La dolce e soffusa radiosita’ di VIPASSANA

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La dolce e soffusa radiosita’ di VIPASSANA

di Guido Da Todi

Narra l’artica tradizione che un giovine neofita si recasse da un santo yoghi per essere maggiormente illuminato sull’ETERNO PRESENTE.

“Come si penetra con maggiore intensità in esso?” – prese a chiedergli.

Il santo sorrise dolcemente, guardò con infinita tenerezza il giovine ricercatore e rispose:

“Non c’è bisogno che tu voglia penetrare nell’eterno presente: ci sei già..”

***

“Ci sei già…”

Se ti dicessi che quell’acuto e fragrante desiderio di liberazione che ti sospinge e ti assorbe, minuto dopo minuto della tua giornata, è una banale ed asciutta illusione, è una porta, dietro la quale esiste solo un muro sbrecciato, mi crederesti?

Se affermassi che tu supponi di conoscere a fondo i più minuti aspetti della vita che ti circonda,,,credo proprio che non giungeresti a capire quel che ti voglio dire.

Se, allora, dessimo un grande colpo di calcagno, con uno stivale magico, alle assi, allo scenario, all’arredo di un teatro, mentre esso marionetta con i suoi attori un dramma – il dramma della tua vita – ebbene, vedremmo che tutta questa struttura cadrebbe con enorme fracasso e polvere, a terra, mostrando un deserto scombinato di oggetti frantumati.

Cominciamo, allora, con il dire che ogni immagine che si muove sulla terra (come le note ombre cinesi) è, sì, un guizzante elemento apparentemente distinto dagli altri…..ma che violentemente afferma delle precise coordinate della sua forma.

Intanto, dove sono i limiti del suo (tuo) corpo?

La pelle del corpo, che ti inguanta interamente, dice:”qui finisco io e da lì comincia il resto della vita”?…

Ma, no!…ciò è fisicamente e tecnicamente assurdo!

Una debole (oppure forte) corrente di particelle infinitesimali scorre via da ogni brandello della nostra pelle e trasforma quest’ultima, da elemento divisore e creatore di un ego formale, a elementi di giunzione con il tutto…

La somma delle cose non è una diversità di forme; ma, un tassello poliedrico di una infinita unitarietà,, che si congiunge al resto della vita.

Osserva, guarda tua moglie, tuo fratello, tuo marito, il tuo amico, quella bicicletta, la strada che abiti, il tuo quartiere…

Un sottilissimo fluido vitale sgorga da ognuno di essi, e costituisce il cordone ombelicale che di tutte le cose, ne fa una……

Tutto è uno. E tu non riuscirai mai ad affermare dove comincia l’unità e termina il tutto!

Ogni atto che porterai all’estensione universale della vita formale, sarà esattamente al tuo corpo universale (sottile e momentaneamente invisibile) che lo proporrai.

Vedi la logica innata della Legge del Karma?

Ogni cosa è la tua forma e la tua forma è ogni cosa….

“La Grande Illusione” mostra ai tuoi sensi una visione slabbrata della realtà; ma, come background all’esistere – similmente allo stantuffo delle ruote di un treno – esiste ovunque una sonorità unica; un unico AUM, che ripete:”

“Sono unità, sono solo unità, sono unicamente unità…”

Ed in tal modo, proprio come il neofita che iniziò questo commento, egli – e noi tutti – ci troviamo ad essere parte vivente, incisiva ed inconsapevole di ciò che esiste.

Quante volte vi siete fermati a sentirvi – stupiti e felici – rami di un roseto in fiore, orizzonte di una pianura ubertosa, di fronte a voi, corpo indistinto di un gruppo di persone, che cantava in coro un inno a Natale, al compleanno di qualcuno…., alla gioia di essere assieme agli altri…

Ebbene, quei legami invisibili, che di tutto fanno uno erano, nuovamente, riusciti a rendervi partecipi della vostra vera natura:

Essere, sentirvi – in qualche modo – l’Uno…

Come da una mandria di mastini che incorre una lepre, tu non ti libererai mai dal respiro incombente di essere parte viva delle cose.

E Buddha ciò lo vide, lo percepì, durante la sua illuminazione finale.

Comprese di avere, distesa, alle sue spalle, quella contorta figura esistenziale di una scenografia spezzettata, illusa, acefala, mancante di un’anima; e che egli chiamò SHAMATA.

Meditazioni che analizzavano solo le azzurre vene di un Infinito Corpo – ossia i frammenti singoli che lo componevano; lo penetravano sino ad inturgidire queste vene individuali, facendole – in definitiva ed alla fine – scoppiare…

Comprese la meditazione del dolore…

E, lentamente, si fece, allora, avvincere, fagocitare dall’ampio respiro delle cose tutte: e creò, si avvinse alla MEDITAZIONE VIPASSANA.

Comprese quanto fosse liberatorio il respiro delle cose tutte, eseguito assieme ad esse; mentre, fosse, invece, cadaverico e parziale l’interesse portato solo ad una realtà per volta…..

E nacque l’ATTENZIONE, che egli disse ai suoi discepoli di portare ai dettagli della vita, senza doversi distaccare da uno solo di essi; un’attenzione che riuscirà, poi, a fare captare l’eco del respiro di ogni cosa; che riuscirà a dare la felicità dell’Unii in tutto e di tutto nell’Uno.

Per favore, figlie mie e figli miei….ecco, in nuce, il segreto di vipassana (che, ovviamente, torneremo ad esaminare a fondo).

Si tratta di qualcosa che possedete (e che Buddha possedeva.) in voi. E che nessuno ha fatto nascere con i vostri intuiti…

Se qualcuno vi dirà che sta iniziando un Corso di Vipassana” – traducete le sue parole, con “un Corso di amore per la Natura tutta”; un corso di amore per l’unità dell’uomo con le cose.

Dio vi benedica, figli miei liberi.. e trasparenti!

E’ qui la giusta direzione; è un vostro fratello che ve la ripropone……un fratello che vi ama, e che vuole vedervi tornare all’Origine delle Cose!

…ora sapete

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