L’amore è una questione di livelli di energia

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L’amore è una questione di livelli di energia

di Giampiero Ciappina

Se mi pongo ad un livello di energia molto basso – chiamiamolo per
comodità un livello psichico – non posso fare a meno di essere dominato
dalle mie pulsioni psichiche rivolte inesorabilmente alla ricerca del
piacere.

Questa ricerca narcisistica è totalmente individualista. Rimanendo a
questo livello, la ricerca del mio piacere può tranquillamente ignorare
i bisogni e i desideri del partner, e spesso passarci sopra.

Al livello psichico dunque, la mia realtà è composta dai miei bisogni
irrinunciabili, dalle ferite ancora aperte, dai traumi non risolti,
dalla rabbia e dal desiderio di vendicarmi per i torti subiti. Tutti i
miei limiti sono di fronte a me ed è attraverso questa lente che io
osservo il mondo.

Vedrò dunque accanto a me una partner piena di bisogni irrinunciabili,
di ferite aperte di cui si lamenta, di rabbia e desiderio di vendetta
per i torti che ha subito.

Se i due partner rimangono a questo livello, la guerra è assicurata.
Prima o poi i bisogni si scontrano, si contrappongono e tentano di
annullarsi reciprocamente come due cariche elettriche di segno opposto.

Quando invece il livello di energia aumenta e posso innalzarmi ad un
livello superiore – che per comodità chiamerò esistenziale – i miei
bisogni psichici non spariscono, ma sono meno importanti, meno
pressanti. A questo livello assumono invece importanza i desideri
profondi, il progetto esistenziale di ognuno, sorgono valori come la
speranza, la libertà, il dono reciproco.

Se rimango a questo livello la mia realtà è composta dal desiderio di
crescere e trasformarmi, dal desiderio di amare ed essere amato, dalla
creatività e dall’espressione massima dei miei talenti, dal desiderio di
comunicare profondamente con l’altro. Quando il mio livello di energia è
alto, e vedo il mondo con questi occhi, anche il partner che ho accanto
si trasforma.

Non sono più così importanti i suoi vittimismi o i suoi bisogni
irrinunciabili: essi pur rimanendo presenti, sono fusi insieme alla sua
speranza, al suo desiderio di crescere e trasformarsi, alla sua
creatività, al suo desiderio di coltivare l’amore. La persona che ho
accanto allora diventa una sintesi unica, di pregi e difetti, di talenti
e di limiti, di bellezza e bruttezza, di amore e di odio: una sintesi
artistica che allora posso amare. La sua bellezza allora è quella di
un’opera d’arte in continua trasformazione, in armonia con il suo Sé e
con il mio Sé profondo, in armonia con il nostro progetto comune di
coppia, e in armonia con le più alte energie dell’universo.

Per andare e rimanere a questo livello di energia, è necessario un
addestramento, una pratica continua: il livello esistenziale va
coltivato e nutrito costantemente.

Capita di tornare da una giornataccia di lavoro: poche ore di sonno, due
litigate con i colleghi, 3 caffè, 10 sigarette, ore e ore di lavoro fino
a sera. A quel punto posso chiedermi: ma io oggi quanto mi sono amato?

Dopo una giornata del genere – dove mi sono amato pochissimo – come
posso coltivare il mio rapporto di coppia? Cosa posso dare, quali
energie posso mettere a disposizione per nutrire la mia relazione più
importante? Di solito capita che dopo una giornata del genere, stanco,
frustrato e spesso carico di rabbia, assumo – magari inconsciamente – un
atteggiamento provocatorio, fomento una lite con il partner, cerco di
sfogarmi, di scaricare lo stress.

In altre parole gli chiedo di farmi da secchio dell’immondizia.

Ma poi, mi posso lamentare che il mio rapporto non funziona?

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