Abduction, tra Scienza e Ricerca

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Abduction, tra Scienza e Ricerca

di: Enrico Baccarini

Credere a tutto o non creder a niente, sono due qualità estreme che non valgono nulla ” P.Bayle

In questi ultimi mesi si è parlato molto, su quotidiani e negli ambienti di ricerca, di possibili
spiegazioni “scientifiche” nei confronti della fenomenologia della abductions. La nuova punta di
diamante dei ricercatori è una sindrome che solo da pochi anni ha assunto una rilevanza nell’ambito
della ricerca. Stiamo parlando della Sindrome da paralisi notturna associata ad allucinazioni
ipnopompiche e ipnagogiche.

Decenni di studi compiuti dalla Psicologia Sperimentale hanno permesso di ampliare i già vasti campi
di ricerca della psicologica moderna permettendo altresì a studiosi e ricercatori di gettare nuova
luce su antiche patologie o sindromi associate, nel passato, ad interventi “superiori” o demoniaci.
Le varie aree di ricerca delineatesi fino ad oggi hanno permesso di tracciare degli itinerari su cui
poter studiare e capire la meravigliosa macchina che è il nostro cervello, nel contempo risulta però
ancora preclusa alla nostra comprensione una vasta serie di meccanismi e fattori propri del nostro
sistema cognitivo e cerebrale. In tal senso si è cercato di studiare diverse forme patologiche, o
causate da un’alterazione del sistema cognitivo-percettivo umano, al fine di cercare spiegazioni
coerenti e rigorose nei confronti di questi stati modificati della nostra mente e della nostra
percezione. Lo studio di quest’ultima ha giocato un ruolo fondamentale in questi ricerche,
delineando nuovi campi e nuovi approcci diagnostici nei confronti di soggetti affetti da tali
“disfunzioni cognitive”. All’interno di queste strane forme riscontrate dagli studiosi abbiamo
rinvenuto una forma di dissonanza cognitiva molto interessante che ha colpito la nostra attenzione,
la Paralisi Notturna associata ad Allucinazioni Ipnagogiche e Ipnopompiche. Dietro questa sindrome
celata dietro una terminologia specialistica si nasconde una famiglia di eventi estremamente
interessanti che sembrerebbero colpire il 25 – 30 % (una persona su tre) della popolazione mondiale
almeno una volta nell’arco della vita. A tale percentuale si associa un ulteriore 20-30% di soggetti
che avrebbero ripetutamente sperimentato tale stato.

La “paralisi notturna”, o più propriamente “Paralisi Notturna associata ad Allucinazioni Ipnagogiche
e Ipnopompiche”, è stata soventemente associata, negli ultimi anni, da diversi psicologi a strane
manifestazioni notturne, ad allucinazioni e a vere e proprie “invasioni” notturne ad opera di esseri
umanoidi frutto, secondo questi studiosi, di una costruzione mentale del soggetto. È fuori
discussione che tale forma di alterazione cognitiva esista e si manifesti con precise forme
percettive e intrusive, ma siamo in grado di spiegare la fenomenologia delle abductions attraverso
queste forme modificate o patologiche«1» della nostra coscienza come vorrebbero farci credere ormai
numerosi ricercatori? I dati oggi in nostro possesso non ci permettono ancora di avere risposte
certe, ma l’iter fenomenologico descrittoci nei resoconti testimoniali di soggetti che riferiscono
di essere stati addotti da esseri alieni sembrerebbe sicuramente differire in maniera estremamente
notevole in un numero cospicuo di casi. Spiegare la fenomenologia delle abductions con la sindrome
SP«2» o HHE«3», insieme ad altre psicopatologie o disfunzioni del sistema biochimico cerebrale,
risulterebbe quantomeno riduttivo, quantomeno a fronte di un’enorme letteratura in merito che ci
presenta, oltre

«1»La differenza tra gli Stati Modificati di Coscienza (S.M.C.) e gli Stati Alterati di Coscienza
(S.A.C.) non è tanto marginale quanto potrebbe sembrare. Per S.M.C. si intende comunemente, in
psicologia, una modificazione nella produzione biochimica di determinate sostanze del cervello (vd.
Endorfine per esempio), o di sostanze, esterne non dovuta però ad una forma patologica ma ad un
intervento farmacologico-biologico endogeno o esogeno al nostro organismo. Per quanto riguarda
invece gli S.A.C. si intende comunemente alterazioni della coscienza ad opera di uno stato
patologico, quindi negativo (per esempio causato da una malattia) che inducono allucinazioni ed un
distaccamento percettivo dalla realtà che ci circonda.

«2»Sleep Paralisys – Paralisi notturna

«3»Hipnopompic and Hypnagogic Hallucination – Allucinazioni Ipnopompiche e Ipnagogiche

a semplici “manifestazioni” in camera da letto o in altri luoghi,vere e proprie prove oggettive in
merito. Dovremmo forse ritenere che l’ormai famoso caso di Travis Walton sia associabile ad un
fenomeno allucinatorio, o frutto di una isteria collettiva o ancora di paralisi narcolettica
associata ad allucinazioni? Al caso Walton se ne aggiungono molti altri. Dovremmo altresì ritenere
che gli strani “oggetti” estratti dal Dr. Roger Leir siano semplici detriti inesplicabilmente
entrati nel corpo dei soggetti che si definiscono rapiti? A queste domande ne poniamo un’altra oggi
ancora di poco interesse. A che cosa possiamo associare una fenomenologia che è oggi conosciuta come
Vanishing Twin Phenomenon«4», ovvero feti che durante il periodo gestazionale scompaiono
letteralmente dell’utero delle proprie madri? Anche in questo caso non si tratta di mera mitologia
ufologica, ma di fatti che stanno sempre più richiamando l’attenzione della comunità scientifica.«5»

Non vogliamo calarci in argomenti di puro stampo paranoico-cospirazionistico, ma possiamo oggi
affermare con sicurezza dei fatti che esiste un fenomeno non ancora compreso, che presenta in alcuni
suoi casi delle possibili spiegazioni riferibili alla nostra mente o interventi prettamente
terrestri, ma che in una piccola percentuale dei casi ( per quanto personalmente riteniamo) si
manifesta con una serie di correlati oggettivi impossibili da poter riprodurre o ricreare oggi.

A cosa potremmo associare tutto questo?

La Paralisi Notturna associata ad Allucinazioni

<< … si scatena quando ci si sveglia di colpo, interrompendo bruscamente la fase Rem, dei "rapid
eyes movements”, durante la quale si è immersi nel mondo parallelo del sogno e l´unico movimento
registrabile è quello degli occhi dietro le palpebre serrate. Il passaggio da uno stato all´altro è
talmente selvaggio e innaturale – spiegano i suoi dati – che realtà e fantasie si intrecciano in un
vortice tuttora enigmatico e producono momentaneamente una dimensione alternativa, affollata da
visioni potenzialmente spaventose. Sono le visioni “ipnopompiche”, allucinazioni talmente nitide da
essere vissute come esperienze vere, e tremende. Così questi uomini e donne, ai quali non è estranea
la frequentazione di episodi tv di “X Files” e qualche lettura golosa di fantascienza, sono pronti a
giurare di essersi ritrovati paralizzati e di avere visto figure umanoidi aggirarsi intorno a loro,
mentre scariche elettriche li attraversavano. E la paura non è inventata…>>«6»

La coscienza problematica odierna della ricerca sulle abductions, dovrebbe tendere ad escludere il
“giudizio soggettivo dell’analizzatore”. La sottrazione di questo prerequisito fondamentale inquina
la ricerca alla sua origine. Anche se fino ad oggi queste ricerche sono state condotte in maniera
alquanto approssimativa e per “tentativi”, non potendo conoscere le reali origini delle diverse

«4»http://www.vanishingtwin.com/

Alcuni articoli apparsi in note riviste scientifiche, inerenti il Twin Vanishing Phenomenon :

«5»Article 1: A Hypothesis for the Aetiology of Spastic Cerebral Palsy — The Vanishing Twin
Pharoah, P. D.

Article 2: The “Vanishing Twin”: Ultrasonographic Assessment of Fetal Disappearance in the First
Trimester
Landy, M.D., H., Weiner, M.D., S., Corson, M.D., S.

Article 3: Human Chorionic Gonadotropin Rise in the Normal and Vanishing Twins Pregnancies
Kelly, M.D., M. P.

Article 4: The Vanishing Twin: Morphologic and Cytogenetic Evaluation of an Ultrasonographic
Phenomenon
Rudnicki, M., Vejerslev, L.O., Junge, Jette

Article 5: Clinical and Morphologic Aspects of the Vanishing Twin Phenomenon
Jauniaux, M.D., E., Elkazen, M.D., N., Leroy, M.D., PhD., F., Wilkin, M.D., PhD., P., Rodesch, M.D.,
PhD, F., Hustin, M.D., PhD., J.

Article 6: First-Trimester Bleeding and the Vanishing Twin: A Report of Three Cases
Saidi, M.D., M. H.

Article 7: The Vanishing Twin: pathologic Confirmation of an Ultrasonographic Phenomenon
Sulak, M.D., L., Dodson, M.D., M.

Article 8: The Vanishing Twin: An Explanation for Discordance Between Chorionic Villus Karyotype
and Fetal Phenotype
Reddy, M.B., K.S., Petersen, S.E., M.B., Antonarakis, S.E., Blakemore, K.J.

Article 9: A Normal 46,XX Infant with a 46,/69, Placenta: A Major Contribution to the Placenta is
from a Resorbed Twin
Callen, D.F., Fernandez, H., Hull, Y.J., Svigos, J.M., Chambers, H.M., Sutherland, G.R.

«6»”La Stampa” – Cronache Italiane, pag. 13, 20 Febbraio 2003 << "VIVONO ALLUCINAZIONI CHE APPAIONO
PIU´ VERE DELLA REALTA´ STESSA” – “I rapiti dagli alieni non dicono bugie” Psicologo di Harvard:
sono vittime di un disturbo del sonno>>.

fenomenologie che potrebbero condurre a situazioni definibili abductions, è necessario un criterio
di indagine ed uno schema di ipotesi rigoroso e che aiuti a raccogliere, ad organizzare e ad
interpretare i dati ottenuti. Purtroppo questi prerequisiti citati oggi vengono seguiti da pochi
ricercatori, ci troviamo molto spesso in situazioni in cui ricercatori senza le necessarie
competenze, giocano a fare gli psicologi o gli psicoterapeuti, non sapendo quali e quanti danni
potrebbero provocare ai soggetti da loro indagati. Si dovrebbe inoltre tendere ad escludere la
verità come passaggio di opinione (dal greco dòxa) per tendere ad una conoscenza quantomeno sicura
(in greco episteme) del fenomeno da noi preso in esame. Ai fini del nostro studio possiamo prendere
a prestito una definizione propria di un’altra di disciplina, la sociologia, adattandola alle nostre
esigenze di studio (le abductions in fin dei conti sono un fenomeno che rientra nell’ambito
sociologico, oltre che del sociale): ” la ricerca sulla fenomenologia della abductions deve nascere
inizialmente come un scienza di osservazione, tesa a mutarsi in una scienza di verifica ed analisi
dei dati ottenuti”.

La ricerca, allo stato attuale, non può e non deve essere concettualmente orientata verso
determinati fini o interpretazioni, può essere guidata da ipotesi di lavoro, ma essere allo stesso
tempo soggetta ad interpretazioni critiche.

In questi ultimi anni sembra sia diventato molto di moda associare la fenomenologia delle abduction
a nuove patologie o a malattie mentali fino ad ora non studiate o non osservate, invece di
intraprendere uno studio serio e rigoroso che possa permettere di fare luce sulle reali matrici ( e
forse anche scopi) di questo fenomeno. Questa “moda” sembrerebbe più che altro farci intuire un
comportamento quantomeno meschino da parte di certi personaggi della comunità che si definisce
“scientifica”, un comportamento che sembra mirato a non voler venire a capo di questo fenomeno, ma
che lo vuole spiegare parcellizzando la sua fenomenologia e non osservandolo e studiandolo nelle sue
molteplici tipologie. Nessuno, né gli ufologi né gli accademici, possiedono oggi una comprensione
definitiva, o quantomeno parziale, di questo fenomeno, brancoliamo ancora nel buio e ci stiamo
aggrappando a piccoli indizi che stiamo lentamente iniziando a vedere.

A testimonianza di ciò possiamo osservare recenti ricerche compiute, per esempio, da personaggi come
la dr.ssa Susan Blackmore (dello C.S.I.C.O.P«7»., il corrispettivo del CICAP in America) che in
quasi dieci anni di studi non è riuscita ancora a consegnare al mondo dei “ricercatori” una risposta
definitiva sull’origine e sul modus operandi con cui questa fenomenologia sembrerebbe esplicarsi
(secondo Lei a livello cognitivo), limitandosi a dire però che tutto è falso in seno ad una totale
impossibilità da parte di una razza aliena di poterci rapire (sic). Abbiamo più volte tenuto a
precisare che la necessità implicita di dover fare maggiore luce su questo fenomeno non ci deve
escludere campi di indagine e ricerca che in qualche modo potrebbero aiutarci a spiegare il fenomeno
stesso. La scienza odierna ci può aiutare a capire, ma non ci fornisce ancora prove
incontrovertibili e soprattutto valide a monte del fenomeno. Ogni anno, per non dire quasi ogni
mese, vengono proposte nuove ipotesi o teorie che sembrerebbero spiegare che cosa si possa realmente
celare dietro a questo manifestazioni; ipotesi biologiche, farmacologiche, psicologiche, che
chiamano in causa disordini cognitivi o sindromi post-traumatiche da stress, etc. Nessuna di queste
però è in grado oggi di spiegare in toto il fenomeno delle abduction. Questo perché i rapimenti di
presunta matrice aliena non si svolgono solo in camere da letto o in stati alterati della nostra
percezione, ma avvengono molte volte in situazioni che potremmo definire estremamente ordinarie,
dall’individuo che si sposta nella propria macchina a soggetti che affermano di essere rapiti
durante passeggiate o mentre si trovano comodamente nella propria abitazione. Se la paralisi nel
sonno ci permette di spiegare forse alcuni casi, ciò non ci deve condurre a generalizzare il fattore
e quindi ad associare tutte le abduction a fenomeni di paralisi o di allucinazioni.

Le teorie proposte nel corso degli anni per spiegare le abduction sono state numerose e stravaganti,
ne prenderemo però in considerazione solo alcune. Una in particolare merita di essere menzionata,
sia perché molto cara a certi ufologi di stampo più scettico sia perché ostentata da altri come
vessillo per poter spiegare in toto il fenomeno. Si tratta dell’ipotesi proposta dal neuroscienziato

«7»”Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal” – www.csicop.org/

canadese Prof. Michael Persinger [della Laurentian University, Ontario – Cananda]«8» che pur
partendo da dati interessanti ha sviluppato, secondo molti, i propri studi su direzioni estremamente
improbabili. L’ipotesi cardine di Persinger si sviluppa considerando le onde VLF-ELF«9» come tra i
principali “artefici” dei rapimenti alieni. Queste stimolazioni a basse frequenze sono state
studiate, ma con ben altri indirizzi di ricerca e studio, da ricercatori italiani come il Dr.
Patrizio Caini, il Dr. Giorgio Pattera, il Dr. Giuseppe Colaminè o il sottoscritto, che ne hanno
individuato una probabile correlazione con la stimolazione effettuata su microimpianti rinvenuti nel
corpo di soggetti rapiti. La tesi del Dr. Persinger (denominata “Tectonic Strain Theory”, trad.
Teoria della Tensione Tettonica) invece ipotizza un ruolo simile, a livello stimolatorio, di queste
onde ma differente nella la loro origine (per gli ufologi convenzionali questa origine viene
identificata in congegni in possesso degli artefici delle abduction, umane o aliene, o forse
entrambe, che siano).

Tutto prende spunto da una originale teoria proposta da un fisico cinese, Yuo Suo Zou«10» che
prevede la liberazione simultanea di onde VLF-ELF (ultrabasse, fino a 1 Hz) e di onde UHF
(microonde, attorno al GHz), assieme all’emissione di particelle cariche, in concomitanza con
effetti di pressione tettonica che si verificano sui quarzi. Secondo Persinger questo cocktail è in
grado di innescare un vortice di plasma (si tratta di un modello nato dalla fluidodinamica
non-lineare) che andrebbe a stimolare la corteccia cerebrale di soggetti “sensibili”. Tali emissioni
di VLF e ELF possono, secondo gli studi di Persinger, interferire con le attività bioelettriche del
cervello causando, nei soggetti colpiti da tali campi, forme allucinatorie e visioni estremamente
reali. Ciò che i soggetti vedono durante questi stati allucinatori, secondo Persinger, “è
probabilmente il frutto di un assemblaggio inconscio nel nostro cervello di stereotipi e credenze a
formare situazioni o esperienze” che vengono ritenute reali. Il soggetto vivrebbe quindi una
percezione del mondo a lui circostante differente da quella che altri potrebbero percepire, con tale
ipotesi si spiegherebbero quindi, secondo Persinger, nella loro totalità le manifestazioni da
rapimento alieno.

Si tratta anche in questo caso, a nostro giudizio ma non solo, di una ipotesi alquanto
riduzionistica che tenta di spiegare il fenomeno appellandosi a basi scientifiche ma difficilmente
plausibili o verificabili (soprattutto di fronte alla palese eterogeneità individuale con cui il
fenomeno si manifesta in tutto il mondo). Perché infatti i soggetti interessati da tale
“stimolazione tettonica” dovrebbero vedere in tutto il mondo le stesse cose? Non ci possiamo
appellare al fatto che culture simili tendono a ricondurre fenomeni similari a matrici comuni. Forse
anche in questo caso una plausibilità scientifica può esistere, ma l’applicabilità di questa
spiegazione sembra essere davvero ardua (ben pochi infatti credono oggi che questa possa essere la
risposta definitiva per il fenomeno delle abduction). Persinger ha forse però avuto il merito di
ipotizzare per primo una eventuale correlazione tra stimolazione cerebrale ed eventuali rapimenti
(alieni), anche se fin da subito le varie ricerche si sono sviluppate su piani nettamente
differenti.

Come abbiamo visto i contesti in cui le abduction sembrano manifestarsi sono talmente variegati che
le spiegazioni suggerite da ricercatori come Roger McNally sembrano essere estremamente riduttive e
pressapochistiche. Ai fini del nostro studio, come quello di altri ricercatori membri del
C.S.A.«11», potremmo adattare una definizione propria di un’altra disciplina di studio che
sembrerebbe indicarci, in linea generale, la linea da seguire nello studio di questo fenomeno. Dalla
sociologia ci appropriamo della seguente definizione, modificandola ai fini del nostro campo di
studi : “la ricerca sulla fenomenologia delle abduction deve nascere inizialmente come una scienza
di osservazione (in riferimento anche ai resoconti testimoniali, n.d.a.), tesa a mutarsi in una
scienza di

«8»Per consultare parte del materiale prodotto dal Prof. Persinger è possibile visitare il sito
internet www.laurentian.ca/neurosci/persinger.html

«9»VLF – Very Low Frequency;

«10»ELF – Extremely Low Frequency,

«11»Zou Y. S. (1995) ‘Some Physical Considerations for Unusual Atmospheric Lights Observed in
Norway’, Physica Scripta, Vol. 52, p. 726.

C.S.A. – Commissione Studi Abduction, si tratta di una commissione interna al Centro Ufologico
Nazionale (CUN) che si occupa prettamente dello studio, della ricerca e dell’aiuto a soggetti che
riferiscono di essere stati prelevati da entità extraterrestri.

verifica ed analisi dei dati ottenuti. L’analisi, allo stato attuale, non può e non deve essere
concettualmente orientata, può essere guidata da un’ipotesi di lavoro, ma deve essere allo stesso
tempo soggetta ad una interpretazione critica”. La sociologia sembra fornirci una definizione che,
minimamente modificata nei termini, ci guida verso un percorso che potremmo definire corretto e
rigoroso per lo studio di questo fenomeno. Soprattutto sembrerebbe indicarci come certi approcci
adottati da ricercatori come McNally, o da alcuni “ricercatori” nostrani, siano fondamentalmente
pregiudizievoli nei termini e negli scopi. Una ipotesi di studio o di lavoro per una determinata
fenomenologia deve dover considerare anche quei fenomeni che sembrano esserle associate e non solo
determinate manifestazioni.

Ci riferiamo, per esempio al caso Walton, al caso Andreasson, al caso dei coniugi Hill, etc., casi
in cui i testimoni non si limitarono ad osservare solamente esseri alieni ma in cui vi furono delle
vere e proprie interazioni, alcune volte con cicatrici ancora oggi evidenti o con traumi psicologici
che richiesero anche molti anni per essere curati. Soggetti che furono rapiti nelle situazioni più
disparate, ovvero dalle proprie autovetture, da zone rurali, dalle proprie abitazioni, durante
passeggiate in un bosco etc. Le spiegazioni “ufficiali” proposte fino ad oggi non rendono merito
della complessità del fenomeno. A tali ipotesi di lavoro si aggiungono altre ricerche condotte
prevalentemente da ricercatori americani i quali hanno tentato di ipotizzare che fenomeni traumatici
occorsi ai nostri rapiti avessero modificato la loro percezione del fenomeno stesso, portandoli ad
“immaginare” situazioni da rapimento alieno senza che queste si fossero verificate realmente. Anche
in questo caso questa ipotesi può essere valida per una percentuale di soggetti ma non per tutta la
casistica fino ad oggi conosciuta. E’ curioso poi sottolineare come in determinati casi di rapimento
(per la verità non pochi), non potessero essere presenti fonti esterne di stress o di trauma che
potessero condurre il soggetto a manifestare “sindromi post-traumatiche da stress” o che potessero
condurli a o costruire di sana pianta falsi ricordi al fine di proteggere la propria integrità
mentale.

Se fenomenologie come la Paralisi Notturna (SP), le Allucinazioni Ipnopompiche e Ipnagogiche (HHE) o
altre manifestazioni sembrano, in alcuni casi, poter spiegare in linea generale alcuni resoconti di
“Beedroom Invader”, o di rapimento alieno, non rendono però conto della complessità di fenomeni e di
manifestazioni cui le abduction sembrerebbero riferirsi. I soggetti presumibilmente rapiti non
vivono le loro esperienze unicamente nelle loro camere da letto ma anche in situazioni o luoghi
totalmente diversi. A tale proposito sarebbe troppo lungo elencare in questa sede tali situazioni,
basti ricordare quei casi che a distanza di anni, se non decenni, non sembrano essere stati
“spiegati” o ricondotti a spiegazioni più normali. Perché in 40 anni di manifestazioni non è stata
ancora data una risposta defintiva su questo fenomeno? Perché pur cercando di spiegare a tutti i
costi le abduction, la scienza ufficiale ancora non riesce a mettersi d’accordo? Ma soprattutto se i
rapimenti fossero il frutto della mente dell’uomo, perché ci troviamo davanti ad oggetti (i
microimpianti) che sembrano sfidare le nostre conoscenze e la nostra tecnologia.

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