tutti è quello di riconquistare bellezza e vitalità, ma anche serenità, ottimismo e
autostima. Allora si vivrà una vita ricca di incontri e di avventure, di gioia e felicità. Con il Qi
Gong si aquista una gran consapevolezza del corpo e delle proprie emozioni. Il corpo riacquista
sensibilità, intelligenza e creatività. Potremmo allora iniziare un percorso straodinario di
autoguarigione scoprendo le zone in tensione che noi trascuriamo e che hanno bisogno di attenzione
per potersi rilassare. Il corpo è modellato dalla circolazione del Qi, l’energia vitale: i blocchi o
rallentamenti del flusso vitale modificano negativamente l’aspetto esteriore del corpo, rendendoci
anche si sente tesi e depressi, quando invece si fa Qi Gong, l’equilibrio energetico interiore ci
porta anche ad un miglioramento esteriore.

Qi Gong per la longevità

Nell’età che i medici chiamano “climaterio”, il corpo mostra i segni del tempo che passa. Nella
donna cambiano i livelli ormonali che fanno sparire i flussi mestruali. Ma i cinesi, cultori della
longevità, sostengono che la donna può contrastare l’invecchiamento con uno stile di vita sano e
sereno e con la pratica regolare del Qi Gong. Le ovaie in menopausa non sono “morte” e se sono
stimolate a dovere continuano a secernere i preziosi ormoni della giovinezza. Il Qi Gong diventa
allora un “elisir di lunga vita” che ci fa ringiovanire mantenendoci in salute il più a lungo
possibile.

Circolazione del Qi del cosmo nell’organismo umano

Grande circolazione o grande circuito celeste: Yin-Qi, l’energia della Terra, sale dai piedi fino al
perineo. Da qui il Qi della Terra entra nel Dantien inferiore che è anche il serbatoio del “Qi
originario” mescolandosi con lo Yang-Qi per poi tonificare reni, milza e organi sessuali.

Dalla cima della testa entra invece l’energia del cielo Yang-Qi che si concentra nel Dantian
superiore, stimolando l’ipofisi e la produzione di ormoni che regolano i più importanti processi
vitali. Lo Yang-Qi circola verso il basso e si armonizza nel Dantian mediano (l’area del timo e del
cuore). Poi prosegue ancora verso il basso per condensarsi nel Dantian inferiore e rimescolarsi allo
Yin-Qi della Terra che sale sempre dai piedi.

Consigli per chi pratica Qi Gong

– Per vuotare la mente:

1) Ci si siede a gambe incrociate, in posizione comoda,socchiudendo gli occhi e rilassandosi.

2) Si concentra l’attenzione su una parte del corpo, per esempio: la punta del naso, l’ombelico, la
pianta dei piedi

3) Si contano le respirazioni (espirazione e inspirazione) da uno a dieci e si ricontano – così si
rilassa pian piano la mente.

4) Si osservano i movimenti indotti dalla respirazione.

5) Si respira con la pancia il più lentamente possibile cercandi di “ascoltare” tutto quello che
succede nel nostro Hara.- Alimentazione: Consumare i propri pasti ad ore precise, preferendo
un’alimentazione vegetariana e comunque equilibrata con carni, cereali e molta frutta e verdura. Non
bere superalcolici e non fumare.

– Sonno: Il nostro ritmo veglia/sonno, purché non sia irragionevole, non va mai cambiato alla
leggera. La regola è comunque d’andare a letto presto per risvegliarsi presto.

– Lavoro e riposo: Non bisogna sovraccaricarsi di impegni, ma nemmeno essere pigri. Chi fa Qi Gong
dovrà avere fiducia, pazienza e dovrà trovare un po’ di tempo prezioso per praticare. Stato emotivo:
Meglio praticare quando si è calmi.

A Pechino di cancro non si muore – Il Qi Gong cura e migliora malati di tumore e Aids
di Italo Bertolasi

Italo Bertolasi è stato in Cina ed ha incontrato il maestro di Qi Gong, Wen Zhong You, traendone una
profonda impressione per la diffusione nella Cina moderna di questa antica terapia taoista, che ha
continuato nel tempo ad avere vita autonoma e trova oggi riscontro sperimentale e applicazione
pratica, anche per la cura del cancro. Il Qi Gong è una parte preziosa della medicina tradizionale
cinese, le sue origini risalgono almeno a 5.000 anni fa. In Cina in passato, il Qi Gong aveva
aspetti segreti e misteriosi. Nel 1977, ad opera di due ricercatori di Shang Kai è awenuta la prima
pubblicazione scientifica sulla terapia mediante Qi Gong, con titolo “Dimostrazione scientifica
della terapia Qi Gong mediante energia esterna” con un’analisi ed una documentazione sperimentale
del “qi” emanato da un maestro di Qi Gong. Da allora, l’atteggiamento è modificato, non solo c’è
stato un aumento del numero di praticanti, ma moltissime persone si sono sottoposte a terapie con
metodo Qi Gong, per curare malattie sino ad allora ritenute difficili o inguaribili.

Wen Zhong You

Wen Zhong You nasce nel 1946 a Xi An, antica capitale della Cina. Nel 1963 si trasferisce nello Yu
Nan, per molti anni fino ad oggi, si dedica allo sport ed alla ricerca sulle metodiche tradizionali
di cura e mantenimento della salute. Negli anni ’70, Wen Zhong You segue gli insegnamenti del
Maestro Que a Shui, presso il tempio di Shuo-Lin a Shang Kai, dove pratica il Qi Gong e il Wu Shu.
Il metodo, chiamato anche meditazione dell’energia interiore, consiste in una forma di interscambio
naturale fra l’essere umano e l’Universo. Durante la pratica, viene rivolta particolare attenzione
al rapporto tra l’orientamento del corpo ed i campi magnetici del pianeta terrestre. Infatti, questo
tipo di connessione crea un flusso ottimale fra “qi” e sangue all’interno del corpo, realizzando
così un’armonia fra l’uomo e l’Universo.

Ormoni sessuali attivati

Negli anni ’80, Wen Zhong You pratica, con un maestro taoista, un tipo di Q Gong chiamato “ritorno
alla vitalità”. La caratteristica principale di questo tipo di Qi Gong è il potenziamento
dell’attività degli ormoni sessuali, come metodo di mantenimento della vitalità. Si tratta di un
principio del taoismo che collega la forza vitale dell’essere umano alla qualità degli ormoni
sessuali Con la pratica si ottiene la produzione di ormoni sessuali che si trasformano in “qi”.
Questo “qi” risale lungo la colonna vertebrale fino al cervello, in tutte le sue diramazioni
funzionali, e consente di raggiungere una condizione psicofisica ottimale. Alla fine degli anni ’80,
Wen Zhong You ritorna nello Yun Nan per seguire gli insegnamenti del maestro Wu Sun Xiang e
perfezionarsi in un altro tipo di pratica tradizionale cinese, poco diffusa, basata sulla forma di
pensiero e di teoria filosofica che informa il libro dei mutamenti, I Ching. Questo metodo si
pratica con movimenti semplici e una forma di concentrazione mentale, che apre i “sing-luo” – canali
di circolazione del “qi”- del corpo, permettendo l’eliminazione del “qi” negativo, che causa
malattia, e mantenendo nel tempo un buono stato fisico. Sotto la guida del maestro Yang Song Quan,
si è perfezionato nel Tai Chi Quan tradizionale di stile Chen, una forma di Tai Chi antica e
immutata nel tempo.

Il Qi Gong aiuta i sieropositivi

When Zhong You cura mediante il Qi Gong tradizionale applicando una leggerissima pressione del dito,
nel quale si è raccolto tutto il “qi”, su un determinato punto del corpo del paziente. Si tratta di
una cura che porta ad un rapido ritorno alla normalità e può essere applicata a diversi tipi di
patologia. Negli ultimi tempi, When Zhong You cura con il Qi Gong anche persone AIDS positive,
ottenendo aumenti della capacità immunitaria e miglioramenti dello stato di salute generale. When
Zhong You sta compiendo altresì ricerche sulla psicologia sportiva, per migliorare lo stato
psicofisico degli atleti, ottenendo notevoli risultati, è membro esecutivo del Comitato per la
Scienza dello Sport della città di Pechino, scrive per la rivista specializzata in Qi Gong e Whu
Shu, denominata “Wu Hun”, è membro esecutivo dell’Associazione di “Wu Shu interno” e “Qi Gong
formale” della provincia dello Yun Nan. Nel Wu Shu, arte marziale tradizionale cinese che comprende
il Tai Chi Quan, esiste una differenza tra la forma “interna” e la forma “esterna”: la prima dà
maggior importanza alla concentrazione, i movimenti sono fluidi e morbidi; nella seconda, si dà
maggiore importanza alla forza del movimento ed alla sua forma. Il Qi Gong formale consiste nel
rappresentare con la postura del corpo la forma o sembianza di alcuni tipi di animali da cui la
traduzione del nome in “formale”. Si potrebbe anche chiamare “rappresentativo della forma”.

Che cosa è il “qi”?

Secondo la filosofia classica cinese, il “qi” è la materia fondamentale che compone l’Universo. Il
mondo in cui viviamo nasce dal movimento e dalle modificazioni del “qi”, energia/informazione.
Poiché l’essere umano è una componente del mondo naturale, anch’esso nasce dal ed è composto dal
“qi”. Il “qi” del corpo umano può essere suddiviso in tre tipi, il “qi” positivo originario: lo si
riceve alla nascita dai genitori, il “qi” derivato dagli alimenti, che attraverso l’azione dello
stomaco e della milza, diventa “qi” positivo, il “qi” positivo, esistente nell’universo, che
l’essere umano riceve dalla natura. Nella medicina tradizionale cinese, il “qi” è presente in ogni
materia dall’inizio alla fine del ciclo vitale, il “qi” è ciò che alimenta la vitalità – senza “qi”
non c’è vita – ed ha quattro movimenti: aumento, diminuzione, uscita ed entrata. Il “qi” crea il
movimento vitale di tutti gli organi del corpo umano ed di ogni altra parte: è la forza motrice
della vitalità. Quando si verifica uno squilibrio nel “qi” insorge una disfunzione – malattia.

Caratteristiche del qi

Le caratteristiche sono:

1) il “qi” originario, il “qi” fondamentale del corpo umano, ne rappresenta la forza vitale. Il “qi”
originario è essenzialmente localizzato nei reni. La funzionalità di tutti gli organi dipende in
larga misura dal livello quantitativo del “qi” originario. La pratica del Qi Gong è fondamentalmente
un metodo di mantenimento del “qi” originario ed ha lo scopo di compensarne eventuali carenze e di
assicurare una distribuzione equilibrata del “qi” in tutto il corpo;

2) il “qi” ricevuto si localizza a livello del cervello ed è composto da “qi” leggero che, mediante
la respirazione, arriva ai polmoni e si unisce al “qi” positivo prodotto da stomaco e milza per
mezzo dell’alimentazione. La situazione (equilibrio o carenza) del “qi” ricevuto è messa in evidenza
da diversi fenomeni, quali il tono di voce, la capacità respiratoria, l’elocuzione, la mobilità e la
forza degli arti, la capacità visiva, uditiva e percettiva;

3) il “qi” ying, denominazione usata dalla medicina tradizionale cinese è il “qi” della circolazione
del sangue. La sua prima fonte sono gli alimenti. E’ una componente del sangue e circola in tutto il
corpo;

4) “qi” protettivo; è localizzato all’esterno del corpo, la fonte principale sono gli alimenti, le
caratteristiche principali sono proteggere la pelle, assicurare una giusta temperatura agli organi
interni e ai muscoli, controllare e regolare la sudorazione, la temperatura corporea ecc.

L’attività vitale del “qi” può essere suddivisa in cinque aspetti fondamentali: movimento (o
spinta), riscaldamento, protezione attiva, protezione passiva e emissione di energia/materia
benefica per il corpo umano. I canali di circolazione del “qi” nel corpo umano sono in relazione con
i nervi e arterie e vene, ma da essi indipendenti, si tratta di “canali” o vie di trasmissione che
in medicina tradizionale vengono chiamati “sing-luo”, possono essere definiti come una rete
finissima che avvolge tutto il corpo. Nella medicina tradizionale essi sono definiti in base a
schemi precisi per la loro distribuzione nel corpo.

La conferma sperimentale

Il “qi” che si ottiene con la pratica del Qi Gong è il risultato di una concentrazione mentale
rivolta alla consapevolezza corporea e al respiro, dalle quali consegue una capacità di raccolta ed
emissione del “qi”, ponendo il corpo nella condizione più idonea per affrontare le attività vitali.
Il “qi” ottenuto dalla pratica del Qi Go si può dividere in “qi” interno ed in “qi” esterno. Ciò
significa che la persona che pratica il Qi Gong con assiduità e costanza per un lungo periodo di
tempo acquisisce la capacità di muovere il “qi” interno ed il “qi” originario attraverso i “sing
luo” e dirigerlo al di fuori del proprio corpo; ha così il “qi” esterno, usato a scopo terapeutico.
E’ stato rilevato mediante apparecchiature scientifiche che il “qi” esterno è una forma di energia
intrinseca che emette onde magnetiche, raggi infrarossi, infrasuoni ed energia statica. Il campo di
applicazione terapeutica è ampio: si rivolge sia alle malattie acute che croniche, alle disfunzioni
sia organiche che funzionali. E’ importante sottolineare che il successo della terapia mediante “qi”
esterno è legato all’atteggiamento del paziente, alla fiducia che esso ha nella terapia. La terapia
mediante “qi” esterno risulta particolarmente indicata per i seguenti tipi di patologie:

Patologie esterne: artriti da freddo, artrosi cervicale, infiammazione della scapola, del tallone,
traumi sportivi, paralisi da trauma alla colonna vertebrale, fratture ossee, noduli al seno,
infiammazioni venose, infiammazioni delle terminazioni nervose, tumori benigni delle fibre
muscolari, tumori benigni dei vasi sanguigni, impotenza.

Patologie interne: gastrite cronica, ulcera, iper ed ipotensione, affezioni cardiache, tracheite,
asma bronchiale, diabete, infiammazioni renali, epatite ed altre. Patologie ginecologiche: tumori
benigni del collo uterino, gonfiore delle ovaie, infiammazione della membrana interna dell’utero,
mestruazioni dolorose, irregolarità del ciclo mestruale, leucorrea ed altre.

Patologie del sistema nervoso: paresi facciale, tic dei nervi facciali, nevralgie del trigemino,
disfunzioni dovute ad emboli cerebrali, svuotamento del midollo spinale, sciatica.

Negli ultimi tempi, si sono anche ottenuti risultati abbastanza buoni curando mediante Qi Gong sia
malati di cancro in fase iniziale o intermedia che persone Hiv positive.

A Pechino oggi

Nella città di Pechino, è stata creata un’associazione di malati di cancro, il motto di questa
associazione è “di cancro non si muore”. I membri dell’associazione hanno un atteggiamento attivo e
positivo nei confronti della malattia, ogni giorno vanno nei boschi a praticare vari tipi di Qi Gong
e contemporaneamente sono in terapia passiva con maestri di Qi Gong, che decidono le terapie adatte
alle diverse forme di malattia. Questi malati si sono liberati dal dolore e ottengono benefici senza
nessun effetto collaterale. La terapia permette loro di recuperare la funzionalità, con regressioni
della patologia e prolungamento della vita. La terapia mediante Qi Gong è un metodo naturale antico,
molto particolare, per combattere le malattie senza farmaci ma con il riappropriarsi della propria
energia vitale, tramite esercizi e tramite l’intervento dell’energia esterna del terapeuta.

Matgioi – la via armonica del tao – Evoluzione come salute e consapevolezza sottile
di Italo Bertolasi

“È con la dolcezza, col silenzio e l’inazione – sarebbe a dire con la concentrazione dell’energia –
che l’uomo arriva a comandare alla natura e agli altri uomini” scrive Matgioi l’uomo dagli occhi di
luce, maestro di Renè Guènon e dotto commentatore dei libri di Lao Tze.

Matgioi incontra il Tao – la via celeste delle virtù – dopo essersi arruolato nella Legione
Straniera e dopo aver girato in lungo ed in largo il Tonchino, il Nord Vietnam.

È attratto dagli scrigni di saggezze orientali, dalle dottrine di fisiologia occulta dell’uomo, e da
quegli specchi magici in cui ognuno può osservarsi e riflettere sulle spesso misteriose e invisibili
reazioni del comportamento umano.

Matgioi è affascinato dalla favola di Lao Tze che nasce dal ventre vergine di una donna fecondata
dalla luce delle stelle dopo 70 anni di gestazione. Nasce già vecchio con uria folta chioma di
capelli argentei, con la fronte solcata da un’enorme ruga, saggio e parlante.

Di lì a poco questo vecchio fanciullo distilla succhi di giada, vini d’oro e ambrosie dalle pietre e
dalle erbe selvatiche che tutti disprezzano.

Visse 300 anni scoprendo i segreti della longevità dai pini centenari, nudo e sprezzante del
successo e delle altre meraviglie che lasciò amministrare a saltimbanchi e a pseudo dottori.

Non fu guru, maestro, santo, ma solo un uomo che credeva nel potere straordinario del lavoro
cosciente, dell’uso magico e psichedelico del proprio corpo è carico di gloria, suo malgrado, spari
in alti deserti di montagna.

Nelle vecchie stampe è dipinto come un vecchio incurvato ad uncino e accartocciato, rugoso e nodoso,
simile ad un nano deforme. Lao Tze sparisce in un mondo ritorto e nodoso, magico e medicinale che
offre ai vagabondi effluvi del Cielo, rugiade, alberi sacri e ancora sole e luna e stelle.

La dottrina taoista nasce allora dal desiderio umano di conformarsi alla vita dei vecchi immortali,
dal piacere di fondersi con l’acqua che scorre e con i venti che muovono le nubi e le fronde. Si
inventano medicine e danze per prolungare la vita ricopiando i movimenti delle stelle, i balzi dei
delfini in amore, il volo delle aquile.

Si immagina il nostro corpo come un aggregato di Ki, energia primordiale che si consuma vivendo, è
che si potenzia o si disperde per segrete sinergie.

Yin e Yang, maschio e femmina, Cielo e Terra, luce e buio si contrappongono o si assorbono l’un
l’altro favoriti da fattori esterni e da “passioni”.

Il corpo umano è formato da Xuong, materia e da Mau, sangue, che sono elementi inferiori riuniti fra
di loro da una volontà celeste, chiamata Thin, che è anche l’anima.

Il corpo si rinforza allora per alcune qualità del sangue: l’agilità, il calore, e con sforzi
fisiologici per conservare ed accumulare energia. Disequilibri e malattie entrano in noi da “sette
porte”, quando si è deboli perché si è aggrediti da fattori esterni: troppo umido, condizioni di
vita innaturali, inquinamento… o quando per “anemie” interne si disperdono umori preziosi, sangue,
sperma.

Una perdita di Ki si ha sempre negli stati di stress emotivi, quando si è gelosi angosciati e quando
si è in tensione; i blocchi e i malesseri mandano in tilt le delicate interconnessioni corpo –
spirito e Terra – Cielo.

Per non ammalarsi “non bisogna aprire la porta per fare entrare il vento”. E si consiglia: “Chiudi
la tua porta e conservati!”.

Per curarsi e allungare la vita bisognerà quindi mantenere la mente quieta e immobile come la
roccia, mantenendo integro il più a lungo possibile quel patrimonio di Ki affidatoci alla nascita.

Nelle scuole di Verità, nascoste nei monti dello Huasban e in altri monti sacri della Cina, si
insegnano esercizi di respirazione – Qigong -, massaggi e danze armoniche per rilassare lo xiadan –
il basso ventre e per tonificare la peristalsi e la circolazione.

Sia la medicina taoista che quella tradizionale cinese vedono nel fegato il “vaso di cinabro”,
sorgente della vita, connesso con gli organi sessuali, i cui ormoni giocano un ruolo primario nel
processo di crescita e di invecchiamento.

Il Qigong insegna allora a respirare piegandosi come i rami degli alberi centenari che con le loro
gobbe allungano i canali e il percorso della linfa.

Abbracciando gli alberi, rovesciandosi all’indietro con gli occhi al cielo, si potrà così copiare la
torsione dei vecchi pini, rallentando la circolazione e il respiro per poter così allungare la vita.

Il taoista si contorce, allunga il collo, stira le membra e si sospende rovesciato; per raggiungere
lo stato naturale egli comincia con l’imporsi una deformazione, una ginnastica particolare. Gli
alberi quieti ed incoscienti vivono rovesciati e le radici sono la loro testa e i loro capelli; rami
e foglie sono peli e capelli delle montagne, mentre le pietre sono le ossa della Terra. Le essenze
degli alberi Tsing sono medicine e, ancora, spiriti femminili dai capelli disfatti.

Nelle danze e nei respiri, nel Qigong, ci si muove spiriti dal piacere per sciogliere quei nodi e
quei blocchi emozionali che impediscono il libero fluire del Ki.

Così ci si curerà e si schiarirà la mente che, non più affaticata da un uso miope e utilitaristico,
si accenderà all’estasi e alle visioni.

Imparando dalla natura l’uomo dovrà così consumare con parsimonia il proprio Ki e “… vivere il
meno possibile”.

Dovrà proteggersi, non mostrarsi non lottare contro se stesso e contro gli altri.

Scrive Lao Tze: “Curvo per essere intatto, dritto per essere spezzato; .. l’uomo saggio non si vede,
tuttavia riluce, egli non si agita, tuttavia agisce… egli non è agitato e perciò nessuno gli si
agiterà contro”.

E Matgioi commenta: “… il saggio che non ha riempito lo spirito con mille nozioni umane, può
essere riempito dalle nozioni della Via… per il saggio la sua luce, la sua azione sono interiori e
dovrà mostrare agli altri un’esteriorità opposta cosi da non adombrare nessuno”.

Discutevo di tutte queste cose con un maestro di Qi Gong, We Zhang, che è anche un famoso atleta
cinese; eravamo a Pechino in cima alla “collina del carbone” nel parco di Jingshan e osservavamo un
vecchietto che, mentre faceva Qi Gong, cantava.

Zhong mi tradusse quella cantilena che dice pressappoco cosi: “… Cibi d’ambrosia li mangerei abiti
belli li porterei paese tranquillo vi risiederei ogni cosa bella la custodirei… “.

Quel danzerino ottuagenario aveva un viso sereno e sorridente; io mi avvicinai e lo fotografai
Allora Zhong mi canzono: “La grande virtù è come un abisso, e chi conosce la via è come un profumo,
invincibile”.

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