La Dottrina dei 7 chakras 1

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La Dottrina dei 7 chakras 1

JOLANDA PIETROBELLI
LA DOTTRINA DEI 7 CHAKRA
Ebook
Parte Prima

2012
Non si fa alcun divieto di riproduzione testi e illustrazioni, basta che sia citata la fonte di provenienza
Questa pubblicazione viene scaricata gratuitamente dal sito: www.libreriacristinapietrobelli.it

Ringraziamenti
Ringrazio l’universo che mi ha regalato una penna, un foglio bianco e …quanto desiderassi.

Dediche
A chi mi ama per quella che sono

Nota dell’ A.

Per tutta la prima parte della mia vita, dal dopo biberon, ho parlato e scritto di arte.
Avevo necessità di una pausa di riflessione durata 10 anni, nel cui spazio mi sono dedicata alla spiritualità in parecchie sue forme. Ho scritto molto sull’argomento, ho spaziato
dall’esoterismo al Reiki e ovviamente non poteva mancare
l’esperienza con i chakra.
Poteva non venirne fuori un trattatino?
Tutto quello che so su questi vortici di energia, lo propongo. Spero di essere stata chiara ed esauriente e per quando siano tanti i lbri scritti sui chakra ( dei tanti ne ho letti molti), uno in più…può essere tollerato?
La Dottrina dei 7 chakra non l’ho inventata io, ne ho solo
saccheggiato il titolo, la prima volta che l’ho avvicinata, mi ha incuriosita e poi molto interessata, tanto da farla entrare nella mia vita per studiarla.
La propongo nel mio stile ovviamente!

Chakra

I chakra sono punti in cui si convoglia l’energia e fanno da stazione di raccordo tra l’interno e l’esterno.
Sono prevalentemente disposti in nodi corrispondenti
anatomicamente ad importanti centri nervosi e a ghiandole.
I chakra principali, i più noti, i più importanti sono sette ed il loro movimento non ha per tutti la stessa frequenza.
Paragonati alle note musicali, quelli posti nella parte inferiore del nostro corpo, hanno una vibrazione cupa e corrispondono ai toni più bassi della scala, quelli posti nella parte superiore corrispondono ai toni più alti.

La varietà del ritmo e di intensità, dipendono dallo stato di coscienza dell’individuo umano, nell’ordine delle forze che
scorrono lungo la colonna vertebrale e quelle che
orizzontalmente vanno da destra a sinistra.

I chakra sono descritti come ruote o fiori di loto, con un
numero di petali diverso l’uno dall’altro, per indicare la
differente velocità di rotazione.

Ad ogni chakra corrisponde un colore, un suono e una qualità con cui è possibile influenzare l’organo preposto.

Le nadi e i chakra

Ma facciamo un passo indietro:

Il nostro corpo è percorso da canali conosciuti come nadi
all’interno di cui scorre l’energia.

Come i vasi sanguigni, alcuni sono più importanti, si incrociano in certi punti del nostro corpo, costituendo dei centri energetici conosciuti come chakra Alcuni di essi corrispondono nel corpo

fisico alle ghiandole del sistema endocrino, che è la parte
visibile di un sistema più vasto. Le nadi più importanti sono tre:

· Sushumna detta anche raggio cristico o shiva lingam, è
verticale e corrisponde al midollo osseo. Collega i sette
chakra. Al proprio interno scorre l’energia cosmica
kundalini. Secondo la tradizione Indù, la Dea Kundalini,
rappresentata come un serpente avvolto alla base della
spina dorsale, risvegliandosi chakra, dopo chakra, dal
basso verso l’alto, rendeva la persona illuminata.
· Ida e Pingala hanno un percorso ondulatorio.

Quasi sempre nelle loro raffigurazioni le nadi, terminano alla sommità del capo e alla base della spina dorsale, ma in realtà proseguono sia verso l’alto che verso il basso, rendendo l’essere umano, un’ antenna tra cielo e terra.

Le tre nadi ricordano “il Caduceo” di Mercurio ed anche la
catena del DNA.

Nelle rappresentazioni antiche del Caduceo, un bastone avvolge due serpenti rivolti verso l’altro.

L’energia scorre in Ida e Pingala, scende dal cielo, attraversa il chakra coronale, esce da un piede, entra nella terra per invertire il suo corso nell’altra nadi, entrando nell’altro piede attraversa il

corpo, uscendo nuovamente dal chakra coronale e prosegue
verso il cielo, formando un circuito energetico.

Secondo il Tao, la vita si esprime attraverso due poli, uno attivo Yang, maschile e positivo, uno passivo Yin, femminile e
negativo.

Quando l’uno raggiunge il massimo della propria espressione, nasce l’altro in una perenne pulsazione. Si crea così un circuito energetico con una fase di andata yang e una fase di ritorno Yin, due fasi complementari ma non opposte.

Il percorso ondulatorio di Ida e Pingala, discendente e
ascendente, lunare e solare, chiarisce il rapporto tra femminile e maschile, negativo e positivo, appunto Yin e Yang.
Secondo la cultura Indù, esiste una nadi esterna, che partendo dal chakra del cuore forma un percorso a spirale che collega un chakra all’altro -<4° con 3°, 5° con 2°, 6° con il 1° e 7°>, che ha il compito di trasmettere le energie basse del 1° chakra verso livelli più elevati .

Oltre ai sette chakra principali, la tradizione Indù conta ventuno chakra medi e cento diciassette minori.

Nel palmo delle mani, sotto la pianta dei piedi, nell’iride
dell’occhio, sono presenti le terminazioni delle nadi esistenti nell’organismo umano e ciò ha permesso lo sviluppo di tecniche quali l’agopuntura, la riflessologia, la digitopressione,
l’iridologia.

I chakra sono punti di connessione attraverso cui l’energia
fluisce da un veicolo all’altro dell’uomo.

Appaiono al chiaroveggente come vortici di materia eterica,
situati sulla superficie del doppio eterico, a circa sei millimetri dal contorno del corpo fisico.

Le dimensioni dei chakra variano dai cinque ai quindici
centimetri di diametro, a seconda del loro grado di sviluppo. Variabile è anche la loro luminosità: debole nei centri meno

sviluppati, sempre più vivace e brillante in quelli maggiormente vivificati dall’energia pranica.

Per avere una immagine di questi centri di forza, possiamo
immaginare la spina dorsale come uno stelo da cui dipartono
altri steli minori che si dirigono verso la superficie del corpo eterico e si espandono formando strutture simili a fiori, che adagiano la loro corolla sulla superficie stessa del doppio
eterico.

I chakra principali sono sette, questi centri che abbiamo
paragonato a fiori o ruote, sono in perpetua rotazione e nel mozzo o apertura situata al centro di ognuno di essi, fluisce costantemente l’energia pranica. Questa forza penetra nel chakra disponendosi perpendicolarmente ad esso e parte ad angolo
retto lungo la sua superficie, suddividendosi in raggi o correnti, come se il centro del vortice fosso appunto il mozzo di una
ruota e le correnti dell’energia pranica, i suoi raggi suddividono i chakra in onde o petali.

Da qui l’idea di rappresentare i centri come fiori.
Il numero dei raggi in cui il prana viene suddiviso, varia a seconda del chakra in cui esso fluisce:

· Nel 1° chakra il centro si suddivide in quattro raggi o
correnti

· Nel 2° il chakra splenico o della milza, in sei

· Nel chakra ombelicale in dieci

· Nel chakra cardiaco in dodici

· Nel chakra della laringe in sedici

· Nel frontale in novantasei parti

· Nel coronario in novecento settantadue raggi

Dai chakra dipende anche lo sviluppo spirituale dell’essere

umano, che è in diretto rapporto al loro sviluppo.

Nell’essere umano normale, non tutti i chakra svolgono

un’attività completa, solitamente il più attivo è quello della milza, mentre gli altri ruotano molto lentamente, tanto da
svolgere solo la funzione necessaria al mantenimento in vita del corpo. Ciò impedisce al corpo eterico di utilizzare tipi di prana più sottili, dai quali potrebbe trarre maggiore vitalità.
Lo sviluppo dei chakra ed il loro perfetto funzionamento
producono infatti, lo sviluppo di qualità particolari, connesse più con i piani superiori che non con il piano fisico.
L’Ajna Chakra, situato davanti al terzo occhio, permette di
osservare il mondo nella sua essenza o di altri dai quali
dipendono poteri come la chiaroveggenza, la telepatia verticale, nonché lo sviluppo di qualità e sentimenti molto particolari come la neutralità o l’amore altruistico.

L’essere umano è essenzialmente un trasformatore di energia, la cui funzione è di trasformare energia grezza in energia sottile. Più riesce a compiere questa alchimia nei mondi superiori, più gli sarà facile raggiungere le energie da cui dipende lo sviluppo spirituale.

Le nadi

I 7 segmenti del corpo umano e i chakra

Il corpo umano è diviso in sette segmenti o apparati, ognuno dei quali contiene un gruppo di organi raggruppati insieme, per una certa affinità funzionale.

Ogni segmento è separato dal segmento adiacente, da una
membrana fibromuscolare che permette una separazione
ermetica, organica e funzionale.

L’intero corpo è l’insieme di diversi apparati avvolti da una membrana che mantiene un’azione contrattiva,
espansiva.

Questa caratteristica di espansione e contrazione è la
manifestazione fisica dell’energia primordiale cosmica,
contenuta a diversi livelli della nostra esistenza.

Ognuno di questi segmenti è in rapporto con un centro
energetico o chakra, che è legato ad una ghiandola endocrina e funziona in modo che l’energia assorbita dal chakra, alimenti la ghiandola endocrina ed il corrispondente segmento.

Appurato che ogni chakra è legato ad una ghiandola endocrina, nella quale l’assorbimento di energia è alto e crea un’entrata in forma rotatoria, a vortice, la velocità della rotazione è crescente dal basso verso l’alto.

Il senso della rotazione è importante perché permette all’energia di entrare correttamente e i chakra adiacenti hanno una
direzione rotatoria inversa l’una rispetto all’altra, ma non solo, il senso di rotazione di un chakra è inverso per i due sessi.
Es. se il secondo centro gira in senso orario nel maschio, girerà in senso antiorario nella femmina.

Quando si incontrano frontalmente maschio e femmina, i loro
chakra gireranno nello stesso senso. Se girassero in senso
inverso, ciò determinerebbe una sensazione di sgradevolezza.

La velocità di rotazione viene espressa dalla forma frontale del chakra. L’energia assorbita dai centri ha una frequenza d’onda crescente dal basso verso l’alto e si trova in sintonia con i colori dell’arco iris in maniera che:

· il 1° centro fornisce energia in sintonia col colore rosso · il 2° in sintonia con il colore arancio
· il 3° con il colore giallo
· il 4° con il colore verde
· il 5° con il colore blu
· il 6° con il colore indaco
· il 7° con il colore viola.

La Dottrina dei 7 Chakra

La dottrina dei sette chakra è una delle più antiche sviluppate sulla conoscenza e comprensione del nostro organismo e del
suo funzionamento.

Pur affondando le proprie radici in un passato molto remoto, è dimostrato che esisteva in cultura diversa tra loro.
Le più antiche testimonianze risalgono al 3000. a. C. e si
collocano nell’area geografica corrispondente attualmente
all’India, Nepal e Tibet.

In Europa, la testimonianza più antica risale alla dinastia dei Merovingi di Franconia (V – VI secolo d. C.)

I re Merovingi, come i lama tibetani dell’epoca, si facevano praticare un foro spirituale nella calotta cranica, in
corrispondenza del chakra della corona.
Poussin

Conoscere i chakra e poter lavorare su di essi, è utile ad ogni persona, senza peraltro dover cambiare radicalmente le proprie abitudini di vita. Con lo studio dei medesimi e praticandone la semplice dottrina, si impara a vivere consapevolmente la
propria totalità e a concepire noi stessi come inscindibile unità composta di corpo spirito anima.

Si impara che la nostra condizione fisica, mentale e psicologica dipende dall’attività di energie sottili che scorrono nel nostro corpo sono loro ad unire il nostro corpo al nostro spirito, alla nostra anima.

Ogni chakra ha una propria sfera di influenza che si estende in egual misura sulla nostra struttura fisica e sulla nostra
condizione mentale e psicologica.

Il fatto che la Dottrina dei chakra, si sia sviluppata in culture molto diverse tra loro, come dimostrano tradizioni, immagini e reperti di civiltà scomparse, evidenzia una caratteristica
fondamentale dei medesimi: ognuno di noi può individuare i
propri chakra.

Ascoltando la tradizione orientale

Il Vedanta. Vale la pena in questa sede fornire notizie essenziali su quel complesso sistema filosofico-religioso che è l’Induismo, all’interno del quale è elaborato.

L’Induismo le cui origini risalgono al secondo millennio avanti Cristo, è una via di conoscenza, che l’individuo percorre per migliorare se stesso. La sua dottrina è il Vedanta che si ispira ai Veda, antichi testi sacri che accolgono tutta la scienza sacra e tradizionale Indù.

Questi scritti riconoscono un unico principio creatore, spirito onnipotente e onnipresente Brahma diretto ispiratore e
rivelatore dei Veda.
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Essi forniscono con il loro insegnamento, il mezzo per superare l’ignoranza e realizzare la conoscenza divina.

I Veda distinguono tre piani fondamentali di esistenza che sono uno il riflesso dell’altro:

· 1° Piano divino, principio del tutto
· 2° Mondo intermedio delle energie e degli archetipi
· 3° Mondo manifesto della materia
Ogni piano o mondo è interagente con gli altri due, difatti, da Brahma principio supremo, nasce un impulso creatore che
trasforma un’energia potenziale in materia.
Qual è il fine supremo dell’uomo?

E’ il ricongiungersi al suo principio Brahma, liberandosi dai vincoli della materia.

Per intraprendere l’attività spirituale, la dottrina Indù, offre diverse vie di realizzazione, come lo Yoga fondata sullo studio dei chakra ed altri centri vitali dell’essere umano.
I chakra, come già detto, si collegano al corpo umano attraverso la colona vertebrale detta meru – danda (asse del corpo umano), che richiama per analogia il meru o asse del mondo.
Shaktj Kundalini e mantra

Shaktj è forza, energia cosmica, Kundalini è la stessa forza presente nell’essere umano, in qualità di forza vitale. Sappiano che la rappresentazione di Kundalini è un serpente arrotolato tre volte e mezzo su se stesso, all’estremità inferiore della spina dorsale. In questo luogo porta ancora in sé le forze polari, ma contemporaneamente anche la tendenza alla loro fusione
( unità). L’immagine del serpente arrotolato su se stesso,
significa che questa energia è in fase statica, di riposo.

Quando Kundalini viene risvegliata, sale verso l’alto, la sua ascesa lungo la colonna vertebrale, simboleggia la graduale
liberazione dello spirito dalla materia e può essere risvegliata con tecniche Yoga e partendo dal 1° chakra si srotola
(verticalmente), attraversando tutti i chakra. Essa raccoglie inoltre l’energia propulsiva, propria di ogni chakra, per
raggiungere la sua destinazione, il 7° chakra e dare così
l’illuminazione.

Esaminiamo il viaggio Kundalini, per vedere in particolare cosa avviene:

L’energia vitale risvegliata, penetra il 7° chakra e nella sua corsa verso l’alto, buca gli altri chakra, che al suo passaggio si schiudono incrementandola.

Quando Kundalini raggiunge il 6° chakra che rappresenta il
primo centro di contatto col piano divino, ricevviamo
l’insegnamento del Maestro Superiore, stimolato da Brahma.

Il 6° chakra consente l’apertura del terzo occhio, conosciuto anche come vista spirituale. Dopo questo chakra, Kundalini
incontra due centri vitali secondari, prima della tappa finale, la dimora della beatitudine, dove viene spezzato ogni legame con i piani inferiori.

La natura di Kundalini è descritta dagli Indù come un insieme di luce e suono.

La dottrina Indù spiega come il suono spirituale si manifesti e prenda forma attraverso le lettere e i suoni fisici, spiega che ogni elemento o categoria dell’universo ha un proprio suono
archetipico chiamato Bija ( germe).

Le lettere sanscrite ham, yam, ram, vam, lam sono suoni
archetipi dei cinque elementi etere, aria, fuoco, terra, acqua, tali suoni sono eterni e possono essere recitati come mantra. I mantra sono suoni archetipici, la cui pronuncia e ripetizione favorisce sia la meditazione che la concentrazione.

OM è il mantra più importante ed è la sintesi di tutti gli altri, lo spirito della sacra sillaba OM è contenuto nel 6° chakra.
Ogni chakra è rappresentato graficamente come un loto dai
diversi petali, al centro di cui si trova lo yantra del buta corrispondente (con questo nome sono indicati gli elementi
archetipici etere, aria, fuoco, acqua, terra), nel quale è situato il ” bija – mantra” (suono- seme).

Secondo gli Indù, ad esso è preposta una divinità,
accompagnata dalla Shakti o energia vitale, che gli è propria. Le rappresentazioni simboliche dei chakras, sono formule che sintetizzano la relazione tra i piani di esistenza, dove essi fanno da mediatori, in quanto centri di energia vitale che è
individualizzata apparentemente al piano intermedio sottile : tra piano divino, definito del suono creatore e il piano della
manifestazione materiale, definito del corpo fisico.

Conoscere la materia: conosciamo i chakra

Noi abbiamo un corpo,abbiamo emozioni, pensieri, idee e
siamo interessati ai misteri della terra e del cielo, da ciò che racchiude lo spirito, da ciò che dà la materia.

Noi siamo esseri complessi come il mondo che ci contine e i
chakra nel loro sistema, affrontano le nostre complessità.
I chakra, riferiti a spirali di energia, create dentro di noi dall’ interpenetrazione della consapevolezza e dell’involucro fisico che ci contiene, sono centri di attività per la ricezione,
l’assimilazione e la trasmissione dell’energia vitale. Si è detto che i chakra principali sono 7, che sono disposti in senso
verticale, dalla base della spina dorsale alla sommità della testa, più o meno al centro del corpo e rappresentano le forze
elementari della terra, dell’acqua, del fuoco, dell’aria, del suono, della luce e del pensiero.

Dal punto di vista psicologico, corrispondono alle aree più
importanti della nostra esistenza (dal basso verso l’alto):

· sesso
· potere
· amore
· comunicazione
· immaginazione
· spiritualità.

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