La logica divina

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La logica divina

Gli scienziati possono accettare Dio?

di Abhijit Toley

Oggi molte persone che si occupano di scienza trovano difficile accettare l’esistenza di Dio. Il
metodo scientifico consiste nell’eseguire esperimenti fisici e verificarne il risultato. Questo
procedimento non è adatto a Dio: Egli non può essere riprodotto o studiato in un laboratorio né il
Suo comportamento può essere analizzato, la Sua interazione con gli elementi non può essere
riportata in un grafico. In tutto il corso della storia però il dominio della scienza si è ampliato,
con mezzi e metodi più nuovi che hanno aumentato il potere della sperimentazione e della percezione.
Ora è il momento di espanderlo di più.

DIO E IL METODO SCIENTIFICO

La spiritualità è scientifica e logica come qualsiasi ramo della scienza. Per comprenderlo dobbiamo
prima capire la definizione generale di metodo scientifico. In linea di principio, il metodo
scientifico si basa sulla raccolta di dati attraverso l’osservazione, la sperimentazione e la
successiva formulazione e verifica di un’ipotesi. Poi vengono fatti altri esperimenti per verificare
la validità dell’ipotesi. Se i risultati degli esperimenti corrispondono alle previsioni delle
ipotesi, le ipotesi acquistano credito. Altrimenti, perlomeno sul piano teorico, l’ipotesi viene
scartata. (Sfortunatamente spesso le ipotesi vengono prematuramente accettate come verità. La teoria
del Big Bang e quella dei buchi neri ne costituiscono un esempio.) Possiamo applicare molto
facilmente il metodo scientifico alla nostra ricerca delle verità spirituali. Nella natura intorno a
noi vediamo leggi, progettazione, bellezza, maestosità, simmetria, complessità e via dicendo.

Possiamo certamente ipotizzare l’esistenza di un essere supremamente intelligente che è all’origine
di tutto ciò che esiste. Molti tra i più celebri scienziati e pensatori hanno espresso questo punto
di vista. Isaac Newton, per esempio, diceva: “La meravigliosa organizzazione ed armonia del cosmo
può derivare solo dal progetto di un essere onnisciente e onnipotente. Questa è e rimane la mia
comprensione più importante.” Le Scritture delle più grandi religioni hanno sempre asserito
l’esistenza di Dio. Insieme con questa asserzione, esse presentano dettagliatamente i metodi con cui
si può percepire Dio a livelli più o meno elevati. Per esempio, nello Srimad-Bhagavatam (2.9.31) Sri
Visnu dice: “La conoscenza relativa alla Mia Persona, così com’è rivelata nelle Scritture, è molto
confidenziale e deve essere realizzata unitamente alla pratica del servizio devozionale. Ascolta con
attenzione mentre ti rivelo tutto ciò che è necessario conoscere per progredire su questa via.”
Seguire le Scritture e i sinceri devoti di Dio non è fede cieca. Si tratta di accettare l’esistenza
di Dio come un’ipotesi valida e poi sperimentarla seguendo i metodi prescritti, al fine di accettare
o respingere l’ipotesi. Seguendo uno sforzo sincero il cammino rivelato dalle Scritture si può
percepire Dio. All’inizio è necessaria una piccola quantità di fede plausibile (ipotesi) per
incamminarsi (sperimentazione) su un percorso suggerito dalle Scritture e dai devoti di Dio.

Una comprensione sistematica della scienza di Dio rafforza la fede, che si potenzia sempre più se si
constata che i risultati del metodo seguito confermano la teoria. A sua volta la fede rafforzata ci
ispira a seguire il metodo anche più sinceramente, conducendoci ad una più profonda esperienza di
Dio. Come in ogni altro tipo d’apprendimento, lo studente ha bisogno di un insegnante esperto nella
pratica della scienza. Lo studente può ricevere istruzioni pratiche dall’insegnante, porgli domande
d’approfondimento e studiare le Scritture sotto la sua guida. Naturalmente l’insegnante deve essere
un devoto di Dio; altrimenti come potrebbe guidare i suoi studenti verso una percezione diretta di
Dio? Come Sri Krishna afferma nella Bhagavad-gita (4.34): “Cerca di conoscere la verità avvicinando
un maestro spirituale, ponigli delle domande con sottomissione e servilo. L’anima realizzata può
rivelarti la conoscenza perché ha visto la verità.”

UN’ESPERIENZA DIVERSA

Sebbene Dio sia al di là della percezione dell’uomo comune, Egli apprezza la sincerità nello sforzo
del ricercatore e reciproca con lui. Nella misura in cui Dio reciproca, il mondo interiore
(soprattutto i desideri) del ricercatore si trasforma. Sebbene un contatto diretto con Dio sia
difficile da ottenersi rapidamente, in breve tempo si possono ottenere molti altri risultati
tangibili e perciò acquistare così fiducia negli insegnamenti delle Scritture. Le realizzazioni di
un ricercatore sincero sono in linea con i principi delle Scritture e non sono quindi allucinazioni.
Elevati trascendentalisti di tutte le tradizioni spirituali hanno parlato o scritto delle loro
esperienze con Dio. Scartare tutte le loro esperienze ritenendole prive di significato è
presuntuoso.

Inoltre, la realizzazione delle verità spirituali aiuta il praticante a condurre una vita migliore e
più significativa, e a controllare la propria vita meglio degli altri. Mentre i risultati dei metodi
materiali possono essere verificati in un laboratorio, quelli dei percorsi spirituali possono essere
verificati nel laboratorio del proprio cuore. La lussuria, l’avidità, la collera e altre brutture
del cuore si riducono drasticamente e rapidamente quando si praticano percorsi spirituali. Il
praticante può facilmente verificare queste trasformazioni interiori che all’esterno si manifestano
nella forma di cambiamenti positivi nella propria vita. Una persona che fa avanzamento spirituale
abbandona cattive abitudini come gli intossicanti, aumenta le attività spirituali della preghiera e
della meditazione e migliora le sue qualità di pazienza, misericordia, pulizia e tolleranza. Assieme
a questi cambiamenti sopravviene la gioia duratura della felicità spirituale.

Il praticante scopre un’energia positiva che deriva dall’obiettivo elevato del percorso spirituale e
trae piacere dal procedimento in sé. Per l’anima le attività spirituali sono naturali e per
conseguenza anche le più gioiose. Questi risultati tangibili ispirano il praticante a continuare a
seguire il metodo che porta ad altri risultati, tutti tangibili. In effetti quello che ieri appariva
astratto e teorico oggi diventa pratico e tangibile. Quello che una volta era solo il mondo delle
Scritture diventa la realtà della propria vita. Quali maggiori prove si potrebbero chiedere? Il
Signore nella Bhagavad-gita (9.2) riassume in modo succinto questo punto: “Questo sapere [la
conoscenza spirituale] è il re di tutte le scienze, il più segreto dei segreti. È la conoscenza più
pura e poiché permette di realizzare con percezione diretta la propria vera identità, è la
perfezione della religione. Tale conoscenza è eterna e si applica con gioia.”

È UNA SCIENZA

Seguire un metodo spirituale come lo abbiamo appena descritto sopra è altrettanto scientifico quanto
lo sono i moderni metodi scientifici. La spiritualità è una scienza verificabile e inoltre aiuta
veramente chiunque la pratichi. Gli strumenti e i metodi per praticare questa scienza possono non
essere quelli prevalenti nel mondo scientifico di oggi, ma sicuramente le antiche tradizioni di
saggezza non ne hanno risentito in alcun modo. Il loro sistema logico e razionale non escludeva Dio
dal proprio dominio; al contrario, tutta la loro logica veniva usata per stabilire alla fine
l’esistenza di Dio come un fatto innegabile. In realtà la loro logica era la logica di Dio.

Abhijit Toley è un membro della congregazione del tempio ISKCON Radha-Kunjabihari di Pune in India.
Lavora presso la Symantec Corporation di Pune come ingegnere capo del software.

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