Saggio sui chakras (centri eterici) umani – Quinta parte

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– SAGGIO SUI CHAKRAS (CENTRI ETERICI) UMANI –

di Guido Da Todi

– Quinta parte –

Molti studiosi delle cose arcane hanno una speciale tendenza a privilegiare l’idea che il sistema
di rivelazioni in cui hanno avuto la buona sorte di penetrare li renda diversi e più aristocratici
del resto del mondo.

Ad esempio, camminando per le strade affollate della loro città, sovente ritengono di possedere
solo loro dei centri eterici funzionanti , visto che li hanno sì bene studiati nei testi tibetani,
oppure esoterici.

O ritengono di essere entrati in una sfera potenziale di dominio, che permetterà loro – almeno
potenzialmente – di indossare gli stivali delle sette leghe , distaccando di gran lunga – sempre
grazie a quelle nozioni che gestiscono – il resto della “argillosa umanità , che, invece, non sa .

Il giornalaio, presso la cui edicola comprano, ogni mattina, il quotidiano; il conducente
dell’autobus; il gruppetto di persone che entrano in un negozio di alimentari; il proprio capo
ufficio. sono persone quasi al di fuori del panorama occulto della vita. Per essi, non è vitale e
valido il fatto che posseggano un corpo eterico , nè tanto meno una natura cosmica.

Eppure, non è così.

Ad esempio, avete mai pensato quale siano le fonti che danno, innegabilmente, un valore – oramai
appurato anche in occidente – all’agopuntura?.

Perchè, oggidì, esistono centinaia di centri attivi di questa medicina antichissima, nelle città
europee, dai quali si ottengono delle incredibili guarigioni?

Ci ritroviamo, nel nostro caso – e pochi ci hanno pensato (salvo gli addetti ai lavori) – nel pieno
universo dei centri eterici , veduti in una delle loro poliedriche variabili: la capacità di
guarigione dell’uomo, e della sua armonizzazione con il cosmo.

Daremo – statene tranquilli – la descrizione ufficiale dei chakras, più avanti, nel saggio; ed
amplieremo le loro risonanze, facendo defluire l’azione di quelli maggiori, nel sistema
ghiandolare umano.

Parleremo dei loro suoni e colori ; del loro esatto punto di collocazione sulla vostra colonna
vertebrale; della sincronia di alcuni di essi, con i corrispondenti organismi invisibili
dell’individuo.

E della funzione importante e fondamentale che hanno, durante la meditazione trascendentale.

Inoltre, la descrizione che ne riporteremo sarà quella che insegna Paramahansa Yogananda, nelle
Lezioni originali che ha donato alla Self-Realization Fellowship.

E, gradatamente, l’intero argomento dimostrerà come il Kriya Yoga sia – in effetti – la via più
diretta e più armoniosa allo sviluppo dell’uomo, studiato – tuttavia -. come snodo mirabile, tra i
due universi paralleli, che sono il mondo materiale e quello cosmico.

Tuttavia, molto vi aiuterà la lettura del prossimo brano, che ha come argomento l’agopuntura.

Tenete solo presente che il migliaio di punti , disseminati lungo la superficie del corpo umano, di
cui parleremo, non sono altro – né più, né meno – che centri eterici, o chakras.

Certo, la loro descrizione differisce da quella classica , e che riempie i testi appositi sulla
meditazione trascendentale, tibetana ed orientale.

Essa non è coordinata e sintetizzata nell’aristocratica cornice dei sette centri maggiori , a cui
si fa quasi sempre riferimento, e degli altri minori .

Tuttavia, a noi preme che – prima di ogni cosa – voi afferriate bene il diffuso principio dei punti
catalizzatori , di cui abbiamo già parlato, che l’uomo possiede in sé, e che lo collegano al vasto
piano delle energie cosmiche.

Compreso ciò, potremo entrare con maggiore facilità nella classica spiegazione dei centri eterici,
propriamente detti, e studiati con le loro precise catalogazioni note.

* L’agopuntura e gli HSUEH (i centri eterici su cui agisce) *

La donna cinese appariva sdraiata su di un lettino bianco d’ospedale; era sorridente e mordeva con
gusto una rossa mela. Davanti a lei, un medico cinese.

A questo punto del documentario la macchina da presa si spostava e mostrava alcuni sottilissimi
aghi, inseriti in certe parti del corpo della donna.. Continuava a spostarsi, e lo spettatore
occidentale restava allibito!

Quanto non si era visto sino a quel punto si mostrava. Due mani esperte erano intente ad estrarre
dal ventre della donna – sottoposta a parto cesareo – una piangente creaturina, appena entrata in
questo nostro mondo.

Stiamo parlando di un documentario originale della Cina, ancora comunista, sull’agopuntura, quando
quest’ultima non era così nota.

Era la dimostrazione che, agendo su punti normalmente invisibili del corpo era possibile,
addirittura, provocare, senza alcun dolore, un parto cesareo.

Ma, da millenni, la Cina conosceva il segreto di energie, e delle loro leggi, che costituiscono la
trama celata della natura. Mentre, da oltre un secolo, le Università di quel Paese insegnano, con
regolari docenze, successive al diploma della scuola media superiore, l’arte dell’agopuntura.
Esistono testi sull’argomento che risalgono al 400 avanti Cristo, anche se si ritiene che tale arte
abbia più di 3.000 anni.

Analizzare la stupenda simbiosi che i cinesi hanno riscontrato tra il cosmo e l’uomo; tra i suoi
organi e le forze che scorrono sulla sua pelle è semplicemente affascinante. E, soprattutto, è il
riscontro di una serie di effetti pratici e sperimentali, che legano azioni, dall’apparenza
irrazionale, a risultati costanti ed inequivocabili.

Come nel caso appena riportato, in cui alcuni aghi sottilissimi, inseriti (in modo assolutamente
indolore) in certi punti specifici del corpo umano, riuscivano ad anestetizzare completamente un
individuo.

Oggi, con le scoperte recenti della fisica atomica, si è tolto ogni valore alle teorie dualistiche
della materia-forza, che dominavano incontrastate l’Europa, sino a pochi decenni fa. La fisica delle
particelle non fa distinzione alcuna tra i due poli dell’esistenza. Non è più possibile continuare a
definire, in senso assoluto, come nell’era del meccanicismo scientifico, pesi, lunghezze, tempo. Le
ricerche di Einstein, Planck, Withehead, Jeans hanno dimostrato che queste misure possono, in
determinate occasioni, estendersi all’infinito, o ridursi a nulla.

Ed ecco perchè i cinesi hanno concepito il mondo, da sempre, in maniera taoista e monistica. Essi
considerano, difatti, l’esistenza come il bilanciarsi costante di un triangolo, ove risulta
impossibile districare la linea di separazione tra la materia (YINN), l’energia (YANG) e l’ente che
li riunisce (TAO); tra il Cosmo infinito, l’individuo che ne fa parte ed il legame fra i due.

Vedrete, quindi, che Scienza Moderna e Scienza Antica iniziano a mostrare dei paralleli molto
interessanti.

Solo che quella antica ha ottenuto dei risultati concreti e vistosi applicando con semplicità,
osservazione ed immediatezza le teorie che stiamo esaminando (come nel caso dell’agopuntura).

L’agopuntore annette, di conseguenza, eguale importanza alle manifestazioni fisiche e psichiche di
una malattia e le considera, necessariamente, interdipendenti. Egli cerca di pervenire a ciò che si
trova al di là dei sintomi, sia fisici che psichici, intesi come indicazione di disarmonia tra
l’universo e l’uomo.

L’agopuntura, da un certo punto di vista, rappresenta lo sviluppo, ad un grado eccezionalmente
avanzato, di una diagnosi basata sullo stato e sulla natura energetica della pelle.

Nel corso dei molti secoli in cui venne praticata l’agopuntura è stato osservato che esistono circa
un migliaio di punti disposti sulla superficie corporea (e rintracciabili, oggi, con i moderni
strumenti dell’elettronica); ciascuno del diametro di quasi tre millimetri che, durante la malattia,
divengono sensibili alla pressione. Ogni singola malattia può interessare un unico punto, o più
punti, e i diversi raggruppamenti differiscono da caso a caso.

Questi punti non li vediamo isolati tra di essi, ma disposti in fila, lungo dodici linee – dette
meridiani. Ciascuna linea è associata ad un organo interno, e disposta lungo degli assi
longitudinali del tronco, o degli arti, per terminare alle estremità delle dita e delle mani.

I punti dolenti che rivelano la sofferenza di un determinato organo sono collocati sul percorso del
meridiano di quel dato organo. Per esempio, il “meridiano del cuore”, che rappresenta la funzione
cardiaca, percorre la faccia interna del braccio. In quasi tutti i disturbi cardiaci – e
particolarmente dell’angina pectoris – il dolore segue il percorso di quel meridiano.

Indichiamo ancora che l’energia fondamentale umana, trattata e scoperta dall’agopuntura, segue un
flusso di 24 ore, nello scorrere lungo i meridiani ed è legata alle stagioni, ai cinque Elementi
esoterici (Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua) e ad un complesso studio ciclico dei rapporti che le
leggi universali hanno con l’uomo.

L’agopuntura cura, tradizionalmente, quasi ogni tipo di dolore; e, poi, l’acne, gli ascessi,
l’apoplessia, le congestioni cerebrali, le paralisi facciali, le anemie, le infiammazioni, i
reumatismi, la sordità non senile, l’epilessia, l’ipertensione, la depressione mentale, le cistiti,
le gastriti, le malattie dello stomaco, le ovariti, l’asma, ecc..

Ma, passiamo, adesso – e finalmente – a considerare, dal punto di vista consueto, i centri eterici.

Per cominciare, daremo una descrizione molto sintetica della struttura elettro-magnetica di ogni
cosa – animata ed inanimata – che ci circonda. In ciò, seguendo la tradizionale conoscenza che ci
proviene dalla letteratura più fondata e seria degli studi occidentali dell’ultimo secolo, riguardo
ad essa.

Si tratterà – lo ripetiamo – di un semplice ed iniziale schema; chiamiamolo fiduciario , da parte
vostra.

Esso riproporrà quanto si conosce del piano eterico , dei nadis e dei chakras. E servirà da
comodo canovaccio, per i nostri ulteriori approfondimenti.

Il numero dei chakras considerati è quello fondamentale di settantasette; ovviamente, si tratta dei
vortici maggiori di connessione, tra l’uomo e l’universo

Degno della vostra attenzione, infine, resti il fatto che i centri eterici sono legati a delle
funzioni di sviluppo della razza umana, nel suo complesso. Come vedremo.

* CORPO ETERICO *

– Leggi fondamentali –

Ogni particella dell’aspetto solido, liquido, gassoso, visti come tutt’uno, è galvanizzata,
condotta, sorretta da una corrispondente massa invisibile di energia sottostante, più elastica e,
perciò, più adatta a costituirne il sottostrato vitale; l’insieme di queste masse è il corpo eterico
planetario. Esso si divide in quattro gradi di rarefazione progressiva, tanto che, sia il fiore, che
la montagna, che ogni altro postulato tangibile del Pianeta, possiede il suo corpo eterico, il quale
è unico ed indissolubile, per tutte le componenti del creato.

Iniziamo a studiare, dal punto di vista umano, tale organismo sottilissimo e vitale.

Ad occhio del chiaroveggente, l’uomo appare “inguantato” da una luce fosforescente, che si staglia a
circa cinque centimetri dalla sua pelle; ma, in ogni caso, lo interpenetra, integralmente, sino alle
più intime sfumature dell’apparato visibile (luce da non confondersi con l’aura ” luminosa degli
altri organismi invisibili).

In ordine ritmico, sul corpo eterico sono posti settantasette punti nevralgici di energia fremente,
esattamente là, ove l’energia del più vasto blocco planetario vi si unisce, per determinare le
funzioni vitali alla biologia organica. La più o meno avanzata evoluzione dell’uomo fa sì che i
suddetti vortici (o chakras, in linguaggio indiano), siano sopiti, appena risvegliati o, addirittura
splendenti; quindi, portatori dei relativi poteri occulti innati, che da essi derivano. Vi sono 49
chakras inferiori, 21 minori e 7 maggiori. Noi ci occuperemo solo di questi ultimi, poiché gli altri
riguardano unicamente chi si voglia specializzare nel ramo. Sono, difatti, il retaggio evolutivo che
noi conserviamo, frutto dell’esperienza del sistema solare passato.

Cinque di essi sono visibili, a due pollici di distanza, lungo la spina dorsale di ognuno di noi;
tre, si trovano nella testa.

Come il cervello è diviso in diverse zone di comando, le quali si occupano di una determinata e
differente funzione essenziale, nei riguardi dell’intero apparato nervoso dell’individuo, tanto che
abbiamo la zona dell’appetito, l’erotica, l’intellettuale, e così via, e tanto che, se ne lediamo
una, cesserà la fame, la sete, si perverrà all’idiozia, così i sette punti occulti, alla media
umanità, sono legati ad altrettante funzioni ghiandolari dell’individuo.

Il corpo eterico si divide in tre parti: l’involucro propriamente detto, la sua composizione di
milioni e milioni di segmenti energetici (chiamati “nadis”, o condotti vitali, dall’antichissima
letteratura indiana) e l’essenza vitale che scorre attraverso di esso, aroma sostanziale dell’ampio
TUTTO. I cultori riconosceranno in questa essenza vitale il “prana”, che tanta importanza ha nella
scienza della respirazione indiana.

Dal punto di vita biologico, il corpo eterico, propriamente detto, ha la sua materializzazione
nell’organicità inerte dell’uomo; i nadis, si oggettivano nella meravigliosa complessità del sistema
nervoso; il prana ha la sua corrispondenza materiale nella corrente sanguigna.

Leggendo la descrizione di tali apparati, maggiormente per quanto si riferisce ai chakras, molta
luce verrà fatta nella mente dello studente che si interessi dei vari metodi di guarigione
esoterica, quali, ad esempio, l’agopuntura cinese.

Chi abbia una certa esperienza in medicina sa quanto il sistema glandolare sia importante allo
sviluppo dell’individuo, in seno alla società . Non solo la salute fisica dipende da un armonioso
sistema endocrino, ma, anche, la psichica e la morale.

Ora, ognuno dei sette maggiori punti nevralgici occulti si manifesta e si esprime, materialmente,
attraverso una delle ghiandole più importanti. E, dalla ghiandola, estende la sua nota dominante a
tutto l’insieme degli organi che quella comanda. Il rapporto tra il chakra e i tre corpi sottili
dell’uomo, in più o meno sintonica fusione con l’anima, influenza i liquidi ormonici (secrezione
ghiandolare), i quali, attraverso il sangue, raggiungono il sistema nervoso e l’organico,
permettendo all’uomo di manifestarsi nel mondo, sia come genio, sia come idiota. Elena Petrowna
Blavatsky dice, a proposito, che la differenza tra un uomo dell’età della pietra e tra un Maestro di
Saggezza – se consideriamo, anche, le causali di profondo ordine metafisico – stanno, tutte, nel
loro diverso sistema endocrino.

Ma, non dimentichiamoci dei rapporti strettamente occulti che l’individuo può ottenere quando egli è
padrone di tale magica conoscenza del campo; non solo frutti, quindi, di carattere puramente
fisiologico. La piena coscienza dell’esistenza del proprio Guru la si ottiene, ad esempio,
risvegliando i centri superiori al diaframma e “trattando” uno specifico di essi.

– Il chakra della testa (da mille petali) si ancora nel centro alla sommità del capo,
materializzato, pochi centimetri in basso, nella glandola pineale. La Monade, attraverso il
sutratma, o filo di vita, distribuisce le sue energie da questo punto; e tutto il sistema nervoso
centrale dipende dallo stesso rapporto.

– Il chakra del cuore (da dodici raggi, o petali) si ancora nel centro tra le scapole, o del
cuore, il quale ha la sua corrispondenza fisica nella glandola timo. Tutta la zona toracica dipende
da essa, ma anche, e principalmente, l’intera circolazione sanguigna.

– Il chakra della gola (da sedici irradiazioni), domina l’uomo attraverso il centro posto dietro
di questa, e penetra nella sua struttura biologica dalla ghiandola tiroidea, con riflesso sulla
trachea e sui bronchi.

– Questi sono i tre centri maggiori, tra tutti.

– Il potere irrefrenabile della Shakty perviene all’uomo direttamente dal centro posto alla base
della spina dorsale (il chakra delle quattro pulsazioni nevralgiche), lì, dove giace (sonnecchiante
e avvolto nelle sue spire) il fuoco occulto chiamato “kundalini” e che, trasformato da serpente che
striscia nella polvere, in serpente che erge il capo, verso la luce della conoscenza, fa, del
semplice uomo, un Adepto Bianco, quando egli lo abbia, in progressione ritmica, fatto salire,
simbolicamente, sul capo, e trasformata la sua natura inferiore in superiore. Questo chakra si
materializza nelle sue glandole surrenali.

– Il chakra delle 96 vibrazioni sovrane è posto tra le due sopracciglia (ecco, svelato il perché
gli indiani di classe aristocratica, in quell’esatto punto, tracciano un segno a matita). L’ipofisi
è la glandola che ne fa fluire le energie sul piano fisico.

– Il chakra, chiamato plesso solare (dodici petali, o vibrazioni madri), è posto lungo la spina
dorsale, quasi a mezza strada di essa. È l’unico che separi le forze sotto il diaframma, da quelle
superiori. E il corpo astrale trova sbocco diretto, nelle sue essenze vitali, da questo “foro
d’uscita”. La glandola corrispondente è il pancreas e gli organi ad essa legati sono lo stomaco, il
fegato, l’apparato intestinale.

– Il chakra dai dieci raggi elettromagnetici è collocato sulla colonna vertebrale eterica,
all’altezza dei lombi e si riflette nelle glandole genitali, occupandosi della natura sessuale
dell’uomo.

V’è un ulteriore punto occulto, tra gli importanti, che, però, costituisce il ricettacolo
dall’esterno e il diramatore agli altri di tutta l’energia che galvanizza il corpo eterico. È posto
all’altezza della milza, ed è chiamato centro splenico.

Per finire, indichiamo il chakra della medulla (quel tratto di midollo spinale che collega lo spazio
tra la prima vertebra superiore ed il cervello), che viene chiamato – da Paramhansa Yogananda – la
“Bocca dell’Energia” per il rapporto che ha con le Forze Universali. Si trova all’altezza della
prima vertebra superiore, appena sotto il chakra della gola.

Questo è l’elenco dei chakras maggiori. Per ora, accontentiamoci delle avare informazioni, sin qui
fornite su di essi.

Più avanti le completeremo, integrandole con quanto ci rivelano, in proposito, le lezioni di
Paramahansa Yogananda; e studieremo con molta attenzione il rapporto tra i centri eterici, ed uno
yoga come il Kriya.

Senza entrare in merito alla descrizione esatta di quest’ultimo, mostreremo quanto diviene
essenziale un metodo che gestisca le correnti eteriche che scorrono lungo la colonna vertebrale ed
all’interno, ed attorno ai centri.

Annotiamo un particolare che, solitamente, viene trascurato dallo studioso.

Sia nelle meditazioni che abbiano per oggetto la visualizzazione dei chakras, sia nell’adoperare la
Sostanza Cosmica che riverbera in essi, è utile sapere che ogni sforzo, in tal senso, viene,
inizialmente, fatto su di una parte del corpo eterico che non è il chakra specifico, ma il suo
rivestimento e la sua protezione. Difatti, il corpo eterico separa l’uomo “denso” dai piani sottili
che esistono, a partire da quello astrale. E si avvale, in ciò, di un particolare tipo di sostanza,
costituita da un fitto agglomerato di atomi ultimi eterici, misto a gas sottili. Tale “rete” è
chiamata: “atomico-eterica”. Codesta non si limita a proteggere l’organismo magnetico-denso
dell’uomo, in senso generale, dai Piani Superiori (che, quando non sono percepiti e adoperati, in
modo lineare, divengono pericolosi), ma, separa chakra da chakra, con linee costituite in maniera
molto armoniosa, sì che, per impadronirsi compiutamente delle facoltà di un chakra, bisogna
distruggere tale involucro. Spesso gli studiosi confondono la rete atomico-eterica, e le sensazioni
peculiari che dà al contatto elettrico della propria volontà, con i chakras. Sottile è la
distinzione tra il chakra ed il suo rivestimento protettivo-eterico, ed è necessario che le proprie
facoltà risvegliate sappiano farla. A ciò, si perverrà con la pratica e con la prudenza.

Tratto dalla mailing list Sadhana

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