ECCO PERCHE’ STEPHEN HAWKING PENSAVA CHE L’UNIVERSO FOSSE UN OLOGRAMMA

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ECCO PERCHE’ STEPHEN HAWKING PENSAVA CHE L’UNIVERSO FOSSE UN OLOGRAMMA

Di Salvo Privitera

27/07/2023, Ore 10:33

Stephen Hawking aveva un’idea dell’Universo diversa, per certi versi, rispetto ai suoi colleghi.
Così, insieme al cosmologo Thomas Hertog dell’Università di Cambridge (suo grande amico), iniziò a
cercare una teoria alternativa per spiegare la nascita dell’Universo, pensando all’idea che
l’Universo fosse un ologramma.

Hertog e Hawking hanno formulato un adattamento dell’olografia per risolvere il problema di come il
tempo sia sorto all’inizio dell’universo, un periodo di rapida inflazione 13,8 miliardi di anni fa
che ha messo in moto l’orologio cosmico e prima del quale non esisteva il tempo.

Questa non è la prima volta che viene proposta una teoria olografica dell’universo. Più di 25 anni
fa, Juan Maldacena dell’Institute for Advanced Study di Princeton ha suggerito che l’universo
quadridimensionale possa esistere come una sorta di proiezione olografica da una superficie di
dimensioni inferiori (lo dice anche la NASA).

Hawking ed Hertog come Darwin

Hertog nel suo ultimo libro “On the Origin of Time: Stephen Hawking’s Final Theory”, ha spiegato che
lui e Hawking si sono trovati a costruire, in effetti, un albero di leggi fisiche che è stato
forgiato nelle prime fasi dell’universo da un processo che ricorda la variazione e la selezione
dell’evoluzione darwiniana.

“È un po’ come se stessimo proponendo una sorta di rivoluzione darwiniana in cosmologia”, afferma.
Ma quale forma prende questo albero cosmologico della vita? Nell’universo quantistico del Big Bang,
come visto da Hawking e Hertog, all’origine del tempo, l’universo infantile è in una sovrapposizione
di possibili stati, ognuno rappresentante un diverso percorso evolutivo e l’emergere di diverse
leggi fisiche.

Si può solo guardare retrospettivamente al percorso evolutivo che l’universo ha effettivamente
preso. Ciò significa che l’universo è “sintonizzato” per la vita perché solo in un universo in cui
potrebbero nascere stelle e pianeti potrebbe emergere la vita intelligente capace di ponderare la
propria esistenza. Questa idea di diversi percorsi universali di evoluzione può sembrare un
multiverso, ma non lo è perché esiste un limite fondamentale a ciò che gli scienziati possono
sapere.

La teoria finale

Verificare la teoria finale di Stephen Hawking è un compito arduo perché guardare indietro nel tempo
fino al Big Bang con l’astronomia attuale è – almeno oggi – impossibile; questo perché l’universo
infantile, nel suo stato caldo e denso, era opaco alla luce. Solo quando l’universo si è espanso e
raffreddato circa 300.000 anni dopo il Big Bang, gli elettroni potevano legarsi ai protoni per
formare atomi. La scomparsa di elettroni liberi durante questa era dell’universo, nota come epoca di
ricombinazione, ha permesso ai fotoni di viaggiare liberamente nel cosmo, rendendo così l’universo
trasparente.

Esiste tuttavia un’altra forma di radiazione, conosciuta come onde gravitazionali, che sono piccole
onde nello stesso tessuto dello spaziotempo causate da oggetti di grande massa in accelerazione. “Le
onde gravitazionali potrebbero raggiungerci direttamente dall’inizio dell’universo”, aggiunge infine
Hertog. “E forse ci sono segnali di onde gravitazionali che possono rivelare qualcosa su quella fase
primordiale dell’universo durante la quale le leggi della fisica si stavano ramificando.”

“Siamo nella stessa barca di Darwin nel XIX secolo; non aveva molti fossili per ricreare l’albero
della vita, e noi non abbiamo molti fossili per ricreare l’albero delle leggi fisiche. Speriamo che
entro la fine del secolo, saremo in un posto diverso.”

FONTE: POPULARMECHANICS bit.ly/3rKZkFf

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