Il canto migliora l’attivita’ cognitiva, secondo uno studio

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Il canto migliora l’attivita’ cognitiva, secondo uno studio

La ricerca condotta dall’Università di Helsinki ha identificato i benefici del canto per un ampio
spettro di popolazione. Questi benefici sembrano particolarmente significativi per le persone con
disturbi del linguaggio e difficoltà di comprensione dell’espressione orale.

La scienza ha scoperto che il canto non rafforza solo il sistema respiratorio, bensì svolge un ruolo
importante nella prevenzione di gravi patologie cognitive, come la demenza. È noto da diversi anni,
di fatto, che cantare migliora l’attività cognitiva.

Oltre a ciò, favorisce il rilascio di endorfine, ormoni che ci rendono meno sensibili agli stimoli
che di solito generano stati d’animo a valenza negativa, come i lutti.

A ciò si aggiungono i dati di un recente studio dell’Università di Helsinki, che indica che il canto
migliora l’attività cognitiva nelle persone con disturbi del linguaggio come l’afasia.

Allo stesso modo, ritarda l’invecchiamento cerebrale. Alla luce di ciò, sono in corso diverse
ricerche per studiare la possibile relazione tra il canto e la prevenzione del morbo di Alzheimer.

“Quando canti, ci apriamo alle emozioni che ci percorrono e al tempo stesso ci connettiamo alle note
per formare una certa melodia”.

-Mathias Malzieu-

Le persone con afasia vedono un miglioramento dell’attività cognitiva grazie al canto.

Afasia e canto

Lo studio dell’Università di Helsinki è stato condotto dal Dr. Teppo Särkämö, anche direttore del
progetto PREMUS, ricerca di lunga data incentrata sull’afasia.

L’afasia può essere causata da un ictus o da un tumore al cervello e causa difficoltà a comunicare
oralmente e per iscritto. Questa malattia può anche influenzare la capacità di comprensione di ciò
che gli altri dicono o scrivono.

Gli scienziati hanno coinvolto 25 persone con afasia e i loro caregiver, ai quali è stato chiesto di
formare dei cori. Ricorrendo alla terapia di intonazione melodica, hanno scoperto che i partecipanti
erano in grado di esprimersi meglio.

Hanno chiesto loro di cantare quello che volevano esprimere piuttosto che dirlo normalmente; si è
così riscontrato che cambiare forma espressiva facilitava la produzione del messaggio.

Cantare migliora l’attività cognitiva

I ricercatori hanno eseguito diversi test fMRI sui pazienti con afasia di ogni età. Lo scopo era
stabilire se il canto migliora l’attività cerebrale in tutte le fasi della vita.

Uno dei primi risultati è stato sorprendente. Gli scienziati hanno riscontrato che le reti cerebrali
associate al canto subiscono meno cambiamenti nel tempo rispetto a quelle associate alla parola. Ciò
significa che il linguaggio è risente maggiormente dell’avanzare del tempo rispetto alla capacità di
cantare.

Il direttore della ricerca ha sottolineato che “quando si canta, si attivano i sistemi frontali e
parietali del cervello, responsabili della regolazione del comportamento e si impiegano più risorse
motorie e cognitive associate al controllo verbale e alle funzioni esecutive”.

Allo stesso modo, ha sottolineato che le persone anziane che cantano mostrano una migliore attività
neurocognitiva rispetto ai loro coetanei che non si dedicano al canto.

Secondo la scienza, il canto aiuta anche a ripristinare alcune funzioni cognitive che erano state
perse.

Risultati promettenti

La ricerca di Teppo Särkämö e del suo team indica che chi fa parte di un coro ottiene risultati
migliori nei test neuropsicologici. Allo stesso modo, presenta minori difficoltà cognitive e
migliori abilità sociali. In breve, il canto migliora l’attività cognitiva e offre una migliore
qualità di vita.

Cantare richiede abilità complesse, ma al tempo stesso tempo è più facile che parlare in alcuni
casi. Per questo motivo, si ritiene che il canto migliori l’attività cognitiva anche nelle persone
con Alzheimer. La ricerca scientifica, di fatto, sta indagando sugli effetti del canto su questa
patologia.

Le persone con morbo di Alzheimer presentano maggiori difficoltà, in quanto ricordano vecchie
canzoni, ma non riescono facilmente a imparare nuovi testi e melodie. Tuttavia, i ricercatori
pensano che stimolando alcune reti cerebrali che rimangono attive, si potrebbe ottenere un
miglioramento in tal senso.

Si potrebbero ottenere gli stessi risultati registrati nei pazienti afasici. In loro, non solo il
canto migliora l’attività cognitiva, ma ne favorisce anche il recupero. Sebbene i risultati possano
ancora essere considerati discreti, la verità si tratta di un campo di ricerca molto promettente.

Bibliografia

Pentikäinen E, Pitkäniemi A, Siponkoski S-T, Jansson M, Louhivuori J, Johnson JK, et al. (2021)
Beneficial effects of choir singing on cognition and well-being of older adults: Evidence from a
cross-sectional study. PLoS ONE 16(2): e0245666. doi.org/10.1371/journal.pone.0245666.

journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0245666

cordis.europa.eu/project/id/803466

da lista mentem gg

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