Il segreto dei Mandala

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Il segreto dei Mandala

di Anonimo

I Mandala del Cielo Posteriore

I Mandala sono una forma di yantra (strumento, mezzo, emblema), posti in
concreta corrispondenza con un attributo divino, una figura d’incantesimo
(mantra,) o con un concetto metafisico. Esistono testi, come il
Shri-Chakra-Sambhara-Tantra, che forniscono regole per creare nel migliore
dei modi queste immagini mentali. Possono essere usati semplicemente come
medium per la meditazione, oppure come strumenti rituali. Rappresentano, in
un certo senso, un Atanor, ovvero uno “spazio chiuso” che contiene il tutto
e che opera la tra formazione. Sono porte per accedere ad una visione
substanziale, aperte su due dimensioni. Sono anche una “quadratura circuli”
che focalizza e mette ordine; sono una proiezione mentale che ritorna
arricchita di elementi trascendenti. Nel “Mistero del Fiore d’Oro” viene
esaltato l’uso dei Mandala per la circolazione e la “cristallizzazione”
della Luce.

Secondo Jung, i Mandala e le immagini concomitanti derivano da sogni e
visioni che sono già nello spirito dell’uomo del Paleolitico (rocce incise
in Rhodesia). Rispecchiano, cioè, archetipi primitivi del modo di intendere
l’opera magica, racchiudendola nel cerchio al fine di giungere al punto
centrale, o da questo allontanarsi.

I Mandala tibetani e indiani sono la forma più evoluta di una iconografia
magica, praticamente ubiquitaria. Considerando la loro struttura essenziale
di Ruota dell’Universo, ossia formata da un centro, una simmetria qualsiasi,
e una divisione in settori, possiamo considerare forme primitive, o meno
evolute di mandala, anche la Grande Pietra del calendario messicano, il
fiore di loto, il mitico Fiore d’Oro, la Rosa Rubea dell’Alchimia, i disegni
sacri su sabbia degli Indiani Navajo e persino i Pentacoli e i Talismani
Salomonici e i rosoni delle cattedrali cristiane.

La differenza tra questo tipo di rappresentazione e il linguaggio simbolico
dell’Arte Suprema, sta nel fatto che i Mandala, al pari dei Pentacoli
Salomonici, non contengono già l’Azione, ma sono una porta, una via per
accedervi.

Lo stesso concetto tracciato invece nel linguaggio simbolico dell’Arte
Suprema contiene già l’azione, anzi, è già esso stesso l’azione realizzata
nella dimensione spirituale, senza bisogno di alcuna mediazione.

L’Arte Suprema ha abbandonato la struttura simmetrica e il centro, proprio
perché non è antropocentrica, non deve ciò risultare comprensibile all’uomo,
ma a menti molto superiori, e non è una via per l’azione, né rappresenta l’
azione ma è l’azione voluta.

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