Smettila di chiamare Dio. Guardalo semplicemente attorno a te

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Smettila di chiamare Dio. Guardalo semplicemente attorno a te

di Guido da Todi

Viene simbolicamente descritto il sentiero dell’evoluzione umana, come una
spirale che avvolge interamente, simile ad una ellisse che si stringe sempre
più, un alto monte.

L’ellisse termina alla vetta. E rappresenta, in ogni sua nuova curva,
l’intensificazione di una sintesi sperimentale, gnostica, reincarnativa
dell’individuo.

A fatica, ognuno di noi trascende, gradino dopo gradino, vita dopo vita,
determinati aspetti a lui ignoti del suo potenziale soggettivo; ne scopre degli
altri; getta lontano da sé bisacce vuote e consunte, oppure ancora piene di
illusioni. Alleggerisce il proprio spazio vitale; acquista, con la lentezza
della goccia d’acqua che crea una stalattite, una nuova espansione di coscienza.

Per riprendere, sempre, il cammino dall’ansa più alta dell’ellisse.

È questa l’evoluzione della monade: prima minerale, poi vegetale, ed ancora
animale: infine, umana.

Miliardi di anni è costato, all’umanità attuale – secondo la conoscenza
esoterica – il procedere, lungo il suo sbalorditivo passato, attraverso il
corridoio planetario di questa ellisse simbolica.

La stretta e tenace adesione alla dei tre cosiddetti tre piani
di maya porta, come splendido risultato, la coscienza di sé; ma, fa nascere,
pure – e la tradizione ce lo dimostra ampiamente – lo sforzo individuale e di
gruppo per raggiungere la libertà finale da ogni condizionamento; ed anche dal
giogo di questo lento procedere millenario, la cui eco è ben presente nella
intraducibile consapevolezza più profonda di ogni essere umano.

La mente si sviluppa, con il suo potere sottile di percepire l’ampio respiro
dilatato di una seconda natura dell’individuo.

E nascono metodi per gestirla e fare in modo che essa gestisca quanto la
circonda. Concentrazione, meditazione, contemplazione. Ed anche sistemi yoga.
Telepatia. Scuole esoteriche.

Si intende che, per le finalità che ora ci interessano, noi accenniamo solo ai
metodi da tutti conosciuti – almeno in misura generica – della mente, nella sua
natura metafisica; non come strumento di indagine scientifica.

La mente ha il potere di controllare l’intero panorama che si presenta nei tre
piani dell’esistenza. Di piegarne ogni aspetto a sé. Ma, pure, quello di
intravedere un orizzonte tralucente, ineffabile, oltre ogni parametro che essa
indaga.

E, qui, si ferma. Non può ulteriormente andare avanti.

Girando in tondo, su se stessa; costruisce, allora, imperi culturali, esoterici,
filosofici. Metodiche squisitamente sue, sino a voler gestire addirittura il
magnetismo delle cose.

Nascono territori metafisici che, per il novanta per cento, risuonano del suo
canto di sirena.

Ma ecco, allora, che appare, nel nostro secolo, qualche individuo, che è
riuscito a spiccare il salto dal trampolino adunco che essa rappresenta, e si è
immerso in quel suo orizzonte tralucente ed ineffabile.

Quanto esclama al mondo costui, trasfigurato da una nuova luce, conduce, man
mano, coloro che ne percepiscono il messaggio nuovo, a subire una mutazione
generale e radicale del proprio io.

Da quel momento, essi – prima lentamente, poi sempre più decisamente – cambiano
rotta, nel procedere lungo il sentiero dell’evoluzione.

Non più quella rotazione costante e lentissima, attorno al monte, che guadagnava
centimetro su centimetro ad ogni nuova ansa dell’ellisse.

Essi scavano una linea diretta di avanzamento spirituale, che taglia su, decisa,
senza più alcun giro, dal punto in cui si trovano, sino alla vetta nevosa della
meta finale.

Sono poche le parole che le guide della nuova realtà hanno dette al mondo. Pochi
i concetti rinnovatori.

Essi indicano semplicemente la natura una della vita universale. Nella quale,
quanto si cerca già esiste nel ricercatore:

“Smettila di chiamare Dio. Guardalo semplicemente attorno a te.”

“Non cercare di costruire una perfezione in te e negli altri. Essa si esprime
dall’eternità, in ogni cosa. La medesima imperfezione è quel gomitolo da cui si
dipana ogni tipo di armonia (Il Libro dei Mutamenti).”

“Solo quando capirai e vivrai – sperimentalmente – la complicità di essere una
stessa cosa con tutto ciò che esiste; solo quando possederai, fulgida e
definitiva in te, la consapevolezza costante che tutto quanto il tuo io
contempla come esistenza non è altro che il tuo organismo; e solo quando questa
esperienza sublime si sarà strettamente identificata a quella che avevi quando
eri unicamente un corpo ed un’anima individuale, e i due stati di coscienza non
conosceranno più distinzione alcuna tra di essi, ebbene, solo allora quell’io in
cui non vedrai più alcuna distinzione di sorta con altri io ti farà sentire,
infine, la reale presenza di Dio”

” Ogni letteratura spirituale distante dal senso dell’indiscutibile
consapevolezza dell’Uno-Tutto rappresenta la vuota intelaiatura che, comunque,
precede l’unico stato di coscienza a cui è destinata ogni ragion d’essere delle
religioni e delle più alte conoscenze metafisiche”

“Non identificare Dio con l’errore e con il dolore. È scritto nei Veda che . Ossia, che lo spirito (Purusha) e
la perfezione sono destinati a cumularsi, con il ritmo del respiro manvantarico
(o del ciclo cosmico), nella coscienza divina, scaturendo come scintilla
dall’attrito eternamente rinnovato con la materia (Prakriti).

“Tu hai quasi terminate le doglie del parto che il potenziale subisce per
divenire estrinseco, in ogni universo metafisico. Questo, è il metodo che Dio
adopera e ci fa conoscere. “

“Solo che il dolore, che ancora ti rende lo sguardo interiore titubante e la
ragion pura perplessa, dura per un tempo finito; la gioia ineffabile della
fusione, invece, è indicibile realizzazione infinita e sempre più espansa.”

“Abbandona la stretta, che indolenzisce la tua mano, sulle ricchezze
intellettuali, filosofiche, yoga; dimentica la smagliante bellezza del tuo
intelletto; cessa di interessarti alla sinuosa imposizione che i chiaroscuri
della tua personalità mentale propongono agli altri ed a te stesso.”

“Io sono già in coloro che tu cerchi di convincere della Mia esistenza, con il
lucore smerigliato ed evanescente delle tue sovrane capacità verbali e della tua
indubbia intelligenza.”

“Ecco, vieni a Me, immergiti in Me, che sono tutto ciò che esiste; eppure non ne
vengo imprigionato. E sia solamente il mio Verbo, che risuona in ogni cosa, ed è
presente in te e fuori di te, l’unica Voce sacra a cui tu finalmente ceda
totalmente ogni tua arma ed ogni tua resistenza.”

“Quando avrai terminato di immergere le tue braccia in tutta la conoscenza del
mondo, ed avrai artigliato il suo fondo più intimo, ti accorgerai che una sola
perla di rivelazione esiste in ogni religione, in ogni filosofia, in ogni
pratica e tecnica spirituale:

“La verità sperimentale che tutto è uno, ed Io sono tutto ciò che esiste”

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