I traumi del passato e la meccanica quantistica

pubblicato in: AltroBlog 0
I traumi del passato e la meccanica quantistica

Medicina Quantistica e Bioenergetica

>> bit.ly/3dKxwWX

Perchè le memorie traumatiche delle generazioni passate che si ripresentano nel nostro quotidiano?
In questo articolo si propone un’estensione della Teoria Quantistica dei Campi volta a spiegare la
dinamica dei fenomeni biologici, con particolare riferimento ai cosiddetti psicotraumatismi
transgenerazionali.

Redazione – Scienza e Conoscenza – 31/05/2021

Articolo apparso su Scienza e Conoscenza n. 76 di Vincenzo Di Spazio, MD, Antonio Manzalini, Ph.D

La congettura elaborata, suffragata da molteplici conferme cliniche, è che la genesi degli
psicotraumatismi transgenerazionali si attua in una dimensione temporale ciclica attraverso
condensazioni di bosoni di Nambu-Goldstone, quindi ha a che fare con la meccanica quantistica.

Spieghiamo prima la Meccanica Quantistica

La Meccanica Quantistica (MQ) nasce, com’è noto, all’inizio del Ventesimo secolo e viene
progressivamente consolidata nella seconda metà degli anni Venti. In un contesto culturale e
scientifico ancora profondamente influenzato dai paradigmi riduzionisti, il potenziale innova-tivo
della MQ risulta inizialmente ridimensionato.

Le particelle (elettroni, protoni, neutroni…) erano considerate come oggetti materiali puntiformi,
dotate di una doppia natura, corpuscolare ed ondulatoria. Solo a partire dal secondo dopoguerra si
iniziò a superare questa visione atomistica, con lo sviluppo della Teoria Quantistica dei Campi
(TQC) [1].

In sintesi, nella TQC non esistono onde e particelle, nel senso della MQ, ma solamente campi e
“modidi oscillazione” quantizzati: la realtà è pervasa da un’intricatissima rete di fluttuazioni
energetiche che si intrecciano per dare vita ad ogni tipo di materia-energia osservabile.

Anche le stesse interazioni tra i corpi, secondo le quattro forze fondamentali, sono mediate dallo
scambio di bosoni (quanti dei campi di Gauge).

Questo quadro teorico, confermato con straordinaria precisione da numerose verifiche sperimentali, è
alla base dell’attuale Modello Standard, assieme al meccanismo di Higgs spiega l’acquisizione di
massa di alcune particelle dei bosoni dell’interazione elettrodebole.

La TQC si distingue dalla MQ anche per la rivisitazione del concetto di “vuoto quantistico”: il
vuoto perde il significato classico di mezzo inerte, e diventa stato di minima energia in costante
fluttuazione.

Nessun corpo è dunque statico ed isolabile: le fluttuazioni energetiche dei campi del vuoto e della
materia attuano una fitta rete di accoppiamenti dinamici e multi-scala.

In questa visione, la realtà appare dunque espressione profonda della generazione, elaborazione,
memorizzazione e scambio di informazione quantistica, le cui quantizzazioni sono tecnicamente
chiamate bosoni di Nambu Goldstone (NG).

I bosoni di NG sono portatori di informazione ed organizzazione della materia. Poiché la massa dei
bosoni di NG è nulla, e la loro energia a riposo è nulla, essi si possono condensare anche in un
numero infinito senza portare alterazioni ai livelli di energia dei sistemi ma semplicemente
modifi-candone il livello di simmetria, organizzazione.

Una caratteristica saliente dei bosoni di NG è che sono non-locali, ovvero agiscono istantaneamente
ed in modo distribuito, superando i limiti della località classica, ma pur sempre rivelabili
sperimentalmente.

Vediamo un esempio. Il reticolo di un cristallo ideale è caratterizzato da una certa simmetria
traslazionale (invarianza per traslazioni spaziali). Un cristallo reale, in genere, ha un’estensione
limitata ed inoltre può contenere anomalie strutturali, impurità, dislocazioni.

Questo determina delle rotture di simmetria traslazionale che generano, secondo il Teorema di NG, un
campo vibrazionale fononico (verificabile sperimentalmente) che modifica la simmetria del cristallo:
in questo caso i bosoni di NG prendono il nome di fononi.

Crono-informazione nel tempo immaginario

In questa direzione, i fisici Ricciardi e Umezawa hanno sviluppato una teoria secondo la quale il
meccanismo cerebrale di memorizzazione e recupero della memoria avviene attraverso delle rotture di
simmetria che generano bosoni di NG.

Secondo le evoluzioni di questo modello (recentemente ripreso ed esteso anche da Vitiello e
Freeman), in tutto il corpo, si verificherebbero rotture spontanee di simmetria dei dipoli elettrici
dei fluidi biologici dovuti alla continua interazione con l’ambiente.

CONTINUA LA LETTURA DI QUESTO ARTICOLO SU SCIENZA E CONOSCENZA N.76 E SCOPRIRAI:

La genesi di psicotraumi e la condensazione bosonica

Scoprire i traumi transgenerazionali analizzare l’energia del passato che si manifesta sui pazienti
oggi

Esempi pratici di traumi in pazienti

Conclusioni e risoluzioni

Scienza e Conoscenza n. 76 – Aprile-Giugno 2021 >> bit.ly/3dKxwWX

Rivista – Autori vari

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-76-aprile-giugno-2021-rivista-cartacea.php?pn=15
67
<www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-76-aprile-giugno-2021-rivista-cartacea.p
hp?pn=1567>

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *