Informazioni su Cocaina

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Informazioni su Cocaina

La cocaina è uno stimolante molto potente che agisce direttamente sul cervello. La cocaina è stata
etichettata come la droga degli anni Ottanta e Novanta per la sua popolarità in quel periodo. Ad
ogni modo la cocaina non è una droga “nuova” ma una delle droghe conosciute da più tempo. La cocaina
pura è una sostanza usata da oltre 100 anni e le foglie di cocaina, da cui si ottiene la cocaina,
vengono ingerite da migliaia di anni.

Anche questa è una droga eccitante come l’anfetamina. A questa droga vengono riconosciuti effetti
afrodisiaci, sensazione di forza e bellezza, fa sentire la persona che la usa “al centro del mondo”.
In realtà ha effetti collaterali devastanti: la persona che ne abusa può perdere la ragione, avere
il cervello rovinato, avere manie ed idee fisse che la portano a vivere una dimensione irreale, con
sintomi paranoici.

La cocaina è stata estratta per la prima volta durante la metà del 19° secolo dalle foglie di alcuni
arbusti del genere delle Erithroxilacee, che crescevano soprattutto in Perù e Bolivia. Nei primi del
Novecento la cocaina è stata impiegata come ingrediente principale di numerosi “tonici” utilizzati
nella cura di diverse malattie. Oggi è considerata una tra le più potenti droghe d’abuso, ma può
essere talvolta utilizzata per usi medici, ad esempio come anestetico locale.

Ci sono essenzialmente due forme chimiche in cui si presenta la cocaina: il cloridrato e la base
libera. Il cloridrato si presenta come una polvere, può essere sciolto in acqua, iniettato in vena o
inalato. La base libera si presenta invece sotto forma di scaglie o tavolette di varia forma e
dimensione e di colore dal bianco sporco al marrone. La base libera normalmente viene fumata. La
cocaina solitamente venduta nelle strada si presenta come una polvere sottile, bianca e cristallina.
Gli spacciatori spesso “tagliano” (mischiano) la cocaina con sostanze come l’amido di granturco, lo
zucchero a velo, il bicarbonato, il talco o anche con altre droghe e stimolanti come procaina
(anestetico locale) o anfetamine.

Come viene utilizzata la Cocaina?

La cocaina può essere assunta per via orale, attraverso il naso, per endovena e per inalazione. Con
l’inalazione, la sostanza attiva passa attraverso le mucose nasali nel sangue. L’iniezione immette
la droga direttamente nel sangue e produce effetti istantanei e più intensi. Il fumo può essere
assunto tramite inalazione o attraverso speciali pipe e passa dai polmoni nel sangue quasi con la
stessa velocità dell’iniezione. Alcuni tossicodipendenti combinano la cocaina con l’eroina ottenendo
lo “speedball”. Il consumo di cocaina può variare da occasionale a ripetuto e compulsivo, con una
varietà di sfumature entro questi due estremi. Non esiste una modalità sicura o priva di rischi di
utilizzarla. Tutti gli usi della cocaina possono portare all’assunzione di quantità tossiche di
sostanza, provocando seri problemi cardiovascolari o cerebrali che possono causare anche una morte
improvvisa. L’uso ripetuto di cocaina, in qualunque forma essa sia assunta, può dare origine a
dipendenza ed altri danni alla salute.

Effetti della Cocaina

L’assunzione della cocaina avviene per via intranasale (sniffata), per via endovenosa, per
inalazione dei fumi o vapori. La persona che usa cocaina, assume questa droga molte volte durante la
giornata; il suo effetto dura poco, per cui la persona deve assumerne in continuazione. Irritabilità
e depressione subentrano quando l’effetto di questa droga diminuisce sulla persona; la paranoia
solitamente segue queste fasi. Molte ricerche sono state effettuate per studiare il modo in cui la
cocaina produce i suoi “piacevoli” effetti e la ragione per cui provoca dipendenza. Un meccanismo è
dovuto agli effetti prodotti sulle strutture profonde del cervello. Gli scienziati hanno scoperto
alcune aree del cervello che, se stimolate, producono una sensazione di piacere. Uno dei sistemi
neurali che sembra maggiormente stimolato dall’utilizzo della cocaina si trova in una regione
situata molto in profondità nel cervello, chiamata Area ventrale del tegmento (AVT).

Le cellule nervose che partono dall’area ventrale del cervello si estendono alla regione del
cervello conosciuta come “Nucleus accumbens”, uno dei centri del piacere chiave del cervello. Ad
esempio, attraverso studi effettuati su animali si è appreso che tutti i tipi di stimoli che
producono piacere, come il cibo, l’acqua, il sesso e molte droghe da abuso originano un incremento
di attività del “nucleus accumbens”. I ricercatori hanno scoperto che lo svolgimento di un’azione
che provoca piacere è accompagnato da un grande aumento della dopamina rilasciata nel “nucleus
accumbens” dai neuroni originati nella AVT. Nel normale processo di comunicazione, la dopamina è
rilasciata da un neurone nella sinapsi (la connessione fra due neuroni), dove lega con particolari
proteine (chiamate “ricettori di dopamina”) del neurone vicino e quindi invia un segnale a tale
neurone. Le droghe riescono ad interferire proprio con questo processo di comunicazione. Gli
scienziati hanno scoperto, ad esempio, che la cocaina impedisce l’eliminazione della dopamina dalla
sinapsi, ed in questo modo provoca un accumulo di dopamina.

Questo origina una continua stimolazione dei neuroni e produce l’euforia notoriamente riconosciuta
fra gli effetti della cocaina. L’uso continuo di cocaina crea tolleranza. Perciò saranno necessarie
dosi sempre maggiori ed un uso più frequente della cocaina perché il cervello registri lo stesso
livello di piacere sperimentato durante i primi tempi di utilizzo. Recenti ricerche hanno
evidenziato che, durante il periodo di astinenza dall’uso di cocaina, il ricordo dell’euforia
associata all’uso di tale droga, o anche il semplice contatto con situazioni e indicazioni che hanno
delle relazioni con la cocaina, può causare il desiderio incontrollabile di assumere nuovamente la
droga, anche dopo lunghi periodi di astinenza.

Quando la sostanza entra in circolo e raggiunge il cervello, il consumatore prova una breve ed
intensa sensazione di piacere seguita da un periodo nel quale sembra rimuoversi ogni dubbio ed
aumentare stima e fiducia in se stessi. Si ha l’impressione di essere più creativi, competenti,
produttivi e forti. Gli effetti psicologici sono di natura estremamente variabile in quanto
dipendono dagli stati emotivi e dalle aspettative connesse all’assunzione della sostanza.

Quali sono gli effetti a breve termine derivanti dall’uso di Cocaina?

Gli effetti della cocaina si manifestano quasi subito dopo una singola dose e possono scomparire
dopo pochi minuti oppure dopo ore. Presa in piccole quantità (fino a 100 milligrammi), la cocaina fa
solitamente sentire chi la usa euforico, energico, disposto alla conversazione e mentalmente attento
alle sensazioni visive, uditive e tattili. La cocaina può anche diminuire temporaneamente il bisogno
di mangiare e dormire. Alcuni consumatori osservano che la droga gli consente di effettuare alcuni
semplici sforzi fisici ed intellettuali più rapidamente, mentre altri hanno sperimentato gli effetti
opposti. La durata degli immediati effetti euforici della cocaina deriva dal modo in cui è stata
utilizzata. Quanto più veloce è l’assorbimento della droga, tanto più intenso sarà il suo effetto e
più breve la sua durata. Gli effetti dell’inalazione sono abbastanza lenti e possono durare dai 15
ai 30 minuti, mentre quelle derivanti dal fumo possono durare dai 5 ai 10 minuti. Gli effetti
fisiologici a breve termine prodotti dalla cocaina comprendono: contrazione dei vasi sanguigni,
dilatazione delle pupille, aumento della temperatura corporea, del ritmo cardiaco e della pressione
sanguigna.

Grandi quantità (diverse centinaia di milligrammi o più) intensificano gli effetti della cocaina sul
consumatore, ma possono portare a comportamenti strani, insensati e violenti. Questi consumatori
possono provare tremori, vertigini, spasmi muscolari, paranoia e, dopo ripetute assunzioni, una
reazione tossica molto simile a quella prodotta dall’avvelenamento da anfetamina. Alcuni consumatori
di cocaina riferiscono sensazioni di agitazione, irritabilità ed ansietà. In rari casi l’uso di
cocaina per la prima volta può causare una morte improvvisa. I decessi per cocaina sono spesso
originati da un arresto cardiaco o da convulsioni seguite da blocco respiratorio.

Danni della Cocaina

Esistono numerosi danni derivanti dall’uso di cocaina. Alcune delle più frequenti sono: effetti
cardiovascolari, comprendenti irregolarità nella frequenza del cuore e malattie cardiache; problemi
respiratori come dolori al petto ed insufficienza respiratoria; effetti neurologici, come ictus,
convulsioni ed emicranie; complicazioni gastrointestinali, come dolori addominali e nausea. L’uso di
cocaina è collegato a numerosi tipi di malattie cardiache. Si è appurato che l’uso di cocaina causa
fibrillazione ventricolare, accelera i battiti del cuore e la respirazione, aumenta la pressione
sanguigna e la temperatura corporea. I sintomi fisici possono includere dolore al petto, nausea,
visioni confuse, febbre, spasmi muscolari, convulsioni e coma. Differenti modalità di assunzione
della cocaina causano differenti danni. La regolare inalazione di cocaina, ad esempio, può provocare
una perdita di sensibilità dell’olfatto, causare emorragie nasali, problemi di deglutizione,
raucedine ed una irritazione del setto nasale che può condurre ad una condizione cronica di
infiammazione del naso.

L’ingestione di cocaina può provocare cancrena all’intestino, dovuta ad un ridotto afflusso di
sangue. Le persone che si iniettano la cocaina hanno segni evidenti di iniezioni, solitamente negli
avambracci. Chi si inietta la cocaina tramite endovena può sviluppare reazioni allergiche, sia alla
cocaina che ad alcune sostanze da taglio presenti in essa, che possono, nei casi più gravi, portare
al decesso. Siccome la cocaina tende a far ridurre l’assunzione di cibo, molti consumatori abituali
di cocaina perdono l’appetito e possono sperimentare significative perdite di peso e malnutrizioni.
Delle ricerche hanno rivelato un’interazione potenzialmente pericolosa tra cocaina e alcol. Quando
sono assunte contemporaneamente, le due droghe vengono trasformate in cocaetilene.

L’azione del cocaetilene sul cervello ha una durata superiore ed è più tossica delle due droghe
prese autonomamente. Anche se devono essere effettuate ulteriori ricerche, è assodato che la
commistione di cocaina ed alcol è la più comune combinazione di due droghe, e porta a numerosi
decessi. L’uso continuativo della cocaina ed a dosi sempre più elevate, conduce a stati di crescente
irritabilità, agitazione e paranoia e può portare a situazioni di paranoia psicotica in cui
l’individuo perde il contatto con la realtà e sperimenta situazioni di allucinazioni
uditive.Esistono Rischi di Contrarre l’AIDS o le Epatiti B e C per Chi usa Cocaina?Si, chi fa uso di
cocaina, ed in particolare quelli che si iniettano la sostanza, sono esposti ad un crescente rischio
di contrarre malattie infettive come l’AIDS o le epatiti.

L’uso ed abuso di droghe, compresi crack e cocaina, è una dei principali fattori di rischio nei più
recenti casi di sieropositività. La diffusione del virus dell’AIDS a causa dell’uso di droghe deriva
dallo scambio di siringhe ed altri oggetti infetti fra tossicodipendenti. Può anche trattarsi di
trasmissione indiretta, ad esempio la trasmissione del virus da madre a figlio. Questo è
particolarmente preoccupante dato che oltre il 60 per cento dei nuovi casi di AIDS riguardano donne.
Ricerche hanno dimostrato che l’uso di droghe può interferire con la capacità di valutazione dei
rischi e può portare a ridurre le precauzioni nei rapporti sessuali, a scambiare siringhe ed aghi o
a prostituirsi in cambio di droga, sia per quanto riguarda gli uomini che le donne. Inoltre,
l’epatite C si sta rapidamente diffondendo tra coloro che si iniettano droghe; le stime attuali
parlano di un tasso di infezione tra il 65 e il 90 per cento fra queste persone a rischio. Allo
stato attuale, non esiste un vaccino per il virus dell’epatite C e l’unico trattamento esistente è
molto costoso, spesso inefficace e può produrre rilevanti effetti collaterali.

Storia della Cocaina

Pianta psicoattiva (nome botanico Erythroxylon Coca) che cresce nelle pendici orientali delle Ande e
nelle zone adiacenti dell’Amazzonia, in un’area che interessa Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia,
Venezuela, Argentina, Brasile. La parte psicoattiva della pianta sono le foglie, che vengono
raccolte tre volte all’anno e sono pronte all’uso dopo essere state seccate al sole. Il principio
attivo della Coca è la cocaina, contenuta nelle foglie di coca in una proporzione fra 0,35 % e lo
0,90 %.

Gli effetti della coca sono fondamentalmente stimolanti, ma molto più blandi della cocaina. L’uso
delle foglie di coca è proibito ma è tuttora diffuso tra le popolazioni andine. Non esiste
praticamente un traffico illegale di coca fuori dai paesi di produzione perché la foglia si
deteriora rapidamente. Nel XVI secolo, quando i conquistadores spagnoli, dopo la scoperta delle
Americhe, si impadronirono del Perù e dell’immenso impero INCA, notarono che i capi delle tribù
indigene godevano del privilegio di poter masticare le foglie di alcune piante, che in quelle
regioni crescevano spontaneamente sotto forma di arbusti o di piccoli alberelli sempreverdi. Erano
le foglie della Erythroxylon Coca, la “pianta divina”, che ancora oggi, masticate a lungo,
permettono di vincere la fame e la sete e di far affrontare gravi fatiche. L’uso delle foglie di
coca, com’è stato rilevato attraverso importanti ricerche etnologiche, risale a 2.500 anni a.C., ma
si suppone anche a molto prima.

L’uso della droga era noto non soltanto agli Yunga, ma anche ad altre popolazioni delle zone
settentrionali del Sud- America. Infatti recenti scoperte archeologiche hanno portato alla luce
preziose statuine d’oro appartenenti a questi popoli, che descrivono varie fasi della raccolta e
della lavorazione della pianta. Anche se gli Incas non furono i primi ad usare la coca, tuttavia
sono responsabili dell’espansione e della regolamentazione dell’uso in tutta l’America del Sud.
Arrivati nell’XI secolo sulla costa occidentale del continente, provenienti dalle regioni del nord e
forse dalla lontana Asia, si erano insediati prima nella parte settentrionale del Perù e
successivamente su tutta la cordigliera delle Ande, ovvero i territori dell’attuale Bolivia,
Ecuador, parte della Colombia, Cile e Argentina. Lì hanno assimilato l’uso della coca dalle
popolazioni indigene, hanno distrutto cultura e tradizioni locali, creando nuove leggende: la coca
era il dono del Dio del Sole. Con questo pretesto inizialmente la coltivazione e l’uso della coca
sono stati limitati, sotto rigido controllo, ai Tupac, alla famiglia reale, ad alti dignitari e
sacerdoti.

In seguito l’uso si estese a tutta la popolazione, anche se mantenuto sotto stretto controllo,anche
perché le piantagioni erano limitate e la produzione non poteva soddisfare la massa. La coca fu così
disciplinata da una serie di disposizioni e restrizioni, la prima regolamentazione di una droga. Era
permesso consumarla soltanto in occasioni di cerimonie religiose, per finalità terapeutiche, nonché
per sedare fame e sete e per consentire lunghe marce e altre attività particolarmente faticose,
specialmente se eseguite in altitudine. Una dose di cocaina veniva concessa anche ai vincitori di
gare atletiche e a coloro che si erano distinti in particolari cimenti. La coca non poteva
assolutamente essere consumata per scopi voluttuari o inebrianti e il suo uso era vietato a tutti i
giovani; la raccolta delle foglie era riservata ai Cocapallac, ragazzi tra i dodici e sedici anni,
ed alle donne. La legge prevedeva pene severissime per i trasgressori: chi veniva sorpreso a
masticare foglie di coca a scopo voluttuario era condannato a morte per strangolamento o
impiccagione. Ciononostante risulta che una parte notevole del raccolto era consumata di nascosto
dai contadini. Le modalità di assunzione della coca variano a seconda delle popolazioni. Tra gli
indigeni della Bolivia e del Perù centro – meridionale le foglie venivano masticate dopo aver
aggiunto calce, mediante un apposito bastoncino chiamato llipta. In Venezuela, invece, per togliere
l’asprezza mescolavano le ceneri di alcune piante o di ossa. Presso altre tribù l’uso della droga
rimaneva privilegio della classe sacerdotale e del sesso maschile, anche se in particolari periodi
dell’anno era concesso alle donne di assumerla, mentre gli uomini, a scopo propiziatorio, si
dedicavano alla filatura della lana.

L’Occidente conobbe la coca soltanto dopo la caduta dell’impero incaico, è stato Pedro Cieza de
Leon, uno spagnolo che aveva partecipato alle campagne di conquista dell’Impero degli Incas, che
nella Cronaca del Perù (1550 – 1553) ha descritto diffusamente per primo la pianta della coca e le
modalità d’uso, senza peraltro credere agli effetti vantati. Nel volume Perù: viaggi attraverso gli
anni, nel 1846, l’esploratore svizzero J.J. Von Tschudy fornisce una precisa descrizione delle
modalità d’uso della coca; in particolare la borsa di cuoio, che ogni indio porta appesa alla
cintura piena di foglie. E racconta che tre o quattro volte al giorno gli Indios interrompono il
lavoro per dedicarsi a masticare le foglie di coca.

I conquistadores spagnoli di fronte ai diversi e spesso contrastanti aspetti dell’uso della coca ,
hanno avuto un atteggiamento alterno, ora incoraggiandone l’uso, ora proibendolo. Nel 1567 il
Tribunale dell’Inquisizione, che si era riunito a Lima, allarmato per i pericoli che l’abuso poteva
provocare, la vietò considerandola “sostanza senza utilità, capace soltanto di favorire le
superstizioni degli Indios e i contatti con il diavolo”.Nonostante gli editti, le proibizioni
governative ed ecclesiastiche e la comminazione di pene severe emesse dai tribunali civili e
religiosi, l’uso e l’abuso della droga sono persistiti e addirittura aumentati tra le popolazioni
andine anche dopo la liberazione dagli spagnoli, tanto che Lewin, nel 1924 scriveva che i lavoratori
indigeni venivano retribuiti in parte con foglie di coca. La pianta sacra degli Incas, già dopo la
loro caduta, aveva assunto un valore monetario, già dopo la loro caduta, aveva assunto un valore
monetario.

Il persistere dell’uso della coca in queste regioni può essere giustificato anche dalla particolare
situazione climatico-ambientale. Infatti, come si è già avuto modo di ricordare, attenua gli stimoli
della fame e della sete e apporta una sensazione di energia che permette di esplicare notevoli
sforzi fisici ad altitudini elevate, con conseguente ridotta quantità di ossigeno atmosferico.
Infatti, nonostante la Commissione dell’ONU sugli stupefacenti, abbia intrapreso un’attiva campagna
sanitaria in Bolivia e in Perù, si calcola che ancora nel 1992, in queste ultime nazioni, siano
state raccolte quasi 224.000 tonnellate di foglie di coca, cifra inferiore alla realtà, in quanto le
statistiche non possono tenere conto della produzione clandestina. La cocaina principalmente dalla
Columbia, raggiunge il grande mercato Nord-Americano, spesso con vecchi aerei che vengono
abbandonati, tanto è il guadagno che si realizza da queste operazioni. Per questi motivi nel
1986-87, per ordine del presidente Reagan, si è proceduto alla distruzione di piantagioni e
raffinerie negli Stati produttori. Il Presidente Bush nel 1989 ha intrapreso una guerra contro i
narcotrafficanti di droga che tuttora prosegue.

Storia della Cocaina in Europa

L’uso della coca ha cominciato a diffondersi in Europa solo alla fine del XVIII secolo. Nel 1793 un
medico proponeva che le foglie fossero regolarmente distribuite ai marinai, durante i lunghi viaggi
intercontinentali. Tuttavia il suggerimento non ha trovato largo consenso; non sappiamo bene il
perché, ma possiamo ipotizzare che gli Europei, più attivi e meno meditativi, sono poco disponibili
ai lunghi tempi delle masticazioni. Invece hanno nella loro tradizione l’abitudine del bere:
introdurre un liquido di rapida assunzione e di effetto ben più immediato. Un americano di Atlanta
(Georgia, USA), mise in commercio nel 1885 il “French Wine Coca”, una nuova bevanda. Essendo un
farmacista, vendeva il suo ritrovato come un rimedio per il mal di testa. Inoltre ne vantava gli
effetti stimolanti, in quanto, quale più importante principio attivo, conteneva coca. Nel 1886
eliminò dal prodotto l’alcool, aggiungendo estratto di Noce Kola (che contiene caffeina), oltre a
oli di agrumi per migliorare il gusto.

Il nome del nuovo prodotto fu Coca-Cola. Nel 1881 un altro farmacista acquistò tutti i diritti della
Coca-Cola e l’anno dopo fondò la società omonima. La produzione continuò fino al 1903, quando, in
seguito alle pressioni del governo, la composizione dovette essere modificata, escludendo la
cocaina. La coca fa tuttora parte della bevanda, ma è decocainizzata prima del suo impiego da
un’industria specializzata sotto controllo del governo federale americano. Gli effetti
tonico-nervini da allora sono quindi prodotti dalla caffeina contenuta nella cola.

Storia della scoperta della Cocaina

La cocaina è l’alcaloide attivo delle foglie di coca dalle quali è stata purificata nel 1860 da
chimico tedesco Albert Niemann. Subito dopo la scoperta hanno preso il via numerose ricerche per
stabilirne l’attività farmacologica. Nel frattempo in America, al temine della guerra di secessione,
su consiglio di un dottore, la cocaina veniva introdotta nel 1870 nelle terapie per svezzare
l’enorme numero di morfinomani, reduci di guerra, affetti dalla cosiddetta “malattia del
soldato”.Freud usò e sperimentò la cocaina in altre indicazioni e più precisamente come
ricostituente e per disintossicare dall’eroina un suo allievo. Se all’inizio il risultato era
sembrato favorevole in seguito si rivelò catastrofico: l’allievo, intossicato cronico di cocaina si
ridusse in uno stato delirante e morì poco dopo. Ciononostante Freud non perse l’entusiasmo. In tre
pubblicazioni successive esaltò il farmaco consigliandolo, in piccole dosi, per il trattamento di
varie malattie: disturbi gastrici, asma, cachessia e inoltre come afrodisiaco, stimolante,
anestetico locale e per la disintossicazione da alcool e dalla morfina.

Attribuiva la situazione disastrosa sofferta dal suo allievo alle dosi eccessive, definendole
spaventose: dieci volte maggiori di quanto lui stesso ne prendesse. Ribadiva che la cocaina non
creava alcun problema a chi l’assume in modeste quantità. Tuttavia poiché già a partire dal 1886
molti medici e malati erano deceduti dopo averne fatto uso il più autorevole specialista della
dipendenza da droghe, accusò Freud di aver dato via libera al terzo flagello dell’umanità dopo
l’alcool e la morfina. Un’accusa che fu formulata anche da importanti studiosi e società mediche
europee. La reputazione professionale del padre della psicanalisi venne scossa dalle critiche per
cui Freud fu costretto a pubblicare nel 1887 il suo quinto e ultimo volume sulla droga nel quale
ritrattò molte delle sue precedenti posizioni: Da quel momento si astenne dal pubblicizzare la
droga.

Nei primi anni del XX secolo la cocaina continuava ad essere la droga di una élite intellettuale;
l’uso era circoscritto ad artisti di avanguardia, a letterati decadenti, ad aristocratici stanche e
depressi anche a sportivi e pionieri dell’aviazione. Invece durante la prima guerra mondiale e
nell’immediato dopo-guerra, l’uso della cocaina si diffuse notevolmente in tutti i Paesi del mondo
Occidentale: veniva venduta apertamente nelle strade di Parigi e Berlino, di Vienna e Praga, di
Londra e New York. Tutti i ceti ne facevano uso. Veniva assunta da molti attori del cinema e del
teatro. Charlie Chaplin in una famosa scena del suo film “Tempi Moderni” aspira una sostanza bianca
e acquista immediatamente notevole energia per superare ogni ostacolo. Poi, in seguito al
riconoscimento dei gravi danni anche letali, il consumo ha cominciato a decrescere in tutti i Paesi.
Nel 1930 è stata quasi abbandonata.

La prima legge nordamericana contro i narcotici e gli stupefacenti, definiva la cocaina come una
droga altamente nociva. Sono seguite numerose norme emanate da tutti i Paesi che limitavano
drasticamente la produzione ed il commercio punendo severamente gli spacciatori. Nel 1954 la
Commissione degli stupefacenti poteva rilevare con soddisfazione la riduzione dell’uso della cocaina
in tutto il mondo. Purtroppo già l’anno successivo si è osservato un’inversione di tendenza e un
aumento della produzione da parte di laboratori clandestini soprattutto in Bolivia, Perù ed Ecuador.
Nel 1966 la Commissione interministeriale sulle tossicomanie del regno Unito segnalava un aumento
del consumo di cocaina, specialmente tra i giovani, che la collocava subito dopo l’eroina. Nel 1970
il consumo della cocaina è progressivamente cresciuto, nonostante il suo alto costo che le ha
procurato l’appellativo di “droga dell’alta società”. Iniziava così la nuova grande epidemia
occidentale. Nel 1980 negli USA la cocaina a base libera – che può essere fumata – è stata
preferita, pur avendo un costo molto elevato. Poco dopo venne immesso sul mercato un preparato che
ha le stesse caratteristiche della base libera ma è ottenuto direttamente dalla pasta di coca e
costa poco: il crack.Il suo consumo aumentato vertiginosamente, specie negli USA, si è espanso in
Europa del Nord e ora anche in Italia.

Astinenza da Cocaina

Astinenza da Cocaina La crisi d’astinenza da cocaina non ha manifestazioni fisiche evidenti come
avviene nell’astinenza da eroina: non comportando manifestazioni di dolori fisici, viene troppo
spesso sottovalutata oppure trattata con farmaci per malattie mentali gravi, di cui chi fa uso di
cocaina sembra affetto. L’astinenza da cocaina è prevalentemente di carattere psicologico ed è molto
forte: può portare protrarsi per mesi, con alti e bassi di depressione e ricadute nell’abuso che
possono addirittura portare alla morte per suicidio od overdose. Uno degli effetti secondari
dell’astinenza da cocaina sono i forti sensi di colpa. Pianti e confessioni si alternano,
accompagnati a volte da idee suicide. È assolutamente normale assistere a cambiamenti della
personalità dell’individuo, per cui si potranno notare l’alternarsi di rabbia e aggressività ad un
comportamento dolce e remissivo. La persona è fisicamente a pezzi, si alternano momenti di abulìa ed
insensibilità ad inspiegabili nervosismi ed aggressività. Si iniziano magari molte cose, ma non si
porta a termine nulla. Trascorse alcune settimane dall’ultima assunzione di cocaina, la persona
inizia a sentirsi più forte, più sicura, crede d’avercela fatta, anzi si convince di essere in grado
di controllare l’uso della cocaina, che come dipendenza non è poi così grave, che dalla cocaina si
può smettere quando si vuole… E qui scatta nuovamente il desiderio ossessivo (craving) che porta a
nuove ricadute nell’abuso di sostanze.

Drogati e alcolizzati: lo stato emotivo

Tossicodipendenti e alcolisti (forte consumo) sono persone che vivono in stati di apatia. Non
lasciatevi ingannare dalle loro preghiere, supplicazioni, o seconde facce. Come si comportano queste
persone? appena sveglie dalla loro nebbia il mondo appare a loro modo di vedere cosi triste e
spaventoso e quest’ultimi cercano subito l’uscita chimica o ricca di volume alcoolico.

La via da loro percorsa è una spirale in discesa verso un suicidio sicuro, aspettano solo il
capolinea. Aiutare questa gente è un percorso molto difficile e doloroso. Durante la fase di
astinenza subentrano delle Convulsione muscolari le quali si riescono a tenere sotto controllo con
soluzioni da bere a base di Calcio Magnesio acido che riducono drasticamente il dolore.

In seguito cercate personale qualificato pronto a dare alla persona un programma di sauna onde
eliminare tutti i residui chimici nel corpo, caso contrario presto o tardi la spirale in discesa
riprende a lavorare.

Autore: P.H. con l’aiuto della documentazione di Narconon, programma fondato nel 1965 da William
Benitez servendosi delle tecnologie scritte da L.Ron Hubbard fondatore di Scientology.

Link correlati all’articolo:

www.noalladroga.org

Disintossicazione dalle tossine: www.clearbodyclearmind.com

Disintossicazione dalla droga e rieducazione: www.narconontop.org

Disintossicazione medicina naturale, il fai da te: www.vitalitymagazine.com/node/236

Le prove scientifiche su PubMed: tinyurl.com/narconon-pubmed

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