Autoipnosi e terapia – parte 6 e fine

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Autoipnosi e terapia – parte 6 e fine

di Antonio Bufano

“Ogni ipnosi e’ essenzialmente autoipnosi”
(Cheek e LeCron,1968)

CONCLUSIONI

La questione autoipnosi può essere affrontato da più punti di vista. L’autoipnosi può essere vista
essenzialmente come il prodotto di una precedente ipnosi e susseguente suggestione post-ipnotica e
dunque non esistere come fenomeno autonomo. Viceversa si può essere convinti che l’ipnosi abbia
luogo solo a patto che il soggetto si renda disponibile a produrre la propria autoipnosi e dunque è
solo l’autoipnosi a esistere.
Ad ogni modo avvengono nella fenomenologia della coscienza una serie di eventi aspecifici, senza una
intenzionalità esplicita finalizzata alla produzione di una trance che non sono facilmente
collocabili e definibili.

La coscienza va incontro ordinariamente a un processo di discontinuità in cui diventa operante il
meccanismo dissociativo. I cosiddetti sogni a occhi aperti non rispondono a una casualità
rintracciabile nella mente conscia, ma a importanti bisogni del sistema mente-corpo.
Di fatto l’evento autoipnotico può avvenire all’interno o all’esterno di una cornice terapeutica.
La stessa relazione terapeutica non è altro che una fitta trama di stati di coscienza auto/etero
indotti.
Ognuno può autonomamente misurarsi con un universo di risultati desiderati e desiderabili per sè, ma
in assenza della supervisione di un ipnotista esperto può essere difficile porsi obiettivi adeguati
e appropriati.

Crasilneck (1975) cita una serie di esempi in cui persone non educate al corretto uso dell’ipnosi
possono fare richiesta di un training autoipnotico finalizzato al raggiungimento di obiettivi
irrealistici e qualche volta non sani.
Un avvocato aveva fatto richiesta di imparare a dormire tre ore a notte, mentre uno studente
mediocre voleva assicurarsi voti eccellenti.
In autoipnosi il saper fare è una dimensione intimamente legata alle potenzialità soggettive
presenti e non alla fantasia di un fare straordinario.

Erickson (1987) ha sostenuto più volte il fenomeno dell’interferenza di obiettivi apprezzabili da
parte della coscienza, ma in disaccordo con i bisogni dell’inconscio.In tal senso sottolineava che
l’insistenza a interferire coscientemente con l’inconscio determina l’insorgenza di un problema.
Ne possiamo trarre che fare autoipnosi senza una consapevolezza di come dimensionarla correttamente
può produrre danni.
Al contrario nell’ambito di una relazione terapeutica si può ragionevolmente concludere che a
prescindere se sia fatto in modo deliberato o no si sviluppa sempre una qualche forma di autoipnosi
nel soggetto in terapia anche non esplicitamente ipnotica. Del resto Lankton (1984) ha dimostrato
che gli stati ipnotici sono presenti in molte forme terapeutiche e coinvolgono pazienti e terapeuti.
Oltre a ciò occorre distinguere gli eventi di autoipnosi spontanei da quelli strutturabili in un
addestramento esplicito.
Impegnare già nelle prime fasi della terapia il paziente in un vero e proprio training autoipnotico
significa operare strategicamente e apertamente sullo svincolo e l’autonomia del soggetto.
Per di più rinforza la convinzione di poter godere di un controllo su aspetti inattesi della propria
vita.

L’autoipnosi suggerita e sostenuta continuatamene mobilita il soggetto verso una continua ricerca
interiore e verso quella autoesplorazione cara a Milton Erickson. Grazie all’autoipnosi diventa
possibile l’acquisizione di livelli elevati di abilità in una integrazione mente-corpo.
Naturalmente l’autoipnosi svincolata completamente da una relazione terapeutica non è assolutamente
appropriata nel caso di problematiche psicologiche gravi. Wilbacher (comunicazione personale, 2002)
consiglia l’uso dell’autoipnosi come forma di terapia di mantenimento durante e in seguito a una
terapia ipnotica breve. Crasilneck (1975) suggerisce ai pazienti di attenersi nella propria pratica
autoipnotica a insiemi di suggestioni legati strettamente al lavoro terapeutico in corso. Nella
ipnosi moderna viene ampiamente valorizzata la responsività in luogo della suggestibilità in una
visione evocativa dei fenomeni ipnotici (Ducci 2002). La pratica dell’ autoipnosi fondata
sull’accrescimento della percezione di sé sembra porsi coerentemente in linea con ciò.

Non si può non concludere senza fare un doveroso accenno alla formazione professionale in ipnosi
clinica e ai modi più opportuni per organizzarla intorno alla consapevolezza e allo sviluppo delle
capacità autoipnotiche dell’allievo. Tutto il mondo formativo sta facendo un notevole sforzo per
superare le limitatezze del pensiero orientato agli obiettivi e all’esclusiva attenzione alle
tecniche (Short, 1999). Si vanno proponendo metodologie indirette come il metodo della narrazione,
apprendere attraverso il raccontarsi, descrivere le proprie emozioni in rapporto alla relazione con
l’altro (Kaneklin, 1998).
Nell’ambito formativo strettamente ipnotico da una indagine condotta da Wilbacher e Gandolfi (1998)
risulta che un’alta percentuale di allievi ritarda o abbandona definitivamente l’uso professionale
dell’ipnosi. Dopo una fase iniziale di apparente sicurezza nel corso della formazione, alla fine di
questa l’allievo entra in una fase mentale di shock che può portare all’abbandono dell’ipnosi in
quanto si ritrova da solo a gestire l’impatto emotivo del lavoro in trance. Il neo terapeuta prova
disagio per le sue risposte corporee e emotive. L’atto di indurre la trance nel paziente produce
simultaneamente uno stato autoipnotico nell’ipnotista. Diversamente dalle altre forme
psicoterapeutiche dove l’apprendimento emozionale del sé avviene in modo graduale, in ipnosi
l’impatto è immediato e inaspettato.
Nell’indagine emerge che gli allievi non riescono a fornire una risposta soddisfacente in merito
all’abbandono dello strumento ipnotico in favore di altri approcci terapeutici, ma solo se l’allievo
attiva uno scambio emozionale con il formatore riesce a entrare in una fase mentale di superamento
che lo aiuta a neutralizzare lo shock e a far funzionare la mente sintonicamente e simultaneamente
fra processi emotivi e razionali.

Ricerca di fonti bibliografiche
Per la ricerca bibliografica si è proceduto compiendo innanzitutto una ampia ricognizione dei
riferimenti all’autoipnosi provenienti dai testi in lingua italiana sull’ipnosi di maggiore
diffusione con particolare riferimento al lavoro di Milton Erickson. Non si è proceduto a una
accurata ricerca di articoli tratti da Riviste del settore e pertanto ne segnaliamo pochi
significativi. Si è constatato l’esistenza di una ristretta bibliografia di testi in lingua italiana
dedicata espressamente all’autoipnosi.

La ricerca attraverso internet ha permesso di evidenziare una disponibilità di indicazioni
applicative di tipo divulgativo e propagandistico poco approfondite sul piano teorico. Qui di
seguito elenchiamo 50 titoli:

ABOZZI P., Manuale pratico di autoipnosi, L’AIRONE 1996
BANDLER R. GRINDER J., I modelli della tecnica ipnotica di Milton Erickson, Astrolabio 1984
BANDLER R. GRINDER J., Ipnosi e trasformazione, Astrolabio 1982
BAUDOUIN C., Suggestion and autosuggestion, Bodd Mead and Co. 1921
BUZAN T., Use your mind, Bbc Publication 1974
CHEEK D.B. LECRON L.M., Clinical Hypnotherapy, Grune and Stratton 1968
CITRENBAUM C.M.KING M.E. COHEN W.I., Il controllo delle abitudini mediante l’ipnosi, Astrolabio 1987

COPELAN R., Ipnosi e autoipnosi, Armena 1992
CRASILNECK H. B., HALL J.H., Ipnosi clinica, Astrolabio 1975
DILTS R. GRINDER J. BANDLER R. BANDLER L.C. DELOZIER J., Programmazione neurolinguistica, Astrolabio
1982
DUCCI G. CASILLI C., La supervisione nella nuova ipnosi, Angeli 2002
EDELSTIEN M.G., Trauma trance e trasformazione, Astrolabio 1982
ERICKSON M.H., Opere volume 1, Astrolabio
ERICKSON M.H., Opere volume II,Astrolabio
ERICKSON M.H., Guarire con l’ipnosi, Astrolabio 1983
ERICKSON M.H. ROSSI E.L., Ipnoterapia, Astrolabio 1982
ERICKSON M.H. ROSSI E.L., L’esperienza dell’ipnosi, Astrolabio 1985
ERICKSON M.H., La ristrutturazione della vita con l’ipnosi, Astrolabio 1987
ERICKSON M.H., La comunicazione mente-corpo in ipnosi, Astrolabio 1988
FROMM E., Similarities and differences between self-hypnosis and hetero-hypnosis, Discorso
inaugurale, American Psychological Association 1973
FROMM E., An idiosyncronic long-term study self-hypnosis, Studio presentato alla Convenzione della
American Psychological Association 1974
GALLWEY W. T., The inner game of tennis, Random House 1974
GALLWEY W.T., The inner game of golf, Jonathan Cape 1979
YOUNG P., Autoipnosi, RED 1991
HALEY J., Cambiare gli individui, Astrolabio 1987
HARRIGEL E., Lo Zen e il tiro con l’arco, Adelphi 1975
KANEKLIN C.,SCARATTI G., Formazione e Narrazione, Cortina 1998
KLINE M.V., GAZE H., Self-hypnosis in childbirth: a clinical evaluation of a patient conditioning
program, J.Clin. Exp. Hypn., 3: 142-147, 1955
LANKTON S.R.,LANKTON C.H., La risposta dall’interno, Astrolabio 1984
LORIEDO C., Strategie e stratagemmi della psicoterapia, Angeli 2002
LIOTTI G., Le opere della coscienza, Cortina 2001
MALTZ M., Psicocibernetica, ASTROLABIO 1965
MORRIS F., Autoipnosi in due giorni , Astrolabio 1974
MUTIMER P., Lo zen e l’arte di giocare a tennis, Newton & Compton 1998
PADOVANI E., Manuale pratico di RAT, Edizioni RED 1988
ROSEN S., La mia voce ti accompagnerà, Astrolabio 1983
ROSSI E.L. NIMMONS D., Autoregolazione del sistema mente-corpo, Astrolabio 1993
SIMPKINS C.A.,SIMPKINS A., Autoipnosi Ericksoniana, Astrolabio 2002
SHONE R., La tecnica dell’autoipnosi, Astrolabio 1982
SHONE R., Visualizzazione creativa, Astrolabio 1984
SHOR R., Hypnosis and the concept of the generalized reality orientation, American Journal of
Psychotherapy, 1959,13,582-602
SHORT D., Use-Oriented Thinking, Documento presentato al Settimo Congresso Internazionale sugli
Approcci Ericksoniani all’Ipnosi e alla Psicoterapia, Phoenix 1999
SOSKIS D., Insegnare l’autoipnosi, Astrolabio 1987
TART C., Stati di coscienza, Astrolabio
THOMAS K., Autoipnosi e training autogeno, Edizioni Mediterranee 1976
UMADZE D.N., The psychology of set, Consultans Bureau 1966
WATZLAWICK P., La realtà inventata, Feltrinelli 1988
WEITZENHOFFER A.M., General techniques of hypnotism, Grune and Stratton,1957
WILBACHER R., GANDOLFI A., Effetti e cambiamenti sulla personalità del terapeuta durante il training
di psicoterapia ipnotica, 3° Congresso Europeo di Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana, Venezia 1998
WOLBERG L.R., Medical Hypnosis, Grune and Stratton 1948

(dal sito www.vertici.com)

Approfondimento sul sito www.sublimen.com

Sul sito www.sublimen.com e’ disponibile il CD di Musica subliminale con infrasuoni sull’
Ipnosi e Autoipnosi.

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