Uno sguardo nei mondi oltre il velo… 1

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Uno sguardo nei mondi oltre il velo…

parte 1

di autori e fonti varie

I messaggi da cui possiamo trarre delle informazioni sono quelli
ricevuti dall’oltre, mediante un’attività di tipo medianico. Essi
possono essere ottenuti da scritture ispirate o automatiche , o da
sedute tradizionali medianiche.

La scrittura ispirata si pratica raccogliendosi in silenzio con un
foglio ed una penna, pensando alla persona cara disincarnata, meglio
se avendo invocato l’assistenza di un’entità spiritualmente elevata,
la nostra Guida spirituale, di cui siamo tutti dotati anche senza
saperlo, che ci possa fare da intermediario sicuro, per evitare
l’intrusione di spiriti burloni[110]. Nel seguito preciso meglio la
figura di tale Guida.

Dopo un eventuale periodo di attesa e di disorientamento, lo scrivente
percepisce delle parole spontanee, che deve scrivere senza critiche o
censure, senza domandarsi dove vadano a parare; con l’esercizio, tali
parole formano delle frasi coerenti, che lo stesso scrivente può non
aspettarsi. La scrittura ispirata è spontanea in alcune persone, ma
può essere appresa e praticata da tutti ed io stesso l’ho fatta per
anni, dopo averla imparata e sperimentata in diversi corsi
d’introduzione.[111]

La scrittura automatica è un sistema simile al precedente, ma più
specifico di personalità medianiche spontanee; in essa la mano scrive
messaggi che il medium stesso non detta, né segue completamente, ma
interpreta solo a posteriori, o addirittura la penna scrive da sola,
senza neppure essere tenuta da alcuna mano.[112]

Per cominciare citerei una frase che conferma appieno il titolo di
questo libro e le sue conclusioni; la frase è tratta da un libro,
scritto dal giornalista Mario Rigoni, che colloquiò con l’Arcangelo
Michele, attraverso la medium Esdra: “…il vero trauma é la nascita,
non é la morte; la morte é un passaggio meraviglioso verso la vita, la
nascita é una traumatica restrizione della libertà…”

Questa fonte di informazione, oltre a supportare le altre fonti, ha il
pregio di riferire la situazione dell’Aldilà dopo il trapasso. Infatti
si potrebbe pensare che il trapasso sia bello ed attraente come
descritto da tutti quelli che ebbero una NDE, ma poi le cose possano
cambiare. I rapporti dei messaggi ispirati o medianici confermano la
situazione a regime dell’Aldilà, che non differisce da quella iniziale
per quanto riguarda l’ambiente idilliaco, ma solo per l’impegno che le
entità assumono, generalmente attivo ed altruistico, lungi da una
contemplazione oziosa.

Ernesto Bozzano, un pioniere di queste ricerche, riferì una ricca
serie d’informazioni sull’argomento, tratte da contatti medianici coi
trapassati[113]. Esse ricalcano quanto sperimentato da chi fu in coma:

I trapassati si trovano in forma umana, dopo aver rivisto la loro vita
appena trascorsa; sono stati accolti dai loro cari defunti, in un
ambiente meraviglioso, analogo a quello terreno, ma spiritualizzato
(salvo il caso di individui depravati, che lo fuggono, non potendo
tollerare quel clima d’Amore). Molti sono passati attraverso un
periodo di riposo

I defunti dicono che, nel loro ambiente, si comunica per mezzo della
trasmissione del pensiero; la visione è tridimensionale, cioè si può
vedere un oggetto o un essere di fronte di dietro, di lato ed
attraverso di esso; il pensiero poi crea e produce quanto desiderato;
perciò le loro visioni possono essere influenzate dai loro stessi
desideri; ciononostante si riscontrano notevoli concordanze tra i vari
racconti sia dei defunti – raccolti per via medianica – sia di tutte
le altre fonti qui di seguito menzionate, tanto da poter dare loro una
buona credibilità. I disincarnati possono spostarsi dove vogliono con
un solo atto di volontà e si collocano automaticamente nell’ambiente
più affine al loro stato evolutivo.

Un libro particolarmente interessante e dettagliato sulla morte e la
condizione dei disincarnati è stato scritto più recentemente da una
mamma che perse un figlio giovanissimo. Essa, nel suo comprensibile
dolore e rimpianto, cercò un mezzo di comunicazione col figlio; lo
trovò dapprima attraverso dei medium, ma poi, dopo quattordici anni,
scoprì spontaneamente quanto inaspettatamente di poter dialogare lei
stessa con lui, attraverso la scrittura ispirata già menzionata.

Mediante la scrittura ispirata, la signora americana Suzanne Ward,
comunicò con suo figlio, morto in un incidente stradale, e riportò
quei messaggi nel libro: “Matthew, parlami del Paradiso”: un saggio
molto bello, entusiasmante e ricco di particolari sulla vita
disincarnata. Esso conferma molte delle informazioni già contenute nel
notevole libro, già citato: “Sulla soglia del mondo eterico”. Tra
l’altro, secondo questi messaggi, le persone che muoiono a seguito di
esperienze traumatiche e spaventose, o che soffrivano di rimorsi,
sensi di colpa o profonda tristezza, vengono accolte da entità
specializzate nella loro assistenza psicologica individuale, per
aiutarle ad adattarsi alla nuova situazione, in cui istantaneamente si
vengono a trovare.

Secondo i messaggi ricevuti, il “paradiso” (chiamato anche “Nirvana”,
“Eden”, “Campi Elisi”, “Walhalla”, ecc.) non è un luogo lontano[116],
ma una realtà coesistente fisicamente con la Terra, uno stato di
essere, funzionante in uno spettro energetico a frequenza superiore a
quello terreno[117], invisibile all’occhio fisico, come invisibili ci
sono le onde radio. Il paradiso, inteso come piano astrale (pur non
essendo che il primo livello degli stati beati, v. oltre), è in tutto
simile alla Terra ed è dedicato alla Terra stessa; nell’Universo
esistono altri pianeti abitati e ciascuno ha il suo paradiso; molti di
noi hanno vissuto anche in quegli altri pianeti, anche se non lo
ricordano più[118]; in paradiso tutto esiste al suo massimo splendore
e stato di conservazione, in una luce soave, emanata dagli oggetti
stessi, non prodotta dal Sole e quindi senza notti[119]; sarà per
questo che è invalsa la frase “luce perpetua”, riferita ai trapassati?
Il clima è sempre mite e non piove, ma la vegetazione prospera
perfettamente (probabilmente grazie all’acqua inesauribile dei fiumi e
del sottosuolo, come nell’Eden)[120]. Anche i continenti, gli edifici,
i monumenti e le realizzazioni umane di tutti i tempi vi sono
preservate, incluse quelle ormai distrutte sulla Terra ed in stato di
grande magnificenza. Bellissime sono anche le abitazioni dei
trapassati e degli angeli, che decidono di averle e che le ottengono
più o meno grandiose, in base al loro stato evolutivo.[121]

Ci sono anche gli animali: pacifici ed amichevoli (salvo quelli meno
evoluti e pericolosi, che sono esclusi) e vi possiamo incontrare
(temporaneamente[122]) quelli domestici a noi affezionati, che avevamo
sulla Terra, o che moriranno dopo di noi[123].

Gli esseri umani si presentano con un corpo analogo a quello fisico
terrestre, con l’apparente età di una trentina d’anni[124], qualsiasi
sia l’epoca del loro trapasso: se erano anziani ringiovaniscono, se
erano piccoli, appaiono bambini per poco tempo, ma poi crescono
rapidamente; secondo alcuni [124b] trenta – trentacinque anni è la
nostra età psicologica, cioè quella che abbiamo in mente pensando a
noi stessi: la nostra immagine interiore; comunque l’aspetto del
corpo può essere modificato a piacere, come si cambia un vestito ed
eventualmente adattato alla visione della persona da incontrare; così
un disincarnato può apparire ad una persona cara rimasta in vita,
assumendo l’aspetto che aveva prima di morire, per farsi riconoscere
meglio. Per lo stesso motivo le Grandi Entità (normalmente residenti
in mondi eccelsi) assumono la forma prediletta dai loro devoti, per
cui uno vedrà il suo Signore sotto l’aspetto di Gesù, un altro del
Budda, un altro di Krishna, ecc..

I residenti nel paradiso astrale sono dotati dei cinque sensi, ma
percepiscono tutto col sesto senso, incluso il mondo terreno, ma con
maggiore intensità e bellezza[125]. Essi indossano in genere abiti
bianchi, ma non sono soggetti al caldo o al freddo. Si nutrono di
energia e non hanno bisogno di mangiare, di respirare aria, né di
dormire o di possedere una casa o mezzi di trasporto, sebbene tutte
queste cose ci siano e siano permesse ed usate da chi lo desidera: se
uno vuol gustare un cibo che gli piace può farlo; se ama auto sportive
può averle.

Nell’Aldilà non si sta immobili su una nuvoletta, in contemplazione,
ma c’è possibilità di grande attività e coinvolgimento. Ognuno svolge
attività simili a quelle terrestri, ma senza necessità di guadagno,
per puro interesse evolutivo.

Tutti i desideri vengono materializzati col solo atto del
pensiero[126], che può comandare la trasformazione della materia in
energia e viceversa[127]; ci sono dei limiti posti dal grado evolutivo
dell’entità: più uno è evoluto, più ampia è la gamma di cose che può
ottenere, utilizzare e cambiare: una bella casa, bei vestiti,
automobili; insomma è un mondo che dalla nostra situazione terrena ci
appare magico. Chi sa che qualche piccola reminiscenza inconscia di
tale situazione abbia generato l’attrattiva nostalgica per certe
fiabe, come Aladino, Harry Potter, o le storie dei supereroi, come
Superman, Spiderman, che godono di alcuni poteri, che abbiamo
effettivamente nell’Aldilà? Forse i bambini possono avere ancora
qualche ricordo del mondo “magico” dell’Aldilà e perciò amano le
favole e ci credono. D’altronde c’è chi sostiene che questa
possibilità esista anche in Terra, sebbene molto più moderata [127b]

Conseguentemente alla situazione sociale dell’Aldilà, non c’è
necessità di denaro né di mezzi di trasporto, dato che ognuno può
trasportarsi istantaneamente dove desidera con un atto di volontà.
Esiste ogni genere lecito di svago, come concerti, spettacoli, sport,
biblioteche[128], musei, ecc. Tutto è dal vivo e gratuito, realizzato
dalle migliori personalità ed artisti di ogni tempo. Secondo alcuni
messaggi non ci sarebbero TV, films, registratori o computers, ma si
tratta probabilmente di una visione soggettiva, giacché nell’Aldilà
esiste per ciascuno tutto quello che desidera[129].

Secondo alcuni messaggi nel paradiso astrale non ci si sposa, ma c’è
chi riferisce il contrario, menzionando una forma sublime di unione
intima. Non ci si riproduce (visto anche che la riproduzione sulla
Terra consiste solo nel fabbricare un corpo che verrà usato da
un’entità già esistente). Ognuno si associa spontaneamente con chi è
al suo livello evolutivo, per cui, a differenza della Terra, si sta
con entità di evoluzione simile. Secondo alcuni[132], più si
progredisce nel livello evolutivo, più le entità tendono a stare
vicine ed unite tra loro, in conformità con la preghiera di Gesù: “
perché tutti siano una sola cosa “[133] (mentre ai livelli più bassi
ciascuno è solo, isolato dagli altri, sebbene altre entità possano
essere presenti abbondantemente intorno a lui).

Si comunica per lo più telepaticamente, senza barriere linguistiche,
cioè si comunica leggendo nel pensiero altrui. Di conseguenza ognuno
manifesta ciò che realmente pensa, senza inganni o ipocrisie. I
trapassati sono in grado di leggere anche i pensieri e le chiamate
delle entità incarnate. La lettura però è limitata a ciò che gli
incarnati consentono esplicitamente, rivolgendosi ai disincarnati;
mentre non è permesso entrare nei pensieri privati delle persone, né
di influire sulle loro vite, senza loro richiesta. Anche le Guide
spirituali, nell’Aldilà consentono ai neofiti di recepire i loro
pensieri limitatamente a quanto adatto al loro livello
evolutivo[133b].

E’ comprensibile come tutte queste caratteristiche vantaggiose
rispetto alla condizione terrena eliminino gli stress e le sfide
presenti sulla Terra e rendano, già per questo, il mondo astrale un
paradiso terrestre. In Terra c’è bisogno di mangiare, di coprirsi dal
freddo e quindi di lavorare per guadagnarsi il denaro per acquistare
il necessario per sopravvivere e procurarsi una casa; la difficoltà di
trovare lavoro complica ulteriormente le cose, suscitando
preoccupazioni e stress. Nei mondi superiori non c’è bisogno di
mangiare, né di acquistare vestiti o case: tutto si ottiene con un
atto di volontà. Sulla Terra ci si ammala e si soffre fisicamente,
mentre nell’Aldilà non esistono malattie o sofferenze fisiche;
eventuali ferite vengono risanate prontamente, con un atto di volontà.
Perfino il parto è doloroso sulla Terra, mentre i disincarnati non
procreano; non hanno rivalità scaturite dal sesso e dal possesso,
dall’ipocrisia e dall’inganno. E’ molto comoda anche la mancanza di
confronto e scontro con individui di evoluzione inferiore (con cui
invece siamo mescolati in Terra), giacché nell’Aldilà viviamo assieme
ad entità di evoluzione omogenea alla nostra, mentre abbiamo accesso
ai consigli ed aiuti di Maestri. Nel mondo astrale superiore non ci
sono lotte di potere, giacché l’avidità di potere è un sentimento che
trae verso i livelli inferiori dell’astrale, per cui, chi ne fosse
affetto, anziché dominare gli altri, cadrebbe più in basso.

C’è un’enorme disponibilità di documentazione e di istruzione,
accessibile a tutti. Sebbene si goda di comprensione e memoria assai
maggiore che sulla Terra, i disincarnati non diventano automaticamente
onniscienti, come alcuni pensano, ma maturano gradualmente e
rapidamente conoscenza ed esperienza con lo studio, e l’applicazione,
come in Terra; poi, con l’elevazione spirituale, accedono a conoscenze
intuitive.

Molti disincarnatati si dedicano all’assistenza invisibile alle
persone incarnate sulla Terra. Infatti ognuno di noi dispone di almeno
una Guida spirituale[134],o anche più d’una[134b] . Essa ci assiste
sia in Terra che nei mondi superiori.

Un brano di un messaggio ispirato, raccolto nel febbraio 2005 da una
mia amica, lo dettaglia:

<<… Ognuno ha accanto a esseri disincarnati, che, per amore, hanno
scelto di seguirci dalla nascita; loro sono molto più attivi di quanto
possiate immaginare. Sono coloro mandati da Padre per ognuno di noi,
perché per Lui siamo tutti importanti, tutti speciali …>>

Altri s’interessano di ricerca, progettazione, invenzione; le loro
idee ed informazioni vengono ispirate agli incarnati, che s’illudono
di averle prodotte da se e le utilizzano sulla Terra.
Altri si dedicano all’accoglienza di chi è appena
trapassato in circostanze traumatiche.

Per guadagnare esperienza nelle difficoltà tipiche della Terra ed
evolvere più rapidamente, o correggere alcuni aspetti manchevoli della
propria personalità[135], ognuno di noi è portato a reincarnarsi
volontariamente, come un cavaliere che abbia fallito un ostacolo e –
disarcionato – rimonti in sella e s’impegni subito a riprovarci.

A volte, nel programmare una nuova incarnazione, possiamo esagerare
nella scelta delle sfide da superare, senza renderci conto che possono
essere troppo dure; mi viene da paragonare questa situazione a quella
di uno che decida di fare il navigatore solitario, che s’imbarca in
una traversata oceanica, sull’onda dell’entusiasmo per l’attrattiva
dell’avventura; magari poi, nel cuore di una tempesta, si rammaricherà
per essersi esposto tanto. La Terra, perciò potrebbe essere il vero
purgatorio, in cui ci si purifica e s’impara di più a proprie spese.
Anche Sai Baba ci dice che: “La conoscenza senza esperienza personale
è futile”[135b]

Paola Giovetti, la nota giornalista del paranormale, nel suo libro
“Il paranormale in 200 parole chiave” riporta l’esperienza medianica
di una donna che aveva perso due figli in guerra; uno di essi le
riferì che, al momento della morte l’entità si libera dal corpo fisico
come una farfalla che lascia la sua crisalide e poi viene aiutato da
spiriti familiari; l’analogia con la nascita c’è tutta.

La sensitiva americana Joan Grant [137b] riferisce che, fin da
bambina, sapeva spontaneamente che tra un’incarnazione e l’altra si
vive in uno stato che lei chiamava: “La Bellissima Contrada”. In base
a tale certezza – che lei credeva presente in tutti – una volta,
avendo previsto che un uomo di 55 anni sarebbe morto il giorno
seguente, si congratulò con lui, perché sarebbe andato a star meglio;
fu sgridata molto per questo, ma l’uomo effettivamente morì! Da adulta
ebbe occasione – tra i tanti fenomeni paranormali occorsile – di poter
comunicare con una sua amica, deceduta per cancro. La prima cosa che
essa le disse fu di far sapere a tutti che molte entità amate
l’accolsero e sopratutto che la morte è facile e “divertente” e che
solo l’eventuale dolore fisico è penoso (come in ogni malattia, anche
non fatale), ma le due cose non vanno associate.

Roberto Setti, il medium del “Cerchio di Firenze” ricevette messaggi
che ci informano delle stesse cose apprese da altri: abbandonato il
corpo fisico ci può essere un momento d’incertezza sulla nuova
condizione; si può essere disturbati dalla disperazione degli
astanti[139], si rivede la vita trascorsa e si viene aiutati dai
propri cari defunti. Si vive nel mondo astrale, in tutto simile alla
Terra, ma assai più perfetto. Dopo una sosta lì, le anime evolute, il
cui corpo astrale è abbastanza puro – cioè privo di passioni e
desideri – se ne liberano; esso si dissolve facilmente, e le entità
possono procedere, con corpi più sottili[140] verso il livello
superiore: lo stato o mondo “mentale”, o quinta dimensione, dove si
studia e si medita e poi oltre, nei mondi superiori, sempre più
felici.[141]

La Ward ci informa anche che gli angeli e le entità più elevate, pur
comparendo ogni tanto nel mondo astrale, vivono a livelli superiori,
in relazione al loro grado.

Ancor più famosa è la sensitiva e scrittrice inglese Rosemary Altea,
che, attraverso i suoi numerosi libri, getta ulteriore luce sul mondo
dell’oltre, ribadendo, tra l’altro, l’inutilità del suicidio.[142]

E’ bene comunque non generalizzare e non giudicare mai, perché
anche in questo campo, come in altri, ci sono eccezioni e spiegazioni,
come quella descritta in un messaggio dall’oltre, ricevuto da una mia
amica medium nel gennaio 2008:

<
Vedere cosa il proprio gesto ha provocato negli altri, nelle persone
amate, lascia molto male. Ma le cose vanno così per tanti motivi.
Spesso perché doveva accadere, per altre persone, che dovevano
sperimentare in Terra il dolore e l’esperienza di un caro che si
suicida. Ovviamente è servito anche a X, ma il suo gesto è stato un
atto di infinito amore, “premeditato”, con altre anime, prima di
nascere! Un simile gesto d’amore va vissuto fino in fondo, affinché
non sia stato vano>>

La sensitiva americana Sylvia Browne ha colloqui continui con la sua
guida spirituale, che le ha illustrato, o fatto percepire direttamente
molti dettagli sulla condizione dell’Aldilà, che risultano assai
simili a quelle riportate dalla Ward e ci mostrano una condizione base
– quella di un giardino meraviglioso, pieno di fiori dai colori
ineguagliati in Terra – che ricorda molto quella che viene descritta
nella Bibbia a proposito del paradiso terrestre; d’altra parte la
parola “paradiso” sembra derivare dai termini analoghi ebraico
(pardès), persiano (pairidaeza) e greco (paràdeisos) che significano
“giardino”.

L’ateo Norman Ober (NJ, USA), che perse sua moglie per un cancro,
ricevette oltre tremila messaggi da lei, fino a convincersi della
realtà dell’Aldilà. In quelle comunicazioni Anita scrive – tra l’altro
– come si operi alacremente nel mondo astrale, pieno d’Amore; conferma
ancora una volta la reincarnazione. Rivela che esiste la vita in altri
otto pianeti del sistema solare. Dio non dà importanza ai dogmi e alle
credenze religiose, ma solo all’Amore [142b].

Molti altri medium parlano di una condizione dell’Aldilà meravigliosa,
simile a quella terrena, ma assai più perfetta; la Terra sarebbe solo
un riflesso sbiadito dei mondi ultraterreni, assai più completi,
raffinati e scintillanti[143]. Come già accennato, i trapassati si
occupano di molte attività, quali, ad esempio: [144]

· assistenza ai “nuovi venuti”: le entità appena trapassate, che
possono aver bisogno di orientamento, o addirittura di terapie, se
morirono in circostanze devastanti.

· cura dei “bambini”: i piccoli morti prematuramente, che poi
crescono rapidamente

· assistenza e guida alle persone ancora incarnate.[145]

· istruzione, sia per interesse intellettuale ed evolutivo, che
per lo svolgimento delle altre attività

· amministrazione

· edilizia

· spettacolo

Se non si può procedere verso livelli più elevati dell’Aldilà, si
permane nel mondo astrale per un periodo proporzionale ai meriti
acquisiti sulla Terra e poi ci si reincarna, per correggere gli
aspetti manchevoli della nostra personalità. Informazioni analoghe
sono contenute nei testi [145b]di Alice Bailey, la nota esponente
della teosofia, che avrebbe tratto i suoi insegnamenti da contatti
telepatici con l’entità disincarnata Djwhal Khul, detto “il tibetano”.

Un giorno andai a trovare una mia amica, che mi pregò di rimetterle in
funzione un PC, traslocato da un’altra abitazione. “Per caso” notò tra
i files sul desk-top un “messaggio dall’Aldilà”, che aveva ricevuto:
non ricordava come e quando.

Era di un’anziana signora, morta oltre dieci anni prima rispetto alla
ricezione del messaggio, che rispondeva alle richieste di una nipote.
Mi sembra riassumere molte delle rivelazioni di altra fonte sulla
morte e la vita nell’Aldilà e – tra l’altro – conferma le predizioni
sul 2012 di varia origine; perciò ho pensato opportuno ed interessante
citarlo:

” … Ognuno di noi continua, anche dopo quella che
chiamate morte, il suo cammino evolutivo. La sua anima rimane legata
all’energia del corpo fisico, più o meno radicalmente, e quindi
risente delle condizioni della sua incarnazione precedente.
… una volta oltrepassato il velo dell’oblio, ho iniziato a
“vedere” ed a “percepire” tutta la mia vita sulla Terra in modo
diverso, focalizzandomi soprattutto sugli episodi che più mi hanno
turbato emotivamente. E’ stato un processo lungo, dal punto di vista
umano, e molto intenso come esperienza dell’anima perché ci si trova
confrontati con se stessi, con le proprie responsabilità. Tutta la
nostra vita ci scorre davanti e questi episodi ci coinvolgono
particolarmente sino a quando non riusciamo a fare chiarezza in noi
stessi e con noi stessi. Posso qui dirti, mia adorata nipote, che
ognuno ha il suo ritmo, la sua esperienza, e, per quanto mi riguarda,
sono ancora ben lungi dall’aver compreso bene il significato della mia
incarnazione, la lezione in essa nascosta.
Si avanza un passo dopo l’altro dopo aver chiarito a noi
stessi e con noi stessi il senso di tutte le nostre esperienze,
rivivendo emotivamente gli episodi della nostra vita umana, anche
quelli che sul momento ci apparivano poco significativi.
Tutto ciò che viviamo ha la sua importanza e la lezione da
apprendere riguarda soprattutto la consapevolezza, perché bisogna
diventare consci di tutto ciò che facciamo, dei nostri pensieri.
Soltanto dopo aver appreso questo, ci è consentito di procedere nel
nostro cammino, per ascendere a livelli di consapevolezza maggiore,
sia rimanendo su questi piani non visibili (per voi) della Creazione,
sia scegliendo una nuova incarnazione sulla Terra, o in altri mondi,
sempre compatibili con le nostre impronte energetiche.
Durante questo lavoro però non siamo lasciati a noi
stessi, ma veniamo assistiti dall’Amore divino che si manifesta in
molteplici modi, assumendo, fra l’altro, le sembianze di esseri di
luce, di angeli, o di altri esseri che spesso riflettono le nostre
credenze e le nostre esperienze terrene. Ma non sempre è così perché
l’Amore divino si manifesta in modi che a noi possono apparire oscuri,
che non osiamo definire, e che invece sono indispensabili per portarci
ad una nuova consapevolezza. Anzi, proprio ciò che a noi appare essere
come demoni che attentano all’integrità dell’anima serve a metterci a
confronto con la parte oscura di noi stessi, con ciò che ci insegnano
a negare come facente parte della Totalità, al fine di poter andare
oltre i limiti del mondo duale.

Come vedi, la mia anima ancora sta facendo il lavoro più impegnativo
ed è tutta focalizzata su di esso, ecco perché la mia presenza accanto
a voi è discontinua. Tuttavia, a mano a mano che procedo, mi libero
sempre più dei vecchi condizionamenti e scopro di essere anch’io una
particella di Dio, al pari di tutto ciò che esiste, indipendentemente
dalla forma. Così pensando ora non mi sento più blasfema. Anzi
sentirsi Dio, diventare consapevoli della propria divinità, è lo scopo
del nostro vivere da incarnati, per poi poter agire di conseguenza.
Ora, infatti, so che la responsabilità del mio vivere, delle mie
scelte umane, è solo mia e che quelli che io definivo sbagli, con i
miei limiti, erano tentativi per imparare a crescere in maniera
autonoma. Nessuno può imporci nulla se non noi stessi.
Ora io vorrei che anche tu imparassi ciò mentre sei ancora
in vita sulla Terra, per evitare poi di dover attraversare il buio
tunnel dove l’anima si sente smarrita ed angosciata, quando si ritrova
oltre il velo, carica di sovrastrutture e di protezioni che le
impediscono di sentire la sua vera natura divina.

L’anima è oltre ogni divisione manichea, è al di là del bene e del
male, perché partecipa del Tutto ed in quanto particella divina
comprende in sé ogni cosa. Ma sulla Terra raramente raggiunge questa
consapevolezza, se non in quelli che chiamate stati alterati di
coscienza, negli stati mistici, con flash improvvisi che per un attimo
squarciano i veli dell’oblio per poi subito rinchiuderli alla mente
conscia. Per usare un termine improprio, ma più attuale, l’anima
ubbidisce soprattutto alle leggi della fisica quantistica piuttosto
che alle leggi comuni nel vostro mondo.
… Comunque sta in te la chiave di tutto. Dipende da te
prendere coscienza dei tuoi limiti, ma anche delle tue grandi
possibilità perché, ad immagine e somiglianza di Dio, sei tu a creare
la tua realtà, al pari di ognuno di noi, che si incarni sulla Terra o
che scelga altri livelli di manifestazione.

Per agire però devi arrivare al nucleo di te stessa, con pazienza,
togliendo uno strato dopo l’altro, sino a sentirti veramente libera
dentro di te. Io vedo che ti trovi davanti ad un bivio e che dunque
devi fare le tue scelte, ma per una volta lasciati guidare dal cuore
piuttosto che dalla ragione, metti da parte il tuo ego per lasciare
che sia il tuo Sé Superiore ad esprimersi per indicarti la strada più
adatta a te. Il cammino è ancora lungo, la sofferenza non può essere
eliminata di colpo, ma sarà più agevole a mano a mano che diventerai
più consapevole di te stessa, dei tuoi limiti e delle tue
potenzialità. La crescita è sempre positiva e non può essere
ostacolata completamente perché fa parte della divinità dell’uomo.
… I tempi a venire non sono certo facili e molte
difficoltà andranno affrontate nella vita di tutti i giorni. Tu ti
preoccupi per quanto possa avvenire negli anni 2012-2015. Da parte mia
posso dirti che ci sono molte potenzialità, molti futuri probabili e
che quindi adesso non ci è dato poter dire cosa ci sarà di vero nelle
previsioni che molti fanno sui prossimi anni. Di sicuro c’è che la
Terra si sta trasformando dal punto di vista energetico, così come
tutta la Creazione.

Dal punto di vista umano questo può significare che ci saranno
tensioni in molte aree del vostro mondo. Tutti gli squilibri attuali,
i conflitti presenti fra i popoli e tra gli individui, dovranno essere
superati e quindi ci sarà un tempo in cui la giustizia e la pace
saranno diffuse ovunque, ma prima di raggiungere la fase del Nuovo
Eden ci sarà molto da penare. La stessa struttura geofisica del
pianeta sta andando alla ricerca di un nuovo equilibrio e quindi le
trasformazioni si manifesteranno sotto forma di disastri naturali, che
avverranno in quelle zone dove maggiori sono le tensioni sociali,
perché non c’è alcuna separazione fra l’emotività, i pensieri
dell’uomo, ed il comportamento di Gaia[146], un essere a tutti gli
effetti, dotato di anima come noi. La ricerca dell’equilibrio quindi è
totale.

Ma cosa succederà all’uomo? Non verrà distrutto; il vostro mondo non
sparirà se è questo che ti angoscia. Si tratta di una trasformazione
profonda, con cambiamenti che porteranno alla nascita di una nuova
coscienza. Ognuno però vivrà la sua propria esperienza, in armonia con
la sua struttura energetica, in base al suo progetto di anima, agli
accordi presi per questa esperienza terrena. Anche il corpo fisico
dell’uomo è destinato a trasformarsi, ma non tutti saranno in grado di
sopportare l’aumento vibrazionale della Terra. Ognuno dunque vivrà le
esperienze che ha deciso di sperimentare in funzione del suo percorso
di crescita spirituale, ecco perché è importante che ci sia una buona
connessione con la propria anima, essendo questa la guida che può
davvero”.

Un altro libro interessante sull’argomento è “Tre in uno”,
scritto da Franco Grigiotti, che riceveva informazioni sull’Aldilà da
sua moglie Mirella, prematuramente scomparsa. Esso conferma con
parecchi dettagli le informazioni fornite da altre fonti.

________

VISIONI E VIAGGI

Questo genere d’informazioni proviene da esperienze personali dirette:
visioni, o da viaggi fuori dal corpo.

Le visioni sono esperienze spontanee di sensitivi, che hanno avuto
accesso a stati ed entità ultraterreni. Molte volte anche persone che
non hanno mai avuto o sospettato capacità paranormali, talora scettici
convinti e materialisti, hanno comunicazioni con l’Aldilà (indicate in
USA con la sigla: “ADC” = “After Death Communication” [Comunicazione
dopo la morte] ), generalmente in relazione alla perdita di persone
care, che si manifestano inaspettatamente per rassicurarli. Un ricca
raccolta di queste esperienze è contenuta nel notevole libro dei
coniugi Guggenheim “Voci dal cielo” [146c]. Esse possono consistere in
voci interiori od esteriori, sensazioni tattili, visioni, viaggi fuori
dal corpo, fino ad arrivare ad incontri fisici, come se il defunto
fosse in carne ed ossa e si intrattenesse in affettuoso colloquio per
qualche istante, con il soggetto. Tutte le esperienze elencate
riportano una condizione felice delle entità dei trapassati, spesso
manifestatesi in aspetto sano e giovanile, nonostante gli eventuali
acciacchi, o amputazioni e l’età avanzata al momento del decesso.
Anche tra queste viene menzionato il fenomeno del tunnel di passaggio
verso la luce. Alcuni confermano che il trapasso è piacevole e non
sofferto, anzi spesso, in caso di incidenti, l’anima lascia il corpo
prima di percepire qualsiasi dolore relativo al trauma mortale.
Infine, sia attraverso l’aspetto del defunto che dalle sue parole, si
comprende che si trova in un ambiente di Amore, indipendentemente da
quanto abbia fatto nella sua vita terrena. In uno di questi incontri
il soggetto che incontrò un parente defunto gli chiese come fosse la
vita nell’Aldilà; esso gli rispose che era tanto piacevole che la vita
dei più famosi VIPs era da poveracci al confronto.

I viaggi fuori dal corpo, detti OBE (Out of the Body Experience) sono
esperienze spontanee, o ottenute volutamente, che portano il soggetto
a muoversi nelle realtà ultraterrene, esplorando gli ambiti spesso
identici a quelli in cui esistono ed operano le entità
disincarnate.[147]

Tali esperienze, sebbene meno scientificamente documentate, gettano
luce assai più ampia e sublime sulla situazione dell’Aldilà e sulla
costituzione stessa dell’uomo e delle creature in generale. La realtà
della loro sussistenza è peraltro convalidata dai risultati delle
ricerche scientifiche sopra esposte, svolte sulle esperienze dei
morenti e dei “risorti”, che includono – quasi sempre – una fase
iniziale di OBE.

Per meglio comprendere quest’ultimo approccio e chiarire cosa
intendiamo per “anima”, giova presentare un modello della costituzione
dell’uomo e del mondo “allargato” oltre quello terreno. Esso è stato
presentato indipendentemente da varie tradizioni, tra cui campeggia
quella indiana e da vari sensitivi in maniera sostanzialmente simile e
indica l’esistenza di vari gradi del paradiso, di cui quello descritto
dalle ricerche summenzionate è solo il più basso.

Tale modello può aiutarci a immaginare quali parti operano nei
corrispondenti stati di incarnazione e Aldilà. Secondo la descrizione
della tradizione orientale, delle scuole esoteriche[148], come i
Rosacroce, di noti sensitivi, come Annie Besant, Mikhaël Aïvanhov
[151] e Rudolf Steiner[152], e tanti altri, l’uomo è costituito da
vari involucri concentrici (di cui indico i nomi sanscriti, ben noti
nella tradizione indiana), come sfoglie di una cipolla, ciascuno più
ampio ed elevato dell’altro e ciascuno più o meno sviluppato, secondo
il livello evolutivo dell’individuo; ognuno di essi opera in un
analogo livello di esistenza, “stato” o “mondo”:

1. corpo fisico (Annamayakosha): usato sulla Terra; l’unico
visibile all’occhio umano; noto e caro a tutti gli incarnati, ma privo
di vitalità ed il più effimero; si decompone con la morte.

2. corpo eterico o vitale (Pranomayakosha), o doppio eterico; è
quello che dà vita al corpo fisico; lo hanno tutti gli esseri viventi
(inclusi animali e piante). Si separa dal corpo fisico al momento del
decesso e si disintegra alcune ore dopo, specie per i suoi componenti
inferiori; il fuoco pare aiuti tale dissoluzione, per questo (anche se
ormai se ne ignora il motivo reale) si usa disporre delle candele
attorno al corpo del defunto; per lo stesso motivo la cremazione
sarebbe preferibile alla sepoltura. Il corpo eterico assorbe energia
dall’universo (prana), principalmente dal sole, e la utilizza per il
soggetto ed anche per canalizzarla ad altri (come con la
pranoterapia). Secondo il Maestro cipriota menzionato da Markides,
anche i corpi descritti successivamente possiedono un doppio eterico,
che li vitalizza. [152b]

3. corpo astrale, o emozionale, o del desiderio, o psichico
(Manomayakosha); ci fa sentire gioie e dolori; è il primo costituente
dell’anima; lo hanno anche gli animali (sviluppato almeno in quelli
superiori), ma non le piante; il corpo astrale può spostarsi a
grandissima velocità, o istantaneamente, cosa che fa anche in gran
parte dei sogni, staccandosi dal corpo fisico; è quello usato nel
piano intermedio: il primo mondo dell’Aldilà, o quarta dimensione, o
quarta densità, o astrale: quello normalmente descritto in questo
libro.

4. corpo mentale, o noetico inferiore (Vijinanamayakosha):
ulteriore costituente dell’anima, sviluppato solo nell’uomo, come gli
altri corpi superiori successivi; serve allo sviluppo del pensiero
organizzato e concreto e ci dà accesso al relativo piano o stato
“mentale” del paradiso.

5. corpo causale (Anandamayakosha), o noetico superiore, o akasico;
primo componente dello Spirito dell’uomo; serve al pensiero astratto,
all’intuizione ed alla volontà; conserva memoria di tutte le vite
precedenti, permane tra una vita e l’altra e ci dà accesso al relativo
piano “causale”, favorito dall’Amore disinteressato. E’ ben sviluppato
in coloro che hanno completato la loro esperienza umana e sono
diventati Maestri Spirituali

6. corpo di resurrezione

7. spirito individuale (che alcuni dividono in vari piani, mentre
altri riuniscono in un solo livello insieme al corpo di resurrezione,
individuandolo come il SE superiore)

Alcuni autori indicano dei raggruppamenti, come: corpo materiale (1^
+2^), psichico (3^ + 4^), o anima e noetico (5^, 6^ e 7^), o
Spirito[153] Ciò che viene sperimentato dai pazienti nelle NDE sembra
quindi essere generalmente il corpo astrale. L’insieme di questi
corpi, sottili e normalmente invisibili, avvolge il corpo fisico in
una serie di involucri successivi, concentrici e sempre più ampi.
Essi, o parte di essi, possono essere visualizzati da alcuni
sensitivi, in misura maggiore o minore, col nome di “aura”,
eventualmente decifrandone alcune proprietà del soggetto[154]. Più una
persona è avanzata spiritualmente, più i suoi corpi superiori sono
sviluppati e delineati e la sua aura è ampia e luminosa e di colori
diversi in relazione all’evoluzione [154b]; è per questo che i santi
vengono normalmente dipinti contornati di “aureole”, che evidentemente
furono viste da qualcuno che ne tramandò il ricordo.

Un aspetto importante, riferito dalle comunicazioni medianiche è il
fatto che sia i corpi che gli stati e gli ambienti sono costituiti da
energia vibrante a frequenze sempre più elevate, attraverso cui
evolviamo[155]. E’ per questo che con gli occhi fisici non riusciamo a
vedere i corpi superiori, come non riusciamo a vedere le onde
elettromagnetiche che pure ci circondano e rendono possibile la
ricezione radio, TV, di telefonia cellulare ecc. Per lo stesso motivo
i corpi superiori possono attraversare muri, porte e soffitti.

Viceversa, chi si trova ad usare un corpo più sottile è in grado di
vedere i mondi e le entità con corpi più densi, infatti ci sono alcuni
defunti che non si rendono conto di esserlo e credono di vivere ancora
nel loro corpo fisico, sulla Terra, cercando di interagire coi
viventi.

Passando dallo stato materiale, denso, terreno agli stati superiori
dell’Aldilà anche la misura e la percezione del tempo cambiano; quello
che sulla Terra appare un periodo come un anno, nell’Aldilà sembra
durare pochi giorni o poche ore, a seconda del livello del percettore,
che comunque ha difficoltà a valutare il tempo, in assenza dei cicli
stagionali e giornalieri terrestri[156]. Perciò spesso le informazioni
e previsioni medianiche sono incerte in fatto di tempo.

L’accesso e l’impiego dei corpi più sottili, oltre che ai disincarnati
è possibile anche a chi ne abbia la capacità. Tale capacità può essere
innata – come nella maggior parte dei casi – cioè ottenuta attraverso
una conquista in vite precedenti, oppure acquisita. L’acquisizione
sembra avvenire attraverso lo sviluppo e la purificazione dei corpi
superiori, che tutti abbiamo in forma più o meno imperfetta. Tale
sviluppo sembra avvenire spontaneamente nei mistici e nei santi, i
quali si purificano attraverso digiuni e preghiere; sembra poter anche
avvenire praticando volutamente dei consigli forniti da studiosi e
maestri.[157]

Ci sono perciò maestri, veggenti e filosofi che ci offrono ulteriori
informazioni ed interpretazioni sul mondo dell’Aldilà.

Uno dei maggiori esploratori dell’Aldilà tra i sensitivi fu Emanuel
Swedenborg: uno scienziato svedese del diciottesimo secolo, che nella
sua maturità divenne veggente e si dilungò parecchio sulle condizioni
della vita oltre la vita. Secondo le sue visioni, riportate nel libro
“Cielo e Inferno”, lo stato a cui si accede subito dopo la morte è una
sorta di stazione intermedia, caratterizzata da pace, bellezza ed
amore, come testimoniato da tutte le altre fonti menzionate. Di lì
eventualmente si potrà poi passare a stati più alti (cielo) o più
bassi (inferno), per proprio autogiudizio e scelta di attrazione.
Anche l’aiuto e la preghiera di entità incarnate e disincarnate può
aiutare molto in tale ascesa, in quanto collaborano alla
disintegrazione del corpo astrale, liberando l’entità, che così può
passare oltre[159]; lo stesso Dio, col suo Amore infinito, offre aiuti
in tal senso, attraverso l’opera di ogni tipo di entità, anche di
sensitivi incarnati[160]. Swedenborg conferma anche quanto descritto
dalla Ward sul fatto che nell’Aldilà vi siano condizioni ed attività
analoghe a quelle terrene, sebbene di livello diverso, il che mi fa
pensare al noto detto iniziatico “Come in alto, così in basso”,
tramandato da Ermete Trimegisto sulla “Tavola di smeraldo”.[161] Swedenborg, inoltre, conferma che l’Aldilà sia composto da molti stati
e società diverse, conformemente alla lapidaria informazione di Gesù:
“Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei
detto.”[162]

Anche il noto teosofo Leadbeater ha scritto parecchio su quanto i
teosofi hanno sperimentato riguardo all’Aldilà. Un esempio ne è il suo
libro “La vita dopo la morte”, che conferma quanto qui esposto.

Il sensitivo cipriota, vissuto nel ventesimo secolo: Spyros Atteshlis,
soprannominato “Daskalos” (Maestro) in una serie di interessantissimi
libri a firma del sociologo Kyriacos Markides, conferma ulteriormente
che – sebbene comunemente si attenda la morte con paura – la realtà è
opposta: la morte è come un piacevole sonno dopo una giornata di
lavoro; essendo anche un esperto viaggiatore astrale (facoltà che in
greco si chiama “exomatosis”), ci conferma anche la somiglianza del
mondo astrale a quello terrestre e che l’aspetto di tale mondo (più
correttamente dovremmo chiamarlo “stato”, perché non ha una posizione
fisica identificabile e separata dalla Terra, ma piuttosto uno stato
vibratorio diverso, come un programma TV irradiato, che pervade tutto,
senza avere una collocazione fisica) è adattato alle aspettative,
desideri e vibrazioni di ogni singola entità, sicché – ancora una
volta – nessuno ci giudica o ci condanna, ma ciascuno di noi si crea
inconsciamente il suo cielo (o inferno) personale, che dipende dalle
nostre stesse passioni e desideri[164].

D’altra parte, chi odia non può sopportare la Luce e si rifugia
nell’oscurità, o nella penombra, come una persona malata, a cui la
luce intensa dà fastidio, perché mette in evidenza i suoi
difetti[165], o comunque nell’ambiente che gli è più consono, in
analogia a quanto avviene sulla Terra: uno può trovarsi a suo agio
ubriacandosi in una bisca piena di delinquenti, mentre altri lo
troverebbero intollerabile e fuggirebbero quei posti, preferendo un
concerto sinfonico, considerato noioso dai più.[166]

Mi è venuto in mente un altro aspetto del parallelo tra la vita e la
scuola: alla fine dell’anno scolastico, la maggior parte degli alunni
viene promossa e va in vacanza, chi con voti alti, chi con una media
più bassa, ma sufficiente; alcuni possono manifestare delle lacune in
qualche materia e ripareranno durante l’estate; solo eccezionalmente
c’è qualcuno che risulta bocciato e deve ripetere l’anno, o
addirittura viene radiato dalla scuola per comportamento
inaccettabile; anche costoro, però, possono svolgere la loro vita
senza un titolo di studio, esercitando mestieri più umili.

Per immaginare come le valutazioni della vita siano automatiche e
senza giudizi personali, possiamo paragonarle a dei voti scolastici,
attribuiti da un computer, sulla base di compiti a risposte
predefinite (quiz). L’alunno non ha nessuno a cui addebitare i suoi
insuccessi, se non a se stesso.

E’ bene, quindi, sgombrare il terreno da un’illusione assai diffusa:
quella secondo cui dobbiamo aspettarci una vita di tutto riposo e
felicità, come descritto nell’ideale delle favole, in cui tutti
vissero felici e contenti, sia pure dopo un periodo di contrasti. Ciò
è vero se quella felicità la collochiamo nel mondo astrale (o i quelli
superiori); purtroppo la maggioranza di noi s’illude che anche in
Terra ce la dobbiamo aspettare e specialmente il matrimonio ce la
possa portare. Quanti auguri di nozze sono improntati a
quest’illusione! Essa può portare solo sconforto, dato che la
convivenza è una delle prove più impegnative della vita.

Sia la teosofia[166bis] che celebri Maestri spirituali ci ragguagliano
concordemente a proposito dell’Aldilà, come ampiamente fece Sri
Yukteswar (il guru di Paramahansa Yogananda, nella famosa
“Autobiografia di uno Yogi”) e Sai Baba.[167]

C’è chi entra ancora più a fondo nella illustrazione dell’Aldilà, come
il mistico indiano contemporaneo Arya. Egli avrebbe sperimentato e ci
riassume schematicamente due stati nel paradiso astrale: quello
inferiore, il “chandra loka” (mondo della luna), dove andrebbero le
entità più grossolane, soggette ai maggiori attaccamenti e quello
superiore, il “surya loka” (mondo del sole), dove andrebbero le
entità più elevate, che si dedicarono alla ricerca spirituale. Altri
suddividono il mondo astrale in sette livelli[169], che costituiscono
i vari gradi di evoluzione umana base, per cui è bene considerare
queste classificazioni con una certa prudenza. Tutte queste categorie
(da alcuni indicate con la “quarta dimensione”, in cui lo spazio è
neutralizzato e ci si può spostare istantaneamente) sono soggette a
reincarnazione, che sembra più prossima quanto più bassa è la loro
condizione. L’evoluzione continua nel mondo “mentale” o “noetico”
(“quinta dimensione, in cui anche il tempo è superato e ci si può
spostare nel passato o nel futuro)[170]; per accedervi è opportuno
sviluppare le facoltà mentali fin dall’incarnazione terrena, mediante
la meditazione, lo studio e l’esercizio della mente; forse per questo
molte religioni insistono nell’occuparsi di istruire i giovani. Anche
questo piano esistenziale è suddiviso in sette livelli ed è di questo
che si parla (senza saperlo) quando si menziona il “settimo cielo”: il
più alto del paradiso mentale.

Poi l’entità accede ai mondi superiori[171]: il mondo causale, o sesta
dimensione ed oltre, da cui non è più necessario reincarnarsi.
L’accesso allo stato causale sembra favorito grandemente dallo
sviluppo dell’Amore disinteressato, su cui insistono tutte le
religioni.[172] Tuttavia le entità più elevate maturano un tale grado
di Amore che sentono l’urgenza di incarnarsi volontariamente per
aiutare chi si trova nei mondi inferiori (terreno, o astrale)[173],
divenendo così degli avatar di minore o maggiore levatura, secondo la
loro statura spirituale; ciò contribuisce alla loro ulteriore
evoluzione.[174]

Un aspetto interessante, perché polarizza l’attenzione di molti
ricercatori spirituali riguarda l’accoglienza del defunto. Molti
pregano e sperano che alla loro morte ci sia il loro Maestro, o Avatar
(Gesù, Maria, Krishna, Sai Baba, la Guida spirituale, o altri, secondo
la nostra affezione ed aspettativa) ad accoglierli, guidarli e tenerli
con se nell’Aldilà. Secondo una tradizione indiana poi, chi fu
discepolo di un Guru, in base al loro sacro rapporto, gode di diritto
del Suo impegno a presentarsi al momento della propria morte, per
essere introdotto alla nuova vita nel mondo astrale.[175]

A questo proposito, riassumo, dal racconto di una mia amica,
l’esperienza di una visione al letto di morte, avuta non dal morente
ma solo da sua figlia[176]:

La mia amica Veronica e suo padre erano devoti di Sai Baba[177],
mentre sua sorella Paola era scettica sulla figura del grande Avatar.
Il padre era in clinica, in fin di vita, per un tumore. Paola e sua
madre assistevano il morente, riposando su delle poltrone, all’alba di
uno degli ultimi giorni. Paola si svegliò e vide una persona in fondo
alla camera, che le sembrò una donna, con una veste arancione e molti
capelli neri; essa le disse di stare tranquilla che avrebbe portato
via suo padre. Paola chiese dove lo avrebbe portato e la “donna”
rispose che dove lo avrebbe portato non avrebbe più sofferto. In quel
momento si svegliò anche la madre di Paola che le chiese con chi
stesse parlando; Paola disse che stava parlando con “quella signora
laggiù”, ma la mamma non vedeva nulla, neppure dopo insistenza di
Paola; frattanto la “donna” scomparve. Dopo circa 3 giorni il padre
morì; Veronica: la sorella di Paola, commentando la morte del padre,
da brava devota, disse: <>. Allora Paola rammentò
l’episodio occorso e lo riferi’ a sua sorella, che disse: <
che e’ venuto Baba?!>>.

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