PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 1

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PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 1

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

LA MEDICINA OLISTICA

In ogni parte del corpo c’è una certa misura di pensiero cosciente.
Ippocrate

Introduzione generale – La medicina olistica come medicina planetaria emergente

Ogni medicina, scienza o arte che consideri l’essere umano come una totalità di corpo, mente e
anima, può considerarsi olistica. La medicina olistica rinasce negli ultimi decenni come componente
essenziale della nuova cultura planetaria emergente. Parallelamente all’ecologia, che si interessa
della salute globale dell’ecosistema Terra, la medicina olistica si interessa della salute globale
dell’essere umano. Una delle principali caratteristiche della nuova cultura è il prendersi cura di
se stessi: alimentarsi in modo più naturale e meno inquinato, purificare le proprie emozioni e i
pensieri negativi, comprendere le ragioni profonde delle proprie azioni e, infine, evolversi
umanamente e spiritualmente.

Salute ed evoluzione sono due aspetti della stessa realtà; questo concetto è presente in ogni
tradizione medico-spirituale. La stessa energia-informazione che genera malattia e dolore quando
viene negata la via naturale e spontanea della sua crescita, si illumina di immenso se può
espandersi nella vita e nella coscienza.

Scopo attuale della medicina olistica è di studiare e comprendere l’unità multidimensionale umana,
sintetizzando scienza, psicologia e spiritualità in un’organica arte medica capace di alleviare le
pene umane e permettere un più alto ed evoluto livello di salute. Dolore è sintomo di malessere,
tanto che esso venga da cause esterne o dal profondo dell’anima.

Storia della medicina olistica

La medicina olistica è sempre esistita. L’essere umano si ammala e può essere curato nel corpo, nei
sentimenti, nella mente e nell’anima. Ogni tradizione antica aveva la sua medicina olistica: i
Kahuna delle Hawaii, gli sciamani siberiani, gli Inca delle Ande, gli Aborigeni australiani, le
culture indiane, tibetane e cinesi, le antiche culture egizia, greca, romana e celtica. Le antiche
medicine di ogni tradizione, pur con significative diversità concettuali e terapeutiche, sono
accomunate dai modelli olistici di essere umano che utilizzavano, del tutto simili al modello Cyber.
Esse rispettavano l’anima come centro della complessa unità psicofisica umana e come perno
essenziale dell’intero sistema di guarigione. Il modello tantrico dell’essere umano – quasi
certamente il più complesso e articolato della storia umana – considera sette livelli di realtà, da
quella più fisica a quella più spirituale, per ognuno dei quali è stata sviluppata una specifica
forma di cura e guarigione.

Le sette divisioni delle attuali medicine olistiche

L’attuale medicina olistica, nel suo sforzo di integrare l’insieme delle differenti tradizioni
terapeutiche passate e presenti, è ancora agli stadi iniziali e quindi lontana dalla sua maturità.
Sotto il vasto termine di medicina olistica si trovano oggi migliaia di tecniche, di differenti
concezioni e linguaggi, di soluzioni terapeutiche e di visioni del mondo, che necessitano di una
visione unitaria e coerente. L’unico punto in comune, come abbiamo già detto, è il considerare
l’essere umano in modo sacro, come un’unità di coscienza in cui esistono differenti piani o corpi,
con un suo equilibrio psicoenergetico che, se alterato, genera malattia e dolore. Oggi possiamo
differenziare, all’interno della vasta concezione medica olistica, numerose forme di terapia che,
pur osservando il principio olistico – per cui ogni parte rappresenta ed è connessa con il tutto –
si specializzano su un determinato livello.

Così abbiamo sistemi di primo livello, le terapie somatiche, che operano curando prevalentemente il
corpo fisico come l’erboristeria, la dietetica, le varie tecniche di body work (lavoro sul corpo)
come i massaggi, la chiropratica, l’osteopatia, la danza. Poi abbiamo la vasta area delle terapie
che operano sul secondo livello, le terapie energetiche, che curano attraverso l’energia, come
l’agopuntura, l’omeopatia, la biocibernetica o bioelettronica, la bioregolazione, (Mora terapia,
Riodoraku, Bicom, Vega), la chinesiologia, il tai c’i, il qi gong, lo shiatzu, il rebalancing, la
pranoterapia, la cromopuntura, il micromassaggio cinese e tibetano, le varie forme di riflessologia:
plantare, auricolare, palmare. Sul terzo livello, le terapie emozionali, dove troviamo gli esercizi
di bioenergetica, il rebirthing, l’emotional release, lo psicodramma, le tecniche catartiche, le
tecniche sulla voce e il canto. Sul quarto livello, le terapie psicologiche, dove abbiamo i sistemi
di lavoro mentali e psicosomatici: la psicologia transpersonale, le tecniche di analisi
bioenergetica, la gestalt, la programmazione neurolinguistica e le tecniche più psichiche come
l’ipnosi, le regressioni, le visualizzazioni, le tecniche di immaginazione attiva, l’analisi del
sogno. Sul quinto livello, le terapie spirituali, quello della salute dell’anima, abbiamo le
tecniche di meditazione che portano al silenzio, alla pace e al vuoto interiore, unici elementi che
caratterizzano questa dimensione. Alcune di queste tecniche, come la sette suoni, la chakra
breathing, la dinamica e la kundalini, operano in modo veramente globale, attivando corpo, energie,
emozioni e psiche fino a giungere al centro dell’essere. Sul sesto e settimo livello, le terapie
sacre, dove si cura entrando in contatto con il divino, operano solo i maestri illuminati e i grandi
lama.

In questi anni e nei prossimi decenni assisteremo ad una progressiva unificazione dei differenti
linguaggi e concetti delle varie scuole passate e presenti che confluiranno, insieme alla medicina
ufficiale, in un’unica arte medica olistica di respiro planetario.

Chirone: è l’esperienza che fa il terapista

Ogni divisione tra livelli e medicine tuttavia è puramente formale. Ogni tecnica di fatto opera
sull’intero essere nei suoi vari livelli. Tutto dipende dalla professionalità, dell’esperienza e
dall’intenzione del terapista. Olismo è un’esperienza interiore di unità e globalità e solo un
individuo che abbia tale esperienza può praticare una medicina olistica.

È importante capire, ad esempio, che un agopuntore privo di una corretta esperienza e concezione
olistica opera solo riequilibrando la circolazione dei meridiani del “secondo corpo” (energetico),
mentre se possiede una reale esperienza spirituale, magari maturata in anni di pratiche di
meditazione taoista come il tai c’i o il qi gong, la sua pratica di agopuntura puó riflettersi sulle
dimensioni più profonde e spirituali del paziente.

Se la sua esperienza è motivata da sentimenti umanitari, anche un semplice medico condotto può
aiutare e curare la parte emozionale e psicologica dei suoi pazienti, anche usando medicine
chimiche. L’energia del guaritore, sia esso medico o no, è fondamentale. In medicina olistica da
millenni il guaritore, l’”uomo di medicina” era identificato con il saggio o con l’”uomo di
conoscenza” dotato di una visione superiore.

Una vera medicina olistica nasce dall’esperienza interiore, a prescindere dal tipo di pratica
adottato. Il medico-guaritore dovrebbe avere fatto diretta esperienza della propria “ombra”, ossia
delle proprie negatività, aver curato le proprie ferite affettive, sanato il conflitto interiore e
provato esperienze spirituali: solo questo lo autorizza e gli apre ogni possibilità di intervento
curativo olistico. Il mito del saggio centauro Chirone, l’immortale che venne ferito e, secondo la
leggenda greca, scoprì le differenti medicine per alleviare la sua stessa pena senza tuttavia
riuscire mai a curarsi completamente, è un valido aiuto a non pretendere la perfezione dal medico ma
solo la sua totale dedizione e coscienza.

Psicosomatica olistica

Io non posso più fare una rigorosa distinzione tra cervello e corpo… i dati delle ricerche…
indicano che è necessario intraprendere uno studio dei modi in cui la coscienza può essere
proiettata nelle differenti parti del corpo. Candace Pert

Nel vasto ambito della medicina olistica la psicosomatica rappresenta oggi il cuore del sistema
medico, un po’ come è la medicina generale all’interno della medicina ufficiale. La psicosomatica
può quasi identificarsi con la stessa medicina olistica in quanto implica una conoscenza dell’intera
gamma dei metodi curativi sui vari livelli, e per questo essa rappresenta uno strumento di grande
importanza umana e sociale. In un mondo che da millenni ha diviso il corpo dalla mente, ognuno si
trova a vivere questa frammentazione dentro di sé; la psicosomatica aiuta, con tecniche e logiche
ampiamente sperimentate, a ritrovare la propria unità.

La psicosomatica fino ad oggi è stata spesso una forma di psicologia semplificata applicata alla
malattia fisica, una forma di riconoscimento simbolico delle associazioni psicologiche da cui
originava il disturbo. In questa prima forma di psicosomatica – comunque importante – il modello di
fondo risente ancora fortemente della divisione mente-corpo. La medicina ufficiale considera solo il
corpo, mentre la psicosomatica considera anche la mente che opera “dietro” la malattia. Ma tra mente
e corpo cosa c’è? E oltre la mente?

La psicosomatica olistica, come vedremo tra poco nel dettaglio, utilizza ipotesi e modelli assai più
articolati che integrano e connettono il corpo fisico e la mente attraverso livelli
energetico-informatici intermedi che possono essere studiati e riconosciuti diventando consapevoli
del proprio centro di coscienza e delle proprie energie interiori. Il medico che pratica la
psicosomatica olistica deve quindi possedere salde conoscenze di psiconeuroendocrinoimmunologia, di
lavoro sul corpo, sulle energie sottili e sulle emozioni, di respirazione, di regressione, di
psicologia e di meditazione.

Il modello Cyber e Cyber7 in medicina olistica

I modelli Cyber e Cyber7 trovano una loro piena applicazione nella struttura teorica della medicina
olistica e dello sviluppo del potenziale umano che sarà il tema dei prossimi capitoli.

Il modello Cyber applicato all’essere umano, alla medicina olistica e alla ricerca permette di: 1)
porre al centro dell’essere umano l’unità di coscienza; 2) evidenziare il ruolo della coscienza e
della consapevolezza nel processo della guarigione; 3) unificare i concetti di corpo e psiche
interpretandoli come energia-informazione; 4) teorizzare lo stato di salute e malattia come
integrità o interruzione del flusso ritmico e autoricorsivo di energia-informazione; 5) considerare
in una visione integrata le “sette” dimensioni psichiche e fisiche dell’uomo; 6) chiarire le
relazioni tra gli stati di coscienza e i livelli di evoluzione psicosomatica del vivente, offrendo
alla medicina e alla psicologia uno strumento flessibile e unitario di interpretazione in grado di
interpretare i differenti stati di coscienza secondo una scala evolutiva, dalla patologia agli stati
di illuminazione.

La consapevolezza come chiave della guarigione

Iniziamo con il ruolo della coscienza in medicina. La medicina ufficiale crede che la malattia sia
un puro evento casuale, meccanicamente provocato da cause batteriche, ambientali, metaboliche o
genetiche, che alterano il “meccanismo biochimico” umano; non viene dato nessuno spazio alla
comprensione del “significato” o “senso” della malattia. Nella visione olistica invece è l’essere
umano come “anima” ad ammalarsi, ovvero a perdere momentaneamente o cronicamente lo stato di armonia
e unità con se stesso e con l’esistenza. Nella medicina olistica quasi ogni malattia (tranne quelle
provocate da cause fisiche, da traumi o da cause genetiche) viene interpretata innanzitutto come una
perdita di unità di coscienza, che si manifesta come frammentazione delle energie.informazioni sui
vari livelli o “corpi”, e, su un piano più profondo, come una palese inconsapevolezza delle leggi
dell’esistenza che ovviamente regolano anche il nostro sistema corpo.mente.coscienza.

Proviamo ad analizzare più dettagliatamente il fatto che la malattia è inconsapevolezza dell’unità
delle informazioni del proprio sistema vivente. Questo significa che le informazioni della malattia
stessa non vengono conosciute dalla coscienza, restano inconsce e quindi separate, isolate
all’interno del campo di informazione di quel sistema vivente. Ad esempio, un’ulcera gastrica può
esprimere l’inconsapevolezza dei nostri conflitti sociali, dei giudizi e delle emozioni negative
(rabbia, impotenza, competizione, paragoni, paure) che proiettiamo sugli altri o su noi stessi. La
radice di queste emozioni è inconscia, ossia non direttamente dipendente dalla nostra coscienza,
quindi diventiamo succubi delle emozioni e non possiamo modificarle utilizzando solo la volontà; i
giudizi e le emozioni formano così un insieme parzialmente separato, che vive all’interno della
nostra psiche. Nel tempo, questo pool di informazioni porta ad una complessa alterazione
psico-energetica, che provoca un eccesso emozionale-simpatico-ormonale: i risultati possono essere,
ad esempio, una smodata attitudine alimentare (caffè, stimolanti, eccessi vari), un alterato ritmo
dei tempi di lavoro e riposo (fretta, surmenage, insonnia), una tensione muscolare spastica al
piloro e un’ipersecrezione gastrica. Lo stomaco è quindi solo l’anello ultimo e più debole di una
lunga catena di cause ed effetti; curare direttamente lo stomaco è utile ma largamente
insufficiente.

Proviamo ora ad analizzare la relazione che esiste tra l’unità di coscienza e lo stato
psicosomatico, e quali modifiche porta la maggiore o minore integrazione interiore sull’attività
elettroencefalografica.

L’oceano energetico del corpo quantistico

Nella logica di una visione unitaria che aiuti la transizione dall’attuale frammentazione tra psiche
e soma ad una cultura medica globale, è fondamentale comprendere e applicare in modo pertinente il
principio di implicazione tra energia, informazione e coscienza. Il corpo umano, che per la medicina
ufficiale è un meccanismo biochimico senza anima, diventa, con il modello olistico, unità di energie
informate che si manifestano in una rete mirabile di emozioni e messaggi intelligenti. Iniziamo
quindi dall’analisi elettrodinamica del nostro corpo.

Il nostro è un corpo quantistico. Noi siamo un insieme di quanti di energia, siamo l’espressione
macroscopica di “fantastiliardi” di particelle subatomiche, fotoni ed elettroni che formano tutti
gli atomi del nostro corpo, che danno vita a tutti i sistemi fisiologici, che fanno battere il
nostro cuore, che scorrono lungo i nostri nervi trasportando informazioni, che nel nostro cervello
danno vita alle onde cerebrali. L’insieme di tutti i campi elettromagnetici quantistici e atomici
creano un vero e proprio “corpo elettromagnetico”, un oceano coerente e vivo di energie
elettromagnetiche. Ricordiamo che gli atomi e le molecole che compongono una cellula hanno un campo
elettromagnetico comune, nato dalla fusione dei campi dei singoli atomi; un’unica nube
elettromagnetica collettiva creata dal moto comune degli elettroni intorno ai differenti nuclei.
Ogni informazione che corre lungo i nervi, che passa da una cellula ad un’altra, produce alterazioni
nel campo elettromagnetico globale.

Studiando il campo elettromagnetico del corpo umano siamo riusciti a capire alcuni dei segreti del
nostro cuore e a correlare ogni disturbo somatico ad un preciso quadro elettrocardiografico. Il
cervello è di complessità strutturale infinite volte superiore al cuore e quindi, per ora, le
correlazioni tra quadri elettroencefalografici e malattie o stati psichici sono ancora nella loro
fase iniziale. Il cervello umano contiene misteri ben più profondi, che dalla materia grigia aprono
direttamente alla dimensione della coscienza.

L’energia elettromagnetica cerebrale

Nel cervello vi sono circa cento miliardi di neuroni, e ogni neurone è connesso con altri neuroni
attraverso alcune migliaia di dendriti (prolungamenti del suo corpo) che creano migliaia di contatti
sinaptici. Ogni volta che un neurone entra in attività per trasmettere o ricevere un segnale
psichico, provoca il rilascio di mediatori chimici tra le sinapsi. La velocità di trasmissione dei
dati è compresa tra i 60 e i 130 metri al secondo (pari a 360 Km. all’ora) e produce una debole
scarica elettrica a bassissimo voltaggio elettrico (microvolt) e bassissima frequenza (Hertz).
L’energia elettromagnetica di un singolo neurone è troppo debole per essere rilevata da uno
strumento sulla cute esterna della testa; ma l’attività cerebrale coinvolge continuamente miliardi
di neuroni che producono un’onda elettromagnetica sinergica, che, essendo molto più forte delle
singole onde, riesce ad attraversare la teca cranica e può essere rilevata sulla cute esterna dai
sensibili elettrodi dell’elettroencefalografo. Quando la persona vive stati di integrità psicofisica
l’attività cerebrale si sincronizza e produce onde encefalografiche proporzionalmente coerenti.

Le quattro onde cerebrali: delta, theta, alfa e beta

I primi studi relativi all’attività elettromagnetica del cervello risalgono a Richard Caton (1875) e
al russo Danilewsky (1876), ma solo nel 1925 Hans Berger registrò il primo tracciato
elettroencefalografico o elettroencefalogramma (EEG), captando e amplificando i segnali elettrici da
differenti punti dalla cute cranica. Nel 1929 apparve il suo primo lavoro di elettroencefalografia
clinica, che contribuì grandemente alla diagnosi dell’epilessia e delle lesioni cerebrali.

Il tracciato delle variazioni elettromagnetiche viene normalmente registrato da un poligrafo su una
striscia di carta. Possono essere riconosciuti quattro tipi di onde EEG: le delta, le theta, le alfa
e le beta, come si può osservare nella fig. *. Le caratteristiche di queste quattro bande sono
particolarmente interessanti.

Delta: (da 0.5 a 4 Hz.) Sono le onde più lente; vengono rilevate negli stati più profondi del sonno
non REM e sono state associate anche a stati profondi di meditazione. E’ la banda dell’inconscio
profondo. La tensione dei muscoli produce onde su questa stessa gamma di frequenza per cui, nei
quadri normali, un eccesso di delta e theta spesso significa solamente un artefatto da tensione
muscolare, comunque indicativo di stress.

Theta: (da 4 a 7 Hz.) Sono le onde del sonno con sogni (sonno REM) in cui il corpo e gli occhi si
muovono. REM deriva dell’inglese Rapid Eyes Movements, rapidi movimenti oculari. È la banda
dell’inconscio onirico, delle immaginazioni e delle emozioni profonde. I soggetti in sonno theta
vedono immagini ma non le ricordano da svegli se non per caso o dopo adeguato training. È una banda
molto interessante e studiata negli ultimi anni in quanto associata agli “stati ipnagogici”, quando
siamo a cavallo tra sonno e veglia e le immagini iniziano a scaturire liberamente dalla nostra mente
inconscia o subconscia. Nella banda theta appaiono anche i picchi d’onda tipici dell’epilessia.
Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che questa forma patologica sia dovuta ad emozioni e
creatività represse che non trovano una via fluida di espressione cosciente.

Alfa: (da 8 a 13 Hz.) È la banda che si manifesta chiudendo gli occhi o quando siamo in situazione
di benessere psicofisico. È la banda del preconscio o della coscienza a riposo. La banda alfa
inizialmente è stata fortemente associata alla meditazione, ma negli ultimi anni differenti lavori
scientifici hanno in gran parte ridimensionato questa associazione. Nelle nostre ricerche abbiamo
associato le onde alfa a stati di benessere e di piacere di vivere, e quindi, a livello
psicosomatico, con il cuore e le emozioni affettive.

Beta: (da 14 a 35 Hz.) È la banda che caratterizza l’attività di pensiero superiore o corticale,
l’attenzione focalizzata, la risoluzione di problemi. È la banda della coscienza di veglia. È
normalmente più espansa nelle persone intellettuali, mentali e che, nei rapporti e nel lavoro, usano
soprattutto la sfera razionale.

Riflessi psicosomatici degli stati ad elevata coerenza

Il principio della sincronicità e della coerenza non si limita ai fenomeni di “normalità
elettroencefalografica” come sono appunto le onde EEG; esso può manifestarsi in modo ben più intenso
e globale sull’intera attività cerebrale e anche sull’attività dei cervelli di persone vicine.
Nell’introduzione ho parlato di scoperte sperimentali sull’esistenza di stati neuropsichici ad alta
coerenza, che saranno descritte nei particolari alla fine di questo capitolo: considerando il
cervello, il centro che gestisce il corpo, le emozioni, la mente e la coscienza, tali scoperte
inducono a ipotizzare l’esistenza di analoghi stati psicosomatici ad alta coerenza.

Diventa quindi necessario un modello psicosomatico sistemico che sia in grado di spiegare stati di
alta o bassa comunicazione interna ed esterna.

Ontogenesi psicosomatica

Per comprendere la logica psicosomatica e formulare un modello sistemico, dobbiamo recuperare
brevemente alcuni concetti del processo filogenetico evolutivo e connetterli con l’ontogenesi.
L’ontogenesi, ossia il processo di sviluppo ed evoluzione embriologica dell’essere umano nei primi
mesi di gestazione, riproduce analogicamente lo sviluppo dell’intera evoluzione psicosomatica
terrestre. L’essere umano, come abbiamo anticipato nell’introduzione, nasce come unicellulare: una
singola cellula uovo fecondata dai codici di informazione genetica del padre e della madre, un campo
unitario di informazioni con un enorme potenziale. Il processo di evoluzione terrestre
dall’unicellulare al multicellulare, avvenuto in 3 miliardi e mezzo di anni, è ora completamente
memorizzato nel DNA dell’essere umano, e ciò permette di concentrarlo in poche ore: dal momento
della fecondazione l’ovulo si duplichi formando una morula, poi una gastrula, fino a formare i tre
foglietti embrionali, uno dentro l’altro come i tre cervelli.

I tre foglietti embrionari

Parallelamente alla divisione cellulare, il programma unitario contenuto nell’ovulo fecondato si
differenzia in tre sotto-programmi interdipendenti che produrranno linee di sviluppo cellulare
autonome: l’endoderma all’interno, il mesoderma in mezzo e l’ectoderma all’esterno (fig.**).

L’endoderma, il foglietto interno, svilupperà il sistema digerente e respiratorio e le grandi
ghiandole digestive, come fegato e pancreas, ossia i programmi e le reti metaboliche per la
produzione dell’energia vitale per l’intero organismo.

Il mesoderma svilupperà i collegamenti tra il foglietto interno ed esterno attraverso il sistema
cardiocircolatorio (la trasmissione di sostanze chimiche e di messaggi ormonali e immunitari in
tutto il corpo), il sistema osseo (la struttura di sostegno) e il sistema muscolare (per il
movimento).

L’ectoderma, il foglietto esterno, svilupperà il sistema cutaneo, gli organi sensoriali e il sistema
nervoso, ossia i programmi e le reti per l’elaborazione e la comunicazione delle informazioni
dell’intero organismo .

L’evoluzione psicosomatica del foglietto esterno

È il foglietto esterno che nel corso dell’evoluzione aumenta maggiormente in complessità creando il
sistema nervoso. Il 18° giorno, quando l’embrione umano è lungo circa un millimetro e mezzo,
l’ectoderma – la pelle, che si apre sul mondo e “sente” tutte le informazioni esterne – si
ispessisce sulla regione del dorso e forma un’invaginazione, la “doccia neurale”, da cui si
svilupperà l’intero sistema nervoso. La pelle si ripiega su se stessa, come diceva Teilhard de
Chardin parlando della mente quando prende coscienza di sé, e forma il “tubo neurale”, l’asse
cranio-caudale da cui si sviluppa il sistema nervoso. Si viene a creare il “senso interiore”. Il
tubo neurale si differenzia poi nel midollo spinale e nei centri cerebrali. Il midollo spinale,
circondato dalla colonna vertebrale, si differenzierà in cinque parti: coccigea, sacrale, lombare,
toracica e cervicale, mentre la parte endocranica in tre vescicole da cui nasceranno i tre cervelli
e i due emisferi. Come abbiamo già detto, questo sistema si evolve in complessità più di ogni altro
e, nell’essere umano, porta al fenomeno dell’autocoscienza e all’esperienza spirituale dell’unità di
coscienza con il Tutto.

Il modello psicosomatico integrato e la tavola delle equivalenze

Integriamo ora i dati relativi ai tre cervelli, alle bande EEG e ai tre foglietti in un modello
psicosomatico coerente. Partendo dal concetto di unità olografica del cervello, ipotizziamo che i
tre cervelli – rettile, mammifero e umano – siano fortemente connessi con le tre parti del corpo
umano – testa, torace e addome – che interpretiamo come le aree somatiche dove si manifestano in
modo più evidente le attività specifiche dei tre foglietti embrionali. Il risultato appare così
strutturato.

Il cervello rettile, sede delle funzioni vitali primarie, è particolarmente connesso con il sistema
metabolico e rappresentato psicosomaticamente dall’addome, in cui troviamo la maggioranza degli
organi derivati dal foglietto interno (entoderma). Il cervello rettile può quindi essere descritto
come il centro di integrazione di una rete di informazioni istintivo-metabolico-alimentari,
caratterizzato normalmente da un livello di coscienza primitivo e pulsionale, associato agli istinti
biologici primari. La sua attività è normalmente legata ad uno stato di coscienza tra l’inconscio e
il subconscio, ed è caratterizzata dalle onde lente delta.rosse e theta.gialle.

Il cervello mammifero (sistema limbico) è associato ai sistemi circolatorio, endocrino, immunitario
e muscolare, derivati dal secondo foglietto embrionale (mesoderma), e psicosomaticamente è
rappresentato dal torace, sede del cuore e del timo. Il cervello mammifero può essere quindi
considerato il centro di integrazione della rete circolatoria-muscolare, connessa con l’aspetto
emozionale, affettivo del cervello mammifero. La sua attività normalmente è legata ad uno stato di
coscienza che dall’inconscio si muove verso il subconscio e a volte diventa cosciente, ed è
collegata alle onde alfa.verdi.

Il cervello umano (neocorteccia) rappresenta il centro di elaborazione del sistema
sensoriale.informatico direttamente derivato dal foglietto esterno (ectoderma) ed è rappresentato
dalla testa come parte destinata alla gestione delle informazioni. La neocorteccia rappresenta il
centro di integrazione della rete sensoriale.informatica che è, per lo più, preconscia e conscia, ed
è caratterizzata dalle onde beta.azzurro e indaco-violetto.

Questo modello psicosomatico permette di interpretare l’intero sistema umano come un sistema
unitario di comunicazioni, differenziato in tre principali reti energetico.informatiche
interconnesse, che operano con differenti specifiche funzioni nel mantenimento dell’armonia globale.
Quando operiamo direttamente sul corpo, questo modello tripartito lascia spazio a modelli più
differenziati a sette o più parti. Questa “ipotesi psicosomatica” può essere sintetizzata nella
“tavola delle equivalenze psicosomatiche” (fig. **). A questo punto possiamo riprendere il discorso
sui modelli di salute globale.

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