PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 4

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PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 4

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

EFFETTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI SULLA SALUTE

Effetti dei campi elettromagnetici sui sistemi viventi

Questa è una selezione da più di 100 articoli, principalmente usciti dopo il 1985, per fornire una
panoramica sulle ricerche sugli effetti dei campi elettromagnetici EM sui sistemi viventi.

Alcuni trattano meccanismi bioelettrici fondamentali; per es. le nuove scoperte sulla sensibilità
cellulare a campi esterni, evidenza che campi EM esistenti in natura guidano la crescita dei nervi,
nonché le osservazioni di campi magnetici intrinseci degli organismi.

La maggior parte delle ricerche, tuttavia, sono focalizzate sull’impresa, difficile, di tentare di
misurare gli effetti di vari campi EM sulla crescita e sulla salute. In genere i risultati sono
provocanti ma non conclusivi. I ricercatori sottolineano quanto sia difficile separare le variabili.
Sottolineano anche che gli effetti di campo tendono ad essere risonanti, di natura non lineare, e
quindi abbastanza imprevedibili.

Nello stesso tempo molti scienziati .che lavorano in questo campo spesso sottovalutano sia il
significato sociale che quello teorico della ricerca.

In queste notizie olistiche inoltre esaminiamo la politica della scienza, e la politica
dell’assistenza pubblica. Le ricerche sull’effetto dei campi EM servono da caso esemplare. D
fenomeno è molto complesso. L’idea di rilocare o di isolare maggiormente le principali linee di
trasmissione di energia viene considerata non pratica, e mettere in allarme rispetto agli impianti
casalinghi può essere prematuro. Questa ambiguità, e il bisogno di migliorare la politica attraverso
una chiara informazione, rappresentano il prototipo della sfida scientifico/ politica attuale.
Possiamo aspettarci di vedere molti più casi in cui ci sia evidenza di rischi di dimensioni ancora
sconosciute.

I pericoli dei campi EM ambientali

E’ comprensibile che la popolazione, allarmata in questi giorni per lo strato di ozono,
l’inquinamento dell’acqua e i livelli del radon, preferisce non sentire parlare di un altro rischio
ambientale, più ambiguo: gli effetti biologici di radiazioni non ionizzanti a frequenza estremamente
bassa (ELP). Questi sono gli effetti che provengono da apparecchiature per la casa, linee di
trasmissione elettrica, coperte elettriche e altre ancora. A Denver uno studio negli anni ’70 ha
trovato un legame tra il cancro nei bambini e la vicinanza a linee ad alto voltaggio. Di recente uno
studio condotto a New York ha trovato una correlazione tra l’incidenza del cancro e l’esposizione a
campi elettromagnetici provenienti dalle linee di corrente elettrica. Lo scorso dicembre, nello
stato di Washington, uno studio basato su 67800 certificati di morte ha rilevato che i radioamatori
hanno un’incidenza inusualmente alta di leucemia, mieloma multiplo e linfoma. Per molto tempo si
pensava che la radiazione elettromagnetica fosse un problema soltanto quando generava effetti
termici, surriscaldando le cellule. Recenti ricerche hanno stabilito che gli organismi viventi,
essendo di natura bioelettrica, sono influenzati dai campi molto deboli a livello cellulare, sia che
ci sia o che non ci sia surriscaldamento. Il fenomeno viene reso più complicato dalla natura non
lineare degli effetti elettromagnetici. Poiché la maggior parte dei fattori in gioco sono sospettati
di essere dannosi, si può postulare che ‘di più è peggio’. Gli effetti dei campi EM sono fino ad ora
non prevedibili, con possibilità di essere dannosi e anche benefici. Per questo motivo i
responsabili politici sono stati ostacolati. Le ricerche, adesso, suggeriscono fortemente che i
campi casalinghi e ambientali creano dei rischi, ma nessuno sa quanto siano seri e chi sia più
esposto. Il repubblicano George Miller, presidente del comitato per le risorse elettriche e idriche
della California intervistato dal San Francisco Examiner lo scorso dicembre, ha definito
‘noccioline’ i fondi di 4 milioni di dollari stanziati dal governo nel1986 per studiare gli effetti
biologici degli ELF.

Un rapporto del 1980 dell’Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici riportava che circa
441.000 americani venivano esposti a una radiazione VHF e UHF in eccesso sui limiti di sicurezza
consigliati per la popolazione in Russia.

Infatti sono stati i ricercatori sovietici che hanno cominciato a pubblicare lagnanze non specifiche
tra i lavoratori esposti ad alti livelli di elettricità ambientale. Sebbene in occidente il disegno
sperimentale di questi studi sia stato criticato, i rapporti hanno stimolato le ricerche da parte
degli scienziati occidentali. Nel 1985 Granger Morgan e collaboratori dell’Università di
Carnegie-Mellon tentarono di analizzare il problema in un articolo sulla rivista dell’Istituto degli
Ingegneri Elettronici.

I ricercatori sottolinearono degli effetti noti dei campi deboli sul rilascio degli ioni calcio,
cruciali nella trasmissione degli impulsi nervosi, e le interazioni chimiche sulla superficie della
membrana.

Il gruppo di Carnegie-Mellon denunciò il bisogno di una ‘informazione pubblica chiara, onesta,
bilanciata, sul problema dei campi da linee di trasmissione elettrica’.. L’industria dell’energia
nucleare si mise nei pasticci con un’attitudine del tipo ‘ abbiate fiducia in noi, siamo gli
esperti, ci prenderemo cura di ogni cosa’, mettendo, inoltre, in ridicolo o rninimizzando quelli che
erano preoccupati per i problemi di sicurezza.

‘Il gruppo di ricercatori raccomanda che delle commissioni statali per i servizi pubblici e gli enti
preposti per l’ambiente sviluppino strategie per affrontare i possibili effetti dei campi e che la
legislatura dello stato fornisca uno spazio per un dibattito sulle preoccupazioni dei cittadini’.

Nel 1986 Allen Frey, che è stato il primo a dire (1975) che le microonde potrebbero alterare la
barriera sangue/cervello, in una lettera a Science (255: 5- 6) accusò il potere militare di tentare
di controllare la ricerca sui pericoli potenziali delle radiazioni a microonde. I militari, disse
Frey, aprirono l’American National Standard Institute (ANSI) per investigare i pericoli biologici
delle microonde, eleggendo il loro primo presidente e decidendo, in gran parte che tipo di ricerche
portare avanti sugli effetti biologici delle microonde’.

Nel 1986 Sam Koslov, un ricercatore della Johns Hopkins University, laboratorio di fisica applicata,
riferì di un complesso di sintomi da morbo di Alzheimer molto indicativo, in una scimmia esposta
cronicamente a delle microonde. Koslov disse che parlò a un incontro pubblico delI’Ente per la
Protezione Ambientale (EPA) per la frustrazione dovuta alla mancanza di fondi per la ricerca sulle
microonde.

Nel 1987 Joel Elder, un biologo cellulare dell’EPA, ha fatto notare che sebbene sin dal 1982 fossero
stati raccomandati dall’ANSI dei nuovi standard, erano soltanto suggeriti ma non resi obbligatori.

Preoccupazioni sugli effetti dei videoterminali sono ritornate alla ribalta con l’evidenza che le
donne che lavorano con questi schermi di computer hanno un’incidenza enormemente alta di aborti
spontanei. L’anno scorso l’IBM e la Ontario Hydro hanno lanciato una ricerca congiunta sui possibili
effetti dei videoterminali sui problemi della gravidanza.

Apparentemente gli schermi protettivi non servono granché. Nel 1987, in una lettera a un giornale
inglese di medicina, dei ricercatori svedesi riferirono che la maggior parte degli schermi
elettrostatici riduce l’emissione solo quando gli schermi sono nuovi. Gli schermi che non
funzionavano erano reti di fibre di nylon rivestite di uno strato sottile di carbone. Soltanto gli
schermi basati su reti di metallo o su plastica metallizzata non si deterioravano nel tempo.

‘Così non c’è via di uscita?’ si chiedono i ricercatori della Carnegie Mellon in Issues in Science
and Technology (III, 4: 81- 91).’La scienza non ci può offrire nessun consiglio?’

La situazione non è senza speranza come sembra. Nel fare un lavoro di consulenza per lo stato della
Florida, hanno trovato che ‘possiamo ottenere delle indicazioni politiche utili invertendo il nostro
modo di pensare e chiedendoci che cosa faremmo se potessimo rispondere a queste domande’.

Panorama delle ricerche sui campi elettromagnetici

In un articolo intitolato ‘Living in Magnetic Fields’ (Archeus 2/1, 7780) il biofisico Otto Schmitt
nota che la gente ha vissuto in un campo elettromagnetico di 5 gauss per generazioni.

Per lungo tempo questo è stato considerato un livello accettabile di esposizione. Tuttavia, dice
Schmitt ‘ci siamo mangiati il nostro margine di sicurezza a una velocità sorprendente. Se manteniamo
l’attuale velocità esponenziale di crescita dell’intensità dei campi… possiamo predire che saremo
in seri pasticci per la fine del secolo’.

Schmitt identifica le zone rischiose e ‘le arene dove dobbiamo prepararci a fare compromessi
vivibili o a dare battaglia’. ,

Sta diventando a buon mercato, facile e utile incorporare magneti e sorgenti di campi EM vaganti nei
nostri apparecchi di uso quotidiano. Per esempio, strumenti laser che leggono le etichette nei
supermercati, altoparlanti con grossi pezzi di materiale magnetico, vibratori per letti, ‘anche i
piccoli asciugacapelli emettono campi di 40 G. o anche di più’.

‘Non abbiamo ancora sviluppato un sistema per proteggere le persone disinformate, come invece
abbiamo fatto nel caso di serpenti sconosciuti o lame di rasoio’.

Schmitt per un certo periodo andava in giro con dei rivelatori di campo e misurava campi EM casuali.
Per esempio ha trovato un punto caldo di 40 G sopra la testa in un aeroplano su cui stava volando.

‘Sempre più strumenti elettronici vengono installati chirurgicamente dentro e sulle persone… per
mezzo di quelli che vengono chiamati trasduttori non invasivi’.

Quando Schmitt e collaboratori hanno fatto degli esperimenti per vedere se gli studenti universitari
potevano riconoscere i campi, metà dei soggetti riferì di aver provato un qualche genere di mal di
testa. Il pericolo, sottolinea il ricercatore, è a livelli di intensità di campo molto minore.

‘Ci mancano linguaggio di lavoro, strumenti e mezzi per misurare con efficienza gli effetti
biomagnetici. Non abbiamo nessuna tradizione o regole di lavoro su come muoverci in questa area’.

Effetti magnetici sui sistemi viventi

I molluschi ricavano le loro indicazioni di direzione dai campi magnetici (Science 235: 331- 335).
In genere i piccioni perdono la loro abilità di navigare se vengono esposti a forti campi
elettromagnetici prima di essere liberati per il volo. Sembra che gli uccelli vengano confusi da
campi esterni solo se possono sentire gli odori atmosferici. Quando i loro canali nasali venivano
bloccati potevano navigare normalmente, malgrado l’esposizione ai campi EM (Naturwissenschatten73:
215- 217).

Alcuni ricercatori, dopo aver studiato gli effetti dei campi EM sulla funzione della ghiandola
pineale dei topi hanno concluso che i campi EM deboli possono essere percepiti soltanto se la retina
veniva stimolata per lo meno da una luce debole (Neuroscience Letters 64: 97- 101; Brain Research
333: 382- 3840).

Dei cambiamenti nel campo magnetico attorno allo scalpo precedono il sorgere di emicranie (Brain
Research 442; 185- 190).

Effetti dell’elettricità ambientale sui sistemi viventi

I campi elettrici ambientali da linee ad alta tensione e apparecchiature pulsano a 60 Hz negli
U.S.A. e a 50 Hz in Europa. Nessuna delle due è naturale per gli organismi viventi che si sono
sviluppati in una varietà di campi elettromagnetici e magnetici. Per questo motivo i ricercatori
hanno investigato sia i campi naturali che quelli amplificati.

Dei ricercatori del Pacific Northwest Laboratory hanno trovato che il campo di 60 Hz disturba il
ritmo normale della ghiandola pineale nei ratti, misurato con il rilascio della melatonina. I ritmi
venivano reintegrati in meno di tre giorni dopo l’esposizione.

Dei ricercatori inglesi hanno trovato che dei campi intensi a 5Hz alterano l’umore e le capacità
verbali e di ragionamento, però solo dopo il secondo giorno. l ratti sono in grado di rivelare campi
verticali di 60 Hz. Quando dei ratti femmina venivano esposte ai campi prima della gravidanza, la
loro prole era meno fertile. I piccoli nati da maiali che erano stati esposti a dei campi di 60 Hz
prima del parto mostravano una incidenza di malformazioni maggiore del normale.

Dei ricercatori indiani hanno riportato che gli animali esposti a campi di 50 Hz mangiano e bevono
di meno. Venne anche osservata una leggera anomalia cardiaca, ma i ratti esposti vissero quanto i
gruppi di controllo.

Dei ricercatori spagnoli esposero dei ratti femmina a campi di 50 Hz per cinque mesi. La prima
generazione di discendenti non sembrava danneggiata, ma la seconda generazione era più piccola dei
controlli. La domanda principale, secondo Carl Blackman e colleghi del Health Effects Laboratory of
the Enviromental Protection Agency, è: ‘l’esposizione a campl elettrici della frequenza e
dell’intensità che si riscontrano normalmente in una casa può essere causa di cambiamenti biologici
in un organismo in crescita?’.

E la risposta è sì. I livelli ambientali dei campi elettrici dovuti alle linee di conduzione
dell’elettricità – livelli a cui sono esposte normalmente le persone all’interno degli edifici
alterano lo sviluppo del sistema nervoso dei pulcini. I cervelli dei pulcini esposti a campi di 60
Hz prima della cova successivamente non rispondevano in modo normale ai campi di 60 Hz.

Campi a bassa frequenza alterano un enzima della cellula essenziale per la crescita

Una recente ricerca sulla sensibilità biologica ai campi elettrici artificiali aiuta a spiegare
almeno alcuni degli effetti.

Ross Adey del Veterans’ Neurobiology Research Group e i suoi collaboratori dell’Università di
California, Riverside, lo scorso anno hanno pubblicato prove che questi campi -aumentano l’attività
di un enzima associato sia con la crescita normale che con quella maligna.

Adey, uno dei maggiori ricercatori in questo campo, ha sottolineato che è stato dimostrato che dei
campi elettromagnetici modificano anche due altri enzimi del sistema Uno è implicato nel liberare
energia dal ‘combustibile’ metabolico l’altro forma ‘il grande sistema dei messaggeri
intracellulari’.

Questi nuovi concetti ‘fanno presagire una rivoluzione biologica di vasta portata che toccherà ogni
area di base della biologia cellulare dallo sviluppo embrionale all’invecchiamento al cancro’.

Secondo Adey la scoperta della sensibilità cellulare richiederà di decifrare le complesse
comunicazioni tra la superficie della cellula e il suo nucleo con il suo DNI ricercatori dovranno
cercare ‘una accurata comprensione di come il ‘sussurro elettromagnetico’ tra le cellule venga
amplificato in un parlare a voce più alta, cosi che possa passare all’interno attraverso la barriera
elettrica della membrana cellulare.

Adey descrive l’interno della cellula come ‘denso di comunicazioni ad alta energia’.

Le ricerche sogli effetti dei campi elettromagnetici deboli sulle cellule nervose hanno svelato ‘Un
aspetto nuovo fondamentale dell’organizzazione della materia’. Sembra che i campi applicati a un
tessuto vivente creino delle vibrazioni non lineari che viaggiano lungo la superficie della cellula,
trasportando abbastanza energia da innescare gli eventi cellulari.

Queste vibrazioni molecolari, ‘solitoni’, presumibilmente agiscono in modo da convogliare un
messaggio sulla superficie della cellula. I campi deboli mettono in movimento gli ioni della
membrana della cellula. Queste oscillazioni accelerano il trasferimento degli ioni.

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