Il Mandala nel suo aspetto esoterico

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Il Mandala, come raramente è stato spiegato, nel suo aspetto esoterico

di Anonimo

“Mandala” (dkyil-‘khor) è un diagramma geometrico, in cui sono
sistemati dei simboli sui quali si basa il processo di
visualizzazione. Esso è costituito di cerchi concentrici che
racchiudono un quadrato (che simboleggia il palazzo divino o tempio,
dimora delle divinità), munito di 4 aperture (“porte”) poste nelle
direzioni cardinali e contenente nel suo interno un cerchio con un
fiore di loto : sui petali di questo vi sono varie divinità
(Bodhisattva, Æõkinú, ecc.), mentre sulla corolla vi è la deità
principale (ad es. Buddha) – alla quale il mandala è dedicato e che
rappresenta in modo concreto e visibile una determinata attitudine
positiva della mente, un archetipo primordiale presente da tempo
immemorabile nella psiche umana. Pertanto, il maÐÅala favorisce la
concentrazione della mente su una determinata divinità, sia essa
rappresentata antropomorficamente sia essa solo indicata mediante
simboli.

Il Mandala è stato definito “uno psicocosmogramma”, cioè la
rappresentazione simbolica ed ideale della struttura dell’intero
universo e della persona umana, la raffigurazione delle forze
elementari che governano l’esistenza, operando nel cosmo in genere e
negli esseri senzienti a livello fisico e psichico ; cioè un complesso
di energie fisiche (la costruzione e l’ordinamento dell’universo
fenomenico) e psichiche (le estrinsecazioni del processo psicologico
della rivelazione e dell’integrazione). Così, nel mandala dei 5
Dhyõnibuddha questi sono associati – dal punto di vista microcosmico –
ai 5 skandha, ai 5 kleæa, alle 5 jñõna, ai 5 elementi, nonchè – sul
piano macrocosmico – alle direzioni dello spazio, ai colori, alle
parti del giorno, agli stessi 5 elementi, ecc.

L’immagine centrale è il simbolo dell’Uno (anteriore ad ogni processo
dicotomico), infinita potenzialità che si irradia e si espande in una
successione spazio/temporale (oggetti, direzioni, avvenimenti, stati
psicologici) e che la ricomprende e condiziona. In altre parole, il
Mandala raffigura i nessi e le interrelazioni che fanno della realtà –
apparentemente frammentata negli innumerevoli elementi che la
compongono – un tutto organico e coerente fin nelle sue parti più
infinitesimali. Il cerchio che circonda la divinità centrale esprime
l’unità cosmica e quella unificante della psiche. Pertanto, il mandala
è uno strumento di meditazione con cui si ritrova l’unità della
coscienza e si scopre il principio ideale delle cose, annullando
quella pluralità dicotomica in cui è frantumata la nostra psiche.

Esso è dunque un cerchio che delimita uno spazio fisico, ma è
rappresentativo di uno spazio mentale. In questo spazio, ricco di
immagini simboliche, il praticante compie un percorso (il cammino
interiore verso l’Illuminazione), al termine del quale giungerà al
Palazzo Celestiale o Residenza Divina : un luogo protetto da ogni
interferenza, all’interno del quale abita la divinità in attesa di
fondersi col praticante a cui conferisce l’iniziazione ; in breve, il
maÐÅala è il luogo effettivo in cui avviene l’iniziazione.

E come per viaggiare in territori a noi sconosciuti ci serviamo di una
carta geografica, di una mappa (con le sue indicazioni, i suoi simboli
e segni convenzionali, colori e nomi), così per compiere il nostro non
facile viaggio della ricerca interiore – cioè il percorso meditativo
che conduce all’autentica conoscenza del “sè” – ci è d’aiuto il
mandala .

LA STRUTTURA DI UN MANDALA.

Partendo dall’esterno del mandala, troviamo 3 cerchi protettivi o
barriere circolari (rakØacakra), che – nell’ordine – sono :

1. un cerchio di fiamme :

rappresenta la forza purificatrice della conoscenza, al fuoco della
quale tutte le impurità vengono consumate e in cui tutto ciò che si è
solidificato viene liquefatto in un’intensa ed estesa esperienza.
Questa barriera tiene lontani coloro che non sono ancora maturi per
affrontare il percorso verso l’Illuminazione ;

2. un cerchio di vajra :

i vajra simboleggiano la forza e la determinazione della mente
concentrata. Essi tengono lontano chi – pur avendo osato superare la
prima barriera – non ha ancora purificato la volontà ;

3. un cerchio di petali di fiori di loto :

simboleggia la purezza di cuore come base di tutte le virtù, quale
giusta disposizione d’animo da suscitare in chi si stia accostando al
proprio centro ineffabile.

Andando verso l’interno, vi sono 4 porte aperte nello spazio. Il fatto
che sono site ai 4 punti cardinali indica il carattere universale del
Dharma ; il fatto che sono aperte significa che il Dharma accoglie
tutti i ricercatori della verità. Le 4 porte rappresentano i 4 modi di
radunare gli allievi :

a) dando loro quel che desiderano ;

b) rendendoli felici, istruendoli su quanto è di beneficio e dando
loro consigli adeguati ;

c) parlando in conformità al Dharma ;

d) praticando noi stessi come si consiglia agli allievi. Le porte
hanno anche un altro significato :

• quella orientale rappresenta le 4 attenzioni pure : al
corpo, alle sensazioni, al pensiero e ai fenomeni ;

• quella meridionale rappresenta le 4 occasioni di
superamento : donare, parlare gentilmente, dare soccorso, essere
coerenti nelle azioni rispetto alla parola data ;

• quella occidentale rappresenta le 4 membra delle
manifestazioni miracolose : puro desiderio d’essere, vigore,
intelletto, indagine ;

• quella settentrionale rappresenta le 5 facoltà : fede,
vigore, consapevolezza, concentrazione e saggezza.

Difronte ad ogni porta vi è un arco trionfale o portale (torana)
sorretto da colonne : questi 4 archi rappresentano le 4 concentrazioni
o stabilizzazioni meditative.

Lo spazio nel quale sono aperte le porte (raffigurato ovviamente in
modo bidimensionale) indica in realtà lo spazio interiore in cui si
muove l’esperienza meditativa.

Questo movimento – che è analogo al corso del sole – comincia
logicamente dal punto più vicino al meditante, cioè in basso : che
pertanto coincide con l’est (punto di partenza del corso del sole).
Conseguentemente alla nostra sinistra avremo il sud, in alto l’ovest e
a destra il nord.

Una volta entrati nel mandala , si segue la direzione del sole (dal
suo sorgere al suo tramonto) e quindi anche la struttura psicologica
della mente umana. Così,

• a est troviamo il blu scuro del cielo prima dell’alba ; è
la “saggezza del grande specchio” ;

• a sud troviamo il giallo del sole di mezzogiorno ; è la
“saggezza dell’uguaglianza” ;

• a ovest c’è il rosso del sole che tramonta ; è la
“saggezza discriminante della visione interiore” ;

• a nord c’è il verde/blu delle notti di luna piena ; è la
“saggezza che porta a compimento tutte le opere”.

I 4 punti cardinali sono poi integrati dal centro, che è rappresentato
dal bianco e costituisce la sintesi di tutte le saggezze.

Dunque, nel mandala le deità sono disposte simmetricamente attorno al
centro, cioè sistemate a croce, che è il diagramma elementare dello
spazio infinito tagliato da due linee che s’intersecano ed indicano le
5 direzioni dell’esperienza divina (centro, est, sud, ovest e nord).

I colori delle rispettive parti del mandala vengono abbinati a figure
od oggetti simbolici, cosicchè ad una determinata rappresentazione
corrisponde nel meditante (che ne sappia leggere il codice) il
relativo atteggiamento interiore e quindi l’esperienza spirituale
connessa.

Nella simbologia del mandala i 5 elementi sono resi da colori e búja
particolari :

— terra : giallo, LAM

— acqua : bianco, BAM — fuoco : rosso, RAM

— aria : verde, YAM

— spazio : blu ; non vi è una búja prestabilita e specifica, ma si
usa di volta in volta quella della divinità posta al centro del
mandalae sulla quale si medita.

La dimora celestiale (vimana) è un quadrato, i cui lati rappresentano
le 4 Nobili Verità ; il fatto poi che essi siano uguali sta a
significare l’identità – sul piano assoluto – degli esseri illuminati
e di quelli samsarici.

Il palazzo divino ha 4 muri portanti, ciascuno formato da 5 strati
colorati di bianco, giallo, rosso, verde e blu, che simboleggiano la
fede, lo sforzo, la memoria, la stabilità meditativa e la saggezza
(oppure, i 5 skandha o i 5 elementi).

Le 4 cornici che bordano la base dei muri sono le 4 conoscenze
discriminanti : dei significati, dei fenomeni, dei linguaggi, della
pronta risposta.

La decorazione di pietre preziose simboleggia l’appagamento dei
desideri degli esseri.

Le ghirlande che pendono dalle travi indicano il superamento degli
ostacoli e delle loro impronte, al momento d’intraprendere il sentiero
della meditazione.

All’interno di questo àmbito sacro vi è un cerchio che ospita un fiore
di loto, il centro del mandala. Questo fiore simboleggia che il frutto
del Sentiero – nonostante possa implicare pratiche che utilizzano il
desiderio – non è affetto da questo, similmente al fiore di loto che
pur nascendo dal fango non è da essa in alcun modo contaminato.

Il numero dei petali del loto indica poi su quale cakra il mandala
deve venire introiettato : se ad es. sono 64, si tratta del cakra
dell’ombelico.

I petali suddetti ospitano i troni delle divinità collaterali
(Bodhisattva, Æõkinú, ecc.) : un sedile di loto su cui è adagiato un
disco di luna (compassione), sul quale è posato un disco di sole
(saggezza).

La corolla ospita invece la divinità centrale.

La dimora divina e le divinità che vi abitano o la circondano vanno
considerate tutte di una stessa natura : sono tutte proiezioni della
saggezza della divinità principale – che è inscindibile dal maestro e
che, in essenza, è Vajradhara.

La divinità principale talvolta è in unione con la propria mistica
Consorte (Prajñõ). Ci possono essere numerosissime divinità in un
mandala a simboleggiare le varie manifestazioni degli aspetti della
coscienza e del cosmo trasfigurati dalla saggezza trascendente
personificata dalla deità che sta al centro. Questo buddha manifesta
da lì lo stato dell’Illuminazione verso tutte le direzioni dello
spazio. Nella sua essenza, pertanto, il mandala è la proiezione – su
una superficie piana – di un edificio sacro, al cui centro si trova il
santuario (kutagara) che ospita la divinità principale detta
“mandalaævara o cakreævara” (il Signore del mandalao del cerchio).

Per quanto riguarda le divinità collaterali, nella maggior parte dei
mandala i 5 Dhyõnibuddha rappresentano i 5 skandha purificati, le loro
5 Consorti sono i 5 elementi purificati, le altre 5 divinità
simboleggiano i 5 sensi.

Tramite la visualizzazione e la ripetizione dell’apposito mantra, il
meditante si identifica con la divinità (yi-dam) che siede al centro
del diagramma e viene in diretto contatto con le energie psichiche che
sono espresse dagli oggetti e dalle figure simboliche che si trovano
collocati nei vari punti del mandalastesso. Una volta stabilito questo
contatto, sarà possibile far proprie quelle energie e usarle come una
sorta di carburante interiore per progredire lungo la via spirituale.
Usato per conferire iniziazioni o per visualizzazioni tantriche, il
diagramma è la raffigurazione simbolica del contenuto di un
particolare insegnamento iniziatico, oggetto di contemplazione e
meditazione, onde realizzare intuitivamente lo speciale piano di
coscienza che esso rappresenta.

La visualizzazione di un mandala assume un ruolo fondamentale nella
meditazione dello “stadio di generazione” dell’anuttarayogatantra2, in
cui le mistiche “dimore delle divinità” non vengono percepite come
universi od entità esistenti indipendentemente, ma come manifestazioni
(o aspetti) della mente illuminata della divinità principale (su cui
si medita) e quindi del praticante. In tale “stadio” tutto ciò che
percepiamo (cioè questo nostro mondo ordinario) viene trasformato e ci
appare nella forma del saËbhogakõya (ossia, nell’aspetto del
simbolismo e della comunicazione spirituale) : così, il Palazzo Divino
lo dovremmo vedere come la Terra Pura della divinità che lo abita3.

La funzione del mandala consiste dunque nella rappresentazione ideale
dei rapporti che esistono tra l’universo (macrocosmo) e la mente
dell’uomo (microcosmo). Le corrispondenze possono variare a seconda
delle tradizioni : le più comuni sono – oltre a quelle riportate nella
tabella relativa al paragrafo sui cakra – quelle indicate nel
prospetto che segue :

1 Nel “mandala del corpo” il praticante visualizza – sulla propria
persona – degli yi-dam all’interno di maÐÅala in miniatura.

2 E’ nello “stadio di generazione” che, avvalendoci
dell’immaginazione, si dà al nostro mondo interiore la forma di un
ambiente puro e perfetto, sviluppando la capacità di visualizzare ogni
dettaglio dell’architettura mandalica.

3 In quanto tale, il mandala è la raffigurazione simbolica
dell’ambiente puro e perfetto (cioè, della Terra di Buddha) creato
dall’Illuminazione di un individuo come un luogo che manifesti la sua
realizzazione e attraverso il quale gli altri possono partecipare a
quella prospettiva illuminata.

I VARI TIPI DI MANDALA.

I mandala possono essere di vari tipi :

1. tridimensionali :

possono essere tracciati sul suolo con polveri colorate, fiori, pietre
o chicchi di riso. Quelli di sabbia colorata sono il tipo migliore da
usarsi quando si conferisce un’iniziazione. Anche lo st3/4pa può
essere considerato un tipo di questo maÐÅala. Circa le dimensioni,
possono essere grandi abbastanza da poterli

circumambulare oppure possono essere fatti in miniatura.
Quando sono
espressamente creati per determinate cerimonie, al loro termine
vengono poi dissolti con un apposito rituale.

Nella pratica del gcod, lo yogi immagina che il maÐÅala (costituito
dalle offerte sacrificali) sia il proprio corpo fisico, visualizzando

–la spina dorsale come il monte Meru

1 Nei mandala le direzioni spaziali sono sistemate in modo che l’ovest
sia al vertice (in alto), l’est alla base (in basso), il sud a
sinistra e il nord a destra.

–i 4 arti principali come i 4 “continenti”

–i 4 arti inferiori come i “sub-continenti”

–i 2 occhi come il sole e la luna

–la testa come i mondi dei deva

–gli organi interni (cuore, polmoni, reni e milza) come ogni cosa mondana

desiderabile : piaceri sensuali, ricchezze, ambizioni, ecc. ;

2. dipinti su stoffa (tangka) o su muri o su rotoli di carta ;

3. visualizzati :

in alcune iniziazioni si ricorre a un maÐÅala non fisicamente
esistente, ma semplicemente visualizzato, nel quale le divinità sono
la trasformazione meditativa delle parti del corpo del praticante.

Il “mandala del corpo” (lus-dkyil, deÇa-mandala) viene visualizzato
associando alle nõÅú e ai cakra del “corpo sottile” le varie divinità
: così, ad es :, la meditazione sul “mandaladel corpo” di Tõrõ
TzittamaÐi consiste nel trasformare il nostro corpo in tale divinità e
nel visualizzare in ognuno dei 5 cakra principali una piccola replica
di Essa, circondata da tante altre quante sono le nõÅú che si diramano
da ogni cakra.

In altri casi,

–le facoltà dei 6 sensi, le giunture, i nervi e le nõÅú vengono
identificati con gli 8 Bodhisattva ;

–le mani, la bocca, l’organo sessuale, le spalle, le ginocchia, la
corona del capo e i piedi sono identificati con le 10 divinità irate.

IL MANDALA IN SENSO ESTESO.

Tutto quello che è stato detto fin qui è il significato del “maÐÅala
in senso stretto”.

Ma questo termine riveste talora anche un significato esteso. Da
questo punto di vista, il maÐÅala è il modo in cui entriamo in
contatto con la “realtà che ci circonda” tramite le azioni, percezioni
ed emozioni perturbatrici (kleæa), è la concatenazione dei nostri
rapporti col mondo circostante e la situazione che ne deriva. Può
essere :

• esterno : il nostro contatto e rapporto col mondo ordinario
che è fuori di noi : la società, la politica, la famiglia, ecc. che
costituiscono il nostro ambiente ;

• interno : è il nostro corpo e il modo in cui entriamo in
contatto con esso in termini di autoconsapevolezza (ad es ., del gesto
che sto compiendo in quel momento).

In senso più profondo, si tratta del nostro “corpo yogico o sottile”
(costituito da prõÐa, cakra, ecc.), quando in esso viene localizzata
la simbologia raffigurata nel “maÐÅala in senso stretto”. Quando il
“maÐÅala interno” (o sistema di energia sottile) è usato come base per
la pratica che mira ad ottenere la Realizzazione, viene chiamato
“vajrakõya” (corpo di diamante) ;

• segreto : è il modo di entrare in relazione coi nostri kleæa e
di trattare con essi, modo che viene trattato in un apposito capitolo.

L’ OFFERTA DEL MANDALA.

Da ultimo, va ricordato che la parola “mandala” indica anche l’intero
universo (con tutte le sue ricchezze , insieme al corpo, alla parola e
alla mente di tutti gli esseri) che viene visualizzato come un’offerta
al Guru e ai buddha in una delle “pratiche preliminari straordinarie”
(detta appunto “offerta del mandala”). E “mandala ” è anche il piatto
o vassoio rotondo che serve da supporto per effettuare concretamente
tale offerta.

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