Autoipnosi e terapia – parte 1

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Autoipnosi e terapia – parte 1

di Antonio Bufano

“Ogni ipnosi e’ essenzialmente autoipnosi”
(Cheek e LeCron,1968)

PREMESSE

Esiste un’ampia offerta di libri con materiale e istruzioni per sviluppare stati mentali alternativi
a stati ordinari e finalizzati all’autoguarigione, ma molti hanno nessuna base sperimentale e una
dubbia fondatezza scientifica.
Per di più sembrano presupporre una idea della mente non ecologica e non integrativa e incoraggiano
a instaurare un rapporto direttivo e coercitivo con una parte di sé. E’ stato ormai ampiamente
dimostrato che la mente umana è naturalmente predisposta a entrare in stati di coscienza alterati.
Secondo alcuni Autori, viviamo continuamente in uno stato ipnotico, in un mondo di apparenze, di
come se (Watzlawick 1988).
E’ stato anche osservato che il processo dell’apprendimento costituisce un fenomeno vitale per
l’essere umano ed è significativamente stato-dipendente. Si può apprendere accidentalmente e
casualmente e spesso il supporto di uno stato di coscienza autoindotto diventa determinante.
Nel caso in cui si intenda indursi una trance deliberatamente risulta problematico ottenere
autonomamente una disorganizzazione o una discontinuità della consapevolezza ordinaria.

C’è però da considerare l’importanza della disponibilità mentale che ognuno si crea in riferimento
all’accesso a esperienze non pienamente controllabili con la mente conscia.
Entrare in trance significa accettare l’idea di far coabitare dentro di sé una parte razionale e una
parte non razionale.
E’ importante sottolineare che per chi usa professionalmente ed esplicitamente la trance diventa
prioritario conoscere tutte le potenzialità dello strumento ipnotico. In genere non si è mai stata
data adeguata importanza alla mente del terapeuta fino a includere nel repertorio di abilità proprie
dell’Operatore di ipnosi una serie di impieghi autoipnotici.
La trance del terapeuta durante la seduta è stato per lo più stata trattata come un evento possibile
e incidentale all’interno del lavoro terapeutico. Esiste una evidenza statistica che indica che
molti terapeuti alla fine del percorso formativo in ipnosi abbandonano l’uso dell’ipnosi per
prediligere altri strumenti a causa della difficoltà di gestire la propria trance (Wilbacher,1998).
Però la mente del terapeuta deve poter procedere in più direzioni e deve essere dotata e allenata
creativamente per affrontare efficacemente tutte le fasi della terapia.

E’ utile interrogarsi non solo se la terapia per il terapeuta e il paziente si esaurisca
completamente all’interno della seduta, ma sostanzialmente come la sperimentazione degli stati
ipnotici vada ad arricchire la dinamica degli stati di coscienza del soggetto nella vita quotidiana.
E’ plausibile pensare che il processo ipnotico si estenda con una continuità e con modalità
sorprendenti nella vita di tutti i giorni.
E’ ipotizzabile che possano essere esaltati stati sonnambulici in cui la dotazione di una alta
concentrazione possa agevolare l’esecuzione di compiti come guidare un automobile.
La mente conscia del terapeuta nell’approccio al paziente può risentire di tutte le limitazioni
proprie della sua natura, anche se ci permette di tenere un contatto determinante con la cosiddetta
realtà condivisa.

Nel corso della stesura del presente lavoro ci siamo posti una serie di domande che sono emerse
spontaneamente e in questa sede tenteremo di dare delle risposte che certamente non potranno
soddisfare tutti gli interrogativi di partenza. E’ necessario avere una vita di veglia
insoddisfacente per entrare in autoipnosi?
Quanti eventi con alterazione spontanea di stato di coscienza possono definirsi autoipnosi? Ad
esempio i sogni a occhi aperti costituiscono una forma di autoipnosi?

Se è vero come sosteneva Erickson che tutti sono ipnotizzabili, l’autoipnosi è un’esperienza
realmente accessibile a tutti?
Usare le suggestioni indirette in eteroipnosi come modo per evocare un complesso sistema di risposte
interne rappresenta una via per generare impropriamente e indirettamente autoipnosi?
Il cervello umano segue modelli di funzionamento che producono automaticamente stati autoipnotici?
E’ possibile praticare autonomamente autoipnosi senza avere una idea definita di cambiamento?
Aver praticato autoipnosi per conto proprio ha un effetto facilitante rispetto all’avvio di una
terapia ipnotica e viceversa aver avuto una esperienza eteroipnotica facilita l’autoipnosi
successiva?
Quanta terapeuticità è racchiusa nella pratica autoipnotica?
L’autoipnosi può costituire una necessità laddove la seduta ipnotica non esaurisce gli obiettivi di
questa?

In questo breve studio cercheremo di focalizzare tutta la ricchezza dello strumento autoipnotico in
special modo nel contesto terapeutico tracciando, dove opportuno, le differenziazioni con
l’eteroipnosi.
Escluderemo tutta una serie di contesti non terapeutici dove il fenomeno autoipnotico emerge per
assolvere a varie funzioni.Ad esempio nei campi di concentramento e in guerra dove pure vengono
prodotti stati di coscienza alterati per la sopravvivenza dell’individuo.
Inquadreremo sostanzialmente l’incontro tra un professionista e un paziente entro e fuori la cornice
della seduta e basato su un modello terapeutico in cui è esplicitato il primato dell’ipnosi nel
piano di trattamento.
Indagheremo la fenomenologia ipnotica sviluppabile parallelamente e non nella mente del paziente e
nella mente del terapeuta e in particolare se e quali fenomeni ipnotici compaiono in autoipnosi e
con quale grado di profondità. Tracceremo le linee teoriche che possono sostanziare meglio il
discorso sull’autoipnosi.
Infine individueremo le tecniche e i campi di applicazione significativamente indicativi per noi.

Determinanti culturali della trance
Esiste una forma di trance abitualmente praticata a Bali in situazioni ritualistiche e con precisi
significati religiosi.
Lo sciamano deve poter produrre per sé un forte stato ipnotico per poter operare in modo credibile
in relazione a un contesto popolato da altri.
Nella Grecia antica la sacerdotessa del tempio di Apollo dettava oracoli dopo essere andata in
trance masticando foglie di alloro.
Da oltre 1700 anni sul monte Athos i monaci ortodossi greci praticano la Preghiera del cuore così
chiamata perché le parole vengono scandite in modo da ricalcare il naturale battito cardiaco
(Thomas,1976).
Da un punto di vista costruzionistico-sociale l’incontro terapeutico si evolve in una co-costruzione
di significati in un ambiente socio-culturale ben determinato (Liotti 2001).

MODELLI TEORICI

Immaginazione e Ipnosi

E’ bene operare una adeguata distinzione fra i due fenomeni. Spesso si può incorrere nell’errore di
assimilare semplicisticamente la stessa autoipnosi all’immaginazione. L’essere umano possiede la
naturale capacità di produrre le immagini mentali.con una spontanea predisposizione alla componente
visiva o a quella uditiva.
Come ricorda Erickson l’osso del piede è unito all’osso della caviglia per cui la capacità di
immaginare visivamente è connessa alla capacità di immaginare uditivamente.
Immaginare è un modo non mediato linguisticamente.di accedere a una attività creativa personale.
Immaginare non garantisce in assoluto la riuscita ipnotica, ma può agevolare considerevolmente il
processo ipnotico nelle sue varie fasi.
Nei primi esperimenti sulla natura dell’ipnosi , Erickson scoprì che visualizzare e immaginare una
semplice azione come prendere dei frutti, esaminarli attentamente e poi posarli, sfociava in trance
profonde con allucinazioni (Erickson, 1980).
Shone (1982) descrive il caso di una persona che incontrava difficoltà nell’approfondimento della
trance che risolse immaginando di leggere un romanzo in cui un ipnotizzatore ipnotizzava la
protagonista.
Essere in grado di descrivere dettagliatamente e vividamente i contesti a cui naturalmente reagiamo
permette di intensificare notevolmente le risposte. In base alla teoria ideomotoria dell’ipnosi il
pensiero può tramutarsi in azione a seconda del livello di energia impiegato.

La Storia

Emile Coue, farmacista consegnava ai suoi clienti i farmaci accompagnati da una serie di suggestioni
da recitarsi autonomamente. A un certo punto della sua carriera sposò un approccio in cui abbandonò
definitivamente la trance per valorizzare esclusivamente l’autosuggestione.
Charles Baudouin (1921) arrivò a definire una teoria articolata dell’autoipnosi. Il suo intervento
si basava essenzialmente nell’istruire minuziosamente il soggetto all’autoipnosi in modo da
consentirgli di rendersi consapevole delle proprie autosuggestioni.
Aldous Huxley (Bandler, 1984) rappresenta un esempio di uno studioso geniale che ha sviluppato
autonomamente una forma autoipnotica che ha chiamato Riflessione Profonda. Era in grado di entrare e
uscire da stati di coscienza alterati con molta facilità mostrando una spiccata abilità nel
sonnambulismo profondo. Aveva fatto diverse esperienze psichedeliche con la messalina. Huxley era
molto interessato all’ipnosi e Erickson all’approccio di Huxley ai problemi psicologici e all’uso
assai peculiare della sua mente inconscia. Da questo nel 1950 nacque una interessante collaborazione
documentata in parte a causa di un incendio avvenuto nella casa di Huxley a Los Angeles dove
bruciarono alcuni appunti di Erickson.
Erickson descrisse la riflessione profonda di Huxley come uno stato di profondo di rilassamento
fisico caratterizzato da un profondo distacco dalle cose esterne, senza perdita della realtà fisica,
né amnesia o perdita dell’orientamento. Huxley riferiva di riuscire a prendere appunti senza
rendersi conto dell’atto fisico.

Umadze e la teoria dell’Aspettativa

Intorno agli anni 60 il ricercatore russo Umadze (1966) notò che l’aspettativa agiva
inconsapevolmente in molti aspetti della vita di una persona fino a rappresentare un modello di
funzionamento globale.
Identificò pertanto due livelli di vita mentale che hanno il controllo dei comportamenti e che
agiscono fuori della coscienza. Nel primo livello il comportamento è completamente condizionato,
mentre nel secondo chiamato dell’oggettificazione, la percezione è basata sull’aspettativa senza una
reazione diretta. Pertanto la teoria di Umadze rappresenta un modello per capire tutta l’influenza
che ha l’aspettativa nella dinamica dell’esperienza cosciente.

continua…

(dal sito www.vertici.com)

Approfondimento sul sito www.sublimen.com

Sul sito www.sublimen.com e’ disponibile il CD di Musica subliminale con infrasuoni sull’
Ipnosi e Autoipnosi.

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