Microbiota, stress e ansia: quale relazione?

pubblicato in: AltroBlog 0
Microbiota, stress e ansia: quale relazione?

Lo stato del microbiota influisce direttamente sui livelli di ansia e stress. Presentiamo le ultime
scoperte in merito in questo articolo.

Microbiota, stress e ansia sono molto più correlati di quanto possa sembrare a prima vista. In un
primo momento, si potrebbe pensare che alti livelli di stress o ansia non abbiano nulla a che fare
con l’equilibrio del microbiota. Tuttavia, c’è una diretta connessione tra questi due elementi.

Dall’inizio del XXI secolo il microbiota e la sua composizione genetica, il microbioma, sono stati
studiati su larga scala. Ciò si deve alla scoperta del ruolo determinante del microbiota nello
sviluppo delle malattie moderne.

Uno squilibrio dello stesso mantenuto nel tempo, noto come disbiosi intestinale, predispone la
persona a sviluppare molteplici malattie. In questo articolo analizziamo i motivi.

In che modo ci colpisce il microbiota?

Il microbiota è l’insieme di batteri e microrganismi presenti in un habitat. Per descrivere il modo
in cui il microbiota colpisce gli organismi, alcuni anni fa Eugene Rosenberg ha proposto la teoria
ologenomica dell’evoluzione.

Secondo lo studioso, tutti gli esseri viventi stabiliscono una relazione simbiotica con i
microrganismi che ospitano. L’organismo umano ospita il microbiota e ciò prende il nome di
olobionte.

L’ologenoma sarebbe la somma delle informazioni genetiche di un essere vivente unite a quelle del
microbiota che lo popola; entrambi si influenzano a vicenda. In molte occasioni, di fatto,
l’informazione genetica del microbiota ha un ruolo determinante, persino maggiore di quello
dell’organismo stesso. In seguito a ciò, il microbiota ha un’influenza determinante sullo stato di
salute.

Come sono correlati microbiota, ansia e stress?

Una volta evidenziato il ruolo del microbioma, possiamo iniziare a capire perché è strettamente
correlato all’ansia. Lo stato dei batteri presenti nel nostro intestino si ripercuote su numerosi
sistemi del corpo, tra cui il sistema nervoso centrale.

Gli studi di quest’ultimo decennio spiegano che il microbiota produce alcuni dei neurotrasmettitori
più importanti per l’attività cerebrale. Questi includono cortisolo, noradrenalina, serotonina,
dopamina, GABA e acetilcolina, i quali svolgono un ruolo fondamentale a livello comportamentale.

La via di comunicazione tra il microbiota intestinale e il sistema nervoso centrale è l’asse
intestino-cervello. Attraverso questo asse, il microbiota intestinale trasmette informazioni al
sistema nervoso centrale.

In caso di disbiosi intestinale, il segnale trasmesso genera molteplici reazioni nell’organismo, tra
cui uno stato pro-infiammatorio, aumento dello stress ossidativo e degenerazione cellulare.

Numerosi autori ritengono che la disbiosi intestinale favorisca lo sviluppo di disturbi come ansia,
stress o depressione. Al momento sono in corso ricerche su come ridurre i sintomi associati
attraverso il recupero dell’equilibrio intestinale.

Il ruolo di prebiotici e probiotici nell’ansia e nello stress

Lo studio del Dottor Bruce Stevens (Stevens et al., 2018) indica che i pazienti con ansia cronica
presentano un microbiota intestinale meno diversificato della norma.

In un altro studio di Kim e De la Serre, è stato riscontrato che le persone con stress cronico
mostrano un microbiota intestinale alterato.

Alcuni autori, inoltre, ritengono che gli attuali trattamenti per curare l’ansia o lo stress cronico
non siano efficaci, suggeriscono quindi altre strategie terapeutiche. Tra queste riequilibrare il
microbiota attraverso l’assunzione di prebiotici e probiotici.

Prebiotici

Secondo la FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura), i prebiotici sono ingredienti
alimentari che producono cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale e apportano
benefici all’individuo.

Il loro consumo può aiutare significativamente a migliorare lo stato del microbiota, quindi la
salute fisica e mentale. Ma non tutti gli alimenti hanno un effetto prebiotico.

Sono considerati prebiotici gli alimenti resistenti ai succhi gastrici e all’assorbimento
intestinale. Inoltre, devono essere fermentati da batteri benefici del microbiota intestinale e
devono indurre effetti fisiologici positivi per la salute.

Alcuni alimenti con effetto prebiotico sono ricchi di fibre solubili come pectine, mucillagini o
fruttani. Anche le fibre insolubili come l’amido resistente hanno un interessante effetto
prebiotico.

Probiotici

I probiotici sono microrganismi vivi che, se consumati in quantità adeguate, esercitano un effetto
benefico sulla salute dell’organismo.

Sebbene gli studi predominanti siano principalmente sugli animali, alcuni hanno dimostrato
l’efficacia dei probiotici nel trattamento dell’ansia e dello stress.

Per esempio, Mohammad et al. hanno mostrato che le capsule contenenti agenti batterici dello yogurt
migliorano l’ansia.

Allo stesso modo, lo studio di Messaoudi et al. ha dimostrato il miglioramento dei livelli di stress
e ansia attraverso l’integrazione di una combinazione di probiotici.

Microbiota, ansia e stress: una relazione a lungo termine

Un numero crescente di studi collega lo stato del microbiota intestinale allo sviluppo di disturbi
mentali, come ansia o stress cronico. È vero che non è l’unico fattore che determina la comparsa di
questi disturbi; tuttavia, può influenzare l’insorgenza e l’intensità dei sintomi.

Sulla base della ricerca attuale, l’uso di prebiotici e probiotici come trattamento per i sintomi di
stress e ansia sembra essere un’opzione terapeutica da prendere in considerazione.

Tuttavia, gli studi su umani sono ancora scarsi, risulta pertanto necessario attendere ulteriori
prove scientifiche per determinarne l’efficacia.

Bibliografia

Bailey, M. Dowd, S.E., Galley, G., Hufnagle, A, Allen, R.G. y Lyte, M. (2011). Exposure to a social
stressor alters the structure of the intestinal microbiota: Implications for stressor-induced
immunomodulation. Brain, Behavior and Immunity, 25(3), 397-407. [fecha de consulta 30 de noviembre
de 2020]. Recuperado de www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0889159110005295

Cepeda-Vidal, V., Mondragón-Portocarrero, A., Lamas, A., Miranda, J.M., Cepeda, A. (2019). Empleo de
prebiótico sy probióticos en el manejo de la ansiedad. Farmacéuticos comunitarios, 11(2), 30-40.
[fecha de consulta 30 de noviembre de 2020]. Recuperado de
www.farmaceuticoscomunitarios.org/es/journal-article/empleo-prebioticos-probioticos-manejo-a
nsiedad

Kim, J.S., de la Serre, C.B. (2018). Diet, gut microbiota composition and feeding behavior.
Physiology and Behavior, 192, 177-181. [fecha de consulta 30 de noviembre de 2020].
doi:10.1016/j.physbeh.2018.03.026

Messaoudi, S., Madi, A., Prevost, H., Feuilloley, M., Mania, M., Dousset, X., Connil, N. (2012). In
vitro evaluation of the probiotic potential of Lactobacillus salivarius SMXD51. Anaerobe, 18(6),
584-589. [fecha de consulta 30 de noviembre de 2020]. doi:10.1016/j.anaerobe.2012.10.004

Mohammadi, A., Jazayeri, S., Khosravi-Darani, K., Solati, Z., Mahammadpour, N. (2015). The effects
pf probiotics on mental health and hypothalamic pituitary-adrenal axis: A randomized, double-blind,
placebo-controlled trial in petrochemical workers. Nutritional Neuroscience 19(9), 387-395. [fecha
de consulta 30 de noviembre de 2020]. doi:10.1179/1476830515Y.0000000023

Peláez, C. y Requena, T. (2017). La microbiota intestinal. CSIC. Madrid: Los Libros de la Catarata.

Rosenberg, E., Sharon, G. y Zilber-Rosenberg., I. (2009). The hologenome theory of evolution
contains Lamarckian aspects within a Darwinian framework. Environmental microbiology, 11(12),
2955-2958. [fecha de consulta 30 de noviembre de 2020]. Recuperado de
sfamjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1462-2920.2009.01995.x

Stevens, B.R., Goel, R., Seungbum, K., Richards, E.M., Holbert, R.C., Pepine, C.J., Raizada, M.K.
(2018). Increased human intestinal barrier permeability plasma biomarkers zonulin and FABP2
correlated with plasma LPS and altered gut microbiome in anxiety or depression. Gut, 67(8),
1555-1557. [fecha de consulta 30 de noviembre de 2020]. Recuperado de
dx.doi.org/10.1136/gutjnl-2017-314759

gut.bmj.com/content/67/8/1555.2

www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0031938418301495

www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S107599641200145X?via%3Dihub

www.tandfonline.com/doi/abs/10.1179/1476830515Y.0000000023?journalCode=ynns20

da lista mente gg

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *