Osserva ciò che accade!

pubblicato in: AltroBlog 0
Osserva ciò che accade!

< SIEDITI ED OSSERVA >

di Roberto Casini

“NON IMPORTA CIO’ CHE FATE, MA IN CHE MODO LO FATE. POTETE CORRERE, DANZARE,
VIAGGIARE, LAVORARE, FARE L’AMORE, O QUALSIASI ALTRA COSA, MA PROVATE A
FARLA IN UNO STATO DI TOTALE ATTENZIONE. INSOMMA, CERCATE DI OSSERVARE E
VIVERE IN MANIERA INTEGRALE OGNI ESPERIENZA COME SE FOSSE LA COSA PIU’
IMPORTANTE DEL MONDO. ECCO, ALLORA, CHE OGNI ATTIMO DELLA VOSTRA VITA,
DIVENTANDO FECONDO, VI REGALERA’ IL SUO MESSAGGIO PIU’ PROFONDO, CREANDO
COSI’ UNA SOLIDA PREMESSA PER L’IMMORTALITA’…

Chi intraprende la via della ricerca interiore è mosso dalle più diverse
motivazioni e mai come ora, nel ciclo evolutivo in cui siamo coinvolti,
sembra essere emerso un chiaro appello all’urgenza. L’urgenza di un radicale
cambiamento, che prima di tutto deve essere personale e che non può più
essere procrastinato, perché, come diciamo noi in Quarta Via, il tempo è
l’unica vera ricchezza a nostra disposizione e sprecarlo è davvero da
stolti.

È tempo di risvegliare la coscienza dal lungo sonno della rinuncia e del
conformismo; è tempo di agire contro una logica del potere sempre più
distruttiva e paralizzante, contro i maghi dell’oblio: multinazionali che,
con la scusa di offrire lavoro ai paesi del terzo mondo, lo affamano sempre
più sfruttando i minori; fabbricanti d’armi convenzionali e chimiche che
vendono morte con l’illusione di offrirci protezione; produttori di farmaci
dannosi e inutilmente sperimentati sugli animali – poveri fratelli indifesi,
innocenti e non certo immuni alla sofferenza come vorrebbero farci credere –
ma, a sua insaputa, anche sull’uomo.

E non è più tempo, a mio parere, di aspettare che in nostro aiuto accorrano
profeti che, prendendoci per mano, ci conducano alla salvezza. È tempo di
ritornare a se stessi, attraverso un impegno responsabile, perché
l’esperienza interiore è il punto focale di ogni trasformazione.

Infatti: quando noi cambiamo, iniziando a trasmettere messaggi di pace,
amore e saggezza, il mondo in cui viviamo non può continuare ad essere lo
stesso, poiché quei semi che amorevolmente abbiamo piantato nel terreno
dell’altro – nel cuore – germoglieranno, generando frutti meravigliosi: il
nutrimento della nostra anima.

E a questo punto, cari amici lettori, vi chiederete: “ok. parli bene. come
tanti.ma come possiamo cambiare, come?”.

Beh, esistono tanti metodi buoni volti al cambiamento, ma quello che
funziona meglio, secondo me, è costituito dall’osservazione, un’osservazione
priva di giudizio.

“Ma cosa vuol dire osservare” vi chiederete, “forse che noi non
osserviamo?”.

Oh si, ma senza attenzione. La verità, infatti, è che la maggior parte delle
persone è pigra e l’osservazione, al di là delle necessità quotidiane, è
sempre stata uno sforzo volontario troppo grande, oltre la nostra portata.
Ne consegue che dovete ammettere di vivere in modo che la vostra
consapevolezza supera di poco quella di un cane o di una scimmia, e proprio
come in un sogno, date per scontato le cose più stupefacenti della vita.
Così, tra le tante meraviglie che scorgete ogni giorno lungo il vostro
cammino, a malapena riuscite a ricordarne con chiarezza più di una.

Ciò che aumenta la vostra difficoltà, è l’abitudine di classificare subito
oggetti e persone come piacevoli, o spiacevoli, quando invece la vera
osservazione inizia solo nel momento in cui attrazione e repulsione cessano
d’essere utilizzate come infallibili criteri di valutazione. La vera
scienza, infatti, è superiore all’infantile atteggiamento del “mi piace, non
mi piace”.

Gli uomini di scienza, dal canto loro, abituati ad escludere la fantasia
associata all’osservazione per vedere con precisione gli aspetti delle cose
ed analizzarne le qualità, sono le ultime persone a coglierle nella loro
interezza.

Nemmeno gli animali si mostrano indifferenti al mondo circostante; dunque,
appare evidente che uno dei modi attraverso cui ricavare sicura
soddisfazione ed accrescere il proprio potenziale, è proprio quello di
diventare sempre più consapevoli della natura, delle qualità e della storia
di tutto ciò che ci circonda. Ma tale percezione non ci è data dalla mente,
non da quella che utilizziamo solitamente comunque, che per analizzare la
realtà di un oggetto ha necessità di scomporlo in tante parti, senza poi
avere la capacità di ricomporlo. Quest’alta intuizione è una conquista e va
coltivata mediante uno sforzo intenzionale che si prolunghi nel tempo.

Per iniziare il lavoro è preferibile avere poche domande verso cui dirigere
le proprie osservazioni. Applicate poi queste domande a qualunque cosa sia
consona alla vostra natura e alle vostre aspirazioni più elevate e
mentalmente fate velocemente un elenco delle risposte che riuscite a dare.

Fatto ciò, cercate di comprenderle e cristallizzarle come una totalità. Ora,
osservando nuovamente il soggetto in questione, provate a fissarlo nella
mente, simultaneamente consapevoli di tutto quello che di esso sapete. Non
cercate di farlo attraverso la ragione né la fantasia, non servirebbe –
queste sono funzioni della mente inferiore – fatelo utilizzando
l’immaginazione creativa – che è una funzione della mente superiore -.

Ovviamente, tutte queste percezioni non potranno essere articolate
contemporaneamente in un sol pensiero, ciononostante, la coscienza dovrebbe
essere in grado di comprenderle simultaneamente.

Dapprima, scoprirete non solo quanto conoscete e quanto ignorate riguardo i
soggetti osservati, ma, con vostra grande sorpresa, vi renderete conto che
quasi ignorate la differenza tra pensiero, ragionamento, ricordo,
percezione, fantasia e immaginazione. Questi processi, infatti, sono di
norma solamente dei termini astratti, che l’uomo ordinario distingue solo
teoricamente, senza comprenderne la differenza. Tuttavia, dopo un po’ di
lavoro, queste funzioni mentali ci appariranno del tutto differenti.

A questo punto potrete correre, danzare, viaggiare, lavorare, fare l’amore,
o qualsiasi altra cosa, ma vi scoprirete a farla in uno stato di totale
attenzione, liberi da preconcetti, dogmi e false verità.

Potrete osservare gli alberi, la folla o il mare, ma senza identificarvi con
l’oggetto osservato – uno dei quattro respingenti che ostacolano il ricordo
di se – e senza cadere nella trappola del giudizio. Sarete finalmente
consapevoli che questi fenomeni energetici, questi oggetti si muovono sullo
sfondo, mentre voi, il testimone, come Platone definiva questo stato, siete
in primo piano, al centro. È così che l’autentica osservazione diviene pura
meditazione.

Quando ciò accade è meraviglioso e a volte ci si illumina come dei Buddha.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *