Uno studio scientifico sostiene che l’universo è un’illusione

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Uno studio scientifico sostiene che l’universo è un’illusione

05 dicembre 2013

Gli scienziati avrebbero trovato una prova ancor più evidente, la quale descrive che l’universo in
cui viviamo è un’illusione, un ologramma di enormi dimensioni che ha ingannato tutti, andando a
conciliare con il rapporto tra teoria della relatività e la fisica quantistica di Einstein.

In altre parole, potremmo vivere all’interno di una gigantesca proiezione in 3D, di quello che è in
realtà uno spazio bidimensionale, simile ad uno schermo del cinema o un dipinto.

Oppure si potrebbe semplicemente immaginare l’esperienza di guardare un oggetto tridimensionale da
diverse angolazioni e vederlo cambiar forma a seconda del punto di osservazione. Le nuove
simulazioni sperimentali proposte dallo scienziato giapponese Yoshifumi Hyakutake e il suo team,
presso l’Università Ibaraki in Giappone, affrontano le energie variabili dei buchi neri scoperti
negli universi paralleli. Se ciò fosse confermato potremmo iniziare a sperimentare viaggi
spazio-temporali, piegando l’universo su se stesso e passando da un universo all’altro attraverso un
ponte temporale.

In fisica, il ‘principio olografico‘ è una proprietà descritta nella teoria delle stringhe.
Rappresenta un volume di spazio cui le informazioni presenti possono essere codificate su un confine
di spazio selezionato. Il principio olografico è iniziato con una prima osservazione termodinamica
dei buchi neri. Gli scienziati avrebbero notato che il contenuto di tutti gli oggetti, i quali sono
stati risucchiati dal buco nero, possono essere visti in un senso scalato. Guardando due monitor
televisivi con dentro dei soggetti, possiamo pensare che ciò che viene proiettato siano due entità
separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse.

Einstein, nella sua teorizzazione collettiva, aveva descritto lo spazio e il tempo come due elementi
collegati tra loro, dei quali bisogna calcolare una relazione, misurando la velocità relativa di
osservazione dell’uomo. La meccanica quantistica, invece, si occupa del comportamento delle
particelle su una scala infinitamente piccola e, quindi, non possono appartenere alla visione di
Einstein, per la semplice ragione che è troppo astratto e teorico.

Anche se entrambi soffrono di alcune incongruenze, le teorie di Einstein, per esempio, si sgretolano
quando si inserisce il buco nero al centro della teoria, il quale però non è munito ne di tempo ne
di spazio, lasciando le due teorie di Einstein staccate tra di loro, fra le quali si dovrebbe
trovare una teoria di collegamento, sulla quale gli scienziati stanno lavorando. Il modello di
Hyakutake spiega alcune delle incongruenze tra i due grandi modelli, attraverso la ‘teoria delle
stringhe‘, fornendo una realizzazione affidabile del principio olografico. In un universo olografico
persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Concetti come la località
vengono infranti in un universo dove nulla è veramente separato dal resto, sicché anche il tempo e
lo spazio tridimensionale (come le immagini sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come
semplici proiezioni di un sistema più complesso. Questa teoria, che è ampiamente descritta per
spiegare la natura di tutto ciò, ritiene che l’universo è fatto di minuscoli ‘stringhe’
incommensurabili o oggetti unidimensionali che vibrano e oscillano, i quali controllano l’attività
di tutta la materia e del tempo.

Se la concretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che
un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune
di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realtà oggettiva? In
parole povere: non esiste. Come sostenuto dalle religioni e dalle filosofie orientali, il mondo
materiale è una illusione. Noi stessi pensiamo di essere entità fisiche che si muovono in un mondo
fisico, ma tutto questo è pura illusione. In realtà siamo una sorta di ‘ricevitori’ che galleggiano
in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne estraiamo lo trasformiamo magicamente in realtà
fisica: uno dei miliardi di ‘mondi’ esistenti nel super-ologramma.

La teoria conferma che esistono le stringhe in nove dimensioni di spazio e in una di tempo, ma
poiché la loro scala è così difficile da misurare, si dice che progettano la loro attività in uno
spazio più semplice: piatto senza gravità di sorta. Questo ha prodotto un mondo senza leggi di
gravità. Per promuovere la teoria delle stringhe, Hyakutake ha scritto due articoli: in uno, si
misura l’energia interna di un buco nero, in particolare il luogo dove il buco incontra l’universo,
noto come ‘l’orizzonte degli eventi‘. Si misura l’attività delle sue proprietà visibili (costituito
da particelle visibili) basato sulla teoria delle stringhe e gli effetti delle particelle virtuali,
che a volte appaiono e poi scompaiono. Nel secondo articolo, Hyakutake e la sua squadra hanno
calcolato la stessa attività ma con dimensioni inferiori (senza gravità), abbinata ai risultati del
primo articolo. Ora però, gli scienziati sembrano aver finalmente messo le mani sulla prova
matematica che l’universo può essere misurato in base a entrambi gli approcci, uno che coinvolge la
gravità e uno che non lo fa. Se sono identici come sembrano, potremo spiegare con una sola teoria
quantistica la natura di ogni cosa nell’universo.

Oltre alla natura stessa e a ciò che conosciamo oggi, grazie a queste teorie si potrebbe arrivare a
mettere insieme la formula per poter viaggiare nel tempo attraverso i buchi neri stessi, più volte
classificati come porte spazio-temporali per gli universi paralleli. Questa idea si è andata a
modellare sopratutto negli ultimi anni, dove scienziati, astronomi e ricercatori vari hanno notato
uscire da questi buchi neri una luce molto fitta, ma sempre più potente, definita come un messaggio
in codice che gli universi paralleli, e quindi i ‘noi’ di un universo parallelo, starebbero
eseguendo per comunicare con questo universo, nel quale noi viviamo. La teoria è interessante
sopratutto se pensiamo che anche in quegli universi ci siamo noi, ma in una forma differente da
quella che abbiamo qui. In pratica, in un universo parallelo Hitler avrebbe vinto la guerra e la
Germania comanderebbe il mondo, l’Italia non esisterebbe, o comunque non nella forma che abbiamo nel
nostro universo, e tutto ciò che conosciamo sarebbe molto differente. Inoltre ognuno di noi avrebbe
lo stesso destino, quindi morirà nello stesso giorno e eseguirà determinate operazioni con lo stesso
fine, solamente però, in un modo diverso.

Molto spesso l’universo viene descritto come un foglio di carta piatto; immaginiamo che questo
foglio rappresenti l’universo, e la luce che lo attraversa, invece, sia l’energia dello stesso
universo. Proviamo ora a piegare il foglio di carta andando ad unire le due estremità oblique, cioè
quella in alto a destra e quella in basso a sinistra, così facendo andremo non solo ad avvicinare
queste due parti del foglio (l’universo) ma andremo a spostare l’intera massa energetica dello
stesso. Tutto ciò, nella realtà, quindi con l’universo, sarebbe possibile con una grande,
grandissima quantità di energia, paragonabile a quella che utilizziamo per piegare il foglio con le
nostre mani, ma solamente moltiplicata. A questo punto saremo riusciti ad avvicinare semplicemente
le due estremità del foglio, che se non fossero mai state ‘toccate’ da una grande quantità di
energia, non si sarebbero nemmeno mai viste alla lontana, poiché sono appunto due estremità.
Immaginiamo ora di dover unire queste due estremità in maniera perenne o comunque provvisoria, come
una isola farebbe con un’altra isola vicina a se. Perciò immaginiamo anche di costruire un ponte tra
queste due estremità, che nella realtà potrebbe essere semplicemente virtuale grazie ai computer.
Costruito il ponte si potrà così passare da una parte all’altra dell’estremità, che ci permetterà di
tornare indietro nel tempo, provando a cambiare il nostro destino o quello di altri. Purtroppo però,
anche tornando indietro nel tempo non riusciremo a cambiare nulla, poiché il destino rimarrebbe
tale, ma l’unica cosa che si andrebbe a modificare sarà il modo in cui avverrà, infatti succederà lo
stesso ma con mezzi diversi, poiché quello è il nostro destino e esso non può essere modificato.

La morale di questa teoria è che il futuro può essere cambiato solamente nel suo percorso, ma il
risultato di esso no. Perciò, anche provando, nel passato, ad evitare la morte di una persona non ci
riusciremo, poiché quella è destinata a tale fine in tale momento e succederà sia con noi che senza
di noi. Insomma futuro e passato non si possono cambiare, ma rivivere il passato o vedere il futuro
è possibile.

www.ecplanet.com/sites/ecplanet.com/files/u3/04504_wormhole.jpg

Autore: Cristiano Scarapucci
Fonte: techgenius.it

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