L’Intenzione: un effetto a luce diffusa

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L’Intenzione: un effetto a luce diffusa

di Lynne McTaggart

da scienzaeconoscenza.it

Si può considerare l’intenzione come un’energia globale in grado d’influenzare qualsiasi cosa si
trovi lungo il suo percorso?
La domanda è stata investigata dal fisico tedesco Fritz-Albert Popp e dai suoi collaboratori, a
Neuss, in Germania, studiando la debole corrente di luce – emissioni di biofotoni – emanata da tutti
gli oggetti viventi.
In uno studio molto interessante, un collaboratore di Popp, lo psicologo olandese Eduard Van Wijk,
posizionò un contenitore pieno di alghe accanto a un guaritore e a un suo paziente, misurando poi le
emissioni di fotoni delle alghe durante le sedute di guarigione e i nei momenti di pausa.
Dopo aver analizzato i dati, Van Wijk scoprì delle sorprendenti alterazioni nella quantità di fotoni
emessi dalle alghe. La qualità delle emissioni cambiò in modo significativo durante le sedute
terapeutiche, come se le alghe fossero state bombardate dalla luce. Con tutta probabilità, si
verificarono anche ulteriori cambiamenti nel ritmo delle emissioni, come se le alghe si fossero
assuefatte a una fonte di luce più forte.

Esperimenti sull’intenzione legati alla germinazione
Attualmente i nostri esperimenti sull’Intenzione sostengono l’idea che questa possa influenzare
qualsiasi cosa si trovi lungo il suo percorso.
Finora abbiamo condotto sei esperimenti sull’Intenzione legati alla Germinazione – uno via Internet,
con partecipanti provenienti da ogni parte del mondo, e altri cinque lo scorso anno, davanti a un
pubblico di vario tipo, nel corso del mio programma di conferenze. Agli esperimenti assistettero
partecipanti di Sydney, Australia (600), Rheinbeck, New York (100), Hilton Head, North Carolina
(500), Palm Springs, California (130) e Austin, Texas (120).
Come potete ricordare (vedi n°23 – verificare), nel corso degli esperimenti, chiedevamo al pubblico
di scegliere uno dei quattro gruppi di semi (30 semi per gruppo), e poi d’inviare ad esso
l’intenzione che crescessero di “almeno 3 cm. a partire dal quarto giorno di crescita”.

Recentemente, lo psicologo Gary Schwartz ha analizzato i nostri sei esperimenti sulla germinazione
concentrandoli in risultati che sono stati presentati e pubblicati dal 25 al 28 giugno al convegno
della Society for Scientific Exploration.
I dati del Dott. Schwartz mostrano che l’intenzione inviata ha prodotto un effetto incisivo. I semi
oggetto dell’intenzione sono cresciuti in media di 8 millimetri in più rispetto a quelli di
controllo.
Tuttavia, altri risultati affascinanti ci suggeriscono che l’intenzione può avere un effetto diffuso
agendo con la sua influenza a livello globale nei giorni stessi in cui viene inviata, anche se
l’effetto maggiore è riservato all’obiettivo vero e proprio.
Al termine, il tecnico di laboratorio del Dr. Schwartz, Mark Boccozzi (di cui il gruppo selezionato
non era a conoscenza) piantò altri 120 semi in condizioni standard. Alla fine dei cinque giorni, i
semi furono raccolti e misurati in millimetri.
Come seconda condizione di controllo, in parallelo ad ogni esperimento sull’Intenzione Mark effettuò
un esperimento di controllo separato. Questa volta selezionò e preparò altri 120 semi divisi in
quattro gruppi, qualificandone uno quale “gruppo-intenzione” (sebbene ad esso non venisse inviata
alcuna intenzione a distanza), e, come con gli altri esperimenti, li piantò, per poi raccoglierli e
misurarne la crescita dopo cinque giorni. Di fatto questo esperimento doveva agire come un controllo
di seconda serie – un controllo del controllo.

Analisi complesse
In seguito il Dr. Schwartz ha condotto una varietà di complesse analisi sulla crescita di tutti e
sei gli esperimenti dell’Intenzione e dei sei esperimenti di controllo.
Confrontò la crescita totale dei semi bersagliati con quella di tutti i semi non bersagliati; la
crescita di tutti i semi degli esperimenti sull’Intenzione con quella dei semi di tutti gli
esperimenti di controllo. Confrontò inoltre tutti i semi cui era stata inviata l’intenzione (quelli
negli esperimenti sull’Intenzione, più quelli definiti “semi intenzione” degli esperimenti di
controllo) con tutti i semi non bersagliati in tutti e 12 gli esperimenti.
Sono emersi vari risultati affascinanti. In media, i semi oggetto dell’intenzione erano cresciuti di
56 mm. contro i 48 mm dei semi non bersagliati. Questo significa che i semi oggetto dell’intenzione
erano in media 8 mm. (circa un terzo di un pollice) (più alti di quelli di controllo. In contrasto,
i semi degli esperimenti di controllo sull’intenzione variarono solo di 2 mm.

Ma l’effetto maggiore si ebbe confrontando i risultati della crescita totale della pianta oggetto
dei nostri esperimenti sull’Intenzione con la crescita totale della pianta degli esperimenti di
controllo.
Il Dott. Schwartz ha evidenziato un effetto molto significativo – con una possibilità dello 0,00001%
che si trattasse di un risultato puramente casuale.
Questo suggerisce che nei giorni in cui fu inviata l’intenzione tutte le piante crebbero di più di
quelle degli esperimenti di controllo, anche se le piante oggetto dell’intenzione diventarono più
alte di tutte.
Curiosamente non ci fu alcuna differenza tra i semi bersagliati e quelli non bersagliati degli
esperimenti di controllo. I semi denominati “semi dell’intenzione” crebbero quasi della stessa
misura – appena 2 mm. più piccoli – di quelli non bersagliati; una differenza non significativa.

A portata di luce
Questi affascinanti risultati ci conducono verso una più ampia comprensione della complessa forza
dell’intenzione. Può essere che l’intenzione non migliori solo l’obiettivo verso cui è rivolta ma
anche tutto ciò che si trovi alla sua portata.
Fritz Popp scoprì, nei suoi esperimenti, che applicando un unguento sul corpo, questo modificava le
emissioni di luce non solo dal punto in cui era stato applicato, ma anche da parti del corpo situate
a distanza.
Questo suggerisce che innumerevoli segnalazioni non locali avvengono non solo in un singolo
organismo, ma nel caso dei nostri semi, tra i semi stessi.

Ancora una volta i nostri esperimenti suggeriscono che gli oggetti viventi registrano le
informazioni da tutto l’ambiente, e non solo tra due entità comunicanti.
Si potrebbe anche affermare che, una volta modellato, un pensiero si diffonde interagendo con tutto
ciò che incontra sul suo percorso.

Per gentile concessione di Living the field (www.livingthefield.com) e Lynn McTaggart
Lynne McTaggart è autrice tra gli altri del best-seller Il campo del punto zero (Macro Edizioni
2003, nuova edizione 2008) e La scienza dell’intenzione (Macro Edizioni – 2008). Per partecipare al
suo prossimo esperimento sull’intenzione, collegati al sito www.theintentionexperiment.com,
registrati in anticipo e segui le istruzioni.

Per approfondire
Popp Fritz-Albert, Nuovi orizzonti in medicina. La teoria dei biofotoni, 2003, Nuova IPSA

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