Ayurveda e alimentazione

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Ayurveda e alimentazione

di Sadbhawna Bhardwaj

Per meglio comprendere come in India e nell’antico sistema medico-naturale
Ayurveda, sia considerata l’alimentazione e quale importante ruolo rivesta,
faremo una piccola premessa all’Ayurveda, giusto per inquadrare i maggiori
principi di base di questa scienza.

Innanzitutto l’Ayurveda interviene sulla salute fisica, mentale, spirituale
e sociale, e contemporaneamente tratta il malato e la malattia. Il termine
AYURVEDA deriva da “Veda”, conoscenza, e da “Ayus”, vita, significa perciò
conoscenza della vita e ci offre una visione a 360 gradi che ci permette di
correggere gli errori e tornare come eravamo alle origini, cioè sani.

Non parliamo solo di una scienza medica, poiché Ayurveda racchiude in sé
filosofia e disciplina: è quindi considerata un modello di stile di vita ben
preciso che aiuta tutti e ad ogni età.

Affronta pertanto argomenti riguardanti: le tecniche di purificazione e
ringiovanimento del livello fisico e del livello psichico, etica, tolleranza
ed infine si occupa delle condizioni patologiche, dell’uso terapeutico del
cibo con spezie, delle erbe, delle discipline più classiche di medicina
interna, otorinolaringoiatria, tossicologia, ginecologia, pediatria e infine
chirurgia.

Tali conoscenze sono state generate da una grande esperienza e dalla ricerca
della verità ad opera di grandi Rishi , quelli che in genere in occidente si
definiscono “Santoni”, ma il significato della parola Rishi è “Osservatore”.
Essi, osservando la natura, riflettevano su tutto ciò che li circondava e
iniziarono molto presto a porsi delle domande, anche di carattere
esistenziale, invece di sfruttare il mondo per i loro interessi materiali.

I Rishi capirono ben presto che la risposta ultima e senz’altro la più
certa, alle loro domande era che tutti un giorno torneremo a casa e subiremo
la MUKTI, la liberazione come l’illusione sorge dall’infinito e si dissolve
nell’infinito.

Così nasce in origine la filosofia dell’Ayurveda che è ancor oggi ,
applicabile all’uomo, considerato il microcosmo, nel creato che ci circonda,
il macrocosmo ove il microcosmo dell’esistenza umana si riflette,
naturalmente. Mi piace pensare sempre che la salute ed il benessere siano
come una persona seduta su una sedia.

La sedia ha 4 gambe solide che la sostengono e ognuna di queste 4 gambe
svolge la sua funzione specifica e pari alle altre, che è quella di
sostenere in questo caso la nostra salute sulla quale stiamo più o meno
comodi a seconda dei momenti. Le 4 gambe rappresentano:

– le necessarie cure e le medicine che ci servono per guarire dai malanni
piccoli e grandi

– un’altra importante, è l’esercizio fisico che da una semplice passeggiata
allo yoga ed altri sport ci aiutano tutti i giorni a sentirci belli e sani
dentro e fuori

– il terzo sostegno, fondamentale, è la nostra condizione mentale intesa
come positività o negatività del periodo attraversato, stress,
preoccupazioni, psicosi, paure che somatizzate nella mente e nel fisico che
destabilizzano il carattere e turbano le funzioni vitali, a lungo andare.

– l’ultima gamba, ma forse dovremmo dire che è la prima perché molto
decisiva, è la cura dell’alimentazione quotidiana che ci mantiene in forze,
prevenzione vera e in salute lontano da qualsiasi problema patologico.

Come voi certamente saprete, la digestione inizia in bocca con la percezione
dei gusti. L’informazione del gusto del cibo viene decodificata dalle
papille gustative che inviano un messaggio attraverso i nervi al cervello,
il quale riconosce questi gusti e prepara gli organi digestivi a compiere il
loro dovere in presenza di quello specifico gusto. Per questo è importante
mangiare lentamente assaporando il cibo: la mancanza di percezione dei gusti
dà pesantezza.

L’Ayurveda approfondisce l’analisi del cibo attraverso la conoscenza dei
cinque grandi elementi, dei sei gusti esistenti, dell’energia che si
sprigiona nella catalizzazione dei cibi in questione, della sua azione su
corpo, mente, spirito e, per finire, della sua azione farmacologica ove ce
ne fosse.

Il cibo che nutre il corpo, secondo gli antichi testi è derivato dagli
stessi 5 elementi di cui il corpo è composto, i cinque Mahabhutas ( grandi
elementi allo stato macrocosmico ): Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra.

Questi cinque elementi di base nel cibo li troviamo in cinque principali
categorie di cibi di base a cui sono attribuite poi le qualità dei 5
elementi stessi:

– nel riso, nel grano, nei cereali in genere predomina l’elemento terra
nel latte e nei succhi di frutta predomina l’elemento acqua

– nelle spezie che stimolano vari enzimi predomina l’elemento fuoco
nei germogli e nei semi predomina l’elemento aria

– il riso soffiato contiene etere

Per fare, comunque, un altro esempio semplice sul pensiero ayurvedico
applicato direttamente, potremmo dire che:

– quando il potere digestivo è debole si devono usare le spezie che sono
ricche dell’elemento fuoco e qualitativamente scaldano lo stomaco: un po’
come aiutare un forno ad arrivare alla giusta temperatura quando non ce la
fa da solo;

– oppure quando la persona soffre di edema ed è predisposta alla ritenzione
idrica quindi, si deve evitare il sale perché l’elemento predominante è
l’acqua e non facilita l’eliminazione dei liquidi in eccesso;

– oppure se la persona ha sensazioni di bruciori, deve assumere uva o melone
che hanno un effetto calmante rinfrescante dovuto alla qualità di freschezza
dell’elemento acqua.

Dunque, la digestione inizia in bocca con la percezione dei 6 gusti
esistenti: dolce, acido (o aspro), salato, piccante (o pungente), amaro ed
astringente. L’informazione del gusto del cibo viene decodificata dalle
papille gustative che inviano un messaggio attraverso i nervi al cervello,
il quale riconosce i sei gusti e prepara gli organi digestivi a compiere il
loro dovere in presenza di quello specifico gusto. Per questo è importante
mangiare lentamente assaporando il cibo: la mancanza di percezione dei gusti
dà pesantezza.

L’EFFETTO DEI GUSTI SULL’ORGANISMO

Potendo riassumere in breve, per l’effetto dei gusti sull’organismo troviamo
che:

– il gusto dolce: stimola il pancreas ed è calmante del carattere e
dell’appetito;

– l’acido: stimola le ghiandole gastriche, stimola la secrezione salivale e
favorisce il senso di soddisfazione;

– il salato: stimola l’appetito, influisce sul bilancio idrico ed è
stabilizzante;

– il piccante: stimola il metabolismo, riscalda e purifica, è un ottimo
tonico;

– l’amaro: purifica e depura, stimola le funzioni di fegato e la
cistifellea, è stimolante;

– l’astringente: sedativo delle mucose, prosciugante e astringente.

Per finire, il legame immediato tra le qualità del cibo, l’effetto
terapeutico dei sei gusti e il loro impatto sulla salute non è sempre ovvio,
in parte a causa delle complesse diete occidentali e degli effetti del
processo digestivo sul cibo, che non viene tenuto sempre in considerazione.

I Charaka Samhita, antica raccolta di ricerche e trattati medici indiani,
elenca otto fattori specifici dei quali dovreste tener conto nel determinare
la dieta a voi più adatta. Valutare la vostra dieta in rapporto a tali
fattori, poiché ognuno di essi aiuterà a decidere se il regime alimentare
prescelto è giusto nelle attuali circostanze, oppure indicherà i punti da
modificare.

GLI 8 FATTORI ELENCATI DAI NOSTRI PIU’ ANTICHI TESTI MEDICI

1) – le qualità in natura dei cibi (es.: da cui dipenderà una veloce o lenta
digestione e successiva evacuazione)

2) – modo in cui possono essere alterate le qualità naturali dei cibi (es.:
il tipo di cottura o di condimento prescelti)

3) – gli effetti della combinazione dei cibi dell’intero pasto (es.: apporti
sbilanciati, eccessi e di cibi compatibili e non possono rallentare o
danneggiare il processo digestivo per diverso tempo)

4) – la quantità di cibo ingerita (naturalmente importante ed indicata nella
regola suddetta). Durante ogni pasto bisogna assumere cibo in piccole
quantità, cercando di ripartire lo spazio nello stomaco in questo modo:

1/2 dello spazio in cibo solido
1/2 di liquidi
1/2 lasciarlo vuoto.

5) – luogo, clima e tecniche di produzione con cui il cibo è stato coltivato
e preparato (per un discorso di proprietà organulettiche del cibo e le
tecniche utilizzate per averlo finito sulla nostra tavola)

6) – gli effetti delle stagioni e dell’ora del giorno (anch’essi da
rispettare per l’estrema abitudinarietà che il corpo normalmente possiede)

7) – l’orientamento generale sulle abitudini alimentari (nelle abitudini di
un popolo e di un paese)

8) – le differenze individuali nel consumo del cibo (concentrandosi su di
esso e masticando bene, il cibo dev’essere consumato con calma e in modo
regolare, ad esempio, ma è indicativa anche la costituzione fisica
individuale in questi casi).

L’Ayurveda esprime veramente la conoscenza della vita in tutti gli aspetti
possibili ed immaginabili che si incontrano tutti i giorni e che
terapeuticamente parlando mira fortemente alla prevenzione di tutte le
malattie e alla cura di affezioni croniche, suggerendo metodi di vita
quotidiana bilanciati che se svolti anche da soli aiutano a migliorare il
senso di benessere generale insegnando a prestare più attenzione ai bisogni
naturali di mente e corpo e a vivere in accordo con essi.

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