Tecniche, terapie e poteri presenti nel New Age – 1

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Tecniche, terapie e poteri presenti nel New Age – 1

Tecniche, terapie e poteri presenti nel New Age alla luce della Parola di Dio

Tecniche e terapie

L’occultismo è una filosofia che si occupa dello studio di cosiddette scienze occulte cioè nascoste,
e delle applicazioni pratiche che sfociano da questo studio. E’ una forma particolare di esoterismo,
caratterizzata dal fatto che i suoi adepti sono convinti che il segreto può essere svelato solo
attraverso opportune tecniche. Eliphas Levi nel suo libro Dogma e rituale dell’alta magia ha usato
questo termine per indicare l’insieme delle scienze occulte le quali richiedono l’intervento di
forze segrete e misteriose che solo i ‘sapienti’ o gli uomini dotati di speciali poteri possono
praticare. Alla luce delle sacre Scritture, l’occultismo può essere definito come tutto
quell’insieme di pratiche che si fondano su dottrine occulte (che solo pochi conoscono) il cui
esercizio da parte di coloro che si danno o sono già dati ad esse richiede la continua assistenza
dei demoni, e che servono al diavolo e ai suoi demoni per insinuarsi o fare breccia nella vita o nel
corpo di chi le pratica; in altre parole che portano i demoni o a impossessarsi di loro o a turbarli
o ingannarli con ogni sorta di inganno. In riferimento alle tecniche del New Age prima citate si
deve dire che la meditazione, lo yoga, le arti marziali, l’agopuntura, la macrobiotica, il
biofeedback, il training autogeno, il rebirthing, la cristalloterapia, la cromoterapia, l’omeopatia,
la musicoterapia, le droghe allucinogene, l’ipnosi e l’autoipnosi, il Silva Mind Control, le
tecniche sciamaniche, le tecniche magiche, l’astrologia, e il channeling fanno parte dell’occultismo
perché tutte si fondano su principi occulti che si oppongono alla Parola di Dio e portano coloro che
le praticano a fare spazio in una maniera o nell’altra all’influsso del diavolo e dei suoi demoni.
Ora analizzeremo un po’ più da vicino queste tecniche di ‘ampliamento della coscienza’ e ne
metteremo in luce la pericolosità.

La meditazione

La meditazione, quella di matrice orientale si intende, è molto diffusa nel New Age. La si trova nel
tai-chi-chuan (che noi tratteremo quando parleremo delle arti marziali), nell’hatha-yoga (lo
tratteremo più avanti con lo yoga) uno yoga in cui la meditazione viene praticata assumendo
particolari posizioni con il corpo un po’ come nel tai-chi-chuan, nel biofeedback, nel training
autogeno e nell’autoipnosi (che tratteremo anch’essi più avanti) difatti hanno anch’essi al loro
interno la concentrazione e la meditazione (come si può bene vedere la meditazione nel New Age è
associata a diverse terapie cosiddette alternative), e nel raja-yoga (lo yoga della meditazione, che
noi tratteremo quando parleremo dello yoga). Noi qui tratteremo in particolare tre tipi di
meditazione, la meditazione zen, la meditazione trascendentale e la visualizzazione creativa.

La meditazione zen (termine giapponese che significa meditazione e che è derivato dal cinese ch’an)
è di matrice buddista, e si prefigge di fare raggiungere al praticante il satori, ossia
l’illuminazione, che non è altro che uno stato di vuoto mentale in cui è assente ogni forma di
pensiero dualista e in cui tutto diventa illusorio per il meditante. D. T. Suzuki nel suo libro
Introduzione al buddismo Zen afferma riguardo al satori: ‘Da un punto di vista religioso si tratta
di una nuova nascita; da un punto di vista intellettuale, dell’acquisto di un nuovo punto di vista.
Ora il mondo appare come se indossasse un nuovo vestito che, nella fraseologia buddista, si chiama
illusione’ (D. T. Suzuki, Introduzione al buddismo Zen, Roma 1970, pag. 96). Tomio Hirai, un altro
diffusore dello zen, nel suo libro Meditazione zen come terapia, parlando degli obbiettivi dello
zen, dice che ‘obbiettivo della concentrazione Zen è quello di manifestare la natura del Buddha
prima allenando la mente a concentrarsi inconsapevolmente su un oggetto prefissato, poi portandola,
a poco a poco, a concentrarsi su nessun oggetto in particolare’ (Tomio Hirai, Meditazione Zen come
terapia, 3 ed., Como 1988, pag. 71), ed ancora che ‘il metodo della meditazione contemplativa usato
nello Zazen aiuta a trovare la propria realtà interiore e, a dispetto della turbolenza e della
varietà della vita di tutti i giorni, consente di sapere sempre che cosa sia il proprio sé’ (Tomio
Hirai, op. cit., pag. 81).

Lo zazen è il metodo di meditare stando immobili nella posizione del loto, vale a dire seduti a
gambe incrociate (va detto però che nello zen si può meditare anche in altre posizioni). Questo
particolare tipo di meditazione avrebbe oltre ad effetti psichici anche degli effetti terapeutici
sul corpo di chi la pratica, infatti a dire di alcuni, previene e cura delle malattie. E’ chiaro
dunque il perché il New Age ha incorporato anche la meditazione zen al suo interno; perché essa
permetterebbe di liberare la mente dal pensare in termini dualistici (per cui il bene e il male
diventano una cosa sola, o meglio un’illusione) e di trovare e conoscere il proprio sé (che nel New
Age è la scintilla divina presente in ogni uomo e che è in grado di risolvere qualsiasi problema).
La Parola di Dio insegna invece che l’uomo per essere illuminato (ossia per vedere la luce, per
mettersi a camminare nella luce) deve riconoscere i propri peccati (e quindi riconoscere mentalmente
di avere agito male nei confronti di Dio, cosa che lo zen esclude nella maniera più categorica
perché considera il male un’illusione), pentirsi di essi e credere in Gesù Cristo.

Gesù disse infatti: “Ravvedetevi e credete all’evangelo” (Mar. 1:15) ed ancora: “Chi mi seguita non
camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giov. 8:12). E che porterà questa divina
illuminazione nella mente dell’uomo? Forse la cessazione del pensare in termini dualistici o la
consapevolezza che egli è uno con il tutto o la consapevolezza che il mondo è un illusione? Niente
di tutto ciò. Colui che viene illuminato infatti non smetterà di pensare in termini dualistici, cioè
quando otterrà questa illuminazione egli non farà del bene e del male una stessa cosa fino a
considerarli un’illusione (come avviene nel meditante zen), perché per lui ci sarà una chiara
distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male. Anzi possiamo dire che egli tante cose che prima
considerava bene le comincerà a considerare male riconoscendo che nel passato era stato accecato
dalle tenebre. La sua mente non si svuoterà affatto, come avviene nel caso dello zen, ma da un lato
si riempirà di pensieri giusti e buoni e dall’altro si svuoterà di tutti quei pensieri malvagi a cui
egli ubbidiva prima dell’illuminazione. Quindi se di svuotamento mentale dobbiamo parlare, dobbiamo
parlare dello svuotamento di pensieri malvagi e vani che avviene nell’uomo quando egli viene
illuminato da Dio. Egli inoltre non si comincerà a sentire uno con il tutto come avviene nello zen,
ma solo uno con tutti gli altri illuminati, cioè membro di uno stesso corpo – quello di Cristo -, e
quindi uno con e in Cristo (Gal. 3:28); (si badi che questa unità spirituale con gli altri santi
implica il riconoscimento della diversità tra i membri del corpo di Cristo perché “tutte le membra
non hanno un medesimo ufficio” [Rom. 12:4]) ma questa unione esclude nella maniera più categorica il
sentirsi uno con l’universo.

Un’altra cosa che non avverrà nel credente illuminato da Dio è quella di mettersi a considerare il
mondo un’illusione (cosa che invece avviene nello zen), e questo perché quando Dio illumina un uomo
non gli toglie né l’intelletto e neppure la logica ma glieli mantiene. E’ veramente follia davanti a
Dio mettersi a considerare il mondo e tutto ciò che è in esso come mera illusione, perché la
Scrittura ne parla in termini reali e non come se fossero un’illusione. La meditazione zen è dunque
un opera di Satana che con essa si impossessa della mente di tante persone, inducendoli a pensare e
a considerare le cose in maniera nettamente contraria alla Parola di Dio. Guardatevi da essa, e
riprovatela. Una parola adesso sulla meditazione che devono compiere i cristiani (ossia gli
illuminati). Essa non viene compiuta per giungere ad un vuoto mentale, uno stato mentale in cui il
bene e il male diventano un tutt’uno, o per liberarsi dall’illusione di essere distinti
dall’universo, o per giungere all’intuizione che tutto è un’illusione; perché questi obbiettivi non
rientrano affatto tra quelli che si deve proporre un credente essendo degli obbiettivi falsi
inventati dal diavolo. Essa va compiuta perché rientra nella volontà di Dio per noi siccome è
scritto: “Meditate su tutte le sue meraviglie” (Sal. 105:2) e altrove che è beato l’uomo “il cui
diletto è nella legge dell’Eterno, e su quella legge medita giorno e notte” (Sal. 1:2); e siccome
che rientra nella sua volontà che noi meditiamo su tutto ciò che è giusto e vero, certamente non
porta a conclusioni sbagliate ma solo a conclusioni giuste in armonia con l’insegnamento della
Scrittura. E oltre a ciò procura grande gioia al meditante perché lo porta a considerare la
grandezza di Dio, la sua potenza e la sua sapienza che sono infinite.

La meditazione trascendentale – come dice il suo fondatore Maharishi Mahesh Yogi – è ‘il processo di
portare l’attenzione al livello dell’Essere trascendentale’ (Maharishi Mahesh Yogi, La scienza
dell’Essere e l’arte di vivere, Roma 1970, pag. 40); in altre parole – come dice sempre Maharishi
Yogi – ‘una via sistematica attraverso la quale qualsiasi uomo può fare l’esperienza diretta della
natura essenziale dell’Essere trascendentale assoluto’ (Maharishi Mahesh Yogi, op. cit., pag. 38).
Ma chi è questo Essere Trascendentale assoluto che Maharishi chiama anche Dio e che qualsiasi uomo
tramite questa tecnica può realizzare e conoscere? A questa domanda lasciamo che siano le sue parole
a dare la risposta: ‘L’essere è la realtà suprema di tutto ciò che fu, è o sarà. Esso è eterno ed
illimitato, la base di tutta l’esistenza fenomenica della vita cosmica; è l’origine di ogni tempo,
spazio e casualità. E’ ogni inizio e ogni fine dell’esistenza, l’onnipresente eterno campo
dell’onnipotente intelligenza creativa. ‘Io sono Quell’eterno Essere, tu sei Quello, e tutto questo
è, nella sua natura essenziale, Quell’eterno Essere’ (ibid., pag. 19); ‘Le Upanishad ci presentano
l’Essere come la realtà ultima imperitura ed eterna. Gli inni dei Veda e la Bhagavad-Gita cantano le
glorie del Sè imperituro, l’Essere, la Realtà ultima, il Brahman che è il supremo, ultimo Assoluto’
(ibid., pag. 26); ‘Ogni cosa è Esso. Così lo stato della creazione è separato dall’Essere e, al
tempo stesso, l’Essere è l’intera creazione. La mente è distinta dall’Essere e, al tempo stesso, la
sua natura essenziale è l’Essere’ (ibid., pag. 33). E’ chiaro dunque che questo Essere risulta
essere nient’altro che Brahman, il dio degli indù, di cui l’uomo è parte e con cui si deve fondere
per realizzarlo.

Maharishi dice che esso è di natura trascendentale e che non può essere sperimentato attraverso
alcuno dei sensi; perché esso può essere sperimentato ‘nel suo stesso campo di esistenza
trascendentale, o pura coscienza, dove la mente trascende tutti i campi dell’esperienza relativa e
diventa una con l’Essere e, ottenendo lo stato dell’Essere, non è più mente cosciente’ (ibid., pag.
32-33). Ecco dunque l’obbiettivo della meditazione trascendentale di questo ‘guru’, portare la mente
dell’uomo a unirsi con questo essere trascendentale; che avverrà a questo punto? ‘Quando la mente
cosciente, attraverso la trascendenza, raggiunge lo stato dell’Essere, essa diventa completamente
Essere. Perde la sua individualità e diventa mente cosmica’; essa diventa onnipresente e raggiunge
l’eterna pura esistenza’ (ibid., pag. 47). Questo è l’effetto spirituale della meditazione
trascendentale; ma ci sono anche degli effetti sul fisico, perché lo stato mentale che si viene a
creare praticando questa tecnica influirebbe positivamente pure sul corpo guarendolo da alcune
malattie. Questa è la ragione per cui anche la meditazione trascendentale è posta tra le terapie
alternative nella Guida alla medicina alternativa. Per quanto riguarda la parte pratica di questa
tecnica diciamo che essa comprende il controllo del respiro, la concentrazione su un unico pensiero,
e la ripetizione del mantra ‘un suono privo di un vero e proprio significato, il cui effetto può
essere molteplice e benefico’ (Enrica Viziale, Meditazione Trascendentale, Torino 1979, pag. 30),
secondo Enrica Viziale. I mantra possono essere composti da una sola sillaba come ‘OM (contrazione
dell’originario AUM) che, secondo le tradizioni vediche, rappresenta la triplice natura del cosmo,
l’inizio, il mezzo e la fine’ (Enrica Viziale, op. cit., pag. 31); o anche da diverse parole. E come
dice sempre la Viziale ‘i mantra contenuti negli antichi testi sacri rivelano un duplice
significato; da un lato rappresentano l’invocazione di un qualche aspetto dell’Infinito (in quanto
ciascun mantra è dedicato ad una deità particolare) e dall’altro racchiudono una forza interna che
sviluppa le sue influenze mistiche attraverso le vibrazioni del suo suono’ (ibid., pag. 30). In
altre parole questi mantra servono ad attirare l’attenzione di esseri maligni che si trovano nei
luoghi celesti, perché noi sappiamo bene che dietro le diverse deità dell’induismo non ci sono altro
che demoni.

E’ manifesto dunque quanto pericolosa sia questa meditazione trascendentale; essa non fa altro che
attirare sull’individuo che la pratica l’attenzione di spiriti immondi, e poi lo porta a
sperimentare uno stato di coscienza alterata che lo induce a pensare di essere Dio, onnipotente e
onnipresente. Dietro dunque tutti questi discorsi che vogliono fare apparire questa tecnica di
meditazione come salutare alla mente e al fisico si nasconde l’ennesima insidia del diavolo.
Fratelli, guardatevi da essa e riprovatela. Il cristiano deve sì meditare, ma non nella maniera in
cui prescrive Maharishi Yogi o per raggiungere gli obbiettivi di cui lui parla, ma in tutt’altra
maniera e per altri motivi. Dice l’apostolo Paolo ai Filippesi: “Del rimanente, fratelli, tutte le
cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili,
tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri
pensieri” (Fil. 4:8). Ma come fa il cristiano a sapere quali cose rientrano in queste categorie e
quali no? Mediante lo Spirito Santo che dimora in lui. Egli gli attesta la verità. Per esempio lo
Spirito Santo attesta al credente che la sacra Scrittura è verità e deve essere oggetto della sua
meditazione del continuo.

E di questi esempi se ne potrebbero fare molti altri. Ma per quale motivo il cristiano deve avere
per oggetto dei suoi pensieri tutte queste cose di cui parla Paolo? Per piacere a Dio e rimanere in
comunione con Lui. Egli non deve meditare sulle cose vere, giuste e sante per fondersi con Dio e
giungere a dire di essere Dio, perché egli sa di essere una creatura che è e rimarrà sempre distinta
dal suo Creatore. Egli sa che non importa quanto il cristiano medita su tutto ciò che è giusto e
vero egli non diventerà mai Dio e non arriverà mai al punto di dire: ‘Io sono quell’Essere che ha
creato il tutto’, perché lo Spirito Santo lo terrà sempre lontano da simili pensieri malvagi. Anzi
possiamo dire per esperienza che la meditazione lo porterà a riconoscere di essere un verme, un
essere infimo, così piccolo, così limitato dinanzi al suo Creatore che riempie e governa l’universo.
Quindi essa lo porterà a umiliarsi dinanzi a Dio e non a innalzarsi davanti a lui. Il cristiano
mentre medita può anche invocare il Signore, ringraziarlo e lodarlo; egli non ha nessun mantra, cioè
nessuna formula magica su cui appoggiarsi, ma solo parole di ringraziamento e di lode che sgorgano
spontaneamente dal suo cuore. E queste parole vere lo fanno sentire, mediante lo Spirito che è in
lui, in comunione intima con il suo Dio; gli fanno sentire la sua presenza in maniera particolare in
certi momenti.

La visualizzazione creativa è una tecnica meditativa mediante la quale con l’immaginazione – dicono
i suoi sostenitori – si possono determinare ogni sorta di avvenimenti positivi, guarigione da
malattie, prosperità economica, ecc. In altre parole una tecnica con cui si arriva alla
consapevolezza di essere gli ‘architetti’ della propria vita, dei dèi. Shakti Gawain ha affermato:
‘La visualizzazione creativa non è solo una tecnica ma è, in ultima analisi, uno stato di
consapevolezza. E’ una consapevolezza nella quale ci rendiamo conto, in un modo profondo, che noi
siamo incessantemente i creatori del nostro universo, del quale siamo responsabili in ogni momento.
Non c’è una separazione fra noi e Dio (…) la visualizzazione creativa è il processo di realizzare
e rendere visibile, nella sfera fisica, il nostro potenziale divino’ (Shakti Gawain, Creative
Visualization [Visualizzazione creativa], New York 1982, pag. 120). Un’altra affermazione sulla
visualizzazione che fa capire in che cosa essa consiste la troviamo nel libro di Carlo Biagi
Diventare sensitivi: ‘Nel corpo astrale, il desiderio di raggiungere un obbiettivo, rafforzato dalla
visualizzazione, accumula un forte potere energetico che attirerà il risultato desiderato come un
magnete. Dobbiamo pensare che il pensiero è una forma energetica e come tale è in grado di attirare
energie con la stessa frequenza. Sul piano astrale esso ha un potere ideoplastico, cioè crea
istantaneamente l’immagine di ciò che è stato ideato, portando l’energia necessaria per realizzare
il proposito anche sul piano materiale (…)

Visualizzare significa dunque agire sull’astrale, ma anche sulla propria psiche, per renderci autori
della nostra vita’ (Carlo Biagi, Diventare Sensitivi: le tecniche per sviluppare il potenziale
psichico: telepatia, chiaroveggenza, medianità, autoguarigione, Milano Sonzogno 1994, pag. 45).
Questi sono i principi occulti su cui si basa la visualizzazione. La visualizzazione nel New Age è
spesso accompagnata da affermazioni positive; cosicché chi è malato viene incitato a dire di essere
pieno di salute, chi ha problemi finanziari a dire di avere a sua disposizione tutto l’argento e
l’oro di questo mondo e così via. In sostanza le persone che hanno problemi sono portati a
considerare la malattia, la povertà e altri problemi come illusioni, irrealtà, false idee della loro
mente, che per essere fatte sparire devono essere negate sia con la mente che con le parole: le cose
reali sono solo l’abbondanza, la salute, le cose positive. Purtroppo queste tecniche di
autosuggestione hanno fatto breccia pure tra il popolo di Dio causando gravi danni. Ci sono infatti
diversi predicatori che scorrazzano in mezzo alle chiese i quali insegnano ai credenti a
visualizzare e a fare affermazioni positive esattamente come fanno i sensitivi. Se hanno bisogno di
essere guariti i credenti sono chiamati a visualizzarsi sani e a dire di essere in buona salute; se
hanno bisogno di denaro sono chiamati a visualizzare il denaro di cui hanno bisogno loro o il loro
portafoglio pieno di soldi e a dire di avere a disposizione tutto il denaro di questo mondo perché è
scritto che a Dio appartiene l’argento e l’oro, o a parlare al proprio portafoglio!!

Ma il credente non deve ricorrere affatto a queste tecniche perché egli deve semplicemente pregare
Dio con fede chiedendogli quello di cui ha bisogno. Non gli è richiesto da Dio nessuno sforzo
mentale come il mettersi a concentrare su quello di cui ha bisogno o a immaginare di trovarsi nella
situazione opposta, ma solo fede. L’immaginazione è certamente una cosa che noi disponiamo, ma a noi
non è richiesto di immaginare di essere fuori dalla distretta in cui ci troviamo per uscirne, ma ci
è richiesto solo di invocare (con fede e in verità) il Signore secondo che è scritto: “Invocami nel
giorno della distretta, e io te ne trarrò fuori” (Sal. 50:15). E’ Dio dunque che cambia la realtà
attorno a noi e non la nostra mente; è la fede nel suo nome che ci libera da tutte le nostre
distrette e non la nostra capacità mentale. State attenti fratelli; badate a voi stessi; perché
questa tecnica della visualizzazione (chiamata pure del pensare o del pensiero positivo)
accompagnata dal parlare positivo non ha nulla a che fare con le vie di Dio; è una via dell’uomo che
non si attiene alla verità in quanto induce il visualizzatore a considerarsi padrone del suo
destino, creatore della sua realtà e così via. In altre parole lo porta a mettersi sullo stesso
piano di Dio e ad attirarsi l’ira di Dio.

Alla fine di questa sezione dedicata alla meditazione vogliamo dire questo. Come si può ben vedere
il diavolo che è il seduttore di tutto il mondo cerca usandosi di questi tipi di meditazione di
tenere le persone lontane da Dio; la cosa è evidente come la luce del sole, perché in tutti i tre
tipi di meditazione sopra visti, il meditante è indotto a pensare erratamente, in una maniera che lo
innalza contro Dio e non lo porta alla conoscenza di Dio. Il diavolo dunque attacca l’uomo a livello
mentale per mantenerlo sulla via della perdizione. Ma Dio nella sua grande misericordia ancora oggi
dà a molti il ravvedimento, cioè un nuovo modo di pensare, per portarli vicini a sé e farsi
conoscere da loro. Questo modo di pensare che procede da Dio consiste nel riconoscersi peccatori
perduti aventi bisogno della salvezza di Dio e questo implica il dispiacere per avere offeso Dio con
i propri pensieri e atti. Quindi, mentre da un lato il diavolo tiene prigioniere molte anime
facendogli seguire un modo errato di pensare, dall’altro Dio libera molte anime dalla sua potestà
dandogli un nuovo modo di pensare, cioè il ravvedimento. A Lui sia la gloria in Cristo Gesù ora e in
eterno. Amen.

da lanuovavia.net/newage_6.html

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