Sviluppo del cervello da 0 a 4 anni

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Sviluppo del cervello da 0 a 4 anni

L’infanzia è una fase decisiva per il cervello, poiché è in piena formazione e sviluppo. Un ambiente
avverso può causare anomalie che potrebbero manifestarsi a lungo termine.

La fase decisiva per lo sviluppo del cervello coincide con la nascita. È in questa fase che lo
sviluppo progredisce più velocemente e più visibilmente che in qualsiasi altro momento della vita.
Si tratta anche di un periodo determinante per la salute mentale.

Sigmund Freud definiva l’infanzia una fase di estrema importanza per l’essere umano. La psicoanalisi
attribuisce grande importanza a tutti gli eventi che avvengono in questo periodo e cerca in esso le
risposte ai problemi degli adulti.

Oggi le neuroscienze spiegano anche che l’infanzia rappresenta la fase decisiva per lo sviluppo del
cervello. La scienza ha dimostrato che esperienze difficili durante la vita fetale e nei primi anni
possono avere effetti cognitivi a lungo termine.

“Non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice.”

-Tom Robbins-

Vita fetale: una fase decisiva per lo sviluppo del cervello

La vita fetale è una fase decisiva per il cervello. Oggi la scienza sa che lo sviluppo di questo
organo può essere alterato dalle condizioni di vita della madre. In particolare, se la madre è
sottoposta a intenso stress, più o meno continuo, questo finisce per ripercuotersi sul feto.

Lo stress aumenta i livelli di cortisolo, sostanza chiamata non a caso “l’ormone dello stress “. Se
sono presenti con una certa frequenza alti livelli di questo ormone, questo attraversa la placenta e
provoca alterazioni epigenetiche nel feto.

Tali cambiamenti hanno a che fare con modifiche nel DNA. L’effetto immediato è che anche i livelli
di cortisolo nel feto iniziano ad aumentare. Gli studi hanno stabilito che, in tali casi, il bambino
nasce con una risposta anomala allo stress.

Problemi di stress a lungo termine

L’anomalia nella risposta allo stress si manifesta precocemente nel comportamento del bambino. In
generale, tollera con difficoltà qualsiasi situazione stressante, come il bagno, la momentanea
separazione dalla madre o una visita medica.

Sono state individuate alterazioni epigenetiche nel sangue del cordone ombelicale dei neonati le cui
madri erano fortemente stressate durante la gestazione.

Come se ciò non bastasse, è stato scoperto anche che alti livelli di stress nella madre causano
cambiamenti nel cervello del bambino. In molti casi, aumenta il volume dell’amigdala, responsabile
dell’elaborazione della memoria emotiva, in particolare di emozioni come rabbia o paura.

Sembra invece verificarsi una riduzione dell’ippocampo, area associata all’apprendimento degli
eventi affettivi e della memoria. Allo stesso modo, è stata osservata una diminuzione della materia
grigia, correlata alla regolazione del comportamento e del processo decisionale. Anche la sostanza
bianca subisce modifiche.

A seguito dei cambiamenti descritti si verifica una risposta più intensa alle situazioni stressanti.
Si ritiene che il tutto predisponga a disturbi mentali e difficoltà emotive o comportamentali. A ciò
si aggiunge un QI più basso e un rischio maggiore di autismo e schizofrenia.

Uno svantaggio funzionale

Se dopo la nascita il bambino è ancora esposto a situazioni difficili, frustranti o scioccanti per
lui, la situazione può diventare molto complicata.

Fattori come abuso, abbandono, abbandono, violenza in famiglia, uso di psicofarmaci o povertà
possono aumentare questo effetto. Se il bambino ha una particolare sensibilità allo stress e lo
sperimenta con frequenza, i danni sono maggiori.

È stato scoperto che i bambini esposti a questi fattori hanno anche cambiamenti nel cervello durante
i primi anni. L’amigdala può diventare ipertrofica; un fatto che si manifesta come ansia.

Allo stesso modo, potrebbe esserci un deterioramento della memoria, dell’autocontrollo e dei
problemi di apprendimento dovuti alla riduzione dell’ippocampo.

D’altra parte, potrebbero sorgere disturbi del linguaggio e di ragionamento perché anche la
corteccia prefrontale mediale è interessata.

Quando esposto ricorda l’importanza del corretto monitoraggio e cure alle future mamme e ai
nascituri. La buona notizia è che se le condizioni avverse cambiano, le anomalie possono essere
invertite.

Bibliografia

Lipina, S. (2019). Pobre cerebro: Los efectos de la pobreza sobre el desarrollo cognitivo y
emocional, y lo que la neurociencia puede hacer para prevenirlo. Siglo XXI Editores.

www.scielo.br/j/epsic/a/xNsfcKpGVHj9NjgDrJgWTGq/?format=pdf
<www.scielo.br/j/epsic/a/xNsfcKpGVHj9NjgDrJgWTGq/?format=pdf&lang=pt> &lang=pt

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da lista mente gg

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